AIB. Sezione Veneto. Congressi
"16. Seminario Angela Vinay"
bibliotECONOMIA
attività e passività culturali
Francesca Ghersetti, Presidente della Sezione Veneto dell'Associazione Italiana Biblioteche [1]
Buongiorno a tutti i convenuti. Mi associo ai ringraziamenti rivolti agli organizzatori
e in particolare alla Dott. ssa Rabitti per avere coinvolto AIB Veneto, come è
ormai consolidata e gradita tradizione in questo importante appuntamento.
Desidero condividere con voi alcuni elementi di criticità e spunti per
una possibile discussione emersi in parte da una mia riflessione pregressa, in
parte da quella scaturita dagli interventi dei relatori precedenti premettendo
che trovo molto complesso un ragionamento sul tema della attività e passività
dei beni culturali applicato al settore dei servizi bibliotecari.
Il motivo di questa difficoltà è che il mondo della biblioteche
e dei servizi che erogano è solo in parte riconducibile per natura al sistema
dei beni culturali; continuiamo inoltre a considerare e a nominare questa realtà
complessa e articolata come se si trattasse di un monolite, pur ammettendo e riconoscendo
che le biblioteche hanno nature molto varie (dalle biblioteche di pubblica lettura
a quelle degli istituti specializzati): non riusciamo mai (o non vogliamo) entrare
nel dettaglio di queste realtà e quindi parliamo sempre un po' a livello
generale, mentre sarebbe molto importante capire quali sono nature, differenze
e mission delle singole tipologie di biblioteche.
Il punto di vista AIB è, pretenziosamente, privilegiato perché come
associazione professionale abbiamo il dovere della trasversalità e della
rappresentatività più ampie possibili, siamo meno vincolati rispetto
ad altri enti quali ad esempio gli enti territoriali che hanno, appunto, competenza
diretta prevalentemente su strutture del territorio di riferimento; d'altra
parte siamo svantaggiati perché parlare e agire in nome di tutte le biblioteche
e tutti i bibliotecari senza averne un quadro complessivo fedele ed esauriente
sia geografico che tipologico non consente in occasioni come questa se non di
intervenire con osservazioni esemplificative un poco a macchia di leopardo; senza
contare che la veloce evoluzione di questa professione e dei suoi strumenti ha
contribuito a moltiplicare le occasioni di avvicinamento ad altri tipi di Istituti
quali gli archivi, i musei, gli istituti culturali per cui le nostre strade si
incrociano e si incontrano molto spesso in modo più evidente a livello
di servizi all'utenza e a livello di strumenti che tutte queste istituzioni
usano per produrre informazioni sul proprio patrimonio.
Un esempio concreto di come sia proficuo far interagire almeno parzialmente "mondi
professionali" diversi e di cui ho avuto recente esperienza grazie a un'iniziativa
di ANAI Veneto è quello del MART di Rovereto, un'istituzione che possiede
una biblioteca, possiede degli archivi, e possiede delle collezioni museali; le
informazioni sul patrimonio posseduto sono disponibili anche in modo integrato
tramite un sistema informativo unificato; questo è un approccio lungimirante
e vincente perchè nel rispetto della natura delle singole collezioni e
dei rispettivi codici catalografici e inventariali ne permette l'accesso
a partire da alcune chiavi di ricerca omogenee.
Ho citato questo caso perché ben rappresenta una possibile soluzione, seppur
parziale, al problema del dialogo tra patrimoni informativi e culturali di diversa
natura.strada che è auspicabile percorrere con sistematicità e tenacia.
Le biblioteche svolgono, per definizione, un'attività che è
anti economica, anzi, meglio a-economica, nel senso che non esiste un riscontro
economico immediato significativo a fronte dell'erogazione di un servizio.
I servizi di base sono gratuiti e generalmente sono i servizi a domanda individuale
che vengono resi disponibili a pagamento in quanto rappresentano essi stessi un
costo aggiuntivo per la biblioteca (fotocopie e riproduzioni in genere di documenti,
utilizzo di internet etc.), ma questo è un "attivo" che messo
a bilancio, rappresenta una parte assolutamente minima delle entrate generali
dell'istituzione.
La questione si sposta quindi su "attivi culturali" misurabili nel lungo
periodo e, ad esempio, in un accrescimento complessivo della consapevolezza dei
cittadini e nella cultura di base di un paese: quanto possano essere fondamentali
dei buoni servizi bibliotecari come strumenti in grado di aiutare questo accrescimento
è di cruciale importanza.
Il contesto a cui mi riferisco è ora quello dei sistemi bibliotecari di
base, di pubblica lettura che è quello che per definizione (sia esso sistema
o singola biblioteca), deve costituire il "centro informativo locale che
rende prontamente disponibile per i suoi utenti ogni genere di conoscenza e informazione"
[2] in buona sostanza l'istituzione che fornisce risposte
alle esigenze informative o culturali degli utenti; non entro qui nel merito del
rapporto tra i concetti di informazione e cultura applicati alle biblioteche ma
rimarrei su un discorso legato al concetto di servizio di base rivolto a tutti
gli utenti anche a coloro che rappresentano le cosiddette "utenze svantaggiate"
, come ad esempio i degenti in ospedale, i carcerati.
Cito queste due particolari categorie di utenti per sottolineare una volta di
più la natura assolutamente variegata di quelle che noi chiamiamo biblioteche
e che deve essere analizzata e conosciuta un pezzetto alla volta, partendo dai
servizi di base fino ad arrivare a quelli che sono i servizi definibili in modo
più appropriato culturali e maggiormente legato a tutela e fruizione del
patrimonio culturale nazionale.
Detto questo, cioè detto che è necessario partire dal concetto di
servizio, arriviamo al cuore del nostro discorso: è interesse dell'Associazione
entrare a pieno titolo nel vivo di questa discussione per chiarire quali sono
e quali possono essere i ruoli delle biblioteche all'interno del sistema
dei beni culturali che però deve essere affrontata anche con un taglio
pragmatico, onde evitare discussioni che rimangano a livello solo teorico interessanti
quanto inutili rispetto a risultati concreti.
Vorrei citare solo due esempi di attività svolta dall'AIB, una regionale
e una nazionale, che tentano in qualche modo di entrare nel vivo del tema proposto
sempre con un approccio pragmatico e operativo.
Il 23-24 settembre 2005 a Treviso si è tenuto il 3. convegno nazionale
dell'Associazione Biblioteche Carcerarie [3]; i partecipanti,
al di là dei relatori, erano circa trenta, quindi in termini assoluti un
numero esiguo; il taglio del convegno era operativo, l'incontro era infatti
rivolto a tutti gli interlocutori che poi avrebbero dovuto procedere gestendo
servizi bibliotecari nelle carceri.
Il primo obiettivo era quello di fornire in lingua italiana gli strumenti di
lavoro tecnici del bibliotecario per chi si sta occupando in modo diffuso, ma
anche parcellizzato di questi temi e cioè la traduzione delle lingue guida
IFLA UNESCO sulle biblioteche carcerarie [4].
Il secondo obiettivo del convegno era quello di preparare le condizioni perché
chi lavora nelle biblioteche carcerarie, un variegato mondo che va dai volontari,
ai professionisti, con esempi di eccellenza ed esempi di dilettantismo più
assoluto ma pur sempre meritorio, disponga di uno strumento politico, un quadro
generale di riferimento istituzionale che consenta appunto a questi operatori
di avere titolo per andare a discutere con gli interlocutori istituzionali (dal
Direttore delle case circondariali in su) ossia un protocollo d'intesa tra
il Ministero della Giustizia e tutti gli interlocutori che entro il convegno sono
stati indicati e tutti gli altri che vorranno lavorare.
Ho illustrato le caratteristiche di questo convegno come esempio di approcio pragmatico
a un tema specifico della nostra professione (la biblioteca carceraria) ma sempre
con l'attenzione necessaria al contesto generale di riferimento è
cioè quello dei servizi di pubblica lettura rivolti a tutti gli utenti.
Se la biblioteca si rivolge ai degenti degli ospedali o ai carcerati si rivolge
a coloro che l'IFLA definisce le categorie di utenti svantaggiati, perché
sono gli utenti che non sono fisicamente in grado di andare nelle biblioteche
e quindi devono essere raggiunti dalle biblioteche. Questo è un importante
cambiamento di prospettiva di questi ultimi anni: l'utente raggiunge la biblioteche
ma al stesso tempo la biblioteca cerca e raggiunge l'utente sia quello svantaggiato
che quello potenziale. Un esempio recente e di largo impatto in questo avvicinamento
all'utente è la seconda edizione della manifestazione "Contorno
di libri" [5] organizzata nel maggio scorso, all'interno
del piano di formazione regionale, a Montebelluna dalla Biblioteca Comunale e
patrocinata da AIB Veneto: tre giorni dedicati alla promozione della lettura in
cui la biblioteca è stata letteralmente invasa da utenti di tutte le età
per partecipare alle numerose iniziative tra cui letture non stop, e in cui la
biblioteca si è proiettata nella città, nei negozi, nelle piazze,
portando la lettura "fuori di sé" per un maggior avvicinamento
alle persone. La partecipazione si è attestata attorno alle quattromila
presenze in una città non grande che però ha una biblioteca che
funziona molto bene, e a cui la città è molto affezionata.
Torniamo ora al nostro convegno nazionale sulle biblioteche carcerarie: ora il
nostro compito è far si che questo convegno non diventi una delle tante
occasioni di discussione senza risultati concreti ma un incontro da cui possano
scaturire proposte e risposte operative; i segnali positivi di attenzione sono
numerosi, ma dobbiamo anche fare i conti con una situazione generale di progressiva
riduzione delle risorse e profonde modificazioni degli assetti strutturali nelle
dotazioni di personale che stridono con la necessità e il diritto da parte
dei cittadini di fruire di servizi articolati e di qualità. Solo per fare
riferimento alla nostra regione dati abbastanza recenti (2003) ci dicono che il
37% circa del personale che lavora nelle biblioteche di pubblica lettura è
personale non strutturato che non gode cioè di continuità lavorativa
né in assoluto nè in relazione a una medesima biblioteca. Questo
è un dato molto importante soprattutto in un contesto di progressiva riduzione
delle risorse perchè viene a ridurre anche le possibilità di aggiornamento
soprattutto in relazione ad appuntamenti come quello odierno che non sono strettamente
"tecnici" quanto piuttosto momenti di riflessione di alto livello necessari
ai professionisti del settore tanto quanto i primi.
Per concludere le osservazioni legate al convegno sulle biblioteche carcerarie,
nonostante questa situazione evidentemente critica come AIB Veneto abbiamo scelto
di investire su questo tema che potrebbe a torto essere considerato di nicchia,
ma che spero di aver chiarito essere solo uno degli aspetti più complicati
del servizio bibliotecario pubblico quel servizio cioè che l'ente
locale deve al suo cittadino esattamente come gli deve l'assistenza sanitaria,
cioè un servizio di base.
La necessità quindi anche in una situazione che presenta molte criticità
di confrontarsi sui temi fondanti etici e strategici della professione e del servizio
ha un riscontro, a livello nazionale, nel prossimo convegno dell'associazione
[6] che, invertendo la tendenza rispetto agli appuntamenti degli
ultimi anni (densi di sessioni parallele), sarà monotematico e incentrato
sul tema del sistema dei servizi bibliotecari in Italia nel loro complesso, riprendendo
quindi una impostazione con una visione politica di ampio respiro.
Non entro nel dettaglio delle singole relazioni del convegno ma vorrei sottolineare
questo appuntamento come una importante occasione di rilancio di una discussione
"alta" sulle politiche bibliotecarie nel nostro paese in una contigenza
sfavorevole momento tipico in cui, come diceva il Dott. Tabaro, a fronte delle
difficoltà si "risvegliano le intelligenze", perché se
le risorse scarseggiano devono essere strategicamente gestite meglio.
Concluderei qui le mie considerazioni sparse con l'auspicio che tutti gli
spunti di discussione emersi trovino il loro approfondimento nella tavola rotonda
di domattina.
[1] Il testo è stato rivisto per la pubblicazione e aggiornato
in alcune parti.
[2] Manifesto UNESCO sulle biblioteche pubbliche, 1994
[3] Il convegno dal titolo Periferie nella città:
lettura e biblioteche in carcere è stato organizzato oltre che dall'associazione
ABC, da AIB Veneto e dalla Provincia di Treviso, con il patrocinio della Regione
del Veneto. Gli atti del convegno sono attualmente in fase di pubblicazione.
[4] Per i lavori del convegno sono state tradotte le Linee guida
IFLA per le biblioteche carcerarie, 2° edizione; successivamente ne è
uscita la terza edizione in lingua inglese che le sostituisce.
[5] La manifestazione "Contorno di Libri" ha avuto luogo
a Montebelluna il 14-15 maggio 2005.
[6] Il 52° convegno AIB Le politiche delle biblioteche in
Italia. I servizi si è tenuto a Roma il 23-24 novembre 2005.
Copyright AIB 2006-09, ultimo
aggiornamento 2006-10-03 a cura di Marcello Busato e Giovanna
Frigimelica
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay16/ghersetti05.htm