Roma, 18 luglio 2000
Prot. n. 193/2000
On.le Senatore,
Il disegno di legge S 1496-2157 B "Nuove norme di tutela del diritto d'autore", dopo l'approvazione della Camera dei Deputati, è tornato alla Commissione Giustizia del Senato in sede delibrante.
L'AIB, l'Associazione professionale dei bibliotecari italiani, che ha tra i suoi soci anche le principali biblioteche italiane, statali, pubbliche, universitarie, private, ha svolto un'intensa azione, nel corso della discussione parlamentare, a difesa del diritto di informazione dei cittadini (ne è esempio l'appello che fu inviato agli On.li Deputati).
Le istanze dell'AIB hanno trovato ascolto nel Governo e nel Parlamento e il DDL approdato all'Assemblea della Camera dei Deputati coniugava efficacemente gli interessi degli autori e degli editori con quelli degli utenti delle biblioteche.
Purtroppo, il cambiamento di una sola parola, in un emendamento della Commissione al testo proposto dal Governo, nell'ultima seduta del 21 giugno, ha pregiudicato, non sappiamo quanto consapevolmente, l'equilibrio faticosamente raggiunto.
La parola "medesimo comma", inserita al rigo 5, comma 4, art. 2 (pag. 5 dell'atto S 1496-2157 B), al posto di "comma terzo", ha introdotto una stridente contraddizione con l'avverbio "liberamente" che precede la locuzione.
Con quelle parole si è introdotto, all'ultimo momento (così sembrerebbe in un testo non chiarissimo) anche per le biblioteche, il limite del 15% per le fotocopie, assimilandoci alle copisterie commerciali.
Ciò rappresenta un grave danno per gli utenti delle biblioteche e contraddice le assicurazioni e gli accordi di un lungo iter legislativo.
Le chiediamo di adoperarsi perché venga cancellato questo inopinato e improvviso stravolgimento della legge e dell'equilibrio faticosamente raggiunto tra i diversi interessi coinvolti.
Le biblioteche potranno così mettere a disposizione i loro servizi, col solo limite di corrispondere il compenso forfetario (che non ci convince, ma di cui possiamo comprendere la valenza compromissoria) previsto dallo stesso articolo.
Le biblioteche non hanno altri mezzi per farsi ascoltare e confidano nella sensibilità degli eletti al Parlamento per difendere non un privilegio corporativo, ma un interesse collettivo fortemente connesso con il diritto all'informazione e alla conoscenza dei cittadini.
La ringraziamo per la Sua attenzione e siamo naturalmente a disposizione per un eventuale incontro con la S.V.
Con i più distinti saluti
Il Presidente del Associazione italiana biblioteche
Igino Poggiali