AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 2 (2004)
Il 17 giugno scorso, a Firenze presso la sala Ferri del Gabinetto Vieusseux, si è tenuto il primo incontro dei lavoratori atipici delle biblioteche toscane. L'obiettivo era quello di far emergere le problematiche legate a queste forme di lavoro nel settore bibliotecario e valutare come la sezione Toscana dell'AIB possa supportare i bisogni di questa tipologia di lavoratori. Paolo Panizza (presidente del CER) e Silvia Bruni (membro del CER) hanno espresso la volontà della sezione di riflettere e analizzare l'evoluzione del mondo del lavoro degli ultimi anni sia dal punto di vista delle biblioteche, che dei singoli lavoratori, un compito questo, che non è più rimandabile per un'associazione professionale quale è l'AIB. E' necessario inoltre che i bisogni dei lavoratori cosiddetti atipici possano trovare una sponda nell'associazione. Il primo passo è stato quello di promuovere un 'indagine in collaborazione con la CGIL (ed in particolare il NIDIL o Nuove identità di lavoro) che a livello regionale partecipa ad una ricerca su scala nazionale del sindacato. Questa è stata presentata da Chiara Torsoli che ha poi tracciato un quadro delle problematiche ricorrenti, delle posizioni e delle funzioni del sindacato.
I partecipanti (una ventina circa da tutte le zone della Toscana) hanno portato le loro esperienze da cui si possono evincere alcuni tratti comuni: si tratta di bibliotecari con competenze, esperienze e professionalità molto specifiche derivanti spesso da formazione di tipo universitario. In tutti i casi la professione è vissuta con un'alta motivazione. A tutto questo non corrispondono né un adeguato compenso, né una stabilità lavorativa e di tutela di diritti elementari (ferie, malattia, ecc.). Qualcuno racconta ad esempio di svolgere lo stesso compito cambiando continuamente i committenti a cui l'attività viene appaltata con tutti i disagi che questo comporta. Molto spesso questi lavoratori si trovano a lavorare a fianco di personale dipendente, svolgendo le stesse funzioni, ma con un divario totale per quanto riguarda la retribuzione, la sicurezza lavorativa, i diritti. In certi casi addirittura i lavoratori cosiddetti atipici sono utilizzati per garantire quel livello qualitativo e di specializzazione che la struttura non potrebbe offrire con risorse interne spesso costituite da personale senza formazione di tipo bibliotecario.
Sono sentiti fortemente i bisogni di superare l'isolamento e di riuscire a coordinarsi. Per questo come primo passo, oltre alla realizzazione della ricerca, sarà creata una lista degli atipici toscani. L'impegno della sezione è poi quello di partecipare, portando la propria esperienza, al percorso nazionale che sarà promosso dall'Osservatorio lavoro, oltre all'organizzazione di momenti di confronto e di iniziativa sul territorio regionale.
Per informazioni:
Silvia Bruni, tel. 055 4279650 - 333 1276183; Fax 055 4277326;
e-mail: redaz.web@alcolonline.org
Copyright AIB 2004-09-27, ultimo aggiornamento 2004-10-01 a cura di Vanni Bertini e Nicola Benvenuti
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