[AIB]AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 3 (2004)

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Ad Arezzo manca una politica bibliotecaria per i ragazzi

La biblioteca che non c'è

di Elisabetta Di Benedetto

Capita spesso che miei coetanei quarantenni raccontino a me, che ho trascorso l'infanzia altrove, come da bambini prima e da ragazzi poi frequentassero con entusiasmo le varie sedi della biblioteca per ragazzi sparse per la città. Io stessa, agli inizi del mio lavoro, quando a più riprese ho prestato servizio presso la allora "Biblioteca consortile Città di Arezzo", ricordo la sede centrale della biblioteca per ragazzi. Ormai, purtroppo non si tratta che di memorie sbiadite: infatti le numerose sezioni ragazzi della Biblioteca Città di Arezzo, ancora presenti all'inizio degli anni '90, sono state progressivamente chiuse e molto del materiale in esse raccolto è andato perso.
Al vuoto e al disagio provato come genitore si unisce l'incredulità della bibliotecaria che non può non registrare la dissonanza della situazione locale rispetto alle tante iniziative nazionali e regionali. Penso in particolare al progetto Nati per leggere, che sta raccogliendo ovunque grande apprezzamento e che conta ormai, a livello nazionale, intorno a 550 adesioni tra istituzioni e pediatri. Di queste, 26 sono in Toscana e solo 3 in provincia di Arezzo; singolarmente, tra queste 3 non compare neanche una biblioteca (si tratta infatti dell'Arciragazzi di Montevarchi, dell'Ufficio servizi sociali del Comune di Cortona e di un pediatra di San Giovani Valdarno). D'altra parte, nel panorama nazionale, proliferano le proposte per promuovere la lettura: si moltiplicano le occasioni d'incontro con autori per bambini che leggono o commentano i loro testi, i laboratori di lettura sempre più spesso organizzati dalle istituzioni culturali, le esperienze di drammatizzazione che partono ancora una volta dalla lettura e che rendono bambini e ragazzi sia protagonisti che spettatori. Proprio in questa cornice si inseriscono il recente manifesto-appello a favore della lettura scaturito da Bibliocom e le tante iniziative che già da un paio d'anni si inseriscono all'interno di "@lla tua biblioteca", molte delle quali rivolte proprio a bambini e ragazzi. Non a caso, proprio in seguito all'adesione a questa campagna, la Regione Toscana ha patrocinato tra il 15 novembre e il 15 dicembre un fitto calendario di incontri rivolti proprio ai più piccoli. Tredici sono le biblioteche della provincia di Arezzo che hanno aderito, mentre per il capoluogo ha supplito (nel suo specifico più che degnamente) il Centro di Documentazione Città di Arezzo, che tra il 9 e il 28 novembre ha organizzato Di tutti i colori: mostra del libro interculturale per bambini e ragazzi dai 3 anni in su e un paio d'incontri di lettura e conoscenza riguardanti autori provenienti da Marocco, Albania e Cina. Confortante e desolante, al tempo stesso, che al primo incontro la sala fosse gremita: segno di un diffuso interesse al quale, purtroppo, mancano risposte soddisfacenti a livello cittadino.
Un'ulteriore testimonianza dell'attenzione che ruota intorno a questo clamoroso vuoto è data dal fatto che poco più di un anno fa è stato inaugurato Lo Scrigno, centro di documentazione e laboratorio di ricerca per insegnanti che raccoglie il materiale accumulato dalla direzione pedagogico-didattica del Comune, ma soprattutto "luogo della memoria" volto a conservare i progetti scaturiti dalle tante esperienze maturate nei nidi e nelle scuole materne comunali di Arezzo.
Il rapporto scuola-documentazione-biblioteca è evidente e inscindibile ed è per questo che mi piace ricordare il Manifesto Unesco/Ifla sulla biblioteca scolastica, che riconosce la missione di fornire "libri e risorse per l'apprendimento che consentano a tutti i membri della comunità scolastica di acquisire capacità di pensiero critico e di uso efficace dell'informazione in qualsiasi forma e mezzo" e ritiene necessario il collegamento "con il più ampio sistema bibliotecario e informativo delle biblioteche pubbliche", visto come un "elemento [.] della rete bibliotecaria e informativa locale, regionale e nazionale". Dunque, non si può fare a meno di concludere che ad Arezzo i servizi di promozione alla lettura sono acefali, se è infatti vero che le scuole materne ed elementari sono normalmente dotate di discrete biblioteche, è purtroppo altrettanto vero che esse possono contare solo sull'iniziativa personale di insegnanti, spesso preparati e motivati, ma non (come dovrebbe essere), su un progetto a livello cittadino e soprattutto su strutture bibliotecarie comunali, che possano fornire mezzi di sostegno, approfondimento e integrazione adeguati.
La carenza sorprende anche di più se si pensa che nella locale Facoltà di Lettere e filosofia esistono un corso di laurea in Scienze dell'educazione e della formazione e uno in Scienze per i beni culturali, potenziale bacino da cui attingere operatori specializzati proprio nel settore scoperto, creando al tempo stesso posti di lavoro per giovani laureati.


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Copyright AIB 2005-01-27, ultimo aggiornamento 2005-02-06 a cura di Vanni Bertini e Nicola Benvenuti
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/bibelot/0401/b0403l.htm


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