AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 3 (2005)
di Elisabetta Di Benedetto
Chi, navigando in rete, dovesse capitare alla pagina Il Governo Berlusconi per la cultura, lo spettacolo e lo sport, dall'introduzione difficilmente potrebbe intuire che si tratta di un "quaderno" su archivi e biblioteche del Ministero per i beni e le attività culturali. Nel testo si rincorrono espressioni come "nostro petrolio", "prodotto italiano", "made-in-Italy" e, a rimarcare il taglio aziendalistico, si dice che "dalla moda al design, dalla cucina allo stile e alla qualità, sono [...] migliaia i beni e i manufatti di ogni tipo che portano i tratti distintivi di questo inimitabile e impareggiabile imprinting italiano".
Un brivido mi ha gelata quando, poco più avanti, ho letto che "il nostro patrimonio storico-artistico [...] costituisce il retroterra genetico della nostra stessa civiltà": il connubio genetica e civiltà non solo evoca penosi fantasmi, ma nega i fondamenti stessi di discipline quali l'antropologia culturale. Eppure il programma è ambizioso: alla cultura - si legge - occorrono "nuove leggi, nuove fonti di finanziamento, nuovi servizi ai cittadini" (è forse in questa prospettiva che si collocano i tagli selvaggi della nuova Finanziaria?). In un turbinio di cifre e fantasmagoriche iniziative (allora era ministro Giuliano Urbani) ci vengono illustrate le sorti "progressive e magnifiche" del settore delle biblioteche pubbliche statali; l'inaugurazione della Mediateca Santa Teresa, sezione digitale della Biblioteca Nazionale Braidense; SBN, con 80 milioni di accessi nel 2002; la Biblioteca Digitale Italiana, con 5.012.214,21 euro investiti nel triennio 2001-2003; e poi i progetti Rinascimento virtuale, Minerva e Abside, in cui l'Italia svolge un ruolo da protagonista; tralascio le cifre della promozione alla lettura (ricordo la denuncia presentata al 51. congresso AIB), notoriamente in crisi e per giunta cancellata nella scuola dell'infanzia dalla riforma Moratti (interessante il documento sul sito di Liber). Che dire poi dei Comitati celebrativi nazionali, se non che forse andavano citati in un altro "quaderno", perchè qui biblioteche e archivi c'entrano poco? Ma il settore in cui pare si registrino i maggiori successi è quello degli archivi: creazione di nuovi spazi e solita girandola di cifre su incremento di utenza e ricerche e orari prolungati fino a 11 ore. Non vado oltre. L'intera operazione mi sembra più che altro di facciata: il link alla Biblioteca Digitale dal sito del ministero va a vuoto; SBN è un progetto di lungo corso che, con le sue luci e ombre, non è certo frutto delle scelte di questo governo; Abside e Minerva sono due progetti finanziati dall'UE, che affondano le proprie radici rispettivamente nel 1997 e nel 1999. In conclusione restano quali presunti fiori all'occhiello il progetto Rinascimento virtuale, la Mediateca Santa Teresa e i tanto sbandierati archivi. Ebbene, dalle pagine del primo (anch'esso cofinanziato dall'UE e conclusosi nel 2004) sembra che il lavoro si sia arrestato a una fase piuttosto embrionale; non è chiaro cosa c'è nel catalogo della Mediateca e dal sito non si raggiungono i documenti delle Teche RAI, facilmente consultabili nella fonte originale. Sugli archivi poi dalla pagina sul patrimonio documentario degli archivi di stato ben 31 link su 71, vanno a vuoto. Dietro la pompa delle cifre appare invece molto chiara tutta l'inconsistenza di pagine trascurate perfino sotto il profilo della strutturazione, della coerenza e dell'affidabilità dei contenuti elettronici: un requisito minimo per chi si occupa di biblioteche e archivi nell'epoca della società dell'informazione via Internet e, tuttavia, del tutto in linea con un "quaderno" nel quale non è citato un solo URL.
Copyright AIB 2006-01-29 ultimo aggiornamento 2006-02-19 a cura di Vanni Bertini e Paolo Baldi
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/bibelot/0503/b0503l.htm