[AIB] AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 3 (2000)

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Bilancio dell'iniziativa di cooperazione per il prestito interbibliotecario tra le reti toscane

UN ANNO DI "LIBRI IN RETE": OTTO DOMANDE A GIAN BRUNO RAVENNI

a cura di Elisabetta Francioni

In occasione della tavola rotonda su ILL/DD svoltasi ad Arezzo il 23 novembre scorso, abbiamo rivolto alcune domande a Gian Bruno Ravenni, dirigente dell'Ufficio Biblioteche, Beni librari e Attività culturali della Regione Toscana.


D. Ad un anno dal varo dell'iniziativa "Libri in rete" che ha dato il via al prestito tra diverse reti bibliotecarie della Toscana, quale bilancio può tracciare di questa esperienza?
R. Non è facile fare bilanci e forse è anche troppo presto. "Libri in rete" è un progetto fortemente distribuito, non facilmente monitorabile ed è, peraltro, un prototipo, cioè la sperimentazione su un campione significativo di biblioteche della praticabilità di un servizio di prestito interbibliotecario che funzioni, a regime, con procedure e tempi certi per i bibliotecari e per gli utenti. Pur con questi limiti, credo si possa dire che l'esperienza è senza dubbio positiva e che si sta estendendo a tutta la Toscana. Prima di mostrare i dati sarà forse utile ricordare che "Libri in rete" è uno dei progetti sviluppati dalla Regione Toscana a sostegno dell'integrazione delle reti bibliotecarie, in attuazione della nuova legge regionale toscana sulle biblioteche (L.R. 35/99). L'obiettivo specifico di "Libri in rete" è quello di definire un contesto organizzativo e procedurale unitario per la gestione del prestito interbibliotecario. Questo contesto unitario è stato individuato in una struttura a cerchi concentrici, organizzata in cinque livelli regolati da norme tendenzialmente comuni. I cinque livelli sono: 1. il prestito locale; 2. il prestito di rete locale; 3. il prestito tra reti locali; 4. il prestito nazionale; 5. il prestito internazionale. "Libri in rete" interviene sul terzo livello, quello del prestito fra reti locali toscane. Il prestito locale e quello di rete locale sono ovviamente affidati alle singole biblioteche e alle reti locali, mentre per il prestito nazionale si prevede l'integrazione delle biblioteche toscane nel sistema di prestito di SBN (ILL), e per quello internazionale il ricorso alle agenzie internazionali di prestito interbibliotecario (BLDSC, ecc.). Il progetto concorre al perseguimento di un obiettivo ambizioso, indicato nel dépliant con il quale è stato pubblicizzato: "le singole biblioteche iniziano a pensarsi ed a funzionare come una unica, grandissima biblioteca, il cui patrimonio bibliografico e documentario è a disposizione di tutti coloro che vogliono utilizzarlo".


D. Quali sono le biblioteche che partecipano al progetto, e qual è stato l'impatto quantitativo?
R. Quando il progetto è iniziato, all'inizio di ottobre 1999, vi aderivano cinque reti bibliotecarie territoriali: REA.net dell'Empolese-Valdelsa, SBIAF dell'Area fiorentina, il Sistema bibliotecario territoriale Mugello-Alto Mugello-Val di Sieve, i sistemi delle province di Livorno e Prato, oltre all'Università di Firenze e alla Biblioteca Marucelliana. Nel complesso le biblioteche coinvolte erano 106, delle quali 59 comunali, una statale (la Marucelliana), 5 universitarie, la Biblioteca della Giunta Regionale toscana, quella del Gabinetto Vieusseux, e biblioteche ecclesiastiche e scolastiche. Questo è senza dubbio un primo e rilevante risultato: l'aver attivato un'esperienza di servizio bibliotecario integrato, al di sopra della appartenenza istituzionale delle singole biblioteche ed in linea con le esperienze più avanzate di innovazione nella pubblica amministrazione e nella gestione dei servizi pubblici. Ciò, ovviamente, con i molti e multiformi problemi che emergono dall'analisi dei dati sulla effettiva circolazione dei documenti.
I dati di cui attualmente disponiamo si riferiscono al periodo ottobre 1999-aprile 2000 e sono stati elaborati da Anna Galluzzi (il sistema di monitoraggio del progetto è attualmente in via di revisione, poiché la sua progressiva estensione ha reso eccessivamente oneroso il sistema utilizzato nella prima fase). Nel periodo indicato "Libri in rete" ha fatto circolare, senza dispersioni, 473 documenti fra 37 biblioteche, delle quali 33 comunali. Dunque, degli oltre 100 potenziali utenti del sistema solo le comunali sono state coinvolte in percentuale significativa (63%), assieme alla Biblioteca Marucelliana e a tre altre realtà fiorentine particolarmente importanti, tutte dello SBIAF: l'Università di Firenze, la Biblioteca del Gabinetto Vieusseux e quella della Giunta Regionale toscana. "Libri in rete" è stato dunque utilizzato soprattutto nel circuito delle "biblioteche pubbliche" in senso lato, mentre non è stato utilizzato dalle biblioteche delle istituzioni culturali (con l'eccezione del Vieusseux), da quelle ecclesiastiche, e dalle biblioteche scolastiche.


D. La qualità del servizio offerto dalle biblioteche partecipanti a "Libri in rete" ha avuto un ruolo nella riuscita dell'iniziativa? Per essere più chiari: quanto hanno inciso l'orario più o meno esteso di apertura degli sportelli di prestito, la capacità delle biblioteche di far conoscere l'iniziativa, l'abilità dei bibliotecari di muoversi tra OPAC e informazioni varie disponibili in rete?
R. Hanno sicuramente inciso moltissimo. Intanto bisogna dire che le reti coinvolte nella fase di start-up del progetto sono state selezionate in base ad una valutazione della loro consistenza organizzativa e della capacità o meno di supportare il progetto (escludendo, quindi, quelle in via di formazione e troppo deboli). In secondo luogo, la disaggregazione dei dati mostra con chiarezza come le reti con più elevato livello complessivo di efficacia abbiano utilizzato più ampiamente il servizio di "Libri in rete". Lo hanno utilizzato, infatti, 7 delle 10 biblioteche comunali aderenti a SBIAF, 11 delle 12 aderenti a REA.net, 8 delle 15 biblioteche comunali del sistema livornese, 5 delle 16 del Mugello. Per Prato, data la dimensione ristretta del territorio provinciale, va probabilmente fatto un discorso a parte, ma è del tutto evidente che le reti con le biblioteche "migliori" sono state quelle che hanno maggiormente utilizzato questo nuovo servizio. L'ovvia conseguenza di questi dati è la concentrazione di gran parte del movimento dei prestiti fatti e ricevuti (oltre il 50%) nelle due reti SBIAF e REA.net, seguite da Livorno (23%) che, peraltro, si presenta come la situazione di maggiore equilibrio fra prestiti fatti e prestiti ricevuti. Dunque, la principale lezione operativa che si trae dall'osservazione dei primi dati sulla sperimentazione di "Libri in rete" è che il prestito interbibliotecario non surroga la qualità delle singole strutture e che è, anzi, precondizione per l'utilizzazione stessa del servizio, per quanto gratuito. Del resto, l'utenza stessa del prestito interbibliotecario è necessariamente un'utenza "evoluta"; i libri che sono stati richiesti in prestito interbibliotecario sono libri di saggistica o comunque di costo elevato. Dunque, soltanto biblioteche capaci di conquistare una presenza significativa di queste tipologie di utenti esprimono una domanda di prestito interbibliotecario. Del resto, un'eccessiva presenza di biblioteche che richiedono prestiti e che non ne fanno metterebbe rapidamente in crisi il sistema. Per restare a livello delle reti - senza scendere a quello delle singole biblioteche, dove pure esistono squilibri evidenti - saltano agli occhi i 151 prestiti ricevuti da REA.net contro i 96 fatti e, all'opposto, i 44 fatti da Prato contro i soli 17 richiesti.


D. Dopo un anno di esperienza, possiamo dire che la cooperazione tra le biblioteche toscane (perlomeno nel campo del ILL/DD) è un fatto radicato e stabile? O ci sono ancora delle debolezze, dei limiti, delle aree che sono rimaste al di sotto dei parametri minimi di efficienza?
R. Spero di sì, ma non ne sono assolutamente certo. Perché ciò avvenga occorre che si realizzi un progressivo incremento della consistenza organizzativa e della capacità di penetrazione dei servizi delle biblioteche pubbliche in Toscana, anche al di fuori delle aree tradizionalmente più forti. E' necessario, inoltre, che decolli un progetto nazionale che coinvolga tutte le biblioteche nella organizzazione di un servizio di prestito interbibliotecario e document delivery, secondo procedure e a costi e tempi definiti e garantiti. Per ora siamo ancora a livello decisamente sperimentale. Poiché lo Stato detiene ancora i maggiori patrimoni bibliografici, le strutture e le risorse, è chiaro che solo un deciso impegno dello Stato può determinare sviluppi tali da creare mutamenti significativi e non facilmente reversibili, nella qualità complessiva dei servizi bibliotecari.


D. A che punto siamo, in Toscana, nel processo di integrazione tra risorse bibliotecarie di varia tipologia e/o dipendenti da enti diversi?
R. Premesso che si tratta di percorsi influenzati in modo rilevante dagli scenari nazionali, credo di poter dire che in Toscana si sta operando positivamente in questa direzione. Lo dimostrano la presenza della Biblioteca Marucelliana e delle biblioteche dell'Università di Firenze nel progetto "Libri in rete", lo dimostra lo stesso dibattito odierno ad Arezzo, che ha visto discutere insieme di prestito interbibliotecario la Regione, l'ICCU, e le università di Firenze e di Siena. Su un altro versante, quello degli interventi di restauro, la BNCF e la Regione hanno di recente sottoscritto una convenzione per la fornitura di consulenze alle biblioteche di ente locale e di interesse locale.
Lo dimostra, prima di tutto, la sottoscrizione fra Stato e Regione, avvenuta alla fine del 1999, dell'accordo di programma-quadro sui beni culturali, che mette in campo risorse importanti sull'obiettivo dell'integrazione fra biblioteche di ente locale e biblioteche statali, attraverso interventi di recupero catalografico e di retroconversione dei cataloghi cartacei. È evidente che c'è moltissima strada da fare, ma credo che quella fatta sia di qualche significato.


D. L'utente di una biblioteca fiorentina si trova di fronte, in questo momento, ad una serie di servizi diversi di ILL/DD: da "Libri in rete", al prestito tra le biblioteche aderenti allo SBIAF, al "Prestolibri" tra le comunali, al prestito interbibliotecario SBN.
C'è speranza che in un futuro non troppo lontano cessi questa Babele di iniziative dai nomi diversi e ci si ponga il problema della chiarezza nei confronti dell'utente finale?

R. La fine della Babele delle sperimentazioni significherà che il sistema è finalmente andato a regime. Per quanto riguarda il livello nazionale stiamo lavorando con SBN per integrare ILL e "Libri in rete".
Per quanto riguarda il livello toscano bisogna dire intanto che la nascita di sistemi di circolazione a livello di reti locali è un dato fortemente positivo, visto che non c'erano e che, naturalmente, occorrerà coordinarli.
A questo proposito voglio ricordare che i prossimi 22 e 23 gennaio, organizzata dalla Regione Toscana e dalla Sezione Toscana dell'AIB, si terrà a Firenze la prima conferenza delle reti bibliotecarie toscane, che ha come obiettivo quello di fare il punto sullo stato di attuazione della L.R. 35/99 e di individuare le linee di sviluppo del sistema documentario regionale.
Credo che da quella Conferenza dovrebbe uscire un gruppo di lavoro incaricato di integrare le diverse esperienze locali di prestito interbibliotecario.


D. Quali sono gli sviluppi futuri di "Libri in rete"? Fino a quando il servizio di corriere tra le biblioteche aderenti sarà finanziato dell'ente Regione?
R. L'obiettivo immediato è quello di integrare nel progetto le reti bibliotecarie che si vanno costituendo in tutte le province. La gratuità del servizio finirà quando il servizio sarà davvero a regime, e quindi cesserà l'utilità di un'azione promozionale.
Oltretutto, con il sistema a regime (e quindi con migliaia di libri che circolano) i costi diventerebbero insostenibili per la Regione. A quel punto, che spero arrivi prima possibile, assieme alle biblioteche decideremo che cosa fare. In ogni caso, credo che si potrà parlare di servizi a pagamento soltanto quando saremo in grado di garantire agli utenti un servizio di elevata qualità, davvero capace di produrre un effettivo risparmio per gli utenti stessi in termini di costi di viaggi e di tempo perso. La possibilità di fare ricerche da casa propria via Internet e di avere i libri o gli articoli che servono per una tesi di laurea nella biblioteca più vicina o addirittura a casa, ripagherebbe ampiamente le spese di un pacco, per corriere o per posta.


D. Per finire, un Suo giudizio sull'offerta di servizi nella nostra regione, forse la più ricca e variegata d'Italia dal punto di vista bibliotecario. Se dovesse esprimere un voto da uno a dieci, quale assegnerebbe? C'è un'altra regione a cui guardate come modello?
R. Questa domanda non andrebbe posta a me ma a Giovanni Solimine e Anna Galluzzi, che hanno appena pubblicato un libro sulle biblioteche pubbliche della Toscana, frutto di un'indagine commissionata dalla Regione.
Credo risponderebbero che lo stato del servizio bibliotecario in Toscana non è soddisfacente. Poiché anch'io sono d'accordo sul fatto che la nostra regione sia tra le più ricche e variegate d'Italia dal punto di vista bibliotecario, da ciò si deve dedurre che questo tessuto di grandi patrimoni documentari incontra molte difficoltà nella valorizzazione delle proprie risorse, e nella produzione di servizi per i cittadini. Aprire un dibattito su questo problema sarebbe certamente iniziativa non originale, ma lo stesso altamente meritoria.
Quanto ai modelli, direi che proprio non ne esistono più: la rapidità con la quale mutano le tecnologie e gli effetti stessi dei mutamenti tecnologici sulle architetture organizzative rendono rapidamente obsoleto qualunque modello, per quanto glorioso.

Approfondimenti

Metaopac toscano
L.R. 35/99 in materia di biblioteche e archivi Ufficio Biblioteche, Beni librari e Attivitą culturali della Regione Toscana


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Copyright AIB 2001-01-15, ultimo aggiornamento 2001-02-02 a cura di Vanni Bertini
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