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"16. Seminario Angela Vinay"
bibliotECONOMIA
attività e passività culturali

Tavola rotonda
Ricchi e stupidi per quante generazioni?

Guido Guerzoni, Docente presso l'Università Bocconi


Vincoli di bilancio e opportunità di sviluppo: il caso del digitale.
Nel corso degli ultimi anni diversi editori italiani di edizioni tradizionali e fotoanastatiche si sono convertiti al digitale, mentre non poche biblioteche locali e statali hanno scoperto le virtù della stampa in digitale, costituendo interessanti collane di reprint cartacei e affacciandosi sul mercato, quasi vergine per quanto concerne i right holders italiani, dell'editoria elettronica.

Si è trattato di un passo quasi epocale, che ha colmato in misura assai parziale il forte ritardo accumulatosi sui competitori internazionali. Tali tecniche, infatti, sono consistite nell'aggiornamento - rivoluzionario dal punto di vista dei costi di produzione e delle modalità di distribuzione - di una prassi annosa, sino ad oggi legata a procedimenti piuttosto cari e comunque gravati dalla problematica diffusione di opere richieste e apprezzate soprattutto da lettori professionali, biblioteche e collezionisti.

Sino a quando le biblioteche e i bibliofili si sono potuti convenientemente approvvigionare sul mercato antiquario (10-15 anni fa), i mercati dei facsimile e delle ristampe anastatiche non sono stati, per lo meno in Italia, particolarmente vivaci, laddove li si paragoni all'intensa attività degli editori nordamericani (University Press in testa) e degli editori centro europei specializzatisi in simili produzioni.
Rimanevano irrisolti, infatti, i problemi rappresentati dagli elevati costi di produzione e dalla creazione di una rete distributiva ad hoc. Tuttavia questi ostacoli sono stati superati dai progressi dei processi di digitalizzazione, dal miglioramento delle tecnologie di connettività e dall'avvento di soggetti editoriali specializzatisi nella stampa in digitale, nell'electronic publishing e nella gestione di basi di dati testuali e metatestuali.

Non bisogna infatti dimenticare che lo sviluppo delle basi di dati elettroniche contenenti articoli, monografie, riproduzione iconografiche e materiali multimediali di varia natura sta procedendo a ritmi serrati, rivoluzionando il modus operandi e mutando l'oggetto di studio di singoli ricercatori e intere comunità accademiche.

I 22 milioni di records relativi alle oltre 22.000 riviste scientifiche coperte dal Toc Premier database di Ebsco o i 33 milioni di pagine delle 150.000 opere settecentesche consultabili on-line attraverso l'Eighteen Century Collections Database sono le avanguardie di un esercito di contenuti in formato digitale, le cui fila si ingrossano a ritmi esponenziali, per ridettare i tempi della ricerca e riscrivere l'agenda di molti comparti disciplinari.

Chi appartiene come lo scrivente al fronte generazionale formatosi quando occorrevano mesi per costruire una valida bibliografia (un esercizio comunque utile) ed era necessario girovagare per l'Italia o l'Europa al fine di compulsare fonti altrimenti irreperibili, sa di assistere - e vorrebbe partecipare - a una trasformazione epocale.

La durata di svariate fasi dei processi di ricerca, soprattutto quelle preliminari e conclusive, si è infatti accorciata, consentendo ai beneficiari di tali contrazioni di riservare più tempo ed energie alla pura speculazione. Grazie ai progressi fatti registrare da talune iniziative istituzionali e, in misura più marcata, dall'ingaggio di autentici colossi editoriali (Reed Elsevier nel 2003 ha fatturato più di 7 miliardi di euro, contro i 6 di Thompson Corporation), oggi si ottengono in poche ore i medesimi risultati che prima potevano richiedere mesi di fatica, senza dimenticare altresì i risparmi di costo.
Chiunque consulti i metaopac internazionali, acceda a BHA, Econlit, Ovid o Gnomon, sia abbonato a Scran o Ingenta o sia autorizzato a utilizzare le E-resources di qualche grande università, ottiene in pochi secondi materiali che prima potevano essere conquistati solo varcando a caro prezzo le Alpi, la Manica e l'Oceano Atlantico.

Senza muoversi da casa o dall'ufficio si possono acquistare per meno di cinque euro rare edizioni antiche fully searchable, stampare articoli pubblicati su riviste ottocentesche pressoché irreperibili, confrontare migliaia di eccellenti riproduzioni fotografiche, compulsare dizionari e repertori biobibliografici, leggere recensioni e commenti, ascoltare centinaia di brani musicali, consultare simultaneamente milioni di pagine per rinvenire una citazione o censire l'uso di un singolo lemma.

Del pari, tali opportunità favoriscono l'approccio a temi di ricerca che in passato avrebbero esatto dedizioni quantomeno decennali, poiché la possibilità di scansire, nel senso letterale del termine, milioni di pagine in pochi secondi, consente di testare ipotesi pressoché improponibili sino a pochi anni fa, come si può evincere dall'analisi delle recenti ricerche condotte da antichisti e filologi.

Pur avendo solo scalfito la massa apparentemente inattaccabile dello scibile umano, i progetti di digitalizzazione proseguono a ritmo intenso, anche se il settore è dominato da player internazionali che hanno sostenuto per primi gli ingenti investimenti richiesti dalla digitalizzazione e dalla soggettazione degli archivi cartacei, avendo compreso per tempo l'importanza che queste risorse avrebbero ricoperto negli anni a venire.

Tuttavia, l'analisi dei più recenti esperimenti ha evidenziato la singolare carenza, nel panorama internazionale, di fonti cartacee ed elettroniche in grado di fornire una prospettiva esauriente sulla cultura. Sono assenti gli architesti della tradizione quattro-settecentesca e mancano i contributi otto-novecenteschi, elementi che penalizzano, a dispetto di una forte domanda potenziale, la conoscenza della nostra produzione intellettuale più recente, marginalizzandola ulteriormente.

Del pari debbo sottolineare la scarsa vocazione editoriale dei progetti di digitalizzazione intrapresi dalle biblioteche e dalle università italiane; la sensazione è che la scelta dei contenuti da digitalizzare sia stata effettuata quasi a caso, a prescindere dagli interessi delle comunità scientifiche di riferimento.

Ciò si è tradotto in difficoltà distributive che hanno quasi sempre vanificato la qualità di tali iniziative, lasciando aperto il campo ai primi che entreranno con decisione in un settore che palesa notevoli opportunità imprenditoriali.

Infatti, partendo da un testo in bianco e nero in formato cartaceo (un incunabolo, una cinquecentina, un manoscritto o un catalogo novecentesco) è possibile digitalizzarlo e convertirlo con costi assai bassi in vari formati elettronici (ne esistono parecchi, anche se il PDF di Adobe si è ormai imposto come standard internazionale).

A questo punto il file in formato elettronico ottenuto dal processo di digitalizzazione può generare quattro "prodotti", corrispondenti ad altrettante soluzioni di vendita:
  1. Libri stampati in digitale. Le edizioni cartacee, facsimilari e anastatiche in bianco e nero, stampate in digitale sono pressoché indistinguibili da quelle stampate in fotolito e per medie e basse tirature presentano costi decisamente competitivi (la singola copia di un testo di 600 pagine viene esitata dallo stampatore a 6-7 euro), con tutti i vantaggi della microtiratura (i grossi stampatori garantiscono anche cinque copie per volta, consegnate nel giro di tre giorni).
  2. Ebook, venduti singolarmente on e off line, searchable e non searchable. Diversi editori hanno un ricco catalogo di Ebook, tra cui spiccano soprattutto testi accademici di difficile reperibilità, tutti acquistabili a costi medio-bassi.
  3. Cd e dvd rom. Singoli testi e/o raccolte tematiche, destinate alle biblioteche e ai centri di documentazione e formazione avanzata che prediligono soluzioni di editoria elettronica stand alone.
  4. Prodotti di digital reference destinati alle basi di dati consultabili on-line a pagamento. I medesimi contenuti possono essere venduti direttamente, oppure ceduti in licenza o sublicenza ai colossi dell'on-line academic electronic publishing (Reed Elsevier, Ingenta, Thompson, Chadwyk-Healey, JStor, Ebsco, Kluwer, Emerald, Saur ed altri operatori stranieri), che forniscono abbonamenti alle loro basi di dati, contenenti indicazioni bibliografiche, abstract descrittivi e testi originali in formato digitale. Queste basi di dati sono accessibili on-line tramite varie forme di abbonamento e i contenuti testuali, usualmente in formato PDF, possono essere scaricati e stampati. I vantaggi del digitale
I testi in formato elettronico, limitatamente a quelli derivati da originali in bianco e nero (sul colore la stampa classica serba ancora minimi margini di convenienza) possiedono così dunque notevoli vantaggi competitivi.

Versioning dei contenuti
Esistono concrete possibilità di versioning dei contenuti, che possono essere pubblicati su diversi supporti con un costo differenziale minimo. A partire dal file di testo, infatti, è possibile produrre un ebook in formato PDF, un CD-ROM o procedere a una ristampa in digitale del volume, senza difficoltà di sorta. Inoltre, le possibilità di customization del prodotto sono virtualmente infinite, a partire dalla produzione di versioni personalizzate ad hoc per un dato cliente o committente, fino al bundling di un CD-ROM con riviste, cataloghi d'arte o altre pubblicazioni.

Ricercabilità dei testi
Possono essere searchable: vale a dire che all'interno di un file dove risiede un testo di 2.500 pagine il lettore può cercare e trovare in meno di un secondo ciò che gli occorre (ex una nota, una citazione, un nome, etc.): per la pubblicistica accademica e la saggistica si tratta di una selling proposition quasi irresistibile, che spiega il crescente favore accordato a tale modalità di pubblicazione.

Crescita del mercato delle riproduzioni
Il costo sempre più proibitivo delle riproduzioni fotografiche e su microfilm e i loro lunghi tempi di duplicazione stanno orientando molte istituzioni, vedasi biblioteche e archivi, alla predisposizione di copie in digitale per il noleggio o l'acquisto, con evidenti benefici sull'impegno del personale e sulla struttura dei ricavi, arricchendo a tassi esponenziali il catalogo dei prodotti in commercio.

Bassi costi di riproduzione
Una volta creata la prima copia in formato digitale, i costi di riproduzione del file sono virtualmente pari a zero (o riducibili al mero costo del supporto). La stampa digitale, inoltre, è caratterizzata da costi fissi prossimi allo zero: diventa così possibile la produzione di lotti limitati (anche una sola copia) solo quando si presenta un'effettiva domanda per il volume.

Le virtù della stampa POD
La stampa in digitale consente anche di stampare un solo libro per volta, permettendo così a un editore di intraprendere la propria attività senza dover sostenere gli investimenti imposti dai tradizionali procedimenti di stampa (minimo 1.000 copie), che comportano forti immobilizzazioni di capitali e frequenti problemi distributivi.

Bassa DOM e scalabilità degli investimenti
Gli investimenti effettuati sono completamente scalabili: è possibile infatti ridefinire le strategie di digitalizzazione e di produzione in itinere, riducendo o aumentando il valore degli investimenti in base alla risposta del mercato.

Flessibilità ed economicità della distribuzione
L'ammontare, davvero esiguo, dei costi di produzione, consente di approntare strategie distributive assai flessibili: gli e-book possono essere acquistati e scaricati direttamente dai siti degli editori (un testo di 1.500 pagine non pesa più di 5 megabyte, scaricabili in meno di 1 minuto con una connessione ADSL) o da altri cataloghi on-line (ve ne sono diversi, con centinaia di titoli), mentre la versione cartacea può essere stampata e distribuita on demand, senza fare magazzino né dover mantenere una rete distributiva tradizionale (fermi restando i maggiori costi di mantenimento dell'infrastruttura informatica, nel caso in cui si decida di distribuire direttamente in formato elettronico).

Copertura di micro-nicchie
Vista la struttura dei costi e la facilità di riproduzione delle copie, si rende possibile il raggiungimento di micro-nicchie in forte crescita, geograficamente disperse e a oggi non coperte, caratterizzate spesso da un'alta disponibilità di spesa.
Ad esempio, oltre a studiosi e ricercatori, sarà possibile puntare a biblioteche e centri di documentazione, università e dipartimenti specialistici, bibliofili, collezionisti e collector's club, catene librarie (anche specializzate).


Copyright AIB 2006-09, ultimo aggiornamento 2006-10-04 a cura di Marcello Busato e Giovanna Frigimelica
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay16/guerzoni05.htm


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