Il giorno 16 ottobre 2004 alle ore 09.00 presso la sede nazionale in V.le Castro Pretorio, 105 Roma è convocato il Comitato Esecutivo Nazionale per discutere il seguente ordine del giorno:
1. Approvazione verbale seduta precedente
2. Comunicazioni (dimissioni Graziano Ruffini e reintegro del CEN)
3. Ruolo del Presidente
4. Bibliocom (seduta inaugurale, relazione ai soci, aggiornamento linee
programmatiche e programma 2005)
5. Conferenza di primavera (valutazione edizione 2004 e preparazione
2005)
6. Bilancio (report 2004 e previsione 2005)
7. Formazione
8. Prestito a pagamento
9. Varie ed eventuali
Il giorno 16 ottobre 2004, alle ore 10.10, presso la Sede nazionale in Roma, viale Castro Pretorio 105, si è riunito il Comitato Esecutivo Nazionale, per discutere il seguente ordine del giorno: [v. sopra]
Presenti: Miriam Scarabò (Presidente), Maria Cristina Di Martino (Vice Presidente), Claudio Gamba, Luisa Marquardt, Gabriele Mazzitelli, Massimo Rolle (CEN); Luca Bellingeri (Presidente Collegio sindacale), Vanni Bertini, Ornella Falangola (Collegio sindacale), Marco Cupellaro (Segretario nazionale).
Presiede Scarabò; la verbalizzazione della seduta è affidata a Cupellaro.
In apertura di seduta, Cupellaro precisa che il verbale sottoposto all'approvazione è stato integrato, rispetto alla versione circolata in lista interna, con le osservazioni della Presidente circa il contratto di lavoro del segretario; precisa anche che le successive repliche alle osservazioni della Presidente circolate in lista non sono invece state inserite a verbale. Il verbale viene approvato. Relativamente al proprio contratto di lavoro per il 2004, Cupellaro dichiara di aver fornito tutti i chiarimenti richiesti e di essere pronto a firmare il contratto, come da delibere precedenti del CEN sui contratti di segreteria, e chiede alla Presidente se le sue riserve in proposito possono considerarsi superate. Scarabò si riserva di rispondere nel prosieguo della riunione, dopo aver sentito il parere dei revisori dei conti sul bilancio.
In apertura, il CEN approva la nomina di Alberto Petrucciani nella Commissione nazionale per l'Albo e di Andrea Marchitelli come coordinatore nel gruppo sul lavoro discontinuo.
Scarabò notifica al CEN le dimissioni irrevocabili di Graziano Ruffini per motivi personali (comunicate direttamente al Presidente con lettera del 1 ottobre -- arrivata in sede in data 15 ottobre -- e mail del 5 ottobre, e comunicate dalla Presidente al resto del CEN il 6 ottobre e ai Presidenti regionali l'11 ottobre, NdR).
A questo punto Scarabò dichiara di volersi a sua volta dimettere irrevocabilmente dal CEN. Tale decisione è dovuta all'assenza, nel CEN, delle condizioni necessarie per poter lavorare efficacemente. Scarabò, dopo la lettura del report di bilancio 2004, si dichiara decisamente preoccupata dalla situazione che ne emerge: per l'andamento economico dell'Associazione e per le politiche di bilancio, per le mancate entrate da sponsorizzazioni, per il calo del numero dei soci, per la crisi della formazione, per l'insoddisfacente posizione assunta sul prestito a pagamento. E non intende avallare questa situazione, per rispetto dei soci e dell'Associazione. Nel prendere questa decisione difficile, per il bene dell'Associazione, Scarabò ringrazia tutti coloro con cui ha lavorato, più o meno bene, e dichiara di voler tornare a essere semplice socio. A questo punto abbandona il tavolo.
Luisa Marquardt e Maria Cristina Di Martino prendono la parola subito dopo, in rapida successione, per presentare le proprie dimissioni confermando la totale disponibilità a continuare a tener fede a tutti gli impegni presi per non compromettere l'immagine esterna dell'Associazione e non danneggiare i soci.
Diversi dei presenti invitano le colleghe dimissionarie a fornire maggiori chiarimenti. Mazzitelli sottolinea che di fronte a un fatto tanto grave e straordinario un chiarimento è dovuto a tutti i soci, e che nell'interesse dell'Associazione va definito insieme un percorso di crisi.
Scarabò lascia la riunione.
Di Martino spiega che la sua decisione non è dettata da incompatibilità personali, ma dichiara la sua difficoltà a riconoscersi nel lavoro che è stato fatto. Mentre lavorare nella Divisione internazionale non le ha creato particolari problemi, forse per via del fatto che le interrelazioni con il resto del CEN sono state più limitate, il lavoro svolto nella Divisione legislazione le ha procurato un notevole disagio. In particolare, per quanto riguarda la campagna contro il prestito a pagamento, dove rileva la mancata sintesi tra le istanze provenienti dall'ala movimentista e le argomentazioni di quanti, pur convinti della necessità di tutelare utenti e biblioteche, hanno cercato una mediazione con istituzioni e parti sociali. L'AIB, pertanto, non è riuscita a definire un suo autonomo spazio strategico ed operativo. Si dice sconcertata , ad esempio, dalla lettura del programma della sessione sul Prestito a pagamento elaborata a Bibliocom dove è annullata la dialettica tra le due posizioni espresse.
Su questo punto Mazzitelli precisa che su tale programma il CEN è stato sollecitato a prendere una decisione e a chiedere eventuali modifiche.
Di Martino aggiunge che non riesce a riconoscere il lavoro proprio e quello dell'Osservatorio legislazione nei documenti che vengono prodotti dall'Associazione sul prestito a pagamento: dall'ultimo comunicato in AIB-CUR fino al documento destinato al sottosegretario Bono. In relazione a questa campagna osserva che l'azione dell'AIB rischia di non essere sufficientemente univoca e incisiva. In particolare l'ultimo documento è stato inviato ad AIB-CUR prima delle richieste sue osservazioni e integrazioni in contrasto con la scelta di collegialità che credeva condivisa.
Rolle replica che nei verbali di tutte le riunioni del CEN si può notare lo sforzo di far convergere le diverse esigenze in una posizione comune. Mazzitelli e Gamba osservano che l'AIB è stata duramente attaccata su AIB-CUR proprio dall'ala oltranzista e che dunque l'accusa di eccessivo sbilanciamento verso le posizioni del movimento è infondata. I documenti usciti dall'AIB sono stati sempre scritti a più mani dai componenti dell'Osservatorio legislativo e dello stesso Mazzitelli, e sempre condivisi. L'ultimo comunicato inviato ad AIB-CUR ha atteso per ben 8 giorni le integrazioni esplicitamente richieste a Di Martino e alla Presidente su ogni versione dello stesso. La stessa Presidente aveva proposto di inviare un messaggio in AIB-CUR, mentre non aveva dato seguito alle richieste di un intervento specifico a tutela dell'AIB di fronte alle accuse personali lanciate contro membri del CEN e Presidenti regionali in lista. Lo stesso documento per il MBAC -- in cui Di Martino dichiara di non riconoscersi -- è stato portato dalla stessa Di Martino alla discussione del CEN di oggi dopo un lavoro di redazione congiunta che se oggi smentito smentirebbe la stessa Di Martino e l'Osservatorio legislazione.
Mazzitelli aggiunge che la linea mediana perseguita dall'AIB in modo condiviso è stata in effetti finora coronata da successo, visto che nessuna delle opzioni disponibili ha mai posto in forse il "nocciolo duro" della posizione AIB, secondo cui né le biblioteche né i loro utenti possono essere chiamati a pagare per i prestiti delle biblioteche. Questa posizione è stata assunta dall'AIB senza ambiguità in sintonia con il movimento, a partire dai primi interventi della Presidente al convegno di Cologno e dalle interviste ai quotidiani in cui la stessa Presidente definiva il prestito a pagamento una nuova "tassa sul macinato". Se ora Di Martino lamenta la difficile convivenza tra due anime, questa critica non la si può intendere altrimenti che come una critica alla Presidente -- detto con il massimo rispetto personale --: sia per le posizioni pubbliche a suo tempo assunte, sia per essere venuta meno al ruolo di sintesi e coordinamento da lei peraltro sempre rivendicato. Proprio da parte della Presidente -- che poco fa si è "chiamata fuori" sul prestito --, è mancata, nonostante le sollecitazioni da più parti nel CEN, una risposta politica a Bibl'aria; la stessa Scarabò ha disposto (contro il parere esplicito di altri membri del CEN) che le firme all'appello da consegnare a Prodi, raccolte dalle biblioteche attraverso le sezioni AIB, fossero consegnate a Bibl'aria (da cui erano partiti gli attacchi infamanti contro l'AIB) come invece è avvenuto con modalità decisamente discutibili.
Marquardt prende la parola per motivare a sua volta le proprie dimissioni, dovute alla difficoltà di lavorare con la necessaria serenità e fiducia e a reggere sul piano emotivo la continua tensione, in una situazione personale già sovraccarica d'impegni personali sopraggiunti. Il suo personale e profondo disagio "viene da lontano", dal vedersi prima cooptata -- quando nemmeno pensava a candidarsi -- perché a detta di Rolle mancavano i numeri, alle Stelline 2003, e poi estromessa dalla squadra che aveva formato e inserita in una lista di potenziali "candidati altri". Nonostante gli schieramenti che di fatto si sono creati (o voluti creare) ha cercato di lavorare alacremente e lealmente e di offrire sempre il proprio contributo collaborativo. Le resistenze, le continue critiche, il "fiato sul collo", se questo si voleva, l'hanno proprio stancata.
Gamba osserva che fare proposte diverse rientra nella normale dialettica di lavoro e non significa mettere in questione le deleghe altrui, cosa che è stata fatta invece solamente dalla Presidente riguardo alla delega alla formazione. Poiché questi dubbi sono stati espressi in lista senza alcuna motivazione specifica, Gamba si riprometteva di chiedere spiegazioni a Scarabò questa mattina. Tra l'altro fa notare che mesi fa, quando Vilma Alberani aveva declinato l'invito a ritirare le dimissioni da responsabile dei corsi nazionali, la stessa Scarabò aveva voluto condividere -- come risulta da verbale -- la responsabilità della delega alla formazione. Come per tutte le altre deleghe, la linea politica sulla formazione è stata condivisa sia all'interno del CEN che con i presidenti regionali. L'AIB propone -- compatibilmente con le forze disponibili -- alcuni corsi a catalogo a livello nazionale e un'offerta ancor più nutrita a livello di sezioni. Inoltre proprio nei giorni scorsi Gamba si è assunto la responsabilità di gestire in prima persona un progetto formativo in collaborazione con la Camera e il Senato che da solo assorbirà molte delle energie disponibili. Mai il tema formazione è stato riproposto alla discussione in CEN, né in riunione né in lista, fino alla riunione odierna.
Per quanto riguarda la comunicazione esterna e la ricerca sponsor, Di Martino ricorda di avere a suo tempo espresso ampie riserve sull'incarico alla società Comunia, per la sua onerosità e per il fatto che la ricerca di sponsor, che doveva essere di assoluta priorità, figurasse in contratto solo come uno dei diversi servizi offerti e neppure in primo piano.
In risposta vengono ricordate le vicende che hanno portato alla sottoscrizione del contratto con Comunia. Per quanto riguarda l'ufficio stampa, Mazzitelli precisa che Comunia è subentrata quando il precedente addetto stampa ha dato le dimissioni, chiedendo lo stesso compenso. Per quanto riguarda l'attività di ricerca sponsor, Rolle nota che Comunia ha incontrato diverse volte la Presidente prima della firma del contratto, apportandovi ogni volta le modifiche richieste da Scarabò. Quest'attività -- precisa Rolle -- dovrebbe produrre risultati entro la fine dell'anno e comunque è sotto stretta osservazione. Se Comunia non dovesse raggiungere i risultati previsti il contratto verrebbe impugnato. L'AIB -- aggiunge Cupellaro -- non ha ancora versato alcun anticipo a Comunia.
Tornando alle dimissioni delle tre colleghe, Rolle nota che quelle di Scarabò appaiono come una risposta eccessiva alle critiche ultimamente avutesi all'interno del CEN per la debolezza del coordinamento e della sintesi, associata alla scarsa discussione e collegialità. La visione di un CEN conflittuale e spaccato in due non trova riscontro né nei verbali delle riunioni del CEN, né nella lista di discussione interna. E la visione di una maggioranza prevaricata dalla minoranza non è né plausibile in sé, né risulta dai fatti e dai documenti ufficiali.
Anche Mazzitelli ribadisce che non ci sono mai state, nel corso dei lavori del CEN, forti contrapposizioni, ma normali divergenze d'opinione e, semmai, un deficit di decisione e di coordinamento. Anche a lui l'assenza della Presidente a questo chiarimento appare come un fatto forse umanamente comprensibile, ma formalmente grave, se in cima a tutto sta un obiettivo di trasparenza e chiarezza verso i soci circa le ragioni di una crisi senza precedenti nell'AIB. Mazzitelli ricorda di essersi schierato fin dall'inizio per una filosofia di lavoro unitario. Ricorda anche di essersi dimesso, in primavera, perché non vedeva un'effettiva tensione all'unità. E ricorda anche di aver proposto che la Vice Presidenza fosse data a un esponente della minoranza.
Di Martino replica che, se è vero che le cariche di presidente e vicepresidente sono state attribuite a due membri della lista maggioritaria, in conformità con le indicazioni dell'elettorato, è altrettanto vero che, in una logica di non contrapposizione frontale la minoranza ha avuto deleghe importanti.
Anche Gamba ribadisce che il disagio dichiarato dalle dimissionarie non trova motivazione adeguata nei fatti: tutte le decisioni sono state prese dal CEN all'unanimità, non c'è traccia nei verbali di decisioni prese dopo forti contrapposizioni o comunque a maggioranza. Anche sul fronte della visibilità del CEN verso l'esterno, non si può certo dire che qualcuno abbia cercato di prevaricare la Presidente, che da parte sua non ha mai reso noti in anticipo i testi dei propri interventi al resto del CEN, e spesso non ha nemmeno fornito informazioni dopo i propri interventi (per esempio quello al convegno NPL di Ravenna).
Di Martino rinnova il proprio disappunto, già manifestato per posta, nei riguardi della riunione di sabato 9 ottobre presso la sede dell'AIB cui hanno partecipato Mazzitelli, Gamba, Rolle e Cupellaro ed il cui OdG, mai formalizzato in una convocazione, era stato definito illegittimamente da Rolle: la riunione si era svolta senza la partecipazione della Presidente, assente per gravi motivi familiari, e di Di Martino e Marquardt, assenti per motivi familiari e personali. A quest'ultimo proposito Mazzitelli e Gamba replicano che la riunione del CEN del 9 (annunciata da tempo dalla Presidente con tanto di OdG, ma mai convocata, e poi annullata il giorno precedente) era stata derubricata a informale di concerto con il resto del CEN, alla luce dei molti temi urgenti di cui discutere. Mazzitelli aveva consultato telefonicamente la stessa Di Martino. Cupellaro aveva verificato il giorno precedente la disponibilità a partecipare di Marquardt, che aveva poi comunicato la mattina del 9 un ulteriore contrattempo personale, pur senza escludere di potersi unire alla riunione in ritardo. Gamba aveva già acquistato un biglietto non rimborsabile. Lo stesso Bertini era intenzionato a partecipare e non lo ha fatto solo perché non era certo che la riunione (informale, appunto) si tenesse.
Rolle dichiara importante definire di comune accordo un percorso della crisi che salvaguardi la chiarezza nei confronti dei soci. Le motivazioni addotte non sono a suo parere tali da giustificare le dimissioni con conseguenze a cascata su tutta l'Associazione. Anzi appaiono addirittura ispirate a ragioni estranee al lavoro di questo CEN.
Rolle propone pertanto a Di Martino e Marquardt di ritirare le proprie dimissioni e di procedere al reintegro di Ruffini e Scarabò con i primi due candidati non eletti, in modo da assicurare il funzionamento del CEN e verificare nei prossimi mesi l'effettiva impossibilità del CEN di lavorare efficacemente. In alternativa, propone loro di revocare temporaneamente le dimissioni per presentarle a Bibliocom, nella loro sede naturale, l'Assemblea dei soci, in modo da assicurare il regolare adempimento delle scadenze associative previste dallo statuto e da dare il massimo di trasparenza alle ragioni che portano allo scioglimento del CEN.
Entrambe le proposte vengono declinate da Di Martino e Marquardt, che confermano le proprie dimissioni con decorrenza immediata.
Alla luce delle dimissioni contestuali di Scarabò, Di Martino e Marquardt -- dimissioni che si aggiungono a quelle già presentate da Graziano Ruffini --, il Presidente del Collegio sindacale Luca Bellingeri, a norma dell'art. 26 c. 5 dello Statuto, dichiara il CEN decaduto e assume ad interim l'amministrazione ordinaria dell'Associazione e la rappresentanza legale della stessa.
Conseguentemente decadono tutti gli organi, centrali e periferici, dell'Associazione.
Il Presidente del Collegio sindacale dovrà indire entro 60 giorni, vale a dire entro il 15 dicembre, l'Assemblea generale per la rielezione delle cariche sociali.
Il Presidente del Collegio sindacale decide di inviare immediatamente, in collaborazione con il Segretario, una comunicazione ai Presidenti regionali e di confermare la riunione degli ex Presidenti regionali (che non avrà più valore di CNPR), già convocata per mercoledì 27 alle ore 14. A tale riunione il Presidente del Collegio sindacale invita a partecipare i componenti del CEN uscente. In tale occasione verranno esaminate nel dettaglio le modalità di gestione del periodo di transizione.
Tutti coloro che hanno incarichi associativi (coordinatori di commissioni e gruppi, direttori periodici ed AIB-WEB, commissione albo, osservatori, etc.) verranno pregati di mantenere i propri attuali incarichi associativi, fino alle deliberazioni che vorrà assumere in merito il prossimo CEN, proseguendo tutte le attività attualmente in corso o programmate.
Alle 14.00 la seduta viene chiusa.
Il presidente del Collegio sindacale
Luca Bellingeri
Il segretario nazionale
Marco Cupellaro
Maria Cristina Di Martino desidera precisare, relativamente al verbale appena diffuso, che la sua mancata accettazione della seconda proposta di Rolle (riportata a pag. 4 del verbale stesso) di revocare temporaneamente le dimissioni per presentarle all'Assemblea dei soci di Bibliocom è stata motivata dalla considerazione secondo cui presentare un bilancio di previsione 2005 non sarebbe stato corretto nei confronti dei soci a fronte di annunciate dimissioni.