The paper presents an outline of religious catholic serials and identifies the main institutions, that produce and preserve them. The ISSN promotes knowledge and exploitation of these publications, which are highly significant for religious and civil cultural memory.
Le biblioteche ecclesiastiche costituiscono una minoranza particolare in ACNP, lontana per un verso dai grandi numeri delle biblioteche di ateneo e per l'altro dalle aree disciplinari qui tipicamente e tradizionalmente rappresentate. Il Convegno di Bari ha offerto dunque l'opportunità di far conoscere un po' meglio – per quanto secondo linee assai generali – il mondo dei periodici religiosi, con qualche riflessione sul perché l'ISSN possa costituire anche per questo tipo di pubblicazioni un vero valore aggiunto [1].
Una doverosa precisazione. Il contributo si muove nell'ambito del mondo religioso cristiano e in particolare cattolico, soprattutto italiano: questo necessariamente, sia per limiti di conoscenza sia per delineare in modo chiaro i confini della comunicazione. Ma tale prospettiva non intende affatto né ignorare l'esistenza né sottovalutare l'importanza di periodici prodotti nel contesto di altre fedi religiose. Facendo infatti un semplicissimo e veloce controllo nell'OPAC del Servizio Bibliotecario Nazionale, la ricerca per soggetto con i descrittori Cristianesimo / Cattolicesimo – Periodici dà oltre un centinaio di risultati, mentre la ricerca con Buddismo, Ebraismo/Giudaismo, Induismo, Islam/Islamismo – Periodici, dà complessivamente quarantasei risultati [2].
Stringa di soggetto nell'OPAC SBN |
Risultati |
Buddismo - Periodici |
13 |
Ebraismo – Periodici |
3 |
Giudaismo – Periodici |
15 |
Induismo – Periodici |
2 |
Islam – Periodici |
2 |
Islamismo – Periodici |
11 |
Cattolicesimo – Periodici |
21 |
Cristianesimo – Periodici |
86 |
Formulando invece la ricerca per notazione Dewey, per la divisione 28 – religioni cristiane – troviamo solo 6 titoli, mentre per la divisione 29 – religioni non cristiane e religioni comparate – 13 titoli. Invece, in ACNP la divisione 28 comprende 82 titoli, mentre collegati alle sezioni della divisione 29 sono 76 titoli [3].
Notazione CDD e descrizione |
SBN |
ACNP |
280 – Unità della Chiesa. Chiesa e sette cristiane |
-- |
3 |
281 – Chiesa primitiva. Chiese orientali |
-- |
1 |
282 – Chiesa Cattolica Romana |
5 |
65 |
283 – Anglicanesimo |
-- |
1 |
284 – Protestantesimo |
1 |
5 |
285 – Chiese presbiteriane |
-- |
2 |
289 – Altre Chiese e sette cristiane |
-- |
5 |
290 – Religioni non cristiane e religioni comparate |
-- |
7 |
291 – Religione comparata |
3 |
22 |
292 – Religione classica (Religione greca e romana) |
1 |
1 |
294 – Bramanesimo, Buddismo e altre religioni comparate |
-- |
5 |
296 – Giudaismo |
4 |
31 |
297 – Islamismo e religioni derivate |
3 |
9 |
299 – Altre religioni |
2 |
1 |
Al di là di tradizioni differenti di catalogazione per soggetto e di una maggiore o minore sistematicità di applicazione dei linguaggi di indicizzazione semantica – che in questa sede ci limitiamo ad osservare – quel che importa rilevare è la spia di una presenza significativa di periodici di comunità religiose differenti da quelle cristiane.
Cerchiamo innanzitutto di dare una possibile definizione di periodico religioso, non certo in modo scientificamente rigoroso, ma in modo funzionale ad una comprensione piana e al tempo stesso sufficientemente esaustiva di un'entità bibliografica piuttosto variegata e articolata:
Per conoscere la realtà dei periodici religiosi cattolici credo possa risultare utile riflettere in primo luogo su quelli che potremmo identificare come i loro soggetti produttori, enti cioè che nell'ambito della loro attività ordinaria producono anche pubblicazioni seriali.
Cominciamo dal livello centrale e più alto dell'organizzazione ecclesiale, la Santa Sede, della quale esiste l'equivalente della "Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana", cioè gli "Acta Apostolicae Sedis" [4]. Alcuni organismi della Curia Romana – cioè Congregazioni, Pontifici Consigli, Pontificie Commissioni, Accademie Pontificie – o istituzioni ad essa collegate (LEV-Libreria Editrice Vaticana, la Fondazione Latinitas, il Pontificio Istituto di musica sacra), i Servizi di informazione, producono pubblicazioni periodiche di carattere informativo, come "L'Osservatore romano", oppure di carattere culturale o scientifico: pensiamo, solo per fare un esempio, alla Pontificia Accademia delle Scienze o alla Pontificia Accademia Romana di Archeologia [5].
Esiste poi un livello nazionale di organizzazione ecclesiastica: in particolare la Chiesa cattolica italiana è suddivisa in 16 Regioni ecclesiastiche, 228 Diocesi (ma fino al 1986 erano 325) e 25.679 Parrocchie: diocesi e parrocchie sono soggetti produttori di periodici [6]. In genere ogni parrocchia ha un proprio bollettino periodico; anche la diocesi ha un proprio bollettino, che contiene gli atti ufficiali della Curia diocesana, e in genere un annuario; non di rado esiste anche un giornale diocesano d'informazione [7]. Talvolta poi, specie nelle grandi diocesi, uffici e servizi di curia hanno proprie pubblicazioni periodiche. Per esempio i primi fascicoli di "Chiesa e quartiere", pubblicato a Bologna negli anni 1956-1967, portano in prima pagina di copertina l'indicazione di due uffici, il Centro di studio e informazione per l'architettura sacra e l'Ufficio nuove chiese di periferia, mentre a pagina 1 troviamo l'indicazione Edizione dell'Ufficio tecnico organizzativo arcivescovile U.T.O.A. – Bologna, che collega in modo esplicito il periodico all'ente Arcidiocesi di Bologna [8].
Sempre a livello nazionale i vescovi di ogni Paese sono, in quanto tali, membri della Conferenza episcopale di quel Paese: ognuno di questi organi ha uffici e servizi che producono con cadenza periodica strumenti di informazione e formazione.
Ci limitiamo a considerare in particolare la CEI - Conferenza episcopale italiana. Essa pubblica dal 1966 un "Notiziario", attualmente disponibile a partire dall'anno 2001 anche in formato elettronico sul sito Internet della CEI. A questo si affianca un periodico molto articolato: il titolo cumulativo "Quaderni della Segreteria generale CEI" funge infatti da contenitore di molti seriali, ciascuno frutto del lavoro di un singolo ufficio o di iniziative congiunte di più uffici, il che dal punto di vista bibliografico genera per esempio per un singolo fascicolo più numerazioni e ne rende complessa la descrizione col rischio di ingenerare ambiguità [9].
A questa organizzazione della Chiesa gerarchica si affianca poi quella a se stante degli ordini religiosi maschili e femminili (per fare qualche nome, tra quelli più conosciuti, Francescani, Cappuccini, Domenicani, Benedettini, Gesuiti ecc.), ognuno con le proprie istituzioni centrali e a livello territoriale, in tutte le parti del mondo dove l'Ordine è presente, con Province, Case, Conventi – magari annessi a Santuari – e Monasteri. Per esempio in Puglia, sede di questo convegno, i frati Cappuccini hanno 2 Province, quella di Puglia con 18 case, e quella di Foggia con 20 case [10].
Se effettuiamo una ricerca in ACNP per Ente Autore utilizzando come chiave proprio il termine Cappuccini, troviamo 32 titoli, già sufficientemente indicativi di come e quanto un ordine religioso possa esprimere il complesso delle proprie attività attraverso seriali con diffusione internazionale, come atti generali o studi legati alla presenza per esempio di un'istituto storico dell'Ordine, oppure a diffusione nazionale, provinciale o locale [11].
Fig. 1 Frontespizio dei perodici "Acta Ordinis Fratrum Minorum", 47 (1928) e "Le Mammole di madre Cabrini", 1 (1950) 1.
Così il latino degli "Acta Ordinis Fratrum Minorum" aveva – e in parte ancora ha – il ruolo di lingua sovranazionale, strumento di comunicazione tra membri dell'Ordine dei Frati minori sparsi in tutto il mondo [12]. Mutatis mutandis, anche "Le Mammole di madre Cabrini", negli anni 1950-1967, informava in lingua italiana le Missionarie del Sacro Cuore, fondate da santa Francesca Saverio Cabrini, dell'attività che l'Ordine femminile andava svolgendo in ambito sanitario, educativo e assistenziale, soprattutto a beneficio degli emigrati nelle Americhe [13].
Altro esempio sono i Gesuiti, per i quali l'intera Italia costituisce una sola provincia dell'Ordine: molto conosciuti due loro periodici culturali di alto profilo, "La civiltà cattolica", quindicinale nato nel 1850 e giunto al fascicolo 3893; e "Aggiornamenti sociali", mensile avviato nel 1950, cui lavorano Gesuiti e laici del Centro San Fedele di Milano e dell'Istituto Pedro Arrupe di Palermo [14].
Molti periodici nacquero, quando fondatori di ordini religiosi vennero proclamati beati o santi: de "La maestra santa" ACNP attestava l'esistenza nel periodo 1926-1941, senza collegamento al posseduto di alcuna biblioteca; SBN fornisce due localizzazioni, la Biblioteca civica di Foligno per il solo 1928 e la Biblioteca universitaria Alessandrina di Roma per gli anni 1928-1941; proprio nello scorso mese di aprile dalla Biblioteca provinciale dei Cappuccini dell'Emilia Romagna
Fig. 2 "La Maestra santa", 1 (1926) 1.
è stata donata alla Biblioteca del Seminario vescovile di Lodi una copia doppia di quasi tutte le annate, a partire – come vediamo qui – dalla prima, il 1926, quando avvenne la beatificazione di Lucia Filippini, fondatrice delle Maestre pie Filippini [15].
Accanto all'organizzazione territoriale della Chiesa gerarchica e degli Ordini religiosi, esiste una vasta e importante area di produzione di periodici, vale a dire il sistema formativo ecclesiastico [16]: con università e facoltà ecclesiastiche, università cattoliche e altri istituti di studi superiori arriviamo al livello più propriamente e strettamente scientifico dei contenuti, dalle "discipline sacre o connesse con le sacre", come dice il Codice di diritto canonico (can. 815), fino alla trattazione di qualunque disciplina nella prospettiva di fondo di un rapporto scienza-fede.
Così in questo ambito accademico ecclesiastico ed ecclesiale Facoltà, Dipartimenti e Istituti sono naturalmente tra i principali soggetti produttori di periodici scientifici di scienze religiose. E' naturalmente a questo livello, in ambito tanto nazionale quanto internazionale, che si collocano seriali di scienze religiose in formato anche o solo elettronico [17].
Abbiamo accennato all'ambito istituzionale accademico; ma anche chi si è formato in questi istituti può poi dar vita in autonomia a gruppi di lavoro, che decidono di comunicare attraverso una rivista esperienze professionali, formative, pastorali e così via, come nel caso di "3D-Tredimensioni", dove l'editoriale del primo fascicolo afferma: "La nostra radice culturale è l'Istituto di psicologia della Pontificia Università Gregoriana di Roma, dove si è formata la maggior parte di noi" [18].
Ci spostiamo così dall'ambito istituzionale al mondo vastissimo di gruppi, associazioni, movimenti di credenti, che da sempre hanno espresso ed esprimono la loro dimensione spirituale o di impegno ecclesiale, educativo, culturale, sociale, politico attraverso delle pubblicazioni periodiche.
Penso non tanto a testate importanti, consolidate e diffuse, ma a una miriade di giornali e piccole pubblicazioni – talvolta addirittura semplici dattiloscritti – pubblicazioni apparentemente effimere, attraverso le quali però soprattutto gli storici contemporanei sanno bene quanto è possibile comprendere della storia non solo della Chiesa e della spiritualità, ma anche per esempio della storia sociale di un Paese, nella quale molte associazioni e movimenti ecclesiali hanno appunto giocato un proprio ruolo.
Basti l'esempio di alcuni periodici delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani: un fascicolo dattiloscritto delle ACLI milanesi, "Incontro ACLI"; un fascicolo a stampa dei "Quaderni di Azione Sociale"; un numero della "Lettera agli assistenti", cioè ai sacerdoti che accompagnavano spiritualmente le singole associazioni a livello locale [19].
Fig. 3 Nella sequenza, "Incontro ACLI", 1 (1957) 21-22, "Quaderni di Azione Sociale", 9 (1958) 2, "Lettera agli assistenti", 7 (1955) 5.
*
Dopo aver parlato di soggetti produttori, ci chiediamo: quali sono gli enti conservatori di questo patrimonio ingente per consistenza, per valore storico e per significato culturale? Questa domanda ne sottintende un'altra: se spostiamo infatti la nostra attenzione dalle entità bibliografiche alle loro registrazioni bibliografiche, come possiamo far emergere e garantire in modo permanente l'informazione relativa a questa tipologia di pubblicazioni?
In primis osserviamo che ovviamente luoghi privilegiati di conservazione di periodici religiosi sono le biblioteche ecclesiastiche, da quelle accademiche a quelle parrocchiali a quelle degli ordini religiosi, di movimenti e associazioni. Ma la seconda legge di S. R. Ranganathan, "A ogni libro il suo lettore", ci impone qualche semplice osservazione in più [20]. Dunque, se l'obiettivo è l'aggiornamento nelle scienze religiose, occorrerà orientarsi verso gli istituti di formazione (atenei, facoltà teologiche ecc.); ma se l'obiettivo è il recupero di materiale periodico storico, rispondono in particolare le biblioteche dei seminari di formazione del clero e delle case degli ordini religiosi, perché spesso sono di antica fondazione e perché, paradossalmente, la carenza di personale addetto in modo permanente alla cura del patrimonio librario e la circolazione limitata di utenti e materiali le ha rese spesso come delle riserve naturali incontaminate, dove si sono accumulate nel tempo molte risorse bibliografiche particolari e raramente conosciute.
Quando poi parliamo di bollettini diocesani e parrocchiali, i fondi librari che rispondono meglio sono quelli degli archivi storici delle diocesi. Quindi non solo biblioteche ecclesiastiche, ma anche archivi ecclesiastici. E poi, non solo biblioteche ecclesiastiche o di interesse religioso, ma anche, per esempio, biblioteche civiche, che per qualche ragione nel corso della loro storia hanno incamerato fondi di natura ecclesiastica appartenuti a enti o a persone. L'identità di una biblioteca – soprattutto se di antica fondazione – è una questione complessa e i rivoli delle vicende storiche influenzano questo "organismo che cresce", modificando sovente le raccolte in direzioni impreviste [21].
Anche per questa ragione si impone in prima istanza la necessità di cataloghi che documentino il patrimonio, tenendo in debito conto il settore dei periodici, con registrazioni che ne descrivano e forniscano accesso non solo alla parte preminente e coerente con la tipologia della biblioteca, ma anche a quei 'residui atipici' e per questo non meno rilevanti, che fanno il loro ingresso in biblioteca per le ragioni più diverse: lì infatti potrebbero trovare inaspettatamente 'il loro periodico', magari raro e importante, lettori che non lo sospettano.
Tentiamo dunque in qualche modo di rispondere alla seconda domanda, cioè come far emergere la conoscenza di questo patrimonio, come fare in modo che gli utenti possano mettere in atto in modo efficace le funzioni individuate da FRBR, cioè Trovare, Identificare, Selezionare, Ottenere le informazioni sulle risorse bibliografiche e le risorse stesse [22].
Ci sono due ordini di considerazioni. La prima sfonda una porta aperta nel circuito di ACNP e NILDE: bisogna lavorare insieme, e, aggiungo, soprattutto in ambito di pubblicazioni periodiche su supporto cartaceo. Infatti la loro 'fisicità', insieme con la natura bibliografica, aumenta in modo esponenziale la disseminazione e la dispersione delle parti componenti la singola risorsa: ricostruire la vita di un periodico può risultare molto complesso; ancor più, quando i casi di omonimìa sono estremamente diffusi (quante volte infatti il medesimo titolo identifica risorse bibliografiche differenti!). La collaborazione aiuta ad aggregare progressivamente i dati descrittivi reali di una pubblicazione periodica, attraverso fonti dirette d'informazione; aiuta a correggere e a eliminare ambiguità.
C'è un primo livello indispensabile di collaborazione, quello tra enti affini per specializzazione e per tipologia di patrimonio bibliografico posseduto: accenno ad alcuni progetti attivi in ambito religioso e relativi ad attività di censimento e di catalogazione.
Proprio sul versante dei periodici religiosi da alcuni anni è attivo il censimento promosso dall'ABEI (Associazione dei bibliotecari ecclesiastici italiani) e dall'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della CEI, ed al quale ACNP – lo ricordiamo – ha dato un importante contributo nella fase iniziale: moltissime risorse bibliografiche e poche risorse umane e finanziarie, ma siamo comunque giunti a circa 6.000 titoli, descritti nella base di dati consultabile nel sito dell'ABEI [23].
Qui l'obiettivo fondamentale è attestare l'esistenza di una pubblicazione e indicare gli anni per i quali questo dato è stato accertato. I dati della singola testata vengono dunque inseriti, senza la preoccupazione di esaustività e di definitività, peraltro davvero impossibili per molti titoli: ogni elemento che nel tempo si recupera e che contribuisce a ricostruire la storia di un periodico, viene aggiunto. Nel record viene indicata la fonte delle informazioni, quando non sia la pubblicazione stessa e, dove possibile, l'ISSN, il riferimento al codice CNR e il codice identificativo del record eventualmente presente in SBN.
C'è poi il PBE, Polo SBN delle biblioteche ecclesiastiche della Conferenza episcopale italiana, progetto ben più vasto e ambizioso di cooperazione tra biblioteche ecclesiastiche in ordine alla catalogazione e alla fruizione del loro patrimonio, periodici compresi. Al progetto hanno aderito ad oggi 119 biblioteche, di cui 72 diocesane [24].
Promosso di nuovo dall'Ufficio beni culturali della CEI, c'è poi il Gruppo Nuovo Soggettario, che ragiona sulla terminologia controllata relativa alle scienze religiose e collabora con la Biblioteca nazionale centrale di Firenze per lo sviluppo del Thesaurus del Nuovo Soggettario [25].
Insomma, l'appartenenza ad un medesimo 'sistema', la natura affine dei documenti posseduti, delle questioni bibliografiche e catalografiche da risolvere e dei linguaggi disciplinari sono di fondamentale importanza per produrre un lavoro di qualità, perché si dispone delle fonti dei dati e perché si può ragionare sui modelli descrittivi sia formali sia semantici.
Questo impegno a produrre dati di qualità, lo sviluppo progressivo di competenze specializzate possono però essere messi in gioco a livelli più estesi di cooperazione, che si traducono nell'opportunità di valorizzare ulteriormente il patrimonio informativo prodotto, perché ne assicurano più vasta visibilità ampliando nel contempo i circuiti e le opportunità di servizio agli utenti.
Questo credo che sia il valore della partecipazione ad ACNP per le biblioteche ecclesiastiche che hanno scelto di collaborare attivamente con questa comunità di lavoro e di servizio agli utenti [26]. Credo che proprio per un ambito come quello dei periodici religiosi, nel quale – come abbiamo tentato di illustrare – è possibile far emergere un patrimonio poco conosciuto, cospicuo per consistenza e valore culturale, la possibilità di partecipare ad un catalogo specializzato per tipologia di risorsa bibliografica, che assicuri la possibilità di attribuire alle testate un identificativo internazionale come l'ISSN, costituisca un'opportunità importante.
Il contributo fondamentale che le biblioteche ecclesiastiche possono fornire risiede proprio nella loro capacità di raccogliere, verificare e fornire i dati fondamentali per la struttura dei records di autorità di periodici religiosi, che potrebbero confluire nel Registro internazionale ISSN. Questo significa che il lavoro bibliografico sviluppato per gran parte sino ad ora soprattutto ad intra, cioè in circuiti di lavoro interni al mondo ecclesiale, può trovare a pieno titolo una sua collocazione e incrementare il proprio tasso di incidenza culturale ad un livello internazionale.
Riflettendo sul rapporto tra Registro ISSN, Catalogo italiano dei periodici e cataloghi delle singole biblioteche in riferimento al modello FRBR, potremmo dire che la rete ISSN ha l'obiettivo di attestare e certificare l'esistenza di una determinata risorsa bibliografica in continuazione e pertanto raccoglie e gestisce in un archivio registrazioni bibliografiche di manifestazioni, esplicitando nel contempo alcuni attributi che le raccordano a manifestazioni, espressioni e opere ad esse correlate; la descrizione di ogni manifestazione è così collocata all'interno di un 'reticolo bibliografico' particolarmente importante per i seriali e associata ad un codice, che ne consente l'identificazione univoca; è dunque possibile trovare, identificare, selezionare una determinata manifestazione, indipendentemente dalle copie esistenti e dalla loro localizzazione [27].
ACNP mira invece ad assicurare l'informazione utile a ottenere l'accesso alle copie di una determinata risorsa, perché persegue un obiettivo finale di servizio: alla registrazione bibliografica ISSN, ACNP associa solo alcuni – pochi – attributi tipici dell'esemplare, quali per esempio la segnatura e i vincoli di accesso del periodico posseduto dalle singole biblioteche, aggiungendo nome e localizzazione degli enti di conservazione e consistenza del posseduto. Agisce dunque a livello di quello che FRBR chiama Item o Documento o Esemplare e attorno a questo catalizza, coordina e agevola il lavoro di scambio da parte delle biblioteche a beneficio degli utenti.
Al medesimo livello si collocano infine i cataloghi delle singole biblioteche, ai quali spetta però il compito importante di connotare meglio dal punto di vista storico-culturale quei records d'autorità, riferendoli al proprio esemplare e arricchendoli di altri attributi, che consentano di conoscerne la provenienza, lo stato di conservazione, la presenza di note marginali e note di possesso o vecchi timbri, e così via, gettando luce sulla storia della copia posseduta, che sovente è storia delle persone e del territorio nel quale la biblioteca vive e opera.
Insomma livelli differenti di lavoro possono integrarsi a servizio degli utenti e della comune memoria culturale.
Paola Sverzellati, Università Cattolica del Sacro Cuore, e-mail: paola.sverzellati@unicatt.it
Si segnala che l'ultima consultazione di tutti i siti Internet qui indicati risale al mese di agosto 2012. I periodici citati, ove possibile, sono identificati in nota da titolo chiave e codice ISSN; altrimenti, sono indicati il codice CNR e l'identificativo del record presente nell'OPAC del Servizio Bibliotecario Nazionale. Sono grata a Gabriella Boninsegna per i controlli nel Registro internazionale ISSN.
[1] Un doveroso ringraziamento a Vincenzo Verniti, sempre attento a questa 'minoranza' di biblioteche e di bibliotecari, per l'invito a proporre al Convegno una comunicazione sui periodici religiosi.
[2] Cfr. <http://opac.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/base.jsp>.
[3] Cfr. <http://opac.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/base.jsp> e < http://acnp.unibo.it/cgi-ser/start/it/cnr/fp.html> [ultima consultazione 20.08.2012].
[4] "Acta Apostolicae Sedis. Commentarium officiale", ISSN 0001-5199.
[5] Per conoscere la struttura organizzativa centrale della Santa Sede cfr. il sito ufficiale <http://www.vatican.va/phome_it.htm> o il periodico cartaceo "Annuario pontificio" (1912), ISSN 0390-7252. "Osservatore Romano" (Ed. quotidiana italiana Impressa), ISSN 0391-688X. Per le pubblicazioni periodiche della Pontificia Accademia delle Scienze cfr. <http://www.casinapioiv.va/content/accademia/it/publications.html>; per la Pontificia Accademia Romana di Archeologia cfr. per esempio le "Dissertazioni dell'Accademia Romana di Archeologia", alle quali si aggiungono le leggi accademiche, ISSN 1010-3945, che darà poi vita per scissione ad altri due periodici.
[6] Consente di conoscere l'organizzazione della Chiesa cattolica in Italia il sito della CEI-Conferenza episcopale italiana, <http://www.chiesacattolica.it/chiesa_cattolica_italiana/regioni__diocesi_e_parrocchie/00007907_Diocesi_e_Parrocchie.html>.
[7] Di frequente il sito Internet di una diocesi segnala le pubblicazioni periodiche diocesane, siano esse di natura istituzionale come annuario, atti e documenti del vescovo e della curia o di informazione e cultura: per esempio cfr. il sito della diocesi di Aosta, <http://www.diocesiaosta.it/chiesa/index.cfm/servizi-inform.html> e quello della diocesi di Piazza Armerina, <http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/s2magazine/index1.jsp?idPagina=8620>.
[8] "Chiesa & quartiere", ISSN 0529-1488.
[9] Cfr. "Notiziario della Conferenza episcopale italiana", ISSN 1974-3513. "Quaderni della Segreteria generale CEI", ISSN 1974-3505, è invece il titolo, con regolari e sequenziali dati di numerazione relativi ad annata, anno e numero di fascicolo, attribuito annualmente a un numero complessivo di circa 30-40 fascicoli pubblicati da uffici e servizi della Conferenza episcopale italiana; il sottoinsieme dei fascicoli editi da un singolo ufficio o servizio reca inoltre titolo e dati di numerazione propri, e in molti casi possiede anche un proprio ISSN (cfr. "Notiziario dell'Ufficio catechistico nazionale", ISSN 1974-3556, "Notiziario dell'Ufficio Nazionale Beni Culturali Ecclesiastici", ISSN 1974-3564 ecc.). Per esempio, "Quaderni della Segreteria generale CEI", a. 5, n. 26 (ottobre 2001) è l'insieme di dati che identifica nella raccolta annuale cumulativa il Notiziario del Servizio nazionale Progetto culturale, n. 5 (ottobre 2001) (periodico con codice CNR PT02451660). I "Quaderni della Segreteria generale CEI" sin dalle origini, nel 1997, presentarono questa particolare struttura bibliografica, che le note di legame "Si scinde in:", utilizzata da ACNP, e "Continuazione in parte di:", scelta da SBN non riescono a esprimere in modo adeguato.
[10] Un buon punto di partenza per esplorare la realtà di molti ordini religiosi, e non solo, è il sito Internet curato da Francesco Diani, <http://www.siticattolici.it/>.
[11] Hanno un Istituto storico importanti ordini religiosi, quali Benedettini, Cappuccini, Domenicani, Francescani, Gesuiti ecc.
[12] "Acta Ordinis Fratrum Minorum vel ad ordinem quoquo modo pertinentia", ISSN 0001-6411. Cfr. fig. 1.
[13] "Le mammole di madre Cabrini", codice CNR, PT02810437; codice identificativo SBN, IT"ICCU"CFI"0357857. Cfr. fig. 1.
[14] "Civiltà cattolica", ISSN 0009-8167, sito Internet <http://www.laciviltacattolica.it/it/>; "Aggiornamenti sociali", ISSN 0002-094X. In particolare, quest'ultimo periodico offre la possibilità di effettuare dal proprio sito Internet ricerche bibliografiche sui materiali pubblicati dalle origini (1950) ad oggi, <http://www.aggiornamentisociali.it/> e la possibilità di accedere al testo integrale degli articoli pubblicati a partire dal 1983.
[15] "La maestra santa", codice CNR P 00055874; codice identificativo SBN IT"ICCU"RML"0026451. Questo esempio è già sufficiente a dimostrare quanto materiale periodico giaccia inesplorato e attenda di essere portato in luce nei fondi librari cartacei delle biblioteche ecclesiastiche.
[16] Cfr. Codex Iuris Canonici, Libro III, Titolo III: L'educazione cattolica, canoni 793-821, <http://www.vatican.va/archive/cod-iuris-canonici/latin/documents/cic_liberIII_lt.html#TITULUS_III>; "Annuario pontificio" (1912), ISSN 0390-7252.
[17] Nell'ambito dei periodici scientifici di scienze religiose, importante il lavoro svolto da ATLA – American Theological Library Association, che offre accesso on line a pagamento a banche dati bibliografiche, ATLA Religion Database, relativa a monografie e periodici scientifici di scienze religiose, ad ATLA Catholic Periodical and Literature Index, relativa a pubblicazioni di area cattolica, e ad ATLASerials, una raccolta full-text di 219 tra i più importanti periodici in lingua inglese pubblicati in differenti contesti religiosi. Cfr. <https://www.atla.com/Pages/default.aspx>. Altre importanti banche dati bibliografiche di settore: Religious and Theological Abstracts, <http://rtabstracts.org/>, a pagamento, mentre sono a libero accesso Index Theologicus (IxTheo), < http://www.ixtheo.de/> e Riviste on line, <http://www.rivisteonline.org/index.asp>.
[18] "Tredimensioni", codice CNR PT02279593, codice identificativo SBN IT"ICCU"CFI"0581074. Citazione tratta da Editoriale, "Tredimensioni" 1 (2004) 1, p. 4.
[19] Rispettivamente: "Incontro ACLI", codice CNR P 00077192, codice identificativo SBN IT"ICCU"CFI"0415414; "Quaderni di Azione Sociale", ISSN 0033-4901; "Lettera agli assistenti", ISSN 1594-6320. Cfr. fig. 3.
[20] Shiyali Ramamrita Ranganathan, Le cinque leggi della biblioteconomia. Traduzione e note a cura di Laura Toti. Saggio introduttivo di Giovanni Solimine, Firenze, Le Lettere, 2010, in particolare p. 212-213, § 471-475.
[21] La definizione di biblioteca riportata è la quinta legge della biblioteconomia di Ranganathan, ibid., p. 283 § 701.
[22] Si fa qui riferimento a «generic tasks that are performed by users when searching and making use of national bibliographies and library catalogues», cioè funzioni individuate dal documento IFLA, Functional Requirements for Bibliographic Records. Final Report [FRBR], München, Saur, 1998 (UBCIM publications. New series, 19), pp. 8-9; testo edito nel 1998 disponibile on line all'URL <http://www.ifla.org/files/cataloguing/frbr/frbr.pdf>; testo con correzioni successive, <http://www.ifla.org/files/cataloguing/frbr/frbr_2008.pdf>; nella traduzione italiana, IFLA Study Group on the Functional Requirements for Bibliographic Records, Requisiti funzionali per record bibliografici, approvato dallo Standing Committee dell'IFLA Section on Cataloguing, edizione italiana a cura dell'Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, Roma, ICCU, 2000, p. 17-18.
[23] Cfr. <http://www.abei.it/index.php?file=periodici.php&sezione=Censimento Periodici Religiosi&menu=Database Periodici>. Si cominciò ad impostare il progetto nel 2006: la prima riunione si tenne il 13 marzo a Bologna presso la Soprintendenza per i beni librari e documentari, grazie all'ospitalità e al sostegno della responsabile Rosaria Campioni; all'incontro parteciparono due rappresentanti di ACNP, Jacopo di Cocco e Vincenzo Verniti, che da subito offrirono la disponibilità a collaborare estraendo dal catalogo un primo nucleo di dati relativi a periodici di interesse religioso sulla base di parole chiave significative fornite dal gruppo di lavoro ABEI.
[24] Cfr. <http://www.polopbe.it/>. Delle biblioteche che operano nel polo PBE 12 sono presenti in ACNP, ma di queste solo 5 sono attive: la Biblioteca provinciale dei frati minori Cappuccini di Bologna (BO046), la Biblioteca del Seminario vescovile di Lodi (LO001), la Biblioteca dell'Istituto superiore di scienze religiose Beato Contardo Ferrini e la Biblioteca del Seminario metropolitano Ludovico Antonio Muratori (MO033: proprietà di due enti giuridicamente distinti, ma istitutite insieme come Biblioteca diocesana nel 2007), la Biblioteca diocesana Mons. Emilio Biancheri di Rimini (RN004).
[25] Cfr. <http://www.polopbe.it/beniculturali/pbe/00014701_Gruppo_Nuovo_Soggettario.html>. Si vedano inoltre gli interventi di Anna Lucarelli, BNCF e UNBCE: un progetto per lo sviluppo dell'indicizzazione nell'ambito delle scienze religiose e di Paola Sverzellati, Il Gruppo per l'accrescimento e lo sviluppo del nuovo Soggettario per i termini di ambito religioso, presentati nel maggio 2011 a Roma in occasione della 18. Giornata nazionale dei beni culturali ecclesiastici e di imminente pubblicazione nel volume Archivi e biblioteche ecclesiastiche del terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all'innovazione dei servizi, a cura dell'Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della CEI, Roma, Gangemi, 2012.
[26] Le biblioteche di scienze religiose o di enti ecclesiastici – distinzione necessaria, perché i due attributi non sono automaticamente compresenti – in ACNP sono poco più di un centinaio: appartengono a Istituti di vita consacrata, Diocesi, Fondazioni, centri di attività pastorale o culturale e sono a servizio di monasteri, conventi, istituti formativi – scuole primarie e secondarie, l'Università Cattolica, università di ispirazione cattolica, seminari, facoltà teologiche, università ecclesiastiche – Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. Purtroppo per la maggior parte risultano inattive nel Catalogo italiano dei periodici.
[27] Estremamente utile e istruttivo il confronto tra FRBR, IFLA, ISBD International Standard Bibliographic Description, recommended by the ISBD Review Group, approved by the Standing Committee of the IFLA Cataloguing Section. Consolidated Edition, Berlin, De Gruyter Saur, 2011 (IFLA Series on Bibliographic Control, 44), per la parte relativa ai seriali, e Table of ISSN data elements, in ISSN International Centre, ISSN Manual. Cataloguing part, January 2009, § 1.2, <http://www.issn.org/files/issn/Documentation/Manuels/ISSNManual2012-EN.pdf>. Estremamente utile per tale confronto l'ausilio del documento curato per IFLA nel 2004 da Tom Delsey, Mapping ISBD Elements to FRBR Entity Attributes and Relationships, <http://www.ifla.org/files/cataloguing/isbd/isbd-frbr-mapping.pdf>.