«Bibliotime», anno II, numero 2 (luglio 1999)
Biancaneve e i sette byte:
biblioteche e risorse Internet
per il settore dei
libri per ragazzi
I. Libri-Cenerentola e Media Addormentati
Chiunque abbia pratica di
biblioteconomia sa quale rilievo ricopra nella disciplina il tema dello
sviluppo delle collezioni - quanto costituisca elemento fondante nel rapporto
tra il bibliotecario e la sua utenza un'avveduta, aggiornata, dinamica
politica degli acquisti. In questo momento, nell'attualità biblioteconomica,
la tematica sconta probabilmente più di altre la (giustificatissima)
vogue del mezzo informatico, peraltro pervenuta rapidamente
anche in Italia ad un'ampia serie di provvisori punti di consenso; sembra
però il caso di ricordare che l'"amichevolezza" della biblioteca,
tema del convegno di Milano tenutosi nel marzo scorso [1] e ottima specola sull'orientamento del settore, non può
prescindere dall'atto realmente costitutivo di fornire all'utenza
un'offerta libraria rispondente ai suoi concreti desiderata. Un
ambito particolare, poi, stimola la riflessione in maniera anche più
vivace, quello dei libri per ragazzi: ed è piccola, ma appuntita
pietra di scandalo per più di una ragione. In primo luogo, l'editoria
per ragazzi rappresenta attualmente in Italia un mercato in tale crescita
da costituire un fenomeno economico e sociale di portata stupefacente [2]; secondariamente, la biblioteconomia italiana non sembra
ancora averne preso atto [3]. Ora, se crescono in modo esponenziale e la domanda
e l'offerta di libri per ragazzi, diventa assolutamente fondamentale per
chi istituzionalmente è incaricato di provvedersene la possibilità
di disporre di un ventaglio ampio e diversificato di filtri e avvertimenti
critici nel momento in cui, fra l'altro, spende pubblico denaro per acquistarne
e soddisfare così i propri lettori. Poiché, come hanno recentemente
rilevato Ennio Salamon e Paola Germini, nell'85% dei casi sono i bibliotecari
a stilare le liste degli acquisti, anche per il settore ragazzi [4].
As sad as it is, la
situazione rispetto ai media tradizionali è al contrario alquanto
sconfortante. In un saggio uscito l'anno scorso sul già segnalato
Rapporto annuale, Carlo Martinelli delinea un panorama assai arido
[5], fortemente segnato
da quella che definisce la "sindrome Bolognatale": dove Bologna (annuale
Fiera del libro per ragazzi) e Natale rappresentano
quasi le uniche occasioni in cui riviste e quotidiani decidono di devolvere
qualche colonna all'argomento.
Quanto alle riviste specializzate,
che pure esistono, c'è ragione di credere che siano note in scarsa
misura ai bibliotecari italiani, se è vero che solo il 47% degli
intervistati nell'ambito dell'inchiesta Doxa-Piemme appena citata le menziona
come fonti informative [6].
In una situazione così
sbilanciata, diventa una scelta obbligata verificare la possibilità
che sia il web a sopperire alle carenze del panorama mediatico tradizionale.
Ed è un sollievo, come anticipo, il fatto che la risposta sia ampiamente
positiva, pur essendo questo esito (felicemente) condizionato dall'ottica
planetaria cui costringe il grandangolo della Rete.
Baso il mio provvisorio
bilancio sulla lista di risorse online che ho raccolto per l'AIB (Risorse
Internet sui libri per ragazzi: fonti per un'analisi critica della produzione
editoriale, in linea da maggio sulla pagina Web della Sezione Emilia-Romagna)
- risorsa che, come tengo a precisare subito, è aliena da qualsiasi presunzione di completezza, concentrandosi
sugli ambiti italiano e angloamericano: ma che forse proprio per questo
può garantire sull'ampiezza della gamma dei riferimenti disponibili.
II. Che cosa c'è da vedere?
Subito una rassicurazione
per chi cerca in primo luogo risorse italiane: i siti ci sono, e tutti,
per un aspetto od un altro, davvero interessanti.
Il progetto più
ambizioso mi pare senz'altro la terna di database che la Biblioteca di
Documentazione Pedagogica di Firenze ha dedicato all'argomento, schedando
con dovizia di campi bibliografici e spesso con l'aggiunta di un abstract
un totale di oltre undicimila titoli editi fra il 1979 e il 1997. Questa
iniziativa meriterebbe da sola un'illustrazione dettagliata, ma alcuni
articoli, in particolare quello di Giorgio
Banaudi edito su Tuttoscuola del dicembre 1998, delineano
già bene l'ampiezza del progetto.
Le schede dedicate dalla
giornalista Pierangela Fiorani ai libri per bambini a partire dai 4 anni
di età hanno per certi aspetti una potenzialità integrativa
rispetto ai database fiorentini - nell'ottica di pura recensione,
e non (anche) biblioteconomica in senso stretto, che qui interessa forse
maggiormente. In Amico
Libro, infatti, vengono mantenute a disposizione parecchie decine di
recensioni (per il 1998, oltre 70; altre cinquantasei per il '97) che possono
saldarsi cronologicamente alla più vasta offerta documentaria della
BDP, anche se a mio parere l'atout principale di una risorsa come
questa risiede nel notevole valore di updating - congiunto, per quanto
risulta, ad una rara regolarità nell'aggiornamento.
Un'iniziativa per
molti versi particolare (tanto più, nello specifico contesto,
perché dotata di risvolto online) è quella de Il
Giralibro, associazione per la lettura sostenuta da un gruppo di privati
con il patrocinio del Ministero per la Pubblica Istruzione e dell'Associazione
Italiana Editori. Ma a dopo le considerazioni "genealogiche". Quello che
per ora importa è che, insieme a per nulla virtuali pacchi gratuiti
di libri di narrativa per le scuole, Il Giralibro mette a disposizione
in rete sul proprio sito web una rubrica, Le
scelte del Giralibro, in cui le parecchie decine di titoli disponibili
in dono vengono schedate per titolo, editore, autore (con breve dettaglio
biografico) e piccolo riassunto.
Al ristretto circolo di
chi fa il proprio lavoro con passione mi sembrano poi appartenere gli autori
di Tralerighe,
Marcello Zarattani e Marco Zirotti della libreria "Atlantide" di Castel
S. Pietro Terme, in provincia di Bologna (un'area che mi pare di poter
non campanilisticamente definire "vocata" in materia di libri per ragazzi). Tre schede ampie e appassionate, al
momento in cui scrivo, illustrano volumi per ragazzi con l'indicazione
dell'età più indicata (ma non del prezzo), affiancate peraltro
da alcuni materiali dedicati a libri "per grandi".
III. E fin qui tutto
bene...
E fin qui tutto bene, anche perché è innegabile che un punto di vista italiano metta a proprio agio. Ma in rete c'è molto di più, ed è in gran parte quanto proviene dall'ambito angloamericano, erede in questo caso di una tradizione più lunga e di una consuetudine più consolidata con le risorse di rete. Non mi sembra il caso di fare, come per le risorse italiane, una carrellata complessiva e ragionata, aprendo invece solo alcuni corridoi volutamente "tentacolari" per risorse eclatanti, come The Childrens' Literature Web Guide o il Children's Book Council o il sito-modello della Los Angeles Public Library. E' un mondo più ampio e assolutamente stimolante. Chiariamolo subito: i paragoni quantitativi sono fuori luogo per ovvie ragioni di proporzioni, e per i confronti di ordine qualitativo bisogna avere chiaro il ritardo con cui nel nostro Paese si è acquisita la padronanza del mezzo informatico, e/o la resistenza con cui nelle istituzioni si è preso atto che dar spazio a queste risorse non significa consentire ai propri dipendenti di perdere tempo [7]. Di fatto, la vastità del divario si va riducendo con rapidità, e quanto è emerso dalla provvisoria panoramica italiana che ho tentato di effettuare non può essere considerato che positivamente - a parte quella che mi consta essere la scarsissima visibilità delle biblioteche, con l'eccezione della BDP [8].
(... ma tanto c'è
ancora da fare)
Detto questo, quel confronto
che con tanta cautela bisogna considerare tra risorse di rete nostrane
e angloamericane risulta comunque alla fine difficilmente eludibile, a
mio parere, almeno per due punti. Uno, credo, è quello dell'ampiezza
del reticolo informativo. Le risorse nostrane, peraltro tipologicamente
diversissime tra loro, in questo senso dimostrano complessivamente un'attitudine
"corretta", riuscendo in generale ad inserire l'indispensabile valenza
informativa del discorso sui libri per ragazzi all'interno di più
vasti progetti che costituiscono una parte essenziale del valore di queste
risorse. Non si tratta qui di negare, contro quanto è stato affermato
con buone ragioni, che l'attività della biblioteca si collochi in
certo senso "al di sopra" di quelle scelte educative le quali sono appannaggio
della didattica in senso stretto. In questo settore, però, è
più miope che in altri negare il plusvalore che alla componente
cognitiva della risorsa informativa viene aggiunto da una vasta, necessaria,
indispensabile pluralità di componenti relazionali. E' qui, credo,
che la biblioteca - e le relative associazioni professionali - deve potersi
avvalere appieno del ruolo che le pertiene e che dovrebbe forse esserle
più caro, quello di costituire un crocevia di rapporti per il tramite
dell'informazione: ed è qui che il mondo angloamericano può
a buon diritto mettersi in cattedra, poiché in molti casi sa sfruttare
da maestro, con pragmatismo e fantasia, quello strumento ideale che è
il web. Liste on-line di letture consigliate, elenchi o anche schede di
nuove acquisizioni disponibili in rete, lista dei desiderata sul sito della
biblioteca, iniziative congiunte con scuole e con altre realtà aggregative
che scoprono ora il mezzo informatico non sono ormai fuori della portata
di nessuna piccola biblioteca dotata di un pc, di un modem e di voglia
di fare: e a maggior ragione iniziative di più ampio respiro ci
si potrebbero aspettare da quegli Enti pubblici (Ministeri, Enti locali
e non) per i quali cui la cura della diffusione della lettura è
compito istituzionale [9].
In questo senso, e particolarmente nella scarsità di ampi progetti
di questo tipo ai livelli istituzionali più ampi, va valutato con
attenzione e senza eccessive pregiudiziali l'apporto dei
privati [10], che
da tempo hanno capito di quali potenzialità disponga il Web anche
ai fini commerciali (ormai anche in Italia, se significa qualcosa l'esistenza
online del sito niente male di un negoziante di formaggi pugliese...).
Un buon sito portatore di reviews come l'inglese Open
Book riceve commissioni da Internet Bookshop, ma tiene a rimarcare
la propria indipendenza [11];
sempre in Gran Bretagna, sponsorizzato
e' ACHUKA, redatto
dal giornalista e scrittore Michael Thorn; ma l'esperienza su cui, per
vastità, qualità e completezza, mi pare prioritario attirare
l'attenzione è quella statunitense del già citato Children's
Book Council. Questa non-profit trade organization dal volto mediatico
accattivante fino al flamboyant e dai contenuti assolutamente consistenti
ha istituito negli anni legami fruttuosissimi con la International Reading
Association (prodotto: Children's Choices), con Enti professionali,
con l'American Booksellers Organization ma soprattutto, dal nostro punto
di vista, con l'American Library Association. Con quest'ultima, il Children's
Book Council dà vita ad una commissione congiunta che prevede, fra
l'altro, programmi per bibliotecari alle convention semestrali dell'ALA.
Per dirla col titolo di un loro catalogo, Children's Books Mean Business...
ma davvero non solo!
In ambito italiano, l'Associazione
Italiana Editori ha capito perfettamente quali grandi possibilità
di mercato si possano intravedere nelle biblioteche, con le quali - per
il tramite dell'AIB - intrattiene rapporti fin dal 1991-'92
[12]. Dal 21 ottobre '98,
col dotarsi di un gruppo di lavoro sulle biblioteche scolastiche, l'AIE
ha deciso di concentrare la sua attenzione proprio sulle scolastiche -
argomento che qui non sfioro nemmeno, dotato com'è di una sua marcata
specificità soprattutto a livello di problematiche gestionali -
organizzando in occasione della Fiera del Libro per ragazzi il convegno
"Imparare ad imparare" [13].
L'AIE può vantare l'intelligenza gestionale di portare avanti le
proprie linee d'azione prioritariamente attraverso una sua propria, intensa
attività di studio e ricerca, disponibile online in misura significativa,
nella quale un ruolo importante è giocato da Giovanni Peresson.
Considerato il dinamismo dell'Associazione, riesce difficile escludere
un più intenso coinvolgimento AIE anche nel settore ragazzi delle
biblioteche pubbliche: l'informazione editoriale-bibliografica non potrebbe
che guadagnare da iniziative congiunte ad alti livelli anche in questo
campo. E' con
realtà come queste che si possono ormai fare i conti.
Torniamo però alle
biblioteche, per tentare di riepilogare le possibilità che si aprono
davanti alle strutture intenzionate non solo a fruire dell'informazione
in rete - la quale, come ho cercato di dimostrare, per molti aspetti fa
aggio su quella cartacea - ma anche a sviluppare una propria attività
di documentazione.
I. Informazione per
l'utenza (ragazzi e adolescenti [14], insegnanti, genitori, altri bibliotecari): oltre a quanto suggerito
informalmente più sopra, è auspicabile la ricerca e selezione
di specifiche risorse di rete aggregate in liste magari specifiche per
tipologie di utenza, con specifica attenzione all'ambito territoriale (penso
in particolare all'universo della letteratura grigia, in questo campo particolarmente
abbondante e in gran parte di ambito locale, ma anche al mondo disperso
delle esperienze didattiche, tradizionalmente frammentato e restio a mostrarsi
in forma strutturata);
II. Informazione sull'utenza:
lista (magari commentata!) dei libri più richiesti, statistiche
sul prestito, flusso degli utenti (quando possibile).
IV. Alla fine della storia
L'informazione sul libro
per ragazzi, in Italia, deve scrollarsi di dosso i residui di melassa che
ancora le pesano, recuperare aggressività informativa, ri-vestirsi
dell'appeal che, per ora, a questo settore librario sembrano riconoscere
quasi soltanto i bilanci editoriali (ci sarà una ragione per cui
su cinquantaquattro webzine italiane di area letteraria e culturale - "Cultura,
libri, fantascienza, filosofia, religione" - segnalate in una raccolta
come Webtime, nessuna paia occuparsi dei libri destinati ai più
giovani!). In questo campo, le biblioteche possono e debbono ricoprire
un ruolo chiave, anche con le iniziative online; peraltro, in questa attività
esse sembrano godere di più ampia prospettiva rispetto a quanto
accade per l'informazione scientifica in linea, se è vero che in
questo campo né l'utenza "indotta" (insegnanti, genitori, gli stessi
bibliotecari) né a maggior ragione quella elettiva, i bambini,
per differenti ragioni è probabile possano giungere alla completa
autonomia nelle strategie di ricerca dell'informazione, generando quella
disintermediazione che minaccia il ruolo delle biblioteche scientifiche
in modo del tutto concreto.
C'è bisogno prima
di tutto di lavoro di base, ma non in minor misura di interventi ad ampio
raggio, anche da parte delle diverse Associazioni connesse con le professioni
del libro, oltre che degli Enti istituzionali - e magari di iniziative
congiunte. Linee-guida sui servizi informativi di rete delle biblioteche,
con particolare riferimento al settore ragazzi, manuali hands-on per
i bibliotecari che decidono di istituirli, corsi formativi e magari
convenzioni per consulenze informatiche a livello territoriale, sono solo
alcune delle strade che si potrebbero percorrere, prima ancora di pensare
a iniziative promozionali ad ampio raggio (pur utili, come mi sembra, soprattutto
quando generano informazione) o a confronti internazionali sul tema.
Le biblioteche italiane che s'interessano dei ragazzi non debbono aspettare nessun principe azzurro...
Monica Marra, e-mail: marra@astbo3.bo.astro.it
Note
[1] La biblioteca amichevole. Nuove tecnologie per un servizio orientato all'utente, Milano, 11-12 marzo 1999.
[2] Citando i dati dell'Editrice Bibliografica, Giuliano Vigini parla di un aumento delle vendite in libreria pari al 71,1% dal 1988 al 1997, "la percentuale d'incremento più alta di tutto il comparto librario" (G. Vigini, Le cifre. Dieci anni a confronto, in Letteratura per ragazzi in Italia. Rapporto annuale 1998, Casale Monferrato, PIEMME, 1998, p. 13-22, cit. da p. 16). Il trend è ancora valido: nel '97 "l'aumento delle vendite di libri per ragazzi è stato di sei punti superiore a quello della varia (...) e della scolastica (...) in un contesto editoriale e di mercato più difficile" (ibid, p. 17-18).
[3] Cfr. però
il fresco di stampa Antonella Agnoli, Biblioteca per ragazzi, Roma, AIB,
1999, e la Commissione biblioteche scolastiche di cui l'AIB dispone.
Sempre sul versante dei
crediti, cfr. il numero
monografico di "Bibliotime" sulla Fiera del Libro 1998 (l'AIB vi partecipa
con un proprio stand gestito dalla sezione Emilia-Romagna): per l'edizione '99, cfr. il resoconto
dell'attività svolta.
[4] E. Salamon, P. Germini, La biblioteca per i ragazzi in Italia: strutture,
competenze, atteggiamenti. Sintesi dei risultati Indagine Doxa - Piemme
- Comune di Verbania '98, in Letteratura per ragazzi in
Italia. Rapporto annuale 1998, cit., p. 143-173; cfr. la p. 158. Come osservano gli autori, soltanto "nel 22%
delle biblioteche partecipa alla scelta anche un comitato di gestione o
una commissione", nel 34% dei casi "si tiene conto (...) anche delle proposte
dei ragazzi e nel 5% delle segnalazioni degli insegnanti".
Molto interessante, nello
stesso saggio, la rilevazione delle fonti informative. Il 74% dei bibliotecari
intervistati cita fra gli autori dei "consigli per gli acquisti" da lui
impiegati gli editori con i loro cataloghi e la loro documentazione (con
buona pace del senso critico!), mentre solo il 47% cita le recensioni dei
periodici specializzati e il 15% le recensioni di altri periodici e quotidiani.
Maggioritaria, rispetto a quest'ultima quota, la percentuale di quanti
citano le proposte dei librai (20%) (cfr. il grafico di p. 159).
[5] C. Martinelli, La letteratura per ragazzi nei mass-media, in Letteratura per ragazzi in Italia, cit., p. 85-92. Per Sandro Pacioli (il quale per il resto si pone in un'ottica diversa, occupandosi di recensioni ai libri tout court), è vero che "di libri si parla quando attorno ad essi è possibile per il giornale costruire un avvenimento" (Sandro Pacioli, Quando i giornali parlano di libri. L'indagine di Marco Santoro, pubblicato sull'organo dell'AIE, il "Giornale della Libreria", e ora in rete).
[6]
Cfr. supra, n. 4.
Alice.it segnala nove
periodici di questo tipo, nessuno dei quali dispone della versione
online nemmeno parziale (la
nota "Liber" produce LiberDatabase, un cd-rom che ne contiene gli
archivi, cioè la raccolta di tutte le segnalazioni trimestrali di
libri per bambini e ragazzi edite sulla rivista a partire dal 1987, più
gli indici e un database di letteratura grigia prodotta a partire dal 1990).
[7] In relazione a questa funzione, mi pare opportuno segnalare che la bozza della proposta di legge elaborata dall'AIB per essere sottoposta all'azione del Governo (Legge quadro sulle biblioteche e sui servizi di accesso alla conoscenza, al pensiero, alla cultura ed all'informazione) recita all'art.5: "le biblioteche pubbliche [...] dovranno essere dotate di postazioni per l'accesso alle reti telematiche" (il testo è stato pubblicato, in forma parziale, su "Biblioteche oggi", 4 (1998), p.15-18).
[8] Purtroppo, non poche fra le istituzioni anche più attive e propositive
rispetto alla documentazione sulla produzione editoriale e/o alla promozione
della lettura (biblioteche, ma anche librerie per ragazzi, alcune delle
quali molto note) non dispongono ancora di siti web, o se li hanno non
vi collocano risorse "pensate" per l'online.
In positivo e nella tipologia
del "piccolo", si cita volentieri la pagina web della Biblioteca
del Comune di Gambettola (FO), che presenta per la sezione "ragazzi"
la lista del posseduto ripartito per collana (peccato per la leggibilità,
attualmente non molto buona); inoltre, inviando i propri dati e indirizzo
di email mediante un apposito form, è possibile ricevere materiale
informativo sugli ultimi acquisti e iniziative della biblioteca (vi sono
anche alcune lunghe schede di recensione sui libri "consigliati", ma in
questo momento solo su libri "per grandi").
Aggiungo a quanto già
segnalato per l'attività della BDP BDPNews,
lanciato il mese scorso e interamente online.
[9] Mi pare del tutto condivisibile la proposta di "organizzare progetti pilota che agiscano su specifiche realtà territoriali: centri di consulenza per sperimentare iniziative su piccola scala insieme a insegnanti, librai, bibliotecari ed editori; coinvolgimento di esperti che collaborino con enti locali. (...) Una cultura che deve essere costruita e diffusa dal basso, transitando per l'esperienza" (Raffaele Cardone, A chi affidare la promozione della lettura?, "Biblioteche Oggi", 12 (1997), p. 66). Questo non significa, a mio parere, che si debba per questo fare a meno dell'importante volano costituito da premi, settimane del libro ed altre iniziative più spettacolari, capaci se non altro di attirare l'attenzione dei distratti.
[10] Sui vari aspetti ed interlocutori di questo rapporto cfr. Carlo Revelli, I rapporti con i politici, con i privati e con l'industria, "Biblioteche Oggi", 5 (1996), p. 28-32.
[11] "One of our features is an opportunity for you to buy any of the books that we review using out direct link to the Internet Bookshop. However, we would like to stress that although we do receive a small commission if you buy books via our site, our reviews are totally independent".
[12] Cfr. Giovanni Peresson, Per non fermarsi ai buoni propositi, in "Biblioteche oggi", 2 (1993), p. 34-37, ormai non più recente ma capace di un'ottima messa a punto della questione. Il primo convegno promosso congiuntamente dalle due principali Associazioni professionali di categoria si è tenuto nel maggio '92 ( "Editoria e biblioteche: vasi non comunicanti?").
[13]
Il documento dell'Ufficio studi AIE è disponibile in rete:
cfr. Imparare ad imparare: la
nuova centralità della biblioteca scolastica, a cura di Laura
Novati e Giovanni Peresson. Ricordo
inoltre che l'AIE è uno dei due patrocinatori dell'attività
del Giralibro.
Sulle biblioteche scolastiche,
tornate d'attualità dopo le iniziative milanesi, solo un paio di
riferimenti. Per una panoramica internazionale
aggiornata cfr. Carlo Revelli, Le biblioteche nella scuola,
"Biblioteche oggi", 4 (1999), p. 30-34;
nel dicembre '95, la stessa rivista ha dedicato a La biblioteca incompiuta
un valido numero monografico.
[14]
Le risorse online per l'utenza minorile sono naturalmente portatrici di
problematiche specifiche, non ultima fra le quali la questione della "protezione"
nei confronti dei contenuti violenti o pornografici della Rete. Su questo
problema, notoriamente molto sentito in ambito statunitense, cfr. il numero
monografico di "Sfoglialibro" Biblioteche per ragazzi e nuove tecnologie
(Aprile 1998), in particolare l'articolo di Norman Oder La
battaglia più difficile della signora Krug? I bibliotecari americani
tra difesa della libertà di accesso a Internet e interrogativi sull'uso
della rete da parte dei ragazzi, ivi, p. 18-24, con una scheda di riferimenti
puntuali ai programmi-filtro più utilizzati.
In realtà, l'ALA
è anche tutta una serie di proposte "in positivo" per i servizi
di rete dedicati ai più giovani. Cfr. le numerose pubblicazioni
dedicate dall'associazione all'argomento (molti
sono manuali), e gli ottimi siti web, tra cui 700+
amazing, spectacular, mysterious, wonderful web sites for kids and the
adults who care about them, il
più ridotto The
Librarian's guide to cyberspace for parents and kids
o ancora ICONect ("Online classes
for parents, librarians, teachers and others in how to use the Internet
as an educational Workshop"), in particolare la ricchissima sezione Developing
an Internet workshop.
«Bibliotime», anno II, numero 2 (luglio 1999)