[AIB] AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 3 (2000)

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RETI BIBLIOTECARIE, QUALITÀ DEI SERVIZI, PROFESSIONALITÀ DEI BIBLIOTECARI

di Massimo Rolle

La ripresa di dibattito e d'interesse intorno al tema del servizio bibliotecario di base e della biblioteca pubblica nella nostra Regione ha trovato ulteriori conferme in questo scorcio d'anno, con numerosi appuntamenti di presentazione di nuove reti documentarie e di dibattito come quello svoltosi in occasione della manifestazione "Dire fare nella pubblica amministrazione" in novembre ad Arezzo.
La politica regionale, dopo l'approvazione della nuova legge regionale sulle biblioteche (la n. 35 del 1999) e il nuovo piano d'indirizzo della cultura, sembra uscire da una fase d'inevitabile rodaggio per diventare il nuovo punto di riferimento del mondo bibliotecario regionale, in modo da dare rilevante impulso allo sviluppo dei servizi bibliotecari e marcare in concreto la distanza, non solo temporale, dai plumbei anni del Programma Abito. Nuovi indirizzi che si rendono concreti nell'aumento degli investimenti e della spesa regionale nel settore delle biblioteche, la quale speriamo trascini un analogo aumento della spesa degli enti locali toscani. Su questi indirizzi converge, negli ultimi tempi, anche la nostra Associazione professionale. Soprattutto la convergenza fra gli indirizzi della politica regionale e le linee politiche della Sezione si manifesta in tema di "qualità" dei servizi, nel ruolo istituzionale della biblioteca sul mercato dell'informazione globale, ma anche come garanzia del riconoscimento professionale del servizio di biblioteca per la cittadinanza. Insomma ci auguriamo che le reti documentarie della legge 35 non siano il Programma Abito del 2000, e che il Metaopac regionale non sia il Cut del 2000.
La qualità dei servizi (non solo il prestito interbibliotecario esteso e il document delivery, ma anche la programmazione degli acquisti e la pianificazione dei servizi) passa, crediamo, attraverso la cooperazione fra le biblioteche (superando i limiti dell'appartenenza amministrativa) e attraverso gli investimenti per le biblioteche e la qualificazione professionale dei bibliotecari. Stranamente su questo ultimo punto si tende invece a sfumare, a distinguere e a glissare..., nonostante che l'estesa applicazione dei metodi del TQM al settore dei servizi ci abbia abituato alla centralità del fattore "risorse umane" e del "capitale intellettuale", indispensabile per il successo di qualunque organizzazione. Invece, quando si pensa alle biblioteche il discorso affronta al massimo la disponibilità di una bella sede, magari accogliente, di ricche collezioni, di rutilanti tecnologie, ma quasi mai la presenza di operatori qualificati, adeguatamente formati, opportunamente aggiornati, professionalmente motivati e, perché no, adeguatamente pagati!


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Copyright AIB 2001-01-15, ultimo aggiornamento 2001-02-02 a cura di Vanni Bertini
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