«Bibliotime», anno IV, numero 1 (marzo 2001)
Biblioteche in gioco 2
Esperienze di videogiochi in biblioteca
Nel n. 3, A. I, novembre 1998 di Bibliotime appariva un contributo del sottoscritto sull'argomento Biblioteche in gioco? Riflessioni sui videogiochi in biblioteca [1]. Là proponevo una equiparazione tra i videogiochi ed il materiale informativo in forma elettronica compiendo l'equazione videogiochi : enciclopedie o educational su CD-ROM = narrativa : saggistica e manuali. Quel pezzo aveva interessato alcuni colleghi, che mi hanno anche interpellato per discuterne insieme, magari interessati a livello teorico, ma quasi sempre dubbiosi sull'effettiva gestione di tale materiale in una Biblioteca pubblica.
Confortati però l'anno seguente dalla lettura del libro di Francesco Antinucci Computer per un figlio [2] in cui l'autore spiega a due genitori, perplessi dalla passione del figlio per i videogiochi, che questi sono strumenti - esattamente come possono esserlo gli sport da un punto di vista fisico - per accrescere le proprie capacità intellettive e senso-motorie, ci siamo finalmente decisi a tentarne sperimentalmente l'introduzione anche nella nostra biblioteca. A tal proposito può essere utile ricordare alcuni dati su di essa. La Biblioteca Comunale a Fiorenzuola d'Arda ha un patrimonio di circa 47500 volumi, un centinaio di riviste in abbonamento e circa 1800 famiglie iscritte al prestito (l'iscrizione è infatti "familiare", non individuale, quindi alcune iscrizioni sono usufruite da più membri dello stesso nucleo) con una media di circa 15.000 prestiti durante il 2000. Dispone di circa 90 posti per i lettori, di un computer dedicato alla navigazione su Internet con connessione ISDN, di un servizio di prestito interbibliotecario. Svolge attività di promozione alla lettura in collaborazione con la locale Scuola Elementare [3], oltre a realizzare mostre bibliografiche e proposte di lettura per il pubblico adulto e bibliografie per gli studenti medi e superiori. Dispone di un piccolo archivio musicale costituito per lo più dai CD allegati alla rivista Amadeus e di un crescente archivio di CD-ROM (oltre 200) in gran parte allegati a riviste di informatica, ma anche opere "educational" acquistate. Il tutto a servire una realtà cittadina di circa 14.000 abitanti e anche parte del territorio circostante. Fiorenzuola si trova all'interno della Provincia di Piacenza con una rete provinciale in stato - ormai avanzato - di attuazione, anche se attualmente continua ad essere una realtà bibliotecaria - per usare un termine mutuato dall'informatica - stand alone. Dopo avere discusso e valutato costi e benefici è stato dato inizio da luglio 2000 all'introduzione sperimentale dei videogiochi nel patrimonio della Biblioteca. I videogiochi, completamente pacchettizzati (termine dei distributori che intendono le copie complete di scatola, manuale e licenza come quelle destinate alla vendita), sono le copie per recensioni inviate al sottoscritto in qualità di collaboratore a varie testate giornalistiche [4]. Per evitare possibili obiezioni da parte dei locali rivenditori, i giochi non sono nuovissimi ma vengono presentati al pubblico almeno sei mesi dopo la loro uscita nei negozi. Inizialmente la sperimentazione viene attuata solo utilizzando giochi per PC (e i rari per MAC) dato che i giochi per console (Playstation in particolare, pure molto richiesti) hanno una vita commerciale più lunga essendo la loro duplicazione (illiceità a parte) maggiormente laboriosa e dispendiosa. Non esistendo sale appositamente attrezzate (oltre alla quasi inevitabile arretratezza che assilla la Pubblica Amministrazione in campo informatico) si è deciso che i giochi non possono essere utilizzati in sede ma ne è consentito solo il prestito (il cui regolamento è identico a quello riguardante i libri).
A Luglio 2000 è dunque partita la sperimentazione con l'apertura di un'apposita sezione ed una dotazione iniziale di 48 titoli, progressivamente incrementata. Da Luglio 2000 a fine Febbraio 2001 sono stati ingressati, catalogati e resi disponibili al prestito 80 videogiochi (nello stesso periodo sono stati ingressati 742 libri) di cui segue l'elenco.
L'elenco è strutturato nel seguente modo: titolo, sviluppatore (persona o studio, ove manchi è probabile che si tratti di un team di sviluppo interno del produttore) / principale produttore / distributore italiano, anno di pubblicazione (sintetica spiegazione del titolo).
La maggior parte delle varie tipologie di gioco per computer sono comprese nell'elenco. Alcuni, per il loro contenuto violento o moralmente eccepibile, hanno sulla confezione un'età consigliata. Tali giochi non sono consegnati direttamente ai ragazzi di età inferiore, ma piuttosto viene richiesta la presenza e l'esplicito consenso di un adulto.
La partenza di tale sperimentazione ha avuto una notevole attenzione da parte del locale quotidiano, che tuttavia ha polemizzato con essa chiedendo il parere del sociologo Francesco Alberoni che ha duramente criticato l'idea di inserire videogiochi all'interno della biblioteca [5]. Ma tali critiche, basate su un'immagine della biblioteca pubblica totalmente incentrata sul libro e su una missione specificatamente ed esplicitamente educativa [6] non condivise neppure da colleghi bibliotecari che pure avevano esternato perplessità all'iniziativa, non sono parse attutire l'interesse del pubblico. Lo dimostrano le cifre di prestito in questi primi sette mesi. 100 utenti hanno acceduto alla nuova sezione per un totale di 442 prestiti (in media ogni videogioco è uscito in prestito 5,5 volte). Di questi 24 erano nuovi utenti. Di questi ultimi 7 dopo aver conosciuto la biblioteca spinti dai videogiochi, ne hanno approfittato per prendere in prestito anche dei libri. La maggior parte dell'utenza è costituita da ragazzi e da giovani (14-20 anni) ma vi sono anche adulti interessati a giochi di maggior spessore come gli strategici o i simulativi. Un'altra osservazione interessante compiuta riguarda l'interesse suscitato in biblioteca anche da giochi di scarso successo commerciale. Osservazione comprensibile considerando l'elevato costo di questi prodotti che spinge inevitabilmente l'acquirente ad orientarsi su titoli "sicuri" o perché recensiti positivamente dalle riviste specializzate, o perché di successo e quindi col conforto del pensiero "ciò che è già piaciuto a molti piacerà anche a me", o infine perché già conosce ed apprezza il gioco tramite versioni precedenti. In biblioteca invece è possibile provare anche giochi di cui non si è completamente sicuri, senza il timore di spendere inutilmente dei soldi e potendo così esporsi a strade inesplorate.
In conclusione l'esperimento nella sua fase iniziale può dirsi ampiamente riuscito. L'istituzione del nuovo servizio è stato accolto con interesse ed è servito a far conoscere la biblioteca anche a persone che prima non ne usufruivano. Ora però è innegabile che una fase "post-sperimentazione" ponga problemi su cui è necessario riflettere, anche se non per fare marcia indietro, ma piuttosto per ottimizzare e "normalizzare" il servizio. Innanzi tutto la carenza maggiore è sicuramente l'impossibilità di un luogo attrezzato dove si possa usufruire di tali giochi anche all'interno della biblioteca. Carenza evidentemente strutturale e destinata a non risolversi nel breve periodo. È evidente infatti che non è possibile inserire PC attrezzati tra posti lettura e scaffali ma occorre creare uno spazio ad hoc in modo che lettori e giocatori (ma un PC attrezzato è già anche un riproduttore di CD audio e, con un lettore DVD, un riproduttore di film, cosicché una sala con questa strumentazione è praticamente una completa sala multimediale) possano non disturbarsi a vicenda. Un altro problema è quello dell'eventuale futuro acquisto del software (anche se attualmente si tratta in toto di donazioni) che sicuramente non è un impegno finanziario da sottostimare, tenendo conto che il valore di mercato del patrimonio attuale di ottanta titoli, supponendo che siano stati acquistati nuovi, ammonta a circa sei milioni e mezzo di lire. A cui sono sicuramente da aggiungere gli investimenti anche per il continuo aggiornamento dell'hardware. È da prevedere inoltre l'abbonamento a riviste specializzate che possono interessare non solo gli utenti ma servire agli stessi bibliotecari nella selezione dei giochi finalizzata al loro acquisto. Infine sarebbe da chiarire il ruolo della SIAE in questo nuovo servizio, presumibilmente equiparabile al problema degli archivi musicali o filmici.
Un aspetto del problema che finora non è stato rilevato è l'esigenza della preservazione di tali opere dell'ingegno che per molti versi si possono assimilare ai film cinematografici. È ovvio che di tale problema non si può fare carico una biblioteca come quella di Fiorenzuola. Ma anche solo l'esperienza di catalogazione e prestito porta a scorgere nuove frontiere nella gestione bibliografica dell'opera multimediale, non ultimo il problema legato alla catalogazione che deve prevedere diversi livelli di responsabilità (team di sviluppo, vari livelli di produzione e distribuzione, ecc.), la necessità di registrare contemporaneamente materiali eterogenei quali CD, manuali, poster, schede di varia natura, la possibilità di creare collegamenti ai siti di supporto su Internet per il gioco in rete o per il reperimento di "patch" che correggano gli errori presenti. Un problema che ci è stato posto è per esempio quello delle soluzioni. Spesso infatti alcuni giochi, e specialmente quelli con componenti di avventura, che sono poi anche quelli maggiormente significativi all'interno di una biblioteca perché si avvicinano di più a media tradizionali quali romanzi o film, necessitano di "aiuti" per essere completati in un lasso di tempo ragionevole (2-3 settimane). Questi aiuti spesso sono presenti su Internet (di solito in forma del tutto gratuita) ed è allo studio la soluzione di stampare tali soluzioni ed allegarle al gioco aggiungendo magari un'informazione di natura N (titolo analitico) a quella principale del gioco ove sia indicato l'indirizzo Internet da cui la soluzione è stata scaricata. È solo un piccolo esempio d'altronde di come nuove soluzioni creino nuovi problemi. Ma in realtà ciò è una cosa estremamente positiva perché impone a noi bibliotecari di confrontarci con realtà che, fino a ieri, parevano aliene, ci permette di crescere professionalmente e contemporaneamente di migliorare continuamente i servizi che offriamo.
Francesco Mazzetta, Biblioteca Comunale - Fiorenzuola D'Arda, e-mail: biblio.fiorenzuola@tin.it
Note
[1] Vedi: <http://www.spbo.unibo.it/bibliotime/num-i-3/mazzetta.htm>[2] Francesco Antinucci Computer per un figlio Roma-Bari : Laterza, 1999.
[3] Per un'esposizione dettagliata di tale attività è possibile consultare l'articolo di Maria Rita Turetta La promozione della lettura. Un'esperienza a Fiorenzuola d'Arda all'indirizzo <http://www.spbo.unibo.it/bibliotime/num-i-2/turetta.htm>.
[4] Attualmente la collaborazione viene svolta per Alias, supplemento settimanale del quotidiano Il Manifesto e per il settimanale Il Mucchio Selvaggio. C'è stata anche una collaborazione con il quotidiano La Gazzetta di Parma oggi cessata per la soppressione dell'inserto.
[5] Libertà, venerdì 28 luglio 2000.
[6] Ecco parte del testo dell'intervista: "Una biblioteca non può prescindere dal suo compito di educare... i videogiochi non dovrebbero entrarci: a meno che, per il loro contenuto, non possano essere considerati anche uno strumento pedagogico... In realtà penso che questa idea dei videogiochi possa avere lo scopo di invitare molti giovani a entrare in un ambiente a loro sconosciuto, finendo poi per prendere anche qualche libro da leggere. Una speranza, peraltro, probabilmente vana". Il titolo: Il parere negativo di Alberoni: "A questo punto mettiamoci anche flipper e calciobalilla" (nel numero sopra citato di Libertà) ha scatenato però l'ilarità di alcuni ragazzi (abituali frequentatori della biblioteca) che hanno chiesto che la biblioteca si doti appunto di flipper e calciobalilla. Tale intervento, al di là del caso specifico, evidenzia però una grave carenza di comunicazione della propria immagine, della propria funzione e relativa evoluzione della biblioteca pubblica come istituzione proprio nei confronti degli intellettuali che maggiormente dovrebbero averla chiara e divulgarla. Non sono proprio serviti a nulla tutte le discussioni-articoli-libri su biblioteche digitali e biblioteche in rete?
Francesco Mazzetta, laureato in Pedagogia con una tesi su Giovanni Gentile, è impiegato dal 1987 presso la Biblioteca Comunale di Fiorenzuola d'Arda con la qualifica di Assistente bibliotecario. Dallo stesso anno collabora con varie riviste sia locali (Corriere Padano, Gazzetta di Piacenza, Gazzetta di Parma) sia nazionali (Il Mucchio Selvaggio, Il Manifesto, Pulp, Schizzo) con articoli di argomento culturale.
È possibile inviargli obiezioni o commenti sia presso la Biblioteca all'indirizzo e-mail biblio.fiorenzuola@tin.it che privatamente all'indirizzo FMazzetta@jumpy.it.
«Bibliotime», anno IV, numero 1 (marzo 2001)