«Bibliotime», anno III, numero 1 (marzo 2000)
Postillando la nuova legge regionale
dell'Emilia-Romagna sulle biblioteche [*]
1. Il quadro di riferimento e il ruolo dell'AIB
Un'associazione professionale qual è l'AIB non può che guardare con particolare interesse al discorso sulle leggi regionali in materia di biblioteche e di istituti culturali; già da tempo infatti l'attenzione dell'Associazione Italiana Biblioteche si è concentrata su questo tema, giungendo a definire vere e proprie Raccomandazioni per le leggi regionali [1], dal momento che molto sentita appare "l'esigenza di rivedere le leggi regionali esistenti alla luce del quadro legislativo venutosi a maturare nell'ultimo decennio, e soprattutto in seguito ai cambiamenti intercorsi nell'ambito dei servizi di informazione e di accesso alla conoscenza" [2].
Il punto qualificante di queste Raccomandazioni sta nell'esplicito riferimento alla bozza di legge quadro sulle biblioteche [3], elaborata dall'AIB e presentata al Governo, al Coordinamento delle Regioni e al Parlamento [4]; questa ipotesi di legge, nel ribadire il ruolo delle Regioni - volto alla programmazione, al coordinamento e al controllo in ordine alla promozione ed allo sviluppo del servizio - propone che "le forme di organizzazione e gestione del servizio bibliotecario nei singoli territori siano definite dalle apposite leggi regionali, che dovranno sancire i principi di base di accesso all'informazione e alla cultura" [5].
In tale contesto, le Raccomandazioni per le leggi regionali trovano la loro più opportuna collocazione, venendo la legge quadro a definire uno specifico retroterra ideale. Le Raccomandazioni dunque possono estendersi al di là delle affermazioni di principio (il richiamo alle funzioni fondamentali delle biblioteche pubbliche in riferimento al Manifesto Unesco, alle Raccomandazioni IFLA, in particolare in attuazione degli articoli 3 e 9 della Costituzione [6]), e arrivare a prevedere che le leggi regionali "dovrebbero definire il sistema documentario regionale e indicarne le linee generali di sviluppo, perseguendo forme di cooperazione e integrazione con i servizi bibliografici nazionali, con i servizi delle biblioteche del territorio, con i servizi informativi e documentari quali gli uffici per le relazioni con il pubblico, le reti civiche, gli informagiovani, ecc." [7].
Inoltre, elementi di notevole importanza presenti nelle Raccomandazioni sono da un lato la richiesta di un ruolo decisamente attivo delle Regioni in merito a competenze assai ampie e diversificate [8], e dall'altro la riaffermazione della necessità di una specifica qualificazione professionale e di un continuo aggiornamento per il personale delle biblioteche pubbliche, aspetto quest'ultimo che sta particolarmente a cuore ad un'associazione di professionisti dell'informazione, e che in ogni caso dovrebbe rappresentare una parte di rilievo all'interno delle diverse leggi regionali.
Last but not least, le Raccomazioni precisano che le leggi regionali dovrebbero stabilire con chiarezza che i servizi di base - quali la consultazione, il prestito e la lettura - sono gratuiti, e che la Regione sostiene l'edilizia bibliotecaria e l'adeguamento delle strutture alle esigenze qualitative e quantitative del servizio da erogare.
Un altro aspetto di stringente attualità e strettamente legato ai precedenti è quello relativo alle carte dei servizi, tema anch'esso presente nell'elaborazione dell'AIB e che ha dato vita alle Linee guida per la redazione dei regolamenti e delle carte dei servizi delle biblioteche pubbliche [9]. Difatti, come si esprime il testo in questione, se il regolamento "è uno strumento giuridico che individua soggetti cui attribuisce competenze di indirizzo, gestione e controllo (chi fa che cosa e perché, nonché chi controlla), la carta dei servizi è lo strumento che, seguendo le indicazioni generali disposte nel Regolamento, propone "agli utenti la migliore offerta che la biblioteca è in grado di garantire, esplicitando gli standard qualitativi di riferimento e predisponendo modalità di controllo accessibili a tutti gli utenti [...] I regolamenti e le carte dei servizi sono pertanto strumenti diversi che si completano a vicenda per assicurare l'efficienza e l'efficacia del servizio. Tuttavia, ponendo soprattutto in luce i doveri del Servizio e i diritti degli utenti, le carte rappresentano certamente una significativa inversione di tendenza rispetto alla vecchia tradizione di regolamentare soprattutto i doveri degli utenti ed appaiono quindi come una spia di quell'orientamento all'utenza che sempre più deve caratterizzare l'erogazione di pubblici servizi" [10].
2. Postillando la legge
Se quello che abbiamo finora delineato costituisce un possibile quadro di riferimento in vista dell'elaborazione di leggi regionali, ci pare di poter affermare che il progetto di legge che abbiamo di fronte risponde per buona parte alle aspettive presenti nei documenti esaminati. Dunque, al di là del complessivo impianto legislativo - sul quale non possiamo soffermarci in questa sede - e senza alcuna pretesa di esaustività, è possibile evidenziare alcuni punti dell'attuale progetto di legge che, alla luce di quanto esposto, ci appaiono particolarmente significativi, anche se va detto che un maggior coinvolgimento degli operatori dei settori interessati sarebbe stato quanto mai opportuno, ad esempio mediante la creazione di un sito Internet in grado non solo di fornire un'adeguata informazione al riguardo, ma di raccogliere i diversi pareri in vista di una elaborazione più articolata e compiuta.
Dunque, una volta riconosciuto il ruolo decisamente positivo svolto dalla precedente legge regionale 42/83 - ruolo consolidato altresì dalla presenza dell'Istituto per i Beni Culturali e della Soprintendenza regionale per i beni librari - non si può non rilevare come la preoccupazione sottesa a tutto il progetto sia quella di disporre di uno strumento di regolamentazione che tenga conto della mutata situazione in cui le biblioteche si trovano ad agire, se è vero che l'irruzione delle nuove tecnologie modifica radicalmente non solo l'attività pratica e operativa delle biblioteche, ma la stessa immagine che esse hanno di sé e che di conseguenza offrono all'esterno [11].
La conseguenza più rilevante di tale stato di cose - come è messo in luce da tutta la letteratura professionale sull'argomento - è l'esigenza di rafforzare le istanze che spingono nella direzione di un maggior coordinamento fra biblioteche ovvero - per riprendere le parole della relazione illustrativa della legge - l'esigenza di "consolidare l'impianto cooperativo e sistemico dei servizi bibliotecari fino a configurare una vera e propria organizzazione regionale unica".
Si tratta di una posizione che non solo viene incontro alle reali necessità delle biblioteche, sempre più motivate ad agire in modo cooperativo sotto la spinta delle nuove tecnologie e delle aumentate possibilità di accesso all'informazione, ma che ribadisce quella visione sistemica [12] che, per dirla con Solimine, vede le biblioteche come un sistema "i cui elementi costitutivi rappresentano l'insieme di una serie di variabili - strutture, documenti, uomini, processi, prodotti, ecc. - interagenti tra loro, reciprocamente funzionali e complessivamente rapportabili al raggiungimento degli obiettivi che caratterizzano finalisticamente la struttura stessa", ma anche come un "sottosistema", "parte di un più vasto sistema dell'informazione", in quanto "i suoi documenti, gli strumenti che essa adopera, il suo pubblico, sono elementi di un più complesso universo circostante, rispetto al quale essi sono in rapporto di scambio ed assumono di volta in volta funzioni di input o output" [13].
L'importanza di questa concezione è tale che permette di guardare con rinnovato interesse al versante "culturale" e di acquisire la nozione di "istituti culturali" non più nell'accezione decisamente statica e paludata di "bene culturale", ma in quanto insieme di biblioteche, archivi storici e musei di enti locali o di interesse locale.
D'altra parte, se tale lettura è corretta, appare oggi possibile definire un preciso quadro di riferimento in cui collocare le nuove "previsioni di legge": difatti, se già nella precedente 42/83 venivano affermati i principi della cooperazione fra biblioteche e della loro organizzazione in sistemi bibliotecari locali (artt. 12, 13, 14), ora (art. 11) si insiste per una più precisa organizzazione bibliotecaria regionale, chiaramente delineata nelle sue parti costituenti in quanto costituita "dall'insieme delle biblioteche, archivi, fototeche, mediateche e altri centri di documentazione e informazione, comunque denominati, degli enti locali e di altri soggetti pubblici e privati".
Siamo di fronte, ci pare evidente, a un aspetto fondamentale, esplicitamente preso in considerazione dalle Raccomandazioni sopra ricordate, e che è in grado di produrre risultati significativi nell'articolazione bibliotecaria regionale, specie in un contesto in cui si registra un'interessante serie di attività messe in opera dagli enti locali e che appaiono decisamente più pertinenti rispetto ad altre iniziative promosse da istituzioni i cui fini attengono a tutt'altra sfera di competenza [14].
Ma ora ci sia consentito di soffermarci in particolare sugli articoli 10, 11, 12, che nel loro insieme costituiscono il vero "core" biblioteconomico della legge. E in primo luogo, assai importante appare il discorso relativo agli obiettivi di qualità (art. 10): difatti, stabilendo che - da parte dell'IBC e in collaborazione con i soggetti interessati - vanno individuati una serie di standard di servizio e di professionalità degli addetti, non solo viene superato tutto il capitolo dei requisiti minimi presente nella precedente legge (art. 16), ma si perviene a una concezione decisamente orientata ad un approccio "per obiettivi", raggiungibili attraverso l'impiego di criteri, per l'appunto, di qualità [15] che si possono ricavare dai principali strumenti di analisi a livello nazionale e internazionale. In tale prospettiva si inserisce la tematica relativa alle carte dei servizi, a cui peraltro si fa esplicito riferimento negli articoli 4 e 5, che disciplinano rispettivamente le funzioni delle Province e dei Comuni.
Ma è anche interessante notare come, nella definizione di questi standard, sia prevista una certa modularità, a seconda della "natura, la dimensione, la localizzazione e l'eventuale organizzazione in sistema" delle strutture a cui vanno applicati; nella definizione di tali standard viene fatto esplicito richiamo alle Raccomandazioni IFLA (da sempre patrimonio, per dir così, dell'elaborazione concettuale dell'AIB): ed il fatto che le IFLA's Guidelines for Public Libraries siano attualmente in fase di revisione [16] costituisce un'ulteriore opportunità per le istituzioni coinvolte, apparendo evidente che, una volta definite, queste Linee Guida saranno in grado di offrire prospettive nuove e avanzate che potranno essere vantaggiosamente utilizzate in sede locale.
Passando all'art. 11, vediamo che, nel configurare l'organizzazione bibliotecaria regionale, vengono enunciati quei principi generalissimi che costituiscono la piattaforma ideale su cui si fonda non solo l'ipotesi di legge quadro dell'AIB ma tutte le elaborazioni che da essa discendono. Il comma 2 fornisce - alla luce della visione sistemica discussa in precedenza - una definizione globale dell'organizzazione bibliotecaria regionale, facendo rinvio, per più specifiche questioni tecniche, alle norme stabilite dal successivo articolo 12.
Così l'art. 12 appare davvero strategico nell'insieme del progetto di legge, stabilendo che i servizi previsti dal comma 1 del precedente art. 11 vadano forniti sulla base dei criteri che appaiono biblioteconomicamente più pertinenti, e cioè la corretta conservazione e catalogazione dei documenti, l'organizzazione degli spazi e l'utilizzo di attrezzature idonee, e soprattutto l'impiego di personale qualificato "in grado di gestire attività ad alta complessità tecnico-scientifica": aspetti legati, come si è visto, al più marcato approccio sistemico, al riferimento a standard internazionali, ed alla riconosciuta esigenza di una formazione e di un aggiornamento professionale più incisivi e al passo coi tempi.
Un altro aspetto opportunamente ribadito è quello relativo alla gratuità dei servizi di base, servizi cioè che, se così possiamo esprimerci, rappresentano davvero il nucleo in cui si sostanzia la "missione", il compito istituzionale delle biblioteche: vale a dire la consultazione dei documenti e dei cataloghi, la lettura e il prestito; per contro, l'individuazione di servizi che possono essere sottoposti a tariffa appare altrettanto preziosa, al fine di evitare possibili equivoci e fraintendimenti, per non dire di peggio [17].
Infine, non si può non prendere in esame il tema della formazione e dell'aggiornamento professionale; si tratta di un tema quant'altri mai avvertito come essenziale dai bibliotecari e, di conseguenza, dall'associazione che li rappresenta, che più volte ha ribadito la necessità di una azione costante ed incisiva al riguardo, e che da sempre si adopera per agevolare l'acquisizione, il mantenimento e il miglioramento di specifiche skills professionali ed operative del personale in servizio, magari in un rapporto più stretto con le strutture universitarie preposte a tale scopo, come le facoltà o i corsi di laurea in Conservazione dei beni culturali.
Nell'attuale progetto legislativo dunque la "formazione specialistica e l'aggiornamento degli operatori degli istituti culturali" vengono promossi dalla Regione (art. 3) attraverso l'assegnazione alle Province di specifiche funzioni in merito (art.4), funzioni che possono essere espletate grazie all'erogazione di appositi finanziamenti (art.7) che, sia detto per inciso, vanno anche a interessare una gamma di attività assai ampia e importante, quale ad esempio "il potenziamento delle strutture e infrastrutture tecnologiche per la cooperazione tra istituti culturali", la costituzione e lo "scambio di banche dati e di altri supporti informativi condivisi", e "l'incremento, la tutela, la catalogazione e la conservazione ed il restauro del patrimonio culturale".
3. A mo' di conclusione
Se la lettura che abbiamo proposto del progetto di legge è pertinente, allora non è impossibile immaginare un futuro sempre più orientato verso la costituzione di un effettivo "sistema bibliotecario regionale", in cui le nuove tecnologie siano messe al servizio di una cooperazione sempre più stretta fra le diverse strutture, al fine di erogare quei servizi che appaiono realmente necessari nell'odierna società dell'informazione. Gli strumenti legislativi sembrano consentirlo: ma affinché ciò possa avvenire nella maniera più idonea, appare davvero indispensabile che il personale degli istituti culturali, come si esprime la stessa legge, sia sempre più "qualificato" e "in grado di gestire attività di alta complessità tecnico-scientifica". E' questo l'obiettivo che, forse più di ogni altro, occorre perseguire con rinnovata energia.
Michele Santoro, Biblioteca del Dipartimento di Scienze Economiche - Università di Bologna, e-mail: santoro@spbo.unibo.it
Note
[1] Raccomandazioni per le leggi regionali, Commissione nazionale biblioteche pubbliche, 16 gennaio 1999, <http://www.aib.it/aib/commiss/cnbp/leggireg.htm>.
[2] Ibid.
[3] Ipotesi di legge quadro sulle biblioteche e sui servizi di accesso alla conoscenza, al pensiero, alla cultura e all'informazione. "AIB Notizie", 10 (1998) 4, p. 4-7, <http://www.aib.it/aib/editoria/n10/98-04ipot.htm>.
[4] Si tratta di un documento proveniente dal materiale istruttorio che l'AIB ha predisposto per l'ufficio legislativo del Ministero per i Beni culturali al fine di contribuire alla stesura di una moderna legge quadro sulle biblioteche e sui servizi di informazione e documentazione. L'iniziativa, come precisa il documento "aveva due ambizioni: 1) impostare l'orizzonte nel quale posizionare il ruolo della biblioteca salvando ciò che è ancora vitale del nostro tessuto di servizi bibliotecari e informativi per rileggerlo alla luce delle iniziative legislative a livello internazionale e collocando le nostre istituzioni nell'alveo dei princìpi e degli orientamenti delle principali organizzazioni e istituzioni internazionali in questo settore; 2) semplificare radicalmente la leggibilità del sistema da parte del pubblico con opportuni interventi sia sull'organizzazione che sulla sua 'carta dei servizi' " (Ibid.).
[5] Principi che comprendono "in particolare: a) la gratuità dei servizi di consultazione delle pubblicazioni e dei documenti posseduti su ogni tipo di supporto, dell'uso delle postazioni multimediali collegate alle reti di telecomunicazione, della posta elettronica, del prestito delle pubblicazioni; b) le dimensioni territoriali e demografiche più adeguate alla migliore gestione del servizio, incentivando le forme di cooperazione e di gestione associata previste dalla legge; c) la cooperazione con le Amministrazioni statali interessate nelle forme previste dall'ordinamento per la promozione dei servizi bibliotecari scolastici e per la risposta alle esigenze dell'utenza universitaria; d)l'attenzione verso la costituzione delle raccolte e l'organizzazione dei servizi in particolare per i problemi posti dalla presenza sul territorio nazionale di comunità etniche e di realtà linguistico-culturali diverse da quella italiana" (Ibid.)
[6] Le funzioni delle biblioteche messe in luce da queste istituzioni sono, com'è logico attendersi, i "servizi a garanzia del diritto alla libertà di espressione e del diritto alla libertà di accesso alle informazioni, alla conoscenza e alla cultura, senza pregiudizio né censura alcuna per ragioni di età, sesso, razza, cultura, provenienza sociale e opinioni, ed a favore dell'integrazione fra culture diverse" (Ibid.).
[7] Ibid.
[8] In paricolare in merito a: programmazione regionale del settore, nel quadro della programmazione generale per la cultura; coordinamento regionale e sviluppo dell'integrazione anche fra biblioteche di enti diversi; sostegno tecnico altamente qualificato di riferimento per i bibliotecari (catalogazione, servizi al pubblico...) e per gli amministratori (edilizia, personale, atti amministrativi di cooperazione fra enti...); sostegno finanziario; misurazione annuale; definizione di parametri di sviluppo dinamici; definizione di requisiti minimi; definizione di aree minime di cooperazione e approvazione delle biblioteche capofila; verifica periodica dei risultati; piani di formazione e aggiornamento di riferimento anche per le Province; fornitura di infrastrutture di rilievo regionale (Biblioteca regionale centrale, iblioteca professionale specializzata o centro di documentazione, rete civica regionale, servizi interbibliotecari generali...) (Ibid).
[9] Linee guida per la redazione dei regolamenti e delle carte dei servizi delle biblioteche pubbliche (Bozza, maggio 1999), <http://www.aib.it/aib/commiss/cnbp/bozzacarta.htm>; di recente Gabriele Mazzitelli ha elaborato una Proposta per una bozza di Carta dei servizi del prestito interbibliotecario e del document delivery, in Gratuità e tariffe nella biblioteca pubblica. Convegno nazionale a cura della Commissione Nazionale Biblioteche Pubbliche dell'AIB, Viareggio, 5-6 novembre 1999, <http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/conf/via99/mazzitelli.html>.
[10] Ibid.
[11] A questo riguardo si veda il nostro Biblioteche domani. Il mutamento delle prospettive bibliotecarie all'alba del terzo millennio. "Bollettino AIB", 38 (1998) 3, p. 303-322, <http://www.aib.it/aib/boll/1998/98-3-303.htm>.
[12] Già fortemente definita nella precedente legge regionale e che incarna una caratteristica specifica, nativa delle biblioteche di pubblica lettura, se è vero, come scrive Alfredo Serrai, che la biblioteca pubblica è tale "solo a condizione di trovarsi inserita in un sistema di biblioteche" (Alfredo Serrai, Biblioteche e cataloghi. Firenze, Sansoni, 1983, p. 8); cfr. inoltre Paolo Traniello, Biblioteche e regioni. Tracce per una analisi istituzionale. Firenze, La Nuova Italia - Giunta Regionale Toscana, 1983; Id., La biblioteca pubblica. Storia di un istituto nell'Europa contemporanea. Bologna, Il Mulino, 1997).
[13] Giovanni Solimine, Gestione e innovazione della biblioteca. Milano, Editrice Bibliografica, 1990, p. 64-65. Sull'approccio sistemico cfr. anche James M. Orr, Libraries as communication system. Westport, Greenwood Press, 1977; Alfredo Serrai, La biblioteca come sistema, in Biblioteconomia come scienza. Introduzione ai problemi e alla metodologia. Firenze, Olschki, 1973, p. 37-55; Id., Biblioteca, sistema aperto, in Ricerche di biblioteconomia e bibliografia. Firenze, Giunta Regionale Toscana - La Nuova Italia, 1983, p. 53-56; Giambattista Tirelli, Il "sistema" biblioteca. Milano, Editrice Bibliografica, 1990; Serafina Spinelli, Problemi di valutazione: qualche elemento per un approccio sistemico. "Bibliotime", 1 (1998) 2, <http://www.spbo.unibo.it/aiber/bibtime/num-i-2/spinelli.htm>.
[14] Ci riferiamo alla serie di iniziative promosse dal Ministero per i Beni culturali e ambientali dal titolo Lezioni d'autore in biblioteca, per le quali le Biblioteche statali sono state chiamate ad assolvere a un ruolo che non sembra rientrare nelle proprie competenze specifiche.
[15] Sul tema, assai frequentato dalla più recente letteratura professionale, ricordiamo fra l'altro Alberto Petrucciani, Igino Poggiali, La qualità totale in biblioteca. "Bollettino AIB" 32 (1992) 1, p. 7-23; Paola Costanzo Capitani, Per una informazione di qualità. "Biblioteche oggi", 11 (1993) 9, p. 22-26; Daria Mazzella, Monica Sala, Biblioteche oggi: per un servizio di qualità. "Informatica e documentazione/Enea", 20 (marzo 1994) p. 3-8; Raffaele De Magistris, Pasquale Mascia, Efficienza e qualità dei servizi nelle biblioteche di base: un'indagine volta all'elaborazione di indicatori. "Bollettino AIB" 34 (1994) 1, p. 9-36; Quanto valgono le biblioteche pubbliche? Analisi della struttura e dei servizi delle biblioteche di base in Italia. Rapporto finale della ricerca Efficienza e qualità dei servizi nelle biblioteche di base. Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 1994; Carlo Revelli, Alla ricerca della qualità totale. "Biblioteche oggi", 12 (1994) 10, p. 40-44; Giovanni Solimine, Problemi di misurazione e valutazione dell'attività bibliotecaria: dall'analisi di sistema agli indicatori di qualità. In Il linguaggio della biblioteca. Scritti in onore di Diego Maltese, raccolti da Mauro Guerrini, vol. II, Regione Toscana-Giunta Regionale, 1994, p. 733-767; Anna Maria Tammaro, Come misurare la qualità delle biblioteche. "AIB Notizie", 9 (1997) 12, p. 15-17 Giovanni Di Domenico, Michele Rosco, Comunicazione e marketing della biblioteca. Milano, Editrice Bibliografica, 1998 (se ne veda l'ottima recensione di Cinzia Bucchioni, "Bibliotime. Rivista elettronica per le biblioteche", 2 (1999) 3, <http://www.spbo.unibo.it/bibliotime/num-ii-3/bucchion.htm>). Per una suggestiva indagine storica cfr. François Lapélerie, La qualité essentielle du bibliothécaire. "Bullettin des Bibliothèques de France", 43 (1998) 3, p. 68-74.
[16] Revision of IFLA's Guidelines for Public Libraries, August 1999, <http://ifla.inist.fr/VII/s8/proj/gpl.htm>.
[17] Si veda al riguardo il già citato Gratuità e tariffe nella biblioteca pubblica. Convegno nazionale a cura della Commissione Nazionale Biblioteche Pubbliche dell'AIB, Viareggio, 5-6 novembre 1999, <http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/c991105.htm>, e in particolare l'Introduzione di Elena Boretti, <http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/conf/via99/intro.html>.
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[*] Questo articolo ripropone, con leggere modifiche, il testo dell'intervento pronunciato in occasione dell'incontro di presentazione del Progetto di legge della Regione Emilia-Romagna "Norme in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali", Bologna, Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio, 14 dicembre 1999.
«Bibliotime», anno III, numero 1 (marzo 2000)