[AIB] AIB. Vita dell'Associazione
AIB-WEB   |   Vita associativa   |   Assemblee dei soci

Verbale dell'Assemblea generale dei soci del 28 ottobre 2004

Il giorno 28 ottobre 2004, alle ore 14.30, presso la Sala Esquilino del Palazzo dei Congressi in Roma, si è riunita l'Assemblea ordinaria dei Soci dell'Associazione Italiana Biblioteche, per discutere il seguente OdG:

1.   Aggiornamento delle linee programmatiche 2003-2006 e obiettivi 2005;
2.   Approvazione del bilancio preventivo 2005;
3.   Ricordo di Ugo Gioviale;
4.   Proclamazione soci d'oro;
5.   Varie ed eventuali.

Sono presenti il Presidente del Collegio sindacale e responsabile ad interim dell'AIB, Luca Bellingeri, il Segretario nazionale Marco Cupellaro e il Tesoriere nazionale Arturo Ferrari.

Presiede Luca Bellingeri; la verbalizzazione della seduta è affidata a Marco Cupellaro.

Il Presidente dell'Assemblea dà lettura dell'ordine del giorno e comunica che esso, alla luce della nuova situazione istituzionale venutasi a creare ex art. 26 dello Statuto, con le dimissioni contestuali di 4 membri del CEN e la conseguente decadenza dello stesso e degli altri organi associativi, deve essere ridefinito come segue:

1.   Ricordo di Ugo Gioviale;
2.   Proclamazione soci d'oro;
3.   Incontro con il CEN uscente e prospettive future per l'Associazione;
4.   Varie ed eventuali.

1.   Ricordo di Ugo Gioviale

Bellingeri dà la parola ad Alida Emma per ricordare la figura di Ugo Gioviale, scomparso improvvisamente l'8 agosto scorso all'età di 61 anni.

Gioviale, di cui è stato pubblicato un ricordo nel numero di "AIB Notizie" di settembre 2004, è stato proclamato socio d'oro nel 2000, Emma ne rievoca il percorso e le idee-guida nella professione e nell'appassionata partecipazione alla vita dell'AIB in Sicilia (come segretario, consigliere e vicepresidente regionale) e a livello nazionale (come componente, fra l'altro, del Collegio dei probiviri e del gruppo di studio per il riconoscimento giuridico della professione). Ugo Gioviale, ricorda Emma, ha sempre testimoniato e sostenuto la funzione e le finalità dell'Associazione. La sua rettitudine morale, i suoi principi estranei a logiche di potere e la sua grande cultura, insieme alla sua innata e persino desueta modestia, ne fanno un maestro e un modello, particolarmente importante nel momento che l'Associazione sta attraversando.

[Ordine del giorno]

2.   Proclamazione soci d'oro

Luca Bellingeri procede quindi alla proclamazione e premiazione dei soci che nel 2004 hanno raggiunto i 30 anni di iscrizione (soci d'oro):

[Ordine del giorno]

3.   Incontro con il CEN uscente e prospettive future per l'Associazione

Bellingeri introduce questo punto ricordando che alla base della nuova situazione istituzionale c'è la riforma dello statuto approvata al congresso di Trieste. Come partecipante alla redazione del nuovo statuto ricorda che l'eventualità di dimissioni contestuali della maggioranza del CEN, verificatasi il 16 ottobre, all'epoca era apparsa estremamente remota: a fronte di essa si è verificato il commissariamento di fatto dell'associazione fino all'insediamento del nuovo CEN. L'unico legittimato a rappresentare l'AIB in questo momento è il Presidente del Collegio sindacale, che ha come suo principale compito quello di indire le nuove elezioni e di gestire nel frattempo gli atti di ordinaria amministrazione. Mentre tutti gli organi sociali sono decaduti, ad eccezione ovviamente dell'Assemblea, restano in piedi gli incarichi a suo tempo conferiti, compresi quelli di Segretario e Tesoriere. Il commissariamento rischia di produrre la stasi dell'Associazione e la sua conseguente "scomparsa" dal mondo esterno. Nel tentativo di scongiurare questo rischio si sta facendo ricorso alla collaborazione degli ex Presidenti regionali, sebbene la delega di questi a rappresentare l'AIB di fronte a terzi non sia più valida.

Altro aspetto è quello delle valutazioni politiche sull'accaduto e sulle prospettive dell'Associazione. Le elezioni cadono in un momento inatteso. Tra circa un mese e mezzo verrà indetta l'Assemblea generale elettorale. Ma già oggi, forse ancor più che in dicembre, i soci hanno un'occasione per riflettere sul futuro e chiarirsi le idee su che cosa si aspettino dall'AIB. L'importanza del momento è sottolineata dalla quantità e qualità delle presenze. Intenzione di Bellingeri è di facilitare la discussione e la riflessione.

Giovanni Solimine chiede la parola per presentare una mozione a firma di Vilma Alberani, Carlo Revelli e sua (vedi allegato 1) con cui, vista la grave situazione, s'invita il Presidente del collegio sindacale, nella sua funzione di rappresentante ad interim, ad avvalersi dei decaduti presidenti regionali per la gestione dell'ordinaria amministrazione delle Sezioni fino all'insediamento dei CER di nuova elezione. Lo scopo è evitare che il responsabile ad interim debba fare tutto da solo.

Bellingeri, dopo aver constatato che nessuno dei presenti desidera intervenire sulla mozione o presentare mozioni alternative, mette ai voti la mozione, che viene approvata all'unanimità.

A questo punto chiede la parola il Presidente dimissionario Miriam Scarabò. Scarabò si dice contenta di constatare la presenza di tanti colleghi. C'è bisogno di una sana riflessione su ciò che l'Associazione vuol diventare. A suo avviso l'AIB non può essere né un partito, né un'azienda. Scarabò ha posto in cima a tutto, durante la sua presidenza, i soci e l'Associazione e ha ritenuto cruciale un forte contatto del Presidente con quadri e soci. Le Sezioni e i rispettivi Presidenti rivestono un ruolo fondamentale e ciò renderà probabilmente necessario adeguare lo statuto. Era importante portare i problemi in assemblea. I verbali non possono dire tutto, non possono esprimere le condizioni, il clima di lavoro nel CEN. Scarabò non intende disconoscere il lavoro importante svolto da questo CEN, per il quale tuttavia non esistevano le condizioni di funzionamento. Le dimissioni di Mazzitelli sono state in primavera la spia di questo malessere. Questo CEN è nato male. Non si poteva più continuare a lavorare così.

Altro problema è stato il bilancio, che è indiscutibilmente un atto molto importante sul piano politico. Sulla base dei conti forniti al resto del CEN e al collegio sindacale pochi giorni prima della riunione (del resto per la prima volta si è riusciti a distribuire in anticipo i dati), il collegio sindacale aveva espresso in una nota preoccupazione per l'andamento economico dell'Associazione. Scarabò cita alcune cifre nel report di bilancio che hanno destato la sua preoccupazione: per le sponsorizzazioni erano stati previsti 40 000 euro ancora tutti da reperire, per la formazione idem a fronte di una previsione di 38 000 euro, per le aziende amiche 9 900 euro raccolti contro 30 000 previsti.

Per quanto riguarda l'andamento delle quote sociali, sulla base del report di bilancio e di un messaggio del Segretario nazionale era stato registrato per questa parte del 2004 un calo di una decina di soci al mese. Nell'interesse stesso dell'Associazione, Scarabò ha inteso lanciare un segnale forte, anche perché il Presidente risponde con il proprio patrimonio personale della solvibilità dell'AIB. Importante anche chiedere il parere dei Presidenti regionali. Dal verbale del CEN del 16 ottobre risultano sue riserve sul contratto del Segretario nazionale. Un tempo tale incarico veniva svolto sulla base di lavoro volontario. Il CEN da poco insediato aveva deciso di affidare l'incarico sulla base di un contratto part-time del costo totale di 15 000 euro. Ora si era deciso di incrementare l'impegno a fronte di un costo che sarebbe salito a 22 000 euro, e Scarabò aveva chiesto di vedere il contratto e sollecitato il parere del Collegio sindacale sulla sostenibilità di bilancio di questo provvedimento.

Altro punto critico è l'aggiornamento professionale di cui, andando in giro per l'Italia, Scarabò ha registrato una forte e continua domanda da parte dei bibliotecari. Su questo tema il CEN aveva faticosamente approvato delle Linee programmatiche, modificate in seguito alla consultazione dei Presidenti regionali.

Sul tema del prestito a pagamento, l'Associazione si era impegnata a contattare Romano Prodi per consegnargli le firme dell'appello contro il prestito a pagamento, ma non c'è riuscita, mentre altri ci sono riusciti.

Scarabò ringrazia i Presidenti regionali, le Sezioni e i soci tutti. Promette che non farà mai del male all'Associazione, e che piuttosto preferisce andarsene. Ma resta a disposizione dell'Associazione.

Bellingeri precisa che il report di bilancio cui ha fatto riferimento Scarabò, distribuito ai membri del CEN e del Collegio sindacale per la discussione del 16 ottobre, era articolato in due parti: la prima presentava la situazione delle entrate e uscite accertate fino al 30 settembre 2003, mentre l'altra presentava una stima di quello che sarà il consuntivo di fine anno. Per alcune voci è evidente che i movimenti già accertati nei primi nove mesi sono assai poco indicativi: basti pensare a Bibliocom, che vede il grosso delle entrate e delle uscite manifestarsi a ottobre. La nota inviata dal Collegio sindacale riguardava la colonna delle stime e chiedeva sostanzialmente maggiori elementi per poterne valutare l'attendibilità, in particolare per alcune voci, come quella delle sponsorizzazioni. Il delegato al Bilancio Rolle aveva risposto che sarebbero stati forniti ulteriori chiarimenti proprio nella riunione del 16: intento che, come risulta dal verbale, è poi stato superato dalle dimissioni e dalla decadenza del CEN.

Olimpia Bartolucci, Presidente uscente della Sezione Umbria, legge un documento firmato da tutti i Presidenti regionali uscenti (v. allegato 2) in cui si esprime grande preoccupazione per la gravissima situazione creatasi senza che essi fossero stati coinvolti, esprimono una valutazione positiva dell'attività svolta nell'ambito delle Sezioni, la convinzione di aver svolto, come CNPR, un ruolo efficace e propositivo, non meramente consultivo, nei rapporti con il CEN, esprimono la loro disponibilità a contribuire, nei limiti giuridicamente previsti, a gestire gli impegni assunti e la continuità della rappresentanza fino all'insediamento dei nuovi organi e auspicano una revisione dello statuto che valorizzi maggiormente il CNPR nella sua reale rappresentatività e metta al riparo l'AIB dal rischio di dinamiche paralizzanti.

Maria Cristina Di Martino, Vice Presidente dimissionario, ringrazia Luca Bellingeri per quanto sta facendo con grande rigore e dedizione. Ieri pomeriggio nell'incontro del CEN decaduto con i Presidenti regionali uscenti, Di Martino ha potuto toccare con mano il disagio per gli effetti delle dimissioni, e del resto è ben consapevole del peso che grava sugli stessi Presidenti in questa situazione. D'altra parte non può fare a meno di assumersi le proprie responsabilità.

Al di là delle sue indubbie potenzialità e del molto lavoro svolto, questo CEN è nato con un vizio strutturale -- l'essere espressione di liste contrapposte -- che ha impedito di esprimere tali potenzialità. A ben poco è servita la scelta iniziale di distribuire le deleghe in modo tale che anche la lista che aveva raccolto la minoranza dei consensi potesse dare un contributo importante su temi centrali come il bilancio, la formazione e la tutela della professione. Per lavorare bene in CEN c'è bisogno di recuperare principi di totale condivisione, di fiducia personale e di rispetto delle deleghe. Invece questo CEN, pur avendo prodotto delle linee programmatiche comuni (su alcuni aspetti del quale, come la formazione, si erano peraltro registrate indubbie difficoltà), ha sempre dato un'impressione di difficoltà. Il problema non era tanto nei risultati del lavoro, ma nella scarsa condivisione di tali risultati. Solo in un'atmosfera di fiducia e di trasparenza si sarebbe potuto lavorare insieme.

Riguardo al bilancio, Di Martino ne sottolinea la centralità. Di Martino ha condiviso una linea politica che privilegiava l'espansione delle entrate sulla compressione delle uscite, ma proprio per questo non ha trovato coerente la scelta di comprimere delle voci di entrata importanti come la formazione. Né ha condiviso le modalità adottate per la ricerca di sponsor. Nel pacchetto acquistato da una società esterna (decisione da cui Di Martino si era dissociata) erano previste varie attività, all'interno delle quali la ricerca di sponsor non pareva giocare un ruolo centrale; alcune delle attività previste (per esempio i rapporti con le istituzioni), per giunta, erano del tutto inappropriate. Per il futuro è importante superare le contrapposizioni tra blocchi e privilegiare la dialettica tra persone anziché tra membri di un cartello.

Gabriele Mazzitelli, componente del CEN uscente (con delega per la Comunicazione) dichiara di non poter accettare la versione presentata da Scarabò e Di Martino. Si sofferma sui tanti risultati di un anno di lavoro, che personalmente lo ha visto impegnato sui fronti di AIB-WEB, "AIB notizie", della promozione dei ben due rapporti sulle biblioteche italiane usciti nel 2004, del governo di un progetto importante come NPL. Non disconosce le difficoltà (sue personali soprattutto) rispetto alla comunicazione con l'esterno. Aveva già chiesto al CEN di valutare assieme come procedere per gli aspetti della sua delega su cui si sentiva meno efficace, perché a suo avviso un organismo collegiale dovrebbe poter condividere serenamente anche le difficoltà dei suoi membri, che in fondo altro non dovrebbero fare che lavorare assieme.

Mazzitelli ritiene di non poter scindere le proprie responsabilità da quelle degli altri. Non crede di aver fatto il gioco della minoranza, pur essendo stato eletto con la lista che ha ottenuto la maggioranza. Sin dal primo momento ha cercato di esaltare ciò che univa questo CEN. In fondo una dialettica anche serrata è il sale della democrazia. Bisognava cercare la sintesi: e questa è mancata. Si è dimenticato che questo CEN assieme al CNPR aveva elaborato delle Linee programmatiche, e ad esse si è sempre attenuto.

Chi pensa che egli sia passato alla minoranza non dice la verità. Certo se richiedere risposte, sollecitare un indirizzo, una direzione politica su grandi e piccoli temi, insistere perché ci fosse un'assunzione di responsabilità piena della Presidente nel rispetto di quel compito istituzionale che avrebbe dovuto muovere l'azione di tutti, vuol dire far parte della minoranza, allora lui faceva parte della minoranza. Ma solo in questo caso. Diversamente, affermarlo è una menzogna.

Sostenere che questo CEN non abbia lavorato male può suonare strano: eppure si pensi alle Linee programmatiche, al tentativo fino ad ora inedito di condividere il governo dell'associazione con i Presidenti regionali, alla costante attività della Presidente e di tutti i membri del CEN in relazione con le Sezioni regionali, alla presenza dell'AIB nel CoLAP, all'impegno costante dell'Osservatorio lavoro, alla conferenza di primavera, a Bibliocom che vive della scommessa di dare spazio a tanti perché siano in molti a poterli ascoltare, alla partecipazione al congresso IFLA di Buenos Aires, al neonato osservatorio legislativo, alla novità dei gruppi auto-organizzati, all'obiettivo, prioritario per questo CEN, di sistemare definitivamente i contratti del personale che lavora in segreteria e in biblioteca, alla scommessa di una nuova impostazione di bilancio e di una rimodulazione dell'attività formativa. Tutto ciò avrebbe dovuto innanzi tutto essere il vanto della Presidente, ma dopo un anno di lavoro è stato azzerato. I soci non potranno nemmeno vedere il bilancio.

Mazzitelli non ha percepito l'esistenza di politiche divergenti nel CEN sui grandi temi di fondo della politica bibliotecaria. Spaccarsi su queste sarebbe stato più dignitoso. Anche un CEN litigioso (cosa tutta da dimostrare) poteva riflettere su quei temi, ma così non è stato. Restano i problemi del rapporto tra il CEN e la base, del vivaio, difficilissimo da coltivare, e della necessità di un'immagine nuova che davvero faccia piazza pulita dell'idea che il CEN sia una sorta di struttura di potere, una stanza dei bottoni abitata da uomini e donne lontani dai problemi delle biblioteche e più interessati alla gestione di un qualche potere personale: idea assurda in un'associazione come l'AIB. Teme che ora proprio questa immagine se ne stia dando e questo è un fallimento terribile, che lascerà tracce indelebili nella sua vita anche personale.

Si sono anche toccati con mano i difetti strutturali dell'AIB: la difficoltà dei rapporti istituzionali e di rappresentanza professionale, di essere ascoltati come referenti interessanti dalla stampa, dai media, di gestire attività che si moltiplicano e a cui noi tutti ci applichiamo da volontari, in una confusione tra direzione politica e gestione amministrativa che spesso rischia di paralizzare il CEN.

Trova assurdo che le centinaia di colleghi che si impegnano a vario titolo nell'AIB debbano essere da qualcuno considerati come persone dedite ai loro interessi personali, invece di ricevere un caloroso grazie per quanto fanno volontariamente. Bisogna condividere dei valori: è per questo che esiste l'AIB, non per dispensare cariche o incarichi.

Forse queste osservazioni non aiutano a comprendere le ragioni di una crisi tanto drammatica, ma d'altronde egli stesso le sta cercando. Chiede a chi si è dimesso se non pensa che la credibilità dell'Associazione riceva un colpo durissimo, se i soci aumenteranno grazie a tale decisione. Così piuttosto si dà adito di pensare che ci sia sempre sotto qualcosa. Cosa c'è sotto? Quali scenari ha immaginato per il futuro chi si è dimesso? Chi garantisce che dopo la desertificazione rinasca un giardino più rigoglioso?

In questi ultimi giorni gli è sembrato di vivere in un incubo, pur essendo un socio di lungo corso. Ha scritto Boris Pasternak: "Vivere la vita non è attraversare un campo". Anche lavorare nel CEN non è come attraversare un campo. Inizia per lui una lunga pausa di riflessione. Ringrazia i colleghi con cui ha lavorato in questi mesi e tutta la segreteria dell'Associazione. All'AIB, cui deve tantissimo, augura di uscire al più presto da questa crisi, prontissimo ad applaudire al più presto un nuovo CEN capace di recitare la sua parte meglio di quanto abbia fatto il loro.

Claudio Gamba, altro componente del CEN uscente (con delega per la Formazione e la Professione e lavoro), constata le conseguenze, a suo avviso sproporzionate, provocate dalle dimissioni della maggioranza del CEN. Queste hanno rappresentato una forzatura, ispirata all'obiettivo di provocare un arresto generale della macchina organizzativa dell'AIB. Sarebbe bastato pochissimo per evitare questo stop. Quel pochissimo è stato proposto nella riunione del 16 ottobre, come risulta dal verbale, ma è stato rifiutato dalle dimissionarie perché solo presentando contestualmente le proprie dimissioni la maggioranza poteva riuscire a far decadere il CEN. Come membro del CEN decaduto, Gamba si sente spesso chiedere spiegazioni da parte dei soci, estremamente sorpresi dell'accaduto. In realtà egli non si sente responsabile per quest'esito. Si è parlato di litigiosità all'interno del CEN, ma di questa presunta litigiosità nei verbali non c'è traccia. I verbali non renderebbero conto di tutto, secondo la Presidente uscente: ma chiunque abbia lavorato in un comitato sa che i verbali sono necessariamente delle sintesi, e sa che se non veritieri essi possono essere contestati, cosa anzi doverosa sul piano etico prima ancora che politico. Gamba contesta anche l'idea che nel CEN decaduto non ci fosse condivisione: era anzi la Presidente a non rendere mai noti in anticipo al resto del CEN i suoi interventi pubblici, cosa che egli faceva puntualmente. La dialettica è democrazia. Forse ci sono dei problemi strutturali che rendono difficile per tale dialettica esplicarsi in modo efficace. Ma ai limiti attuali dello statuto si sarebbe potuto certamente ovviare se lo si fosse voluto.

Anche la polemica sul bilancio è pretestuosa. L'AIB non ha i fornitori che bussano alla porta. Se le entrate da sponsorizzazioni non si fossero effettivamente manifestate, si sarebbero potute tagliare tempestivamente le uscite. E le entrate dalla formazione non sono affatto crollate: a fronte di una previsione iniziale di 38 000 euro, nel report 2004 presentato al CEN per la discussione erano state ridimensionate a 27 000 euro, e non a zero come affermato da Scarabò. Quest'ultima cita poi un presunto calo dei soci. Ma le dimissioni e la conseguente crisi difficilmente aiuteranno a recuperare soci. Il problema del numero dei soci, come è stato più volte notato, è soprattutto nell'elevato turnover: ogni anno si perdono centinaia di soci, pur recuperandone un numero equivalente. È dunque sulla loro fidelizzazione che bisogna incidere, ma chi ha provocato la crisi non ha mai fatto proposte in tal senso. Quanto al prestito a pagamento, la linea sostenuta con forza, e finora con successo, dall'AIB in questi mesi rifiuta il principio per cui le biblioteche debbano indennizzi per i prestiti che effettuano, perché il loro valore è altissimo. L'AIB è così riuscita a restare in sintonia con il movimento, senza perdere la capacità di farsi ascoltare dalle istituzioni fornendo ad esse pareri coerenti con questo principio guida. Quanto alla polemica sulla "formazione che non c'è", le linee guida cui si è ispirata l'azione in questi mesi sono state condivise da tutto il CEN e dal CNPR, e approvate dall'Assemblea di Saint-Vincent. Tale azione si è ispirata alle logiche enunciate nelle linee guida, secondo cui l'AIB non è un'agenzia formativa come tutte le altre, ma deve essere capace di svolgere un ruolo d'indirizzo e non solo di azione formativa diretta. Il CNPR non si è spaccato sulle linee guida, ma ha chiesto e ottenuto maggior libertà alle Sezioni. Sono stati proposti dall'AIB, in questi mesi, corsi nazionali (alcuni dei quali non hanno riscosso adesioni) e proprio a Bibliocom è stato presentato, con Camera e Senato, un progetto di formazione sulla documentazione di fonte pubblica. Per la prima volta si è riusciti a presidiare la tematica della formazione nelle sedi scientifiche, come avvenuto in marzo alle Stelline.

Del resto se qualcuno nel CEN non era soddisfatto di come un collega stesse lavorando, sarebbe stato assolutamente legittimo discuterne, e persino revocargli la delega. La discussione è un valore. Per quanto difficile sia ora ricostruire sulle macerie, è più che mai necessario riportare l'associazione a fare politica delle biblioteche, al fine di contribuire all'affermazione del valore della biblioteca nella società contemporanea. Che ciò sia possibile lo dimostra la campagna sul prestito. Anche in seno al CoLAP, il coordinamento delle libere professioni che ha tenuto in maggio i propri Stati generali, passaggio chiave verso la riforma delle professioni auspicata dall'AIB, l'Associazione è riuscita a far sentire forte e chiara la propria voce fra centinaia di categorie professionali, e Gamba è stato eletto nel direttivo del CoLAP. A fronte di questi risultati, parziali quanto si vuole ma riscontrabili, Gamba non si sente corresponsabile delle dimissioni e della decadenza del CEN.

Massimo Rolle, altro componente del CEN uscente (con delega al Bilancio), esordisce invitando i presenti a cogliere la differenza tra l'intervento di Mazzitelli e quello di Scarabò. È questa differenza a dimostrare che questo CEN aveva bisogno soprattutto di un diverso Presidente, e che Mazzitelli avrebbe potuto esserlo. Rolle desidera anche esprimere una sincera autocritica per non aver saputo ricondurre a un quadro di governance, e dunque di condivisione con quadri e soci, la crisi innescata dalle dimissioni, e per non essere riusciti nemmeno a far sì che un passaggio così traumatico avvenisse dopo aver consultato i Presidenti regionali: autocritica ovviamente dovrebbe riguarda tutto il CEN, ma soprattutto Presidente e Vice Presidente. Ma i fatti sono andati in un modo diverso.

C'è un'evidente sproporzione tra le cause addotte per la decisione e gli effetti devastanti che questa ha avuto, grazie anche ai meccanismi dello statuto. Ma forse tali effetti corrispondevano proprio alle aspettative di chi ha provocato la crisi, sfruttando freddamente lo strumento delle dimissioni. Che sulle politiche e sulla loro realizzazione ci sia dialettica è assolutamente normale; la politica non è un tavolo da rovesciare come qualcuno pensa. Fondamentale è perciò il ruolo di cerniera del Presidente, che deve stimolare la discussione, garantire collegialità e offrire sintesi politica. E qui si sono registrati i più gravi deficit di questo CEN.

Per quanto riguarda il bilancio, chiamato in causa in relazione alle dimissioni, ci si è mossi secondo le linee programmatiche condivise dal CEN, reimpostando il bilancio su criteri meno ancorati alla realtà pubblicistica e più aderenti alla natura privatistica che caratterizza le associazioni. Superando il precedente ibrido tra criteri di cassa e di competenza si è iniziato ad applicare un bilancio esclusivamente di competenza. Conto economico e stato patrimoniale 2003 si sono chiusi sostanzialmente in ordine ed è iniziata l'emersione di cespiti attivi fino ad oggi sommersi, come il magazzino dei libri. Nel 2004 si è cercato di operare secondo previsione, e per verificare l'andamento si è dovuto utilizzare un report extracontabile, poiché, per varie cause, fino a oggi l'amministrazione non riesce a fornire in tempo utile un monitoraggio basato sulle scritture contabili.

Per quanto riguarda la ricerca di sponsor è stato dato a tal fine incarico a una società e se la ricerca non avrà successo il contratto potrà essere impugnato. I risultati conseguiti sul pacchetto aziende amiche derivano dal fatto che l'AIB non ha una vera e propria struttura di vendita. Tuttavia le verifiche commerciali sul campo avevano dato segnali incoraggianti. Della formazione ha già detto Gamba: Scarabò ha riportato erroneamente i dati: il report 2004 indica in 27 000 euro le entrate da formazione. Del resto il momento di condivisione del bilancio era proprio la riunione del 16 ottobre.

Quali scenari si affacciano ora? Contro la tentazione di affidarsi a "salvatori della patria" o a "governissimi", le priorità per l'AIB restano la gestione della filiera formazione -- professione -- lavoro, la comunicazione esterna e interna, la politica innovativa di bilancio e la riorganizzazione della macchina organizzativa dell'AIB.

Gaetana Cognetti, socio AIB e presidente dell'associazione sorella BDS, fa presente che non è stato ricordato, tra i risultati all'attivo di questo CEN, il progetto di federazione delle associazioni, di cui anche Rolle in periodo elettorale asseriva la necessità. Si tratta di un'iniziativa promossa dalla Presidente che rappresenterebbe una grande rivoluzione nell'AIB. Per quanto riguarda la formazione, Cognetti ricorda che Marquardt, all'epoca Presidente della Sezione Lazio, è stata la prima a offrire corsi a 15 euro, venendo incontro ad un'esigenza diffusa. Sulla base della sua esperienza di Presidente dell'associazione BDS, Cognetti ritiene che non sempre un Presidente debba mediare, perché a volte mediare è impossibile o comunque sbagliato. Questo CEN era evidentemente debole. Dimettersi in questa situazione è un atto di coraggio. La sala piena di quest'assemblea è un atto di democrazia. Cognetti auspica che da questo dibattito esca un'associazione svecchiata, più al passo coi tempi.

Luisa Marquardt, componente dimissionario del CEN uscente (delegata a Editoria ed Eventi nazionali), ribadisce il rammarico per le conseguenze -- amplificate dallo statuto -- delle dimissioni sue e degli altri colleghi e afferma che, pur avendo fatto sempre riferimento alle linee programmatiche condivise, ha incontrato grandi difficoltà nella loro realizzazione. Dalla lettura del verbale della riunione del 16 ottobre la motivazione delle sue dimissioni sembra risiedere in uno stato di stanchezza psicofisica e d'inadeguatezza personale. In certi momenti più che una serrata dialettica quella che Marquardt ha vissuto è stata una sequenza di aggressioni, o quanto meno di azioni di disturbo. Non era più garantita la possibilità di lavorare serenamente, nel rispetto di persone che si sono impegnate a fondo.

Marquardt non si ritrova nell'attribuzione al solo Presidente del compito di garantire la collegialità. Tra pari non c'è bisogno di garante. Al di là dei verbali, non è mancato l'impegno, ma le condizioni di lavoro hanno fatto venir meno la determinazione e hanno portato a prendere una decisione sofferta e radicale ma almeno chiara. Forse la situazione si sarebbe anche potuta traghettare verso esiti meno traumatici ma, per quanto doloroso e per quanto grave sia la situazione in tal modo venutasi a creare, è sembrato più leale fare una scelta chiara coinvolgendo nel dibattito il resto dell'associazione.

Ora occorre ricostruire sulla base di un programma fortemente condiviso. È vero, la democrazia è discussione, ma la nostra professione è già abbastanza tartassata e l'AIB ha bisogno di focalizzarsi sugli aspetti cruciali e ripartire su questi con concordia. Quest'evento drammatico va dunque trasformato in punto di partenza di un lavoro sui temi emersi anche nei giorni passati coi Presidenti regionali.

Occorrerà anche rivedere lo statuto, senza peraltro nascondersi che non si sarebbe mai arrivati a questa crisi se ci fosse stato maggior rispetto reciproco.

Vilma Alberani intende riferire ai soci che glieli hanno chiesti i motivi delle sue dimissioni (13 novembre 2003) da responsabile scientifico dei corsi nazionali AIB. Ricorda l'incontro col CEN da poco insediato e la sensazione che il programma di corsi da lei proposto avesse trovato un ambiente contrario, e carico di sfiducia nei suoi confronti. Tuttavia, in mancanza di commenti specifici da parte del CEN, Alberani aveva predisposto il programma in tempo utile per una sua diffusione Bibliocom, come avvenuto negli anni precedenti. A seguito delle critiche di corridoio da parte di alcuni membri del CEN su questa distribuzione -- per la quale sarebbe occorsa secondo loro autorizzazione preventiva -- Alberani ritenne di presentare irrevocabili dimissioni: atto subito accettato dal CEN nella riunione del 15 novembre, con la contrarietà di un solo componente e riserve espresse da un altro.

Tra dicembre e febbraio Alberani fu più volte contattata dal Presidente, dal Segretario e dal referente CEN per la formazione Gamba affinché collaborasse alla realizzazione dei corsi 2004. Chiese al Segretario di vedere il verbale della riunione del 15 novembre, ottenendolo solo su autorizzazione del Presidente, e constatando che in tale riunione Massimo Rolle aveva espresso un dissenso radicale (ancorché non motivato) sulla conduzione della formazione. Ritiene questi giudizi offensivi non solo per lei ma anche per i docenti coinvolti nei corsi, che non erano di base ma di aggiornamento professionale. Ringrazia Andrea Paoli per l'intervento in sua difesa in AIB-CUR (nonostante il suo nome non fosse stato ancora cancellato dalla direzione scientifica della formazione) e dissente radicalmente dall'intervento di Rolle in risposta.

Si rallegra per la prematura fine di questo CEN, grazie alle dimissioni delle tre donne del CEN, seguite a quelle di Ruffini. Evidentemente anche le donne del CEN hanno subito estenuanti vessazioni verbali, come quelle subite da Alberani. Questo CEN si è presentato l'anno scorso senza un programma, né ora pone in condizione i soci di valutare il bilancio. Invita i soci, ingannati e delusi, a non votare per i membri del CEN decaduto. L'AIB non si può permettere di perdere un altro anno e mezzo in questo modo. Si rispettino le regole dello statuto, si ricorra quando serve (come sarebbe servito nel suo caso) ai Probiviri. Il nuovo CEN sia diverso, faccia circolare liberamente l'informazione, senza alcun filtro, produca verbali più rispettosi dei fatti. E soprattutto dia la precedenza ai fatti sulle parole.

Antonia Ida Fontana, componente del Collegio dei probiviri uscente, ritiene sia stato opportuno ascoltare i membri del CEN, che hanno avuto espressioni accorate e hanno rivendicato un impegno per il quale meritano un ringraziamento. Non è un peccato che chi si candida si presenti in liste. L'importante che al momento delle elezioni le contrapposizioni elettorali scompaiano e che gli eletti rappresentino tutti i soci. Le differenze d'opinione possono esserci, ma non sono accettabili contrapposizioni stabili in un'associazione professionale. Sicuramente c'erano altre strade prima d'arrivare alle dimissioni, ma ormai sono avvenute, inutile ricercare le colpe. Se non si è riusciti a trovare l'equilibrio è stato un peccato ma ora occorre guardare avanti. Il primo problema del nuovo CEN sarà fidelizzare efficacemente i soci coinvolgendoli maggiormente, e i CER eletti dovrebbero ricevere delega in tal senso dal centro. Per le prossime elezioni sarebbe opportuno privilegiare candidati di garanzia, capaci di rappresentare tutti. E poi si lavori a una revisione delle regole al fine di coniugare la democrazia con l'efficienza.

Riccardo Ridi si dice colpito dalla debolezza delle motivazioni espresse dai dimissionari in assemblea, non più valide di quelle documentate dal verbale del 16 ottobre. La presunta mancanza di serenità e di rispetto può costituire una difficoltà, ma non può essere motivazione adeguata. Né significa alcunché parlare di deferimento ai probiviri se non si hanno episodi specifici da segnalare. La maggioranza del CEN decaduto si è comportata come se le parti fossero invertite rispetto alla minoranza. Proprio non ha argomenti migliori? Un tale vuoto di argomentazioni che verrebbe quasi da sperare che almeno le dietrologie siano fondate. Rispetto a premesse così deboli le dimissioni sono state, come minimo, una mossa decisamente sproporzionata. Sarebbe anche auspicabile poter verificare dati alla mano chi ha ragione nel merito, perché le versioni si contraddicono su elementi oggettivamente riscontrabili e quindi qualcuno ha evidentemente mentito. Ridi è in disaccordo con la richiesta di candidati di garanzia e di "passo indietro" da parte di tutti i componenti del CEN decaduto perché così si farebbe di ogni erba un fascio, confondendo le diverse responsabilità di ciascuno. Perché, per fare un esempio, un Mazzitelli dovrebbe pagare il prezzo di una decisione presa da altri?

Angelo Sante Trisciuzzi, Presidente uscente della Sezione Puglia, non è d'accordo sull'inutilità dell'ultimo anno e mezzo. Il CEN ha lavorato e ha prodotto dei risultati. Né la sua decadenza è de profundis per l'Associazione, che è molto più di un CEN, è l'insieme dei soci. Ripartiamo dalle attese dei soci. D'accordo con Rolle: procediamo sulla tutela della professione, tutto nasce dal nostro essere bibliotecari capaci e ben preparati: bibliotecari e basta, senza ulteriori qualificazioni tipologiche. Stiamo attenti al fiorire delle sigle. La partita non la fanno le istituzioni interne, è sempre in mano ai soci. Era loro diritto conoscere i perché. I perché qui espressi sono più deboli di quelli che avremmo voluto. Ma tant'è. Ora si volti pagina. Abbiamo perso un partita ma possiamo ricominciare, proprio dalla professione. E lasciamo stare i sospetti di mobbing ...

Alessandro Bertoni parte da un doveroso ringraziamento al CEN uscente. Un grazie particolare a Mazzitelli perché è riuscito a trasmettere un'impressione più completa dell'attività svolta in quest'anno e mezzo. Pur essendo un socio anziano e piuttosto addentro alle vicende dell'Associazione, confessa di aver capito molto poco delle ragioni della crisi. Immagina la difficoltà di tanti altri soci, nonostante l'odierno tentativo di chiarimento. Sono state addotte tra l'altro ragioni legate al bilancio e alle attività di formazione. Si tratterebbe di motivazioni interne all'Associazione, mentre totale è il silenzio sulla politica per le biblioteche, che è invece il primo servizio dovuto ai soci. La riflessione su fatti legislativi importanti come la riforma del del deposito legale e il prestito a pagamento ha sicuramente sofferto per effetto del clima nel CEN. E i fatti esterni su cui l'AIB deve far sentire la sua voce sono sempre più numerosi. Si torni a discutere di contenuti, a confrontarsi sul rapporto tra biblioteche e mondo esterno. Non si tratta di chiedere dei CEN di garanzia, ma di esigere la certezza che il metodo di lavoro del prossimo CEN sia davvero collegiale, e di comporre bene la squadra, senza partire dai semplici fatti di potere. Grazie a Mazzitelli anche per volersi tirare indietro. Forse sarebbe auspicabile anche da parte degli altri, senza con ciò voler offuscare le differenze di responsabilità che indubbiamente ci sono state.

Paolo Panizza, Presidente uscente della Sezione Toscana, non intende qui ripercorrere la valutazione dei singoli fatti, già precedentemente espressa. Anche prendendo per buono tutto quello che è stato dichiarato, nonostante le contraddizioni interne e il rammarico a fronte di quanto accaduto, anche dando per scontati gli errori di comportamento e l'esistenza di una situazione negativa che non è stata affatto documentata in modo consistente, resta che ci si trova di fronte non a tre posizioni di disagio individuale, ma a un atteggiamento coordinato che mirava consapevolmente a determinare proprio la situazione che si è creata. In aggiunta allo sconcerto, e alla situazione di emergenza organizzativa cui debolmente cerchiamo di sopperire come ex presidenti regionali, subiamo persino la perdita di una possibilità di verificare i fatti addotti a cause del gesto. L'accesso ai documenti non sarà possibile e dovremo quindi accontentarci delle motivazioni delle parti. Perciò non si può fare di tutta l'erba un fascio. Si distingua tra chi (attuando una deliberata strategia) si è assunto la responsabilità degli eventi e chi li ha subiti. Di tutto si può discutere, ma certo non si può giocare con le regole come si è fatto in questa occasione, né si può pensare che questo fatto venga digerito.

Zeno Tajoli chiede se in questo momento l'Associazione disponga di un bilancio basato su criteri di cassa e se a fronte delle previste, ma finora non verificatesi, entrate da sponsorizzazioni, si siano già verificate uscite di cassa o no: in caso positivo, infatti, sarebbe giustificato parlare di buco di bilancio, diversamente l'eventuale venir meno delle previste entrate potrebbe essere facilmente bilanciato da un'equivalente riduzione delle uscite.

Rolle risponde che il bilancio viene redatto sulla base del criterio della competenza e non della cassa. Era comunque senz'altro possibile che se non fosse stata acquisita la prevista entrata da sponsorizzazioni il CEN decidesse di tagliare in pari misura le uscite.

Sergio Trevisan, coordinatore della commissione Biblioteche pubbliche, osserva che l'Associazione ha una struttura tanto multiforme e articolata da poter assorbire anche una crisi come questa, e anzi proprio oggi è stato confermato da Bellingeri che l'attività delle commissioni può proseguire. Come candidato non eletto al CEN, non ritiene che la decadenza dello stesso abbia leso un suo diritto. Anche in un consiglio comunale se la maggioranza non ritiene vi siano le condizioni per lavorare può dare le dimissioni. Queste crisi sono fisiologiche, servono a chiarire situazioni di tensione o a superare difficoltà di realizzazione del programma.

Rossana Morriello, coordinatrice della commissione Università e Ricerca, fa notare che in conseguenza delle dimissioni decine di persone sono state mandate a casa. Come socia non ha votato per uno schieramento in contrapposizione con altri, ma ha dato la sua preferenza a persone sia della maggioranza che della minoranza. Diversamente che in politica, nell'AIB si fa politica bibliotecaria e non vi sono vere contrapposizioni di programmi. Non può dunque che esprimere tutta la sua perplessità sull'accaduto. Questa crisi, contrariamente alle dichiarazioni di chi si è dimesso, non può certo fare del bene all'Associazione. Se i soci erano in calo, proprio chi si è dimesso avrebbe dovuto affrontare il problema. La situazione non è certo irrecuperabile, ma vanno distinte le responsabilità: le dimissioni non sono state certo un atto di coraggio ma di debolezza.

Bellingeri, nel suo attuale ruolo -- strettamente notarile -- di responsabile ad interim, si dice imbarazzato nell'intervenire con una precisazione che fa riferimento al suo precedente ruolo di Presidente del collegio sindacale, ma che è doverosa per integrare la risposta di Rolle a Tajoli. Non è esatto, infatti, che se le previste entrate da sponsorizzazioni (40 000 euro) si manifestassero entro fine 2004 produrrebbero automaticamente un avanzo. Lo stesso delegato al Bilancio ha detto infatti, poco fa, che, nel quadro del previsto monitoraggio dell'andamento dei conti, il CEN decaduto nell'eventualità di una diminuzione dei ricavi avrebbe dovuto valutare dove e come intervenire sui costi.

Giuliana Casartelli, Presidente uscente della Sezione Lombardia, afferma di essere stata dimissionata per forza. Sorpresa dalla notizia della decadenza del CEN, ha sperato di poterne conoscere le motivazioni. Tuttavia né dalla lettura del verbale del CEN (che, asettico quanto si voglia, riporta pur sempre la sintesi dell'accaduto), né in assemblea è emersa una spiegazione adeguata. Si deve dunque parlare di gioco al massacro e occorre chiedersi a chi giovi tutto ciò. Non è stata una scelta per il bene dell'Associazione: quest'ultimo sarebbe potuto scaturire solo da una discussione nelle sedi opportune. Nel merito delle questioni sollevate, è vero che i soci chiedono formazione, ma ancor più chiedono un adeguato presidio scientifico e politico della professione e dei percorsi formativi. Non c'è stata una mancata risposta ai bisogni dei soci, ma solo l'impossibilità di portare a termine il lavoro iniziato. Quanto alla campagna sul prestito, la posizione AIB è chiarissima. E Mazzitelli è stato attaccato pubblicamente senza che qualcuno lo difendesse. Non servono salvatori della patria e demiurghi super partes. Occorre invece costruire nel confronto un'idea di dove si voglia andare. Né sono accettabili argomentazioni pretestuose su un presunto mobbing antifemminile. Qui si sta facendo passare coloro che sono stati mandati a casa per forza per i carnefici della situazione. Casartelli dirà ai soci della sua sezione che ha il dovere di proseguire il lavoro iniziato.

Francesco Langella, Presidente uscente della Sezione Liguria, si sente più ottimista dopo questo dibattito, seguito a ben sei ore di sofferta riunione, ieri, tra gli ex Presidenti e il CEN decaduto. La massiccia presenza di soci a questa assemblea è estremamente positiva. L'Assemblea si conferma il luogo giusto per discussioni approfondite. I soci stanno mandando segnali chiari. Occorre tutelare adeguatamente la professione. Il momento è difficile e il disagio nelle biblioteche molto grave. I bibliotecari sono sommersi dalla burocrazia e il lavoro nelle biblioteche è ormai per l'80 % di natura non professionale. I temi della formazione, o della campagna contro il prestito a pagamento, sono fondamentali. I soci ci chiedono di voltare pagina. Un governo politico di questi temi non era facile e occorre essere tuttora consapevoli dei nostri limiti. I Presidenti regionali decaduti convergono sulla volontà di contribuire a tamponare la situazione e chiedono una valorizzazione del ruolo delle Sezioni. Sulle linee programmatiche, come ricordava lo stesso Gamba, i Presidenti sono in vario modo intervenuti. Stasera i soci sanno di poter proseguire, pur con tutti i limiti, lungo la strada che porta alle elezioni. Un ringraziamento a Luca Bellingeri, che si sta dimostrando la persona giusta al posto giusto, in quest'opera di traghettamento.

Bellingeri prima di chiudere chiede all'Assemblea se, data la straordinarietà del momento, non ritenga opportuno rendere pubblico questo verbale. In coerenza con le modalità di comunicazione scelte per il verbale del CEN decaduto, anche questo verbale sarà pubblicato nel sito, senza comunicazioni in AIB-CUR.

L'assemblea approva.

Marquardt ricorda di aver più volte sollecitato la creazione di una lista interna all'associazione al fine di riservare ai soci la discussione una volta trattata nelle sedi istituzionali appropriate (CEN, CNPR), anziché esternalizzare tutto in AIB-CUR. Si tratta di un'esigenza che rimane in agenda per il futuro.

Bellingeri chiude l'Assemblea alle 19.00, dando appuntamento a dicembre per l'Assemblea generale elettorale, che seguirà i dibattiti nelle Sezioni.

Il Presidente del Collegio sindacale
(responsabile ad interim dell'AIB)
dott. Luca Bellingeri

Il verbalizzatore
(Segretario nazionale dell'AIB)
dott. Marco Cupellaro

Dichiarazione. Il Segretario nazionale Marco Cupellaro, in considerazione del ruolo istituzionale che ricopre, si è astenuto dall'intervenire con precisazioni sui fatti che lo riguardano citati in Assemblea da alcuni dei soci.

[Ordine del giorno]

Allegato 1 -- Mozione assembleare

L'Assemblea generale dell'Associazione italiana biblioteche, riunita il 28 ottobre 2004 a Roma, Palazzo dei Congressi, vista la grave situazione in cui l'Associazione versa nella fase attuale

ritiene

che il Presidente del Collegio sindacale, nella sua funzione di Rappresentante ad interim dell'Associazione possa avvalersi della collaborazione dei decaduti presidenti regionali dei Comitati esecutivi regionali per la gestione dell'ordinaria amministrazione delle Sezioni di rispettiva competenza fino all'insediamento dei nuovi CER a seguito delle previste elezioni

invita

lo stesso a procedere in tal senso.

Vilma Alberani
Carlo Revelli
Giovanni Solimine

[Ordine del giorno]

Allegato 2 -- Documento ex presidenti regionali

I sottoscritti ex presidenti regionali decaduti a seguito della cessazione della maggioranza dei componenti del Comitato esecutivo nazionale dell'Associazione italiana biblioteche esprimono la loro vivissima preoccupazione per la gravissima situazione che si è determinata senza che gli stessi fossero stati coinvolti.

Gli stessi esprimono una valutazione sostanzialmente positiva delle attività svolte nell'ambito delle loro Sezioni territoriali.

Sono altresì convinti di aver ricoperto, come Consiglio nazionale dei presidenti regionali, un ruolo efficace e propositivo, non meramente consultivo, nei rapporti con il Comitato esecutivo nazionale.

Danno pertanto la loro disponibilità, al servizio dell'Associazione in questo difficile momento, al fine di contribuire, nei limiti giuridicamente previsti, a gestire territorialmente gli impegni assunti e la continuità della rappresentanza derivata dal proprio mandato, fino all'insediamento dei nuovi organi.

Auspicano, infine, che l'Associazione voglia avviare al più presto una revisione delle proprie norme statutarie che:
-- riconosca al Consiglio nazionale dei presidenti regionali un ruolo più significativo, commisurato alla reale rappresentatività che i suoi componenti esprimono;
-- metta al riparo l'Associazione dal rischio di dinamiche paralizzanti che penalizzano i soci e l'Associazione nel suo complesso.

Olimpia Bartolucci, Sezione Umbria
Sabrina Brunodet, Sezione Valle d'Aosta
Giuliana Casartelli, Sezione Lombardia
Anna Maria Della Fornace, Sezione Marche
Raffaele de Magistris, Sezione Campania
Alida Emma, Sezione Sicilia
Mariella Giordano, Sezione Molise
Francesca Ghersetti, Sezione Veneto
Francesco Langella, Sezione Liguria
Patrizia Lucchini, Sezione Emilia-Romagna
Francesco Lullo, Sezione Abruzzo
Giulio Marconi, Sezione Lazio
Beniamino Orrù, Sezione Sardegna
Paolo Panizza, Sezione Toscana
Eugenio Pintore, Sezione Piemonte
Nicoletta Riviello, Sezione Basilicata
Raffaele Tarantino, Sezione Calabria
Angelo Sante Trisciuzzi, Sezione Puglia
Andrea Wehrenfennig, Sezione Friuli - Venezia Giulia


Copyright AIB 2004-11-26, rev. 2004-12-01 a cura della Redazione AIB-WEB (e-mail <aw-aib-tecn@aib.it>)
URL: http://www.aib.it/aib/cen/as0410.htm

AIB-WEB   |   Vita associativa   |   Assemblee dei soci