Ancora una situazione fortemente critica relativamente alle Biblioteche pubbliche statali. Si tratta questa volta della Biblioteca universitaria di Pisa, “chiusa a tempo indeterminato” (così si legge nell’avviso esposto al pubblico) dal 29 Maggio scorso e sul cui futuro pende il forte rischio di essere “sfrattata” dalla sua sede attuale all’interno della Sapienza, dove risiede dal 1823. Il provvedimento è motivato dai problemi di stabilità dell’edificio aggravatisi a seguito delle recenti scosse di terremoto.
L’Associazione italiana biblioteche concorda con i molti (tra i quali l’Associazione amici della Biblioteca, prontamente costituitasi a seguito del provvedimento di chiusura) che chiedono la rapida riapertura della biblioteca ed il suo mantenimento nell’edificio della Sapienza. La nostra convinzione si basa sulle seguenti considerazioni:
- la necessità di limitare al massimo il disagio per studiosi e studenti che trovano nel ricco e per molti aspetti unico patrimonio documentario conservato presso la Biblioteca la fonte primaria per le loro ricerche e studi, e per il personale, attualmente ospitato presso la Soprintendenza, consentendogli di riprendere quanto prima la normale attività;
- solo restando all’interno della Sapienza la Biblioteca potrà continuare a svolgere la sua funzione di memoria storica dell’Università di Pisa;
- sul piano della funzionalità la sua eventuale dislocazione romperebbe la feconda complementarietà oggi esistente con le biblioteche dipartimentali e di ricerca (in particolare quella della Scuola Normale) che rappresenta uno dei pregi di Pisa quale sede universitaria;
- infine, ma non per importanza, l’aspetto economico. Siamo certi che il trasferimento della Biblioteca in altro edificio, ovviamente da ristrutturare per adeguarlo alle esigenze di tutela e conservazione del patrimonio e dei vari servizi, sia meno oneroso rispetto al mantenimento della Biblioteca nella sua attuale sede, una volta effettuati gli interventi di consolidamento reputati necessari?
Questa lettera-appello si ricollega idealmente a tutti gli interventi dell’AIB a sostegno delle biblioteche pubbliche statali per denunciare le gravi difficoltà in cui versano a seguito del venir meno dei finanziamenti, della scarsa o nulla disponibilità di spazi per la crescita, dell’assenza di turnover del personale, dell’assenza di qualsiasi prospettiva di riorganizzazione funzionale e di rilancio dei servizi nazionali.
Stefano Parise
Presidente nazionale AIB
Sandra Di Majo
Presidente AIB Toscana
Roma, 10 luglio 2012