«Bibliotime», anno III, numero 2 (luglio 2000)
E 'l naufragar m'è dolce in questo mare
Internet e nuove metodologie della ricerca musicologica
L'avvento e la rapida diffusione della rete telematica Internet ha costituito,
negli ultimissimi anni, un vero e proprio boom, investendo differenti settori
che vanno dal mondo accademico alla realtà industriale, dal singolo
privato alle associazioni e così via. La popolarità che tale
mezzo ha ottenuto è fenomeno talmente vasto che non
sarebbe troppo audace paragonarlo all'invenzione gutemberghiana. In questo
saggio si prende in esame l'impatto che Internet, mezzo multimediale per
eccellenza,
ha avuto nel campo della ricerca musicologica, cercando di analizzare
come questo possa influire in positivo e in negativo sulle abitudini della
ricerca storico-musicologica [1].
Semplificando il discorso e limitando l'uso di terminologie tecniche,
Internet, oggi, non rappresenta altro che un mezzo d'accesso a quello che
potremmo definire come una sorta di elenco telefonico, il world wide web,
in cui, al posto di semplici nomi, numeri telefonici e indirizzi, troviamo
i siti (web pages/home pages) ovvero documenti multimediali creati da Enti,
Istituzioni, Accademie, Singoli, che hanno deciso di mettere a disposizione
di un'utenza virtuale informazioni riguardanti le proprie attività,
le prerogative, gli eventuali servizi offerti, la pubblicità di
prodotti e così via. A loro volta, tali siti hanno la possibilità,
grazie all'utilizzo del linguaggio HTML (linguaggio utilizzato per la creazione
di documenti multimediali), di presentarsi sotto vesti grafiche totalmente
diverse da quelle a cui siamo generalmente abituati.
Da queste premesse, si ricavano due importanti elementi caratterizzanti
il mezzo Internet. Innanzitutto il concetto di "virtualità" che
oggi sembra sempre più prendere piede nella nostra società.
Virtualità che si spiega in virtù - mi si scusi il gioco
di parole - della disponibilità, attraverso lo schermo di un computer,
di un numero pressoché illimitato di funzioni e servizi a cui la
comunità, anch'essa "virtuale", accede con la più estrema
libertà e capacità "interazionale" [2].
L'utente diviene protagonista assoluto e il solo responsabile nella gestione
di un mezzo che gli permette "virtualmente" di creare i propri tragitti
di ricerca attraverso una rete infinita di possibilità offerte dal
web [3].
In secondo luogo, occorre notare come la "multimedialità" costituisca
il secondo elemento, sicuramente il più appariscente, che più
di ogni altro sembra caratterizzare il mondo di Internet. La contemporanea
presenza di testi, immagini fisse e/o in movimento (video-clip) e suoni
(sound files) ci ha abituati ad una nuova forma di documenti, descrivibili
più correttamente come "ipertesti". Questi, in fondo, non si allontano
troppo dalla tipologia di un tradizionale testo illustrato, offrendoci
al tempo stesso possibilità
di gestione del testo (interattività) e ricerca all'interno
di esso, impensabili in un documento di tipo tradizionale.
In questo mare magnun, rappresentato dalle varie possibilità
che Internet ci offre, il naufragio, da parte del "navigatore inesperto",
risulta tanto più facile quanto più ricca è la possibilità,
attraverso ricerche mirate, di ottenere risposte alle nostre esigenze informative.
Ritornando alla domanda iniziale su come l'utilizzo di Internet abbia
influenzato la metodologia della ricerca musicologica, occorre notare come
un radicale cambiamento di metodo non abbia, in realtà, avuto luogo;
semmai, alcune procedure che prima influivano negativamente in termini
di tempo e costi, oggi, grazie ai collegamenti in tempo reale (on line)
offerti dalla rete,
si sono grandemente ampliate e, al tempo stesso, semplificate ed abbreviate.
Ad esempio, la rapidità di comunicazione tra Enti/Singoli tramite
il servizio di posta elettronica (Email) - uno dei servizi più
utilizzati dagli utenti Internet - ha permesso un grande passo avanti verso
lo scambio veloce di dati/informazioni promuovendo e facilitando incredibilmente
la
comunicazione [4].
Prima di passare in rassegna varie categorie di siti d'indubbio interesse
per il musicologo/ricercatore, è necessario soffermarsi sulle tipologie
di "informazione" a cui ci si riferisce in questo contesto. Si intende,
qui, per informazione l'acquisizione di dati di natura estremamente eterogenea
tra loro (informazioni pubblicitarie, dati di natura bibliografica primaria
e secondaria, direttori, e così via).
La natura delle "informazioni" dipende chiaramente dalla tipologia
dei siti presenti in rete. Circoscrivendo al massimo le tipologie, se ne
possono individuare essenzialmente tre relative al nostro campo d'interesse.
In primo luogo vi sono quelle testimonianti l'attività/esistenza
di un Ente/Istituzione/Accademia che mette a conoscenza dell'utente le
proprie attività in un campo specifico. In secondo luogo, sono da
considerare quelle istituzioni quali biblioteche e/o enti similari preposti
essenzialmente a fornire, a titolo gratuito o attraverso formule di sottoscrizione,
informazioni di tipo bibliografico (on line catalogues). In terzo luogo
vi sono i siti relativi all'attività di Associazioni, Periodici
on line, Singoli (personal home pages) che permettono, grazie al loro particolare
contributo professionale, di accedere ad informazioni concernenti la loro
specifica attività e ai risultati raggiunti in specifiche aree di
ricerca.
Le tre categorie menzionate sono sufficienti a mostrare l'enorme e
straordinaria varietà di servizi e informazioni che possono essere
offerti all'utente alla ricerca di specifiche conoscenze/informazioni/dati.
Nella prima categoria rientrano un vastissimo numero di siti le cui
funzioni/scopi/interessi possono essere tra i più svariati. Tentando
una classificazione che tenga conto degli interessi specifici del musicologo,
i siti compresi nella prima categoria possono essere suddivisi in:
a) Directories/Liste dei Dipartimenti di Musica nel mondo (links)
b) Dipartimenti di Musica (home pages)
c) Siti Accademici Personali (personal home pages)
Il primo gruppo riguarda quei siti in cui vengono elencati gli indirizzi
elettronici (url) dei dipartimenti di musica delle università. Generalmente
si tratta, dato il vasto numero, di liste divise per ordine geografico.
Al nome del paese fanno seguito una lista di istituzioni accademiche che
hanno un proprio sito web; l'accesso a quest'ultimo avviene tramite il
cosiddetto collegamento (link) al relativo indirizzo elettronico (url).
Raggiunto il sito accademico che ci interessa, questo si presenta strutturato
attraverso una serie più o meno ben organizzata di informazioni;
quest'ultime raccolte in menu principali, sia in forma testuale che iconica,
sono a loro volta suddivise in sotto menu e così via. Attraverso
un interfaccia generalmente arricchito da illustrazioni e configurato in
modo tale da rendere il più possibile attraente e chiaro il contenuto,
i siti accademici rispondo generalmente a due compiti principali: produrre
informazioni all'utenza esterna; fornire servizi specifici a coloro che
hanno con l'istituzione in questione un rapporto collaborativo (studenti,
staff accademico e non) [5].
Nel primo caso, il contatto "esterno" con l'utente virtuale, consiste
in una forma di autopromozione del dipartimento. Questa si realizza attraverso
la descrizione della struttura interna e le attività dell'istituzione;
quest'ultime relative sia ad aspetti più strettamente accademici
(conferenze, seminari, mostre) che ad attività concertistiche (stagioni
musicali, cicli di concerti-lezioni).
Nel secondo caso, il contatto "interno" risponde principalmente alle
esigenze della popolazione studentesca, fornendo informazioni che vanno
dai tipi di programmi offerti (dottorato, post dottorato, specializzazioni,
borse di studio, assegni di ricerca, bandi di concorso, programmi), ai
requisiti richiesti per l'ammissione, alle singole materie insegnate, allo
staff accademico. Generalmente, nei siti più organizzati, lo staff
accademico può essere direttamente contattato attraverso appositi
siti personali (punto c) ospitati all'interno delle home pages delle stesse
università.
I siti personali di carattere accademico rivestono un particolare interesse
per lo studioso/ricercatore in quanto ci forniscono un background biografico,
una breve descrizione dell'attività accademica svolta, la lista
delle pubblicazioni eventualmente corredata da relativi commenti, infine
l'indirizzo elettronico (Email) per i contatti diretti. Questo tipo di
informazioni, a volte ridotte al solo nominativo, titolo accademico, materia
d'insegnamento e indirizzo elettronico, facilitano enormemente la possibilità
dei contatti e lo scambio di informazioni all'interno della comunità
accademica, a tutto vantaggio dello scambio di idee [6].
La breve descrizione dei siti accademici sopra fornita mostra come
un "utente internet", con specifici interessi e alla ricerca di determinate
informazioni, possa tranquillamente, da casa propria, ottenere informazioni
altrimenti ottenibili con costi non indifferenti (telefono, fax,
spostamenti personali). Ovviamente occorre distinguere tra siti e siti,
tra la disponibilità che alcuni istituti universitari hanno rispetto
ad altri e così via. Attualmente, si può constatare che le
istituzioni accademiche anglo-americane risultano generalmente più
organizzate anche in termini dei servizi offerti rispetto ai siti accademici
italiani presenti su Internet [7].
Il secondo gruppo in esame riguarda quei siti principalmente gestiti
da centri di documentazione e biblioteche la cui offerta d'informazioni
di tipo bibliografico/ documentario rappresenta senza dubbio uno dei maggiori
benefici offerti alla ricerca [8].
a) Liste delle Biblioteche dei Dipartimenti di Musica
b) Biblioteche Musicali
c) Cataloghi collettivi (cataloghi on line)
Cito innanzitutto i direttori in cui vengono elencati gli indirizzi
elettronici dei siti relativi alle biblioteche musicali appartenenti ad
università. Essi si rilevano estremamente utili e permettono un
accesso diretto ad informazioni di tipo bibliografico. Questi direttori
sono particolarmente utili in quanto ci evitano percorsi estremamente lunghi
caratterizzati dall'iniziale individuazione del sito accademico, la ricerca
del menù relativo alla biblioteca, al sito specifico in cui la sezione
"musica" è eventualmente ospitata e così via.
I siti ospitanti le biblioteche musicali offrono generalmente un numero
assai elevato di servizi. Tra questi primeggia la possibilità di
consultazione diretta del catalogo. Quest'ultimo può presentarsi
in varie sezioni: documenti rari e/o manoscritti musicali, periodici, monografie,
partiture, audiovisivi. La suddivisione permette infatti di alleggerire
la consultazione e rendere anche più rapida la ricerca da parte
dell'utenza. I servizi bibliografici on line possono essere gratuiti o
accessibili dietro sottoscrizione. Alcune tra le biblioteche più
importanti del mondo, come la Library of Congress di Washington, offrono
i propri cataloghi a titolo completamente gratuito [9].
I cataloghi collettivi e/o le banche dati che raccolgono i dati bibliografici
di più biblioteche si rivelano, a loro volta, ancora più
utili in quanto permettono con una sola richiesta di poter localizzare
un documento o di conoscerne l'esistenza. Negli ultimi decenni sono sempre
più numerosi i cosiddetti "sistemi bibliotecari" operanti anche
a livello nazionale il cui scopo principale è quello di agevolare
attraverso la rete, lo scambio di informazioni bibliografiche e la catalogazione
partecipata tra biblioteche consociate. Molti di questi sistemi sono già
presenti nel world wide web con siti altamente organizzati, destinati ad
offrire servizi di consultazione bibliografica [10].
E' evidente che maggiore è il numero delle biblioteche facenti
parte del sistema, più alta è la possibilità di rintracciare
un determinato documento. La creazione di cataloghi collettivi, a livello
nazionale e internazionale, sembra trovare in Internet la propria naturale
via di sviluppo, grazie all'"infinita" facilità/libertà di
accesso che questo offre rispetto alle tradizionali procedure di localizzazione
di un documento. Senza contare inoltre alle "future" possibilità
che vedono la disponibilità di testi digitalizzati e/o documenti
sonori e visivi consultabili a distanza. Tutte queste applicazioni, molte
delle quali già in avanzata via di sperimentazione, ampliano enormemente
i confini delle reti telematiche di cui Internet rappresenta l'esempio
più eclatante.
L'ultimo gruppo che vorrei prendere in esame è anche il più
variegato e comprende i siti di associazioni attive in campo musicale,
periodici on line e siti personali.
a) Associazioni
b) Periodici
c) Siti personali
Sono numerosissime le Associazioni che in qualche maniera contribuiscono
con i loro siti web ad arricchire le nostre conoscenze. Queste possono
essere dedicati ad aspetti che investono gli aspetti più diversi
della musica: la storia, i generi musicali, l'organologia, musica e scienze
correlate e così via. L'enorme disponibilità di siti web
dedicati alle associazioni musicali impedisce ogni tentativo di descrizione
dei suddetti. Vorrei comunque citare almeno a titolo esemplificativo, la
pagina web che ospita l'American Musicological Society [11]
che, a mio avviso, rappresenta indubbiamente il più riuscito e organizzato
sito d'interesse musicologico e musicale in genere disponibile su Internet.
L'American Musicological Society o più brevemente AMS,
offre nel menù principale una serie ben mirata di siti d'interesse
musicologico e siti relativi all'attività e all'organizzazione della
Società:
a) WWW Sites of Interest to Musicologists
b) Doctoral Dissertations in Musicology
c) Forthcoming Conferences
d) Directory of Musicologists' E-mail Addresses
d) Calendar of Annual Meetings (and Call for Papers)
e) AMS Committees, Publications, Directors etc.
f) VIEWPOINT: The Musicological Job Market
Indubbiamente il direttorio contenuto nel WWW Sites of Interest to
Musicologists [12]
risulta essere uno dei più completi nel settore della musicologia.
La sua suddivisione interna rispecchia diverse aree tra cui Istituzioni
accademiche, Biblioteche musicali e cataloghi on line, Periodici, Editori
e Discografici, Società e Organizzazioni, Teatri d'Opera, Orchestre,
Cori, Gruppi musicali, Musica Sacra, Musica Antica, Strumenti, Compositori,
Teoria Musicale, Computer Music, Folk Music ed Etnomusicologia, etc. L'esempio
descritto, grazie all'enorme quantità di informazioni utili alla
ricerca, rappresenta, a mio avviso, un ottimo punto di partenza per coloro
che hanno poca esperienza di "navigazione" Internet.
Altri servizi offerti presenti nel sotto menù del sito AMS,
sono il Doctoral Dissertations in Musicology [13].
Quest'ultimo di utilità estrema in quanto permette l'accesso ad
una produzione scientifica, costituita da tesi di laurea, master e dottorato,
altrimenti difficilmente rintracciabile e/o localizzabile [14].
Le Forthcoming Conferences rappresentano un altro ineguagliabile
mezzo che permette di conoscere con un certo anticipo l'organizzazione
di Eventi, Conferenze, Seminari che si terranno nel futuro immediato e
non. Questi direttori, oltre a quello ospitato da AMS, sono non di rado
presenti in molti siti accademici tra cui segnalo quello ospitato dalla
Royal Holloway University di Londra [15].
Le liste delle conferenze oltre a fornirci un quadro più o meno
dettagliato sulle conferenze che avverranno a livello internazionale, permette
agli interessati di sottoporre, tramite il servizio di posta elettronica,
proposte (abstracts) di relazioni.
La breve panoramica qui offerta permette di capire quali benefici possano
trarre dall'utilizzo dell'Internet i ricercatori, gli studiosi e, più
in generale, gli appassionati di musica. La varietà di servizi offerta
e la qualità delle risposte ottenibili grazie alla possibilità
di interazione tra l'utente Internet e i siti presenti nel World Wide Web,
aiutano e favoriscono l'accesso ad informazioni, da quelle bibliografiche
ai testi integrali (tra cui libretti d'opera, trattati musicali etc.) permettendoci
in tempo reale l'ottenimento di dati altrimenti ottenibili attraverso lunghe
e costose procedure.
Se dunque, da un lato, sono innegabili e lodevoli i pregi che il mezzo
Internet offre ai musicologi/musicisti e comunque a tutta la comunità,
dall'altra è vero che mancano, soprattutto in Italia e a livello
accademico, un specifico training che insegni un corretto utilizzo e "sfruttamento"
di questo mezzo ai fini della ricerca [16].
Nonostante l'importanza ormai riconosciuta alla telematica nelle applicazioni
umanistiche, la tradizionale resistenza da parte del mondo umanistico verso
i mezzi informatici rappresenta un altro ostacolo spesso alimentato dalla
mancanza di finanziamenti adeguati per un adeguato equipaggiamento. I costi
richiesti dall'installazione di laboratori di computer sia presso i dipartimenti
universitari che nelle biblioteche (b. pubbliche, b. speciali, b. specializzate,
centri di documentazione) non favoriscono purtroppo l'espansione di tali
mezzi anche se la riconosciuta importanza da essi rappresentata e l'emergere
sempre più forte dell'editoria multimediale costituiscono gli stimoli
che porteranno presto ad una maggiore diffusione del mezzo Internet all'interno
del mondo accademico (in particolare italiano).
Occorre a questo punto tenere conto di alcuni aspetti "problematici"
relativi all'utilizzo dell'Internet su cui reputo importante soffermarmi
in conclusione di questo saggio. Innanzitutto, occorre tenere presente
un fatto fondamentale caratterizzante il mondo di Internet ovvero la "disponibilità
immediata" di dati e informazioni di tutti i tipi e di ogni genere.
Se è vero che la possibilità di raggiungere qualunque
"informazione" e la facilità con qui questa viene digerita, da una
parte contribuisce ad accelerare incredibilmente alcune procedure, dall'altra,
però, contribuisce a porre "l'informazione" cercata in un'ottica
diversa se non errata rispetto alle tradizionali metodologie di ricerca.
Se quest'ultime erano/sono generalmente compiute secondo gradi gerarchici
e secondo una strategia logicamente studiata, al contrario, l'accesso "virtuale"
favorisce, grazie alla sua estrema facilità di percorsi offerti,
una full immersion, a volte traumatica, in un mondo dell'informazione,
il world wide web, in cui non esiste più gerarchia, in cui non vi
sono strategie logiche se non una sorta di "caos primordiale", in cui non
la singola informazione ma tutte le informazioni esistenti si scontrano
e si rimandano in un gioco interminabile di immagini riflesse [17].
In poche parole, è vero che il "naufragare" in Internet può
essere piacevole come piacevole risulta essere ciò che esso ci offre;
d'altro canto, è vero che la mancanza di una strategia conoscitiva,
il lasciarsi andare troppo alle sue infinite tentazioni può creare
un totale disorientamento nonché nuocere allo spirito della vera
ricerca.
Tali osservazioni non nascono certo dalla disillusione rispetto alla
straordinaria potenzialità che il mezzo Internet è in grado
di offrire a tutti noi. Occorre però tenere presente anche i limiti
e i "pericoli" insiti in questo mezzo il cui utilizzo andrebbe accompagnato
da una ferma convinzione che la ricerca non può esaurirsi in se
stessa, in un narcisistico gioco d'infinite possibilità combinatorie.
Ritornando al motto leopardiano, E 'l naufragar m'è dolce in
questo mare, credo sia un bene per chi si avvicina al mezzo Internet, essere
consapevoli della straordinaria possibilità che esso ci offre. Non
si deve, però, dimenticare che lo spirito ultimo che alimenta la
ricerca non sta esclusivamente nel "come" raggiungerla, - la metafora poetica
illustra bene il piacere tentatore rappresentato dal mezzo Internet - ma
in "cosa" scoprire. Infine l'immediata offerta di informazioni/dati/conoscenze
non può portarci oltre certi livelli di conoscenze se manca alla
base una pianificazione degli obiettivi e delle strategie per il conseguimento
degli stessi.
E' ancora troppo presto per poter dare, ad ogni modo, un giudizio definitivo
sui risultati dell'impatto che questo mezzo ha/avrà sulla ricerca
e non solo quella musicologica. E' comunque sicuro che la sua presenza,
sempre più capillare nel mondo odierno, finirà col mutare
sempre più le nostre abitudini metodologiche e di studio. In bene
o in peggio?
Franco Bruni, Service des publications - Ecole française de Rome, e-mail: publ@ecole-francaise.it
Note
[1] Per un allargamento del discorso si vedano anche D. Fortier, La musique sur l'Internet, "Résonance. Semestriel d'information musicale", 11 (1997), p 8-12; L. Allcott, Music lists on the Internet and their uses in reference work, "Crescendo. Bulletin of the IAML New Zealand Branch", 41 (1995) p. 16; P. Sitter, Computernetze und Multimedia in der Musikwissenschaft, in Begegnungen der Kulturen in der Musikforschung. Festschrift Robert Günther zum 65 Geburtstag, Kassel, Bosse, 1995, p. 407-418; L. A. Troutman, An Internet primer for music librarians: tools, sources, current awareness, Note, 51 (1994) 1, p. 22-41. Per un approccio più generale sull'utilizzo delle risorse Internet si veda la quarta ristampa del volume di Marco Calvo, Fabio Ciotti, Gino Roncaglia, Marco A. Zela, Internet '98. Manuale per l'uso della rete, Roma-Bari, Laterza, 1998, disponibile anche on line all'url: <http://www.laterza.it/internet/index.htm>. Su aspetti più specifici si veda inoltre Giovanna Grifoni, Come orientarsi tra i motori di ricerca. Una panoramica sugli strumenti di recupero delle informazioni in Internet, "Biblioteche oggi", 15 (1997) 5, p. 10-16 (disponibile on line all'url: <http://www.burioni.it/forum/grif-mot.htm>); infine Michele Santoro, Uno sguardo dal ponte. Le biblioteche e i nuovi strumenti dell'information technology, "Biblioteche oggi", 16 (1998) 3, p. 22-27 (disponibile on line all'url: <http://www.burioni.it/forum/bo97-santoro.htm>).
[2] La possibilità d'interazione costituisce un altro importante aspetto della navigazione Internet. Interattivà intesa come capacità da parte dell'utente di colloquiare con la macchina e comunicare con altri utenti collegati in rete.
[3] Cfr. Howard Rheingold, La realtà virtuale. I mondi artificiali generali dal computer e il loro potere di trasformare la società, Bologna, Baskerville, 1993.
[4] Si è parlato in proposito di "trionfo planetario della cosiddetta società dell'informazione che si sovrappone e talvolta si confonde con la rivoluzione elettronica" (Luca Ferrieri, L'ultimo che se ne va spenga la biblioteca: lettura e rivoluzione elettronica, in Biblioteca e nuovi linguaggi, a cura di Ornella Foglieni, Roma, Editrice Bibliografica, 1998, p. 72.
[5] Si vedano a titolo esemplificativo le pagine introduttive dei seguenti siti universitari italiani: Dipartimento di Musica e Spettacolo dell'Università di Bologna (<http://muspe1.cirfid.unibo.it/>); il Dipartimento di Studi Glottoantropologici e Discipline Musicali dell'Università La Sapienza di Roma (<http://rmcisadu.cisadu.uniroma1.it/glotto/homeglotto.html>); la Facoltà di Beni Culturali (Musica) di Lecce (<http://bbcc.unile.it/benimus/Benimus.htm>). Altri indirizzi di dipartimenti di musica sono descritti nel sito dell'Italian Music Institutions (The Italian Music Home) all'indirizzo <http://icl382.cilea.it/music/musinst.htm#Universities>.
[6] Un discorso andrebbe fatto sui newsgroups, servizi che funzionano attraverso la posta elettronica e che permettono lo scambio di opinioni tra conoscenti e non nell'ambito di una conferenza gestita generalmente da un moderatore.
[7] In particolare gli Stati Uniti sono stati i primi ad impiegare Internet, originariamente inteso come servizio telematico d'impiego militare; successivamente allargato all'utilizzo della posta elettronica ed infine trasformatosi nell'attuale mezzo che conosciamo.
[8] L'AIB, Associazione Italiana Biblioteche, ha creato un sito dal titolo OPAC nel mondo. Repertori generali di cataloghi (OPAC) di biblioteche disponibili via Internet, in cui sono elencati gli indirizzi elettronici di biblioteche, italiane e non, che offrono il servizio di Opac (on line public acces) ovvero servizi di consultazione on line dei propri cataloghi. Cfr. <http://www.aib.it/aib/lis/r.htm>. Un ulteriore sito, ancora gestito dall'AIB, l'indice delle liste di OPAC italiani, comprende la lista dettagliata, divisa per regioni e città, di banche dati offerte dalle biblioteche italiane. Cfr. <http://www.aib.it/aib/lis/opac1.htm>.
[9] Cfr. <http://lcweb.loc.gov/z3950/>. Il sito della Library of Congress, oltre a fornire l'accesso gratuito ai cataloghi sia in ricerca semplice che avanzata (simple/advanced search), offre una ricca lista di indirizzi di siti ospitanti altri cataloghi on line. Tra i siti italiani ospitanti cataloghi on line di carattere musicale/musicologico, consiglio vivamente di visitare il sito, molto ben organizzato, della biblioteca del Dipartimento di Musica e Spettacolo dell'Università di Bologna (DAMS), <http://muspe1.cirfid.unibo.it/biblio/catalog/cataloghi.htm>.
[10] Per quanto riguarda l'Italia, il Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), con le oltre 800 biblioteche consociate, rappresenta uno dei migliori esempi a livello europeo di rete telematica al servizio della documentazione bibliografica nazionale. Da circa due anni, inoltre, il catalogo unico di SBN è presente anche con un proprio sito web ad accesso gratuito. La consultazione risulta essere particolarmente favorita grazie alla suddivisione operata tra i i differenti materiali catalogati: libri, libri antichi, audiovisivi, musica a stampa, musica manoscritta. Il sito ospitante il catalogo on line di SBN si trova in <http://opac.sbn.it>.
[11] Il relativo sito si trova in <http://www.sas.upenn.edu/music/ams/>.
[12] Il relativo sito si trova in <http://musdra.ucdavis.edu/documents/ams/musicology_www.html>.
[13] Il relativo sito, ospitato dall'Indiana University Bloomington Libraries, si trova in <http://music.indiana.edu/ddm>. Nel sito ufficiale di AMS vi sono inoltre i links ad altri servizi più specializzati tra cui ricordo il 17th Century Music Dissertations database dedicato alle tesi relative alla musica del diciassettesimo secolo e Dissertations in Music Theory relativo a tesi di carattere teorico-analitico.
[14] È anche vero che molti siti universitari includono una lista delle tesi di dottorato e di master discusse in quell'università. In alcuni casi le liste sono corredate di utilissimi abstracts (riassunti).
[15] Il relativo sito si trova in <http://www.sun.rhbnc.ac.uk/Music/Conferences/>.
[16] Clifford Stoll, Miracoli virtuali. Le false promesse di Internet e delle autostrade dell'informazione Milano, Garzanti, 1996.
[17] Luca Ferrieri osserva che "la pratica di lettura in rete [...] mostra l'emergere di due fenomeni: l'esperienza del rumore e del disorientamento. La moltiplicazione [...] di testi e di informazioni disponibili in tempo reale pone un problema di ridondanza e di rumore, già reso evidente dalla sovrapproduzione cartacea tradizionale, ma destinato a divenire sempre più drammatico" (Luca Ferrieri, L'ultimo che se ne va spenga la biblioteca: lettura e rivoluzione elettronica, in Biblioteca e nuovi linguaggi, cit., p. 80).
«Bibliotime», anno III, numero 2 (luglio 2000)