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Albo professionale dei bibliotecari italiani:
ruolo dell'AIB nella Consulta delle associazioni
rappresentative non regolamentate


Nota: questo messaggio è stato inviato dal presidente dell'AIB alla lista di discussione aib-cur, per chiarire gli obiettivi che l'Associazione intende perseguire attraverso l'Albo professionale.

In relazione all' istituzione e ordinamento dell'Albo professionale dei bibliotecari italiani, si rende opportuno portare a conoscenza dei soci e dell'opinione pubblica una serie di chiarimenti che possono inquadrare meglio il contesto in cui si svolge questa iniziativa e gli obiettivi che si prefigge.

Come si ricorderà il CNEL aveva avviato nel 1995 la costituzione di una banca dati delle associazioni alle quali aderiscono i cittadini che praticano professioni non regolamentate da albi o ordini istituiti per legge. Le associazioni più rappresentative sono state chiamate a far parte della Consulta delle associazioni rappresentative non regolamentate per essere di supporto alla stesura di un disegno di legge che avrebbe dovuto regolare tutta la materia.

L'AIB è stata ammessa a far parte di tale Consulta nella seduta del 12-12-97.
Quando l'AIB decise di partecipare all'iniziativa del CNEL aveva implicitamente abbandonato ogni aspettativa rispetto ad albi o ordini analoghi a quelli tuttora esistenti in Italia per le professioni più forti, peraltro difficili da ottenere.

L'iniziativa del CNEL si muoveva già nello spirito di una liberalizzazione degli accessi alle professioni resa necessaria dai princìpi del trattato di Maastricht per gli aspetti riguardanti la circolazione delle professioni sul territorio dell'Unione, il contrasto delle forme di monopolio e la liberalizzazione del mercato dei servizi, la definizione di strumenti a tutela dei diritti del consumatore di questi servizi. Tra gli obiettivi del nuovo ordinamento vi è infatti quello di offrire ai consumatori forme di certificazione dell'effettiva capacità di un professionista, della quale si assuma la responsabilità la sua comunità professionale, organizzata anche in più di un'associazione e quindi in più elenchi o albi, anche in concorrenza tra loro. Le professioni potranno comunque essere esercitate anche da chi non è iscritto agli albi o elenchi che la legge prevederà.
Il cittadino potrà servirsi del professionista che preferisce. Quelli certificati, dovranno però garantire le prestazioni previste dallo standard che le norme di accesso all'albo avranno individuato. La legge stabilirà fin dove le prerogative del cittadino potranno valere nel contestare, per esempio, il pagamento di una prestazione che non rispetti lo standard.

Le Associazioni professionali dovrebbero, in questa ottica, fungere da interlocutore del cittadino per fornirgli le informazioni sui reali contenuti delle prestazioni dei professionisti loro aderenti e definire e mantenere i codici deontologici, intesi quali esplicitazione dei criteri coi quali una prestazione deve essere svolta.
La gestione da parte di un'associazione di un elenco o albo dei propri aderenti rispetto ai quali si sente in grado di garantire l'effettiva capacità di un professionista di svolgere una determinata professione costituisce il nucleo essenziale di questa concezione del ruolo delle associazioni professionali nella prospettiva europea. Per poter dare questa garanzia, l'Associazione deve definire e rendere esplicito il percorso attraverso il quale ha potuto inserire nell'elenco il professionista. Di tale procedura dovrà poi ottenere, secondo norme di legge in corso di definizione, la certificazione da parte di un soggetto esterno all'Associazione stessa, secondo lo standard ISO 9000.
Le Associazioni devono operare inoltre nell'interesse degli aderenti per ottenere le migliori condizioni rispetto alla preparazione e all'aggiornamento professionale, nonché rispetto alle infrastrutture in cui tale prestazione viene effettuata, affinchè il servizio avvenga all'insegna della massima qualità.

Questi orientamenti erano in forte contrasto con la tradizione italiana che ha portato le professioni più forti ad ottenere dallo Stato la regolazione per legge di strutture corporative autoreferenziali, come gli Ordini e gli Albi il cui scopo fondamentale non è certo quello di fornire all'utente strumenti di tutela rispetto alla qualità delle prestazioni che il professionista dovrebbe fornire in regime di concorrenza. L'Antitrust si era pronuciata ripetutamente negli scorsi mesi e con con vigore sulla necessità di riformare in tal senso l'accesso alle professioni.

L'iniziativa del CNEL è stata così assorbita all'interno di un più vasto disegno del Governo teso alla radicale modernizzazione del mercato del lavoro e dei servizi offerti dalle professioni. Una delle organizzazioni più attive nel perseguimento della legge in questione è la FITA (Federazione italiana industrie e servizi professionali e del terziario avanzato).

La delicatezza della questione, testimoniata dalla reazione degli ordini al primo annuncio di queste intenzioni del Governo, ha consigliato di tenere riservata tutta la documentazione e le bozze sulle quali un'apposita commissione sta lavorando presso il Ministero di grazia e giustizia.

Entro il mese ci sarà una convocazione della Consulta, della quale facciamo parte, per la presentazione del disegno di legge che dovrà ordinare tutta la materia.
Il provvedimento dovrebbe avere il carattere di legge delega sulla base della quale il Governo poi emanerà i provvedimenti specifici per i vari aspetti del complesso problema. Sulla base del testo di legge sarà possibile fare ancora qualche aggiustamento.

È importante sottolineare che con l'ammissione alla Consulta l'AIB è stata messa in condizione di portare la professione che rappresenta ad una visibilità nell'ambito del mondo del lavoro nel nostro paese che mai aveva avuto prima.
La bozza di norme per l'albo che ci accingiamo ad approvare potrebbe essere suscettibile di perfezionamenti ulteriori, come del resto dovranno fare le professioni già regolamentate. Quello che è certo, è che ormai i vecchi percorsi per il riconoscimento della professione sono definitivamente esclusi. Il cammino da noi intrapreso non ha pertanto alternative e si muove peraltro nella direzione di una maggiore assunzione di responsabilità della società civile rispetto alle burocrazie ed alle corporazioni, come abbiamo spesso auspicato nei nostri documenti programmatici.

Ulteriori informazioni seguiranno sulla base di ciò che ci verrà comunicato in occasione della riunione della Consulta.

Il Presidente
Igino Poggiali

Roma, li 14 febbraio 1998


Copyright AIB 1998-02-27, ultimo aggiornamento 2001-09-25 a cura di Vittorio Ponzani e Ilaria Brancatisano
URL:http://www.aib.it/aib/cen/albo1.htm

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