Un'importante occasione di conoscenza professionale e di scambio di esperienze ci è stata offerta dal viaggio di studio organizzato dall'Associazione Italiana Biblioteche dal 14 al 17 giugno scorso in Trentino-Alto Adige: ci siamo ritrovati in un universo bibliotecario molto stimolante e accogliente, nel quale i servizi agli utenti e la formazione continua dei bibliotecari sono i punti di forza per una ricetta vincente.
La nostra visita ha avuto inizio dall'Ufficio per il Sistema bibliotecario trentino in compagnia di Paola Brocero, che sarà presente in tutte le tappe cittadine. L'Ufficio è il centro che coordina e promuove lo sviluppo del sistema trentino, come ci illustra Nadia Vincenzi. Il territorio amministrato è composto da 223 comuni, molti dei quali sotto i 3.000 abitanti, con 86 biblioteche di pubblica lettura gestite dai comuni, 38 punti di lettura disseminati nelle realtà più piccole e il servizio Bibliobus che raggiunge le zone più isolate o i punti di prestito estivi, aperti nei pressi delle piscine e dei lidi, rivolgendosi così anche ai turisti. A completare l'offerta culturale si aggiungono inoltre 42 biblioteche specialistiche, tra le quali ricordiamo quella dell'Istituto culturale Ladino.
Lo standard minimo dei servizi prevede almeno 18 ore settimanali di apertura per le biblioteche, mentre per i punti di lettura il limite si abbassa ad 8 ore; le biblioteche specialistiche invece devono garantire circa 20 ore di apertura. Un dato molto positivo è quello che riguarda l'indice di circolazione: si arriva al 49%, dato ottenuto da rilevazioni effettuate in settimane campione in periodi in cui non c'è una forte presenza turistica.
Gli acquisti vengono gestiti in modo coordinato: è attivo un sistema di visione delle novità editoriali nella Biblioteca comunale di Trento, che consente ai responsabili degli acquisti, secondo un calendario a rotazione, di scegliere tra i libri esposti e ritirarli già catalogati. La catalogazione centralizzata è affidata ad una cooperativa che opera in varie sedi ed è oggetto di accurati controlli di qualità. Tra i servizi coordinati dal Sistema bibliotecario segnaliamo la gestione del catalogo collettivo trentino, la gestione della rete Ultranet per la consultazione condivisa delle banche dati tra le biblioteche aderenti, la catalogazione centralizzata.
Merita di essere citato anche il prestito interbibliotecario perché, all'interno del territorio provinciale, risulta completamente gratuito per gli utenti. Il servizio è stato affidato a Poste italiane e la Provincia ne copre interamente i costi. I documenti richiesti vengono smistati a Trento e consegnati ai richiedenti in circa 3 giorni.
Dal 1996 all'Ufficio centrale di coordinamento, attualmente diretto dalla dott.ssa Daniela Dalla Valle, è stato attribuito il compito di fornire ai bibliotecari consulenza sulle gestioni associate, assistenza sia per la stesura di linee guida e regolamenti, sia per quanto riguarda le convenzioni con Enti o privati.
Particolare attenzione viene riservata all'attività di formazione ed aggiornamento dei bibliotecari, parte della quale viene svolta in collaborazione con la sezione locale dell'AIB. Negli stessi locali si trova anche la Biblioteca professionale di biblioteconomia, molto funzionale e ben fornita. Per approfondimenti si può consultare il sito <
www.trentinocultura.net>.Sempre con Paola Brugero ci rechiamo al Castello del Buonconsiglio, dove veniamo ricevuti da Livio Cristofolini, Soprintendente per i beni librari e archivistici. Con lui cominciamo un affascinante viaggio all'interno di una biblioteca musicale unica nel suo genere per ricchezza documentaria sul canto gregoriano. Cristofolini ci illustra con grande passione i tanti progetti che la biblioteca sta seguendo e che riguardano il censimento del patrimonio antico e la sua catalogazione con esemplare alla mano, i sistemi di antitaccheggio per la sicurezza dei beni, la creazione di un laboratorio di restauro e la digitalizzazione dei codici musicali del Quattrocento.
Un altro importante progetto nel quale sono impegnati come gruppo di lavoro con i colleghi della Toscana (si veda il seminario <
http://www.cultura.toscana.it/biblioteche/bsb/news/Invito-programma_DeiSegniSuiLibri_19.06.2009.pdf>) è quello sullo studio delle "provenienze", ovvero le tracce presenti nei libri, il tipo di regole di expertise e la metodologia di descrizione da adottare, con l'obiettivo di proporre all'ICCU i risultati della ricerca.La visita alla Biblioteca Feininger è guidata con sapienza e passione professor Marco Gozzi, che descrive accuratamente la storia della biblioteca, nata per volontà di Laurence Feininger, cultore del canto gregoriano, che ha raccolto durante tutta la sua vita moltissimo materiale musicale, sia in originale sia in microfilm e ha voluto donare, alla sua morte, la preziosa collezione alla Provincia di Trento, mettendola sotto la protezione della Soprintendenza per i beni librari. Musicologo, figlio del pittore Lionel, Feininger arriva a Trento nel 1949, dopo essersi laureato in Germania. Convertitosi al cattolicesimo negli anni Trenta, si appassiona alla musica liturgica di rito latino, fonda e dirige per vent'anni il coro del Concilio e una casa editrice che ha pubblicato oltre un centinaio di trascrizioni.
Ad oggi sono stati editi circa 135 manoscritti in due volumi con inventari completi e indici. Le oltre mille edizioni dei libri liturgici sono state catalogate secondo lo standard ISBD(A) e si sta lavorando alla catalogazione dei microfilm. Il progetto di digitalizzazione, in collaborazione con la Biblioteca digitale italiana, ha come oggetto i 7 codici musicali del Quattrocento, in evidenza nel portale del sito <
www.trentinocultura.net>.La biblioteca ha sede in un bel palazzo, appartenuto ai Gesuiti, la cui ristrutturazione è stata completata nel 2002, anno nel quale viene inaugurata la nuova sede con l'aggiunta della Sala Manzoni, che costituisce l'accesso principale della biblioteca. Siamo davanti a un bellissimo esempio di liberty: difatti la sala è stata progettata per fungere prima da teatro e poi da cinema, e grazie a un sapiente restauro conservativo ha mantenuto il suo particolare carattere. Ci accoglie il direttore, Fabrizio Leonardelli, che ci illustra la storia e le statistiche relative all'attività di questa biblioteca, definita centro di sistema e quindi con compiti di conservazione (dal 1856) e valorizzazione del territorio e della produzione locale (la consistente sezione storica trentina è collocata al secondo piano del palazzo nei compact, mentre la produzione corrente è al piano terra negli scaffali aperti). Il modello di riferimento utilizzato per l'organizzazione dei servizi è quello tedesco della biblioteca a tre livelli. Il patrimonio della biblioteca rispecchia la presenza nel territorio delle 3 lingue principali: italiana, tedesca e ladina. Molto attivo è l'ufficio comunicazione, al quale spettano i compiti di organizzare gli eventi e le presentazioni dei libri, il portale e gli aggiornamenti web, le locandine.
All'ultimo piano visitiamo la Sala dei forzieri, così denominata perché vi si trovano degli armadi-forzieri (riproduzioni), e dove si svolgono le lezioni sui libri antichi e sulla storia del libro, con laboratorio per ragazzi, interessante perché lo stesso spazio è dedicato sia alla conservazione che alla didattica. Un'osservazione: gli spazi del piano terra sono molto frequentati dagli studenti universitari, anche per lo studio di gruppo, ma il loro livello di autodisciplina è ammirevole. Altre informazioni sono disponibili all'indirizzo <
http://www.bibcom.trento.it/>.L'ingresso della biblioteca si trova nella piazza interna al MART, con il quale condivide la sezione più "moderna", ma il palazzo storico nel quale ha originariamente sede la biblioteca civica in realtà risale alla seconda metà del 1700, è stato progettato da Ambrogio Rosmini (zio del filosofo Antonio) ed era il magazzino del grano, veniva infatti chiamato Palazzo dell'Annona. Il primo fondo librario è costituito dal lascito di Girolamo Tartarotti, che dona 2.500 volumi all'Ospizio dei Poveri, comprati poi dal Comune che li destina a "libreria di uso pubblico" già nel 1764.
Il patrimonio librario è plurilingue, attualmente raggiunge i 500.000 volumi, 1.200-1.500 riviste correnti, se si comprendono anche le riviste dell'Accademia degli Agiati, società scientifica della quale era membro Tartarotti. La biblioteca gestisce anche 2 punti di lettura situati in paesi limitrofi, oltre ai punti di lettura "stagionali" in piscina e ai "lidi" (le spiagge dei laghi) con le baite dei libri.
La biblioteca poi svolge un'intensa attività espositiva, anche in collaborazione con il museo civico; noi abbiamo visto una mostra didattica sulla Storia del libro nel sotterraneo del Palazzo dell'Annona, nel quale è ospitato anche uno storico laboratorio tipografico perfettamente funzionante, molto apprezzato dalle scuole. Per le notizie storiche si veda <
www.bibliotecacivica.rovereto.tn.it>.Sono rimasta molto colpita da come edifici diversi per progettazione e carattere possano assolvere perfettamente alle funzioni alle quali sono destinati, e cioè biblioteca a scaffale aperto (sempre organizzata secondo il modello di biblioteca a tre livelli), con spazi per i bambini, le mostre, spaziosissimi depositi al piano seminterrato (arredati con compatti predisposti per contenere fino ad un milione di libri!), più un magazzino esterno per utilizzato per sfoltire le collezioni delle biblioteche scolastiche, ed uno spazio di lettura simmetrico, attrezzato in modo funzionale alle esigenze degli universitari, destinato agli studenti della Facoltà di Scienze Cognitive.
In questo caso di eccellente restauro e di perfetta convivenza tra antico e moderno è stata particolarmente importante la collaborazione tra l'architetto che ha curato gli arredi e i bibliotecari: i risultati sono particolarmente evidenti al secondo piano del palazzo, nella parte dedicata alla conservazione (compreso il fondo Tartarotti), dove gli arredi reinterpretano la vecchia struttura, mantenendone lo stile.
Una considerazione "economica", e quindi molto attuale: c'è stata una cura particolare anche a destinare piccoli spazi, ma ben visibili, agli sponsor in biblioteca!
Ci incontriamo con Patrizia Caleffi del Sistema Biblioteche della Provincia di Bolzano, che ci illustra le particolarità del sistema: la legge provinciale n.41/83 abbina l'educazione permanente e le biblioteche pubbliche. Le due ripartizioni, italiana e tedesca, si dividono le competenze secondo le 2 aree culturali e linguistiche. Nel sistema della Provincia di Bolzano le biblioteche scolastiche sono molto importanti, tanto da essere riconosciute con una legge del 1990 e presenti in 61 scuole di lingua tedesca e in 18 di lingua italiana; anche queste biblioteche sono a scaffale aperto, ed un particolare rilievo è assegnato alla formazione professionale degli operatori (che possono essere anche gli stessi docenti). I corsi di aggiornamento professionale, la durata complessiva dei quali deve raggiungere le 40 ore annue, vengono svolti in collaborazione con l'AIB di Trento e la DVB, l'omologo tedesco, e sono integrati da scambi e viaggi studio. Un altro elemento interessante è rappresentato dal nuovo indirizzo della Libera Università di Bolzano per l'anno accademico 2009-2010, interamente dedicato alla professione bibliotecaria: management delle informazioni in ambito bibliotecario, in comune con il biennio di Scienza della comunicazione.
Il Sistema Biblioteche cura con attenzione anche lo sviluppo dell'attività di gestione consapevole delle raccolte nelle varie fasi: la costruzione, il monitoraggio e lo scarto vedono la collaborazione dei bibliotecari afferenti al sistema, i quali partecipano ai 7 incontri previsti annualmente per la cooperazione negli acquisti.
Un'attività considerata molto importante è quella della promozione culturale, che comprende la ricerca di nuovi pubblici e la diffusione della cultura locale e delle lingue, mentre tra le forme artistiche particolare rilievo viene dato al cinema e ai nuovi media (vedi Centro Trevi e CAB di Bolzano).
Sempre in questo ambito è degno di nota anche l'impegno dedicato alla promozione della lettura: fra le tante citiamo l'iniziativa "Primavera di lettura 2007", che è stata costellata da circa 600 eventi organizzati anche con la collaborazione delle agenzie di formazione permanente. Le due biblioteche centro di sistema sono quella di Merano, con un bacino di utenza sui 30-35mila abitanti, e quella di Bolzano con circa 100mila abitanti; in tutti i comuni è presente una biblioteca, alcune delle quali sono situate in ambienti davvero notevoli, come la Biblioteca di Silandro, ospitata in un castello, e quella di Merano, che si avvantaggia di una bellissima posizione centrale.
Proseguiamo con una rapida visita al CAB (Centro audiovisivi di Bolzano), esempio di perfetta convivenza tra lettori e cinefili: esistono postazioni (dotate di cuffie e comode poltrone) per guardare i film quasi come a casa propria, o ascoltare musica, mentre nella sala di fianco alcuni divani colorati interrompono le file degli scaffali per consentire agli utenti di scegliere i libri con tutta calma.
Il punto di forza dell'intero sistema e che emerge con grande evidenza è la centralità dell'utente: la quantità e la qualità dei servizi offerti sono molto elevate, e l'impegno manifestato dalle istituzioni e dai bibliotecari riceve una risposta nettamente positiva dai cittadini.
Prima di iniziare la visita alla biblioteca della della Libera Università di Bolzano, vale la pena di parlare di questo ateneo, che nasce nel 1997 con l'ambizioso progetto di fornire i corsi in 3 lingue: tedesco, italiano e inglese; ed è proprio la direttrice della biblioteca, la dottoressa Elisabeth Frasnelli, che ce ne racconta lo sviluppo. Gli studenti vengono ammessi a partire dalla conoscenza di almeno 2 lingue e durante il 1° anno devono acquisire le competenze necessarie a seguire i corsi anche nella terza. Docenti e bibliotecari provengono da paesi di lingua tedesca e dall'Italia, mentre gli studenti da circa 23 paesi. Questa complessità si rispecchia anche nell'organizzazione della biblioteca, che acquista i libri in edizione originale in ognuna delle 3 lingue.
La biblioteca, inaugurata nel 2003, è caratterizzata da spazi ampi e flessibili, pensati per la realizzazione di un centro di apprendimento permanente: questa idea guida si è concretamente sviluppata in sale con scaffali aperti ad accesso diretto e a spazi per lavori individuali alternati con quelli dedicati al lavoro di gruppo (ricordo a questo proposito che il progetto biblioteconomico è stato preparato da Klaus Kempf e Aldo Pirola). La diffusione dei servizi informatizzati e l'orario prolungato di apertura (8-24) ne fanno il cuore stesso dell'università.
I bibliotecari sono molto attivi anche sul fronte dell'information literacy, mentre i subject librarian preparano i corsi per le matricole e sono partners dei docenti per la consultazione delle banche dati. Gli studenti maturano crediti per corsi di 30 ore, e viene effettuata la valutazione delle tesi di laurea degli studenti formati. Nei corsi di Economia, ad esempio, il bibliotecario affianca i docenti durante le lezioni, presentando le banche dati di maggior interesse per le materie d'insegnamento. Le matricole inoltre vengono invitate ad assistere ad un filmato di 30 minuti di introduzione ai servizi bibliotecari e ricevono una guida "survival" in 3 lingue.
Grande rilievo viene anche dato alla formazione interna: in questo campo i progetti di punta sono la collaborazione con l'Università di Standford per uno stage di 5 settimane, e la partecipazione alla costruzione di un motore di ricerca plurilingue che entrerà in Europeana. Per approfondimenti si veda <
http://www.unibz.it/en/library/welcome/Default.html>.La nostra ultima tappa è la biblioteca civica di Merano. La sede è situata in pieno centro, collocazione che ha favorito l'aumento dei visitatori, in un vecchio edificio storico ristrutturato e la biblioteca è stata inaugurata nel 1992. I locali che abbiamo visitato sono molto accoglienti e ospitano in modo veramente piacevole le due ripartizioni, italiana e tedesca, distinte a partire dalle sale per i ragazzi e riunite invece al 2° piano, dedicato alla saggistica.
Purtroppo gli spazi cominciano a scarseggiare - anche a causa delle esigenze che i diversi pubblici pongono alla struttura - ma la creatività dello staff è grande nella ricerca di soluzioni che permettano agli utenti di trovarsi a proprio agio. Nell'area ragazzi merita particolare attenzione la sezione "Oplà", dedicata al libro d'artista per bambini, una tra le tante attività di promozione svolte, progetto con il quale la biblioteca partecipa regolarmente alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna. In questa biblioteca è attivo il servizio di auto-prestito dei libri, molto gradito dagli utenti, mentre nel caso di cd e dvd deve intervenire l'operatore. Un altro servizio innovativo è quello degli sms inviati all'utente quando il libro che ha prenotato rientra dal prestito. Per approfondimenti si veda <
www.comune.merano.bz.it/opla/biblioteca/frame_i.html>.Un grande ringraziamento va a tutti i colleghi, con i quali mi scuso per non averne citato i nomi, che ci hanno accompagnato in queste biblioteche e che, raccontandoci con vera passione esperienze e progetti, ci hanno dimostrato come sia possibile superare le inevitabili difficoltà, e con i quali abbiamo condiviso l'idea di fondo che i libri, ma soprattutto i lettori, sono sempre al centro del nostro comune lavoro.
Angela Sampognaro, Biblioteca Walter Bigiavi - Università di Bologna, e-mail: sampognaro@cib.unibo.it