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"16. Seminario Angela Vinay"
bibliotECONOMIA
attività e passività culturali

Interventi di apertura
Politiche e strategie di produzione culturale

Nicola Funari, Assessore alla Cultura, Spettacolo, Sistema Bibliotecario Provinciale, Patrimonio culturale museale della Provincia di Venezia


Buongiorno a tutti, anche a nome del Presidente Davide Zoggia che non può intervenire e che mi ha pregato di dare a Voi tutti il suo saluto. Quindi porto il saluto del Presidente della Provincia e quello mio personale alla Fondazione Querini Stampalia che conosco da oltre trent'anni, da quando ero studente e utente della Biblioteca, come una delle più importanti istituzioni culturali veneziane.
Avevo preparato una relazione, però l'intervento della Direttrice Chiara Rabitti mi ha indotto a cambiarla, e quindi mi scuso se per caso la mia esposizione non sarà del tutto limpida e lineare perché riflettevo mentre la Direttrice parlava. Vorrei riprendere alcuni temi e spunti offertimi dalla presentazione del seminario che io giudico di grande interesse, soprattutto perché ha toccato molti problemi importanti.

Prima di tutto, devo dire che si deve obiettivamente riconoscere che i beni culturali producono cultura attraverso quel processo di mediazione che sono i servizi culturali. In altre parole la disponibilità del patrimonio del capitale cultura non è sufficiente a garantire la rendita, ovvero la cultura se non attraverso l'investimento: il costo dei servizi culturali, quei servizi cioè che consentono la funzione di uso e consumo dei beni.
L'intervento pubblico a favore della cultura, trae secondo me la sua legittimazione dai fallimenti della libera concorrenza del mercato. Ricordo che in base alla politica paretiana, è la natura stessa dei beni culturali e le aumentate e pressanti richieste di cultura da parte dei cittadini, guardando verso le generazioni future, che si traducono in uno scarto tra benefici sociali e benefici privati ricavati dalla cultura, e che giustificano l'intervento degli enti locali pubblici e delle Fondazioni di cultura nell'ambito culturale.

Possiamo sostenere che la spesa pubblica nella cultura produce un effetto moltiplicatore sull'attività economica e però giustifica, a mio parere, solo in parte l'intervento pubblico perché detto intervento deve essere inteso a ridurre le disuguaglianze sociali attraverso un'opera di democratizzazione della cultura con un'evoluzione positiva dei cittadini, migliorando il livello di civiltà del nostro paese.
Questo credo che sia il compito importante degli enti pubblici ed enti morali privati nel settore della cultura.
E' anche con una finalità precisa che le generazione presenti e future possono godere di un patrimonio conservato e arricchito.
Nella definizione di Paul Samuelson il bene culturale riveste in parte il carattere di un bene economico collettivo, però secondo me è anche un bene sociale: il prezzo di uso, fruizione del bene culturale, è libero dalla relazione fra domanda e offerta.
Ciò dipende da molti fattori: essenzialmente dall'eccessivo costo, dalla passività contabile della gestione della cultura e dai prezzi e tariffe non adeguate o gratuite. Allora è necessario l'intervento pubblico Stato, Regioni, Province, Comuni, Fondazioni Pubbliche e l'intervento di Enti Privati, Fondazioni, Società, Imprenditori: non solo devono collaborare ma il lavoro deve essere fatto in rete.
Perché, mi chiedo, è necessario l'intervento a sostegno della cultura anche in questo periodo di crisi economica e di recessione?
Perché la cultura e la sanità come sempre subiscono pesantemente gli effetti di una crisi economica.
La cultura non solo eleva il livello di civiltà di una nazione, ma produce, dobbiamo dirlo, anche un effetto moltiplicatore.

L'impatto economico complessivo della cultura raggiunge molti milioni di euro nel territorio della Provincia di Venezia, comprendendo le spese il trasporto, le spese di albergo, le spese delle case degli studenti che vengono a studiare, di ristorazione, le spese degli agenti e mediatori e così via legate tutte alle attività culturali. Infatti non possiamo non sottolineare i meriti dell'arte nelle possibilità d'impiego, gli effetti sul turismo, il cosiddetto turismo culturale e sulle persone incentivate ad installarsi nella nostra provincia. Devo ricordare che la Provincia di Venezia sta favorendo processi di integrazione e di consolidamento delle proposte culturali per far crescere il territorio sotto l'aspetto culturale; mentre è impossibile matematicamente calcolare l'impatto sociale e ideale sulle future generazioni che provoca il sistema bibliotecario, il sistema museale e le attività culturali. L'effetto moltiplicatore della cultura è indubbio, dato che le Istituzioni culturali a Venezia: Biennale, Palazzo Grassi, Fondazione Cini, Istituto Veneto Scienze ed Arti, Querini Stampalia, Fondazione Cassa di Risparmio, Comuni e Provincia di Venezia generano ritorni economici da 1,5 a tre volte superiori alle spese sostenute.
Se noi spendiamo 100 si ha un ritorno da 150 a 300.
L'offerta per il teatro, la musica e la danza che la Provincia ha finanziato e coordinato da giugno a settembre 2005, ha coinvolto 24 comuni del territorio, la Regione del Veneto e privati, fornendo spettacoli ad alto valore artistico. Pertanto in base a queste motivazioni sociali, ideali ed economiche è indispensabile un intervento coordinato del Governo, degli enti pubblici, degli enti locali, delle istituzioni locali e pubbliche e degli imprenditori; interventi che si possono estrinsecare in contributi, in deduzioni fiscali, in prestiti a basso interesse, in sponsorizzazioni.
Il nostro obiettivo principale è quello di rendere fruibili a tutti - dico a tutti i cittadini - i beni culturali, le biblioteche e le attività culturali.
Qualora si lasciasse libero il mercato della cultura, basandosi solo sulla ferrea legge della domanda e dell'offerta, quindi con l'elevato prezzo di equilibrio, sarebbero pochissimi i cittadini che potrebbero usufruire dei beni, dei servizi culturali, delle biblioteche. Mi piace ricordare che Roger Prancont scriveva su "Le Monde" il 29 luglio del 1993: "Per le nostre nazioni, per la nostra Europa, il cinema non solo è un'industria nazionale, ma un affare spirituale e con le altre forme d'arte la sua scommessa più alta è un'alleanza che direi sacra, importante, che utilizza l'economia per i messaggi che può trasmettere e che si pretende che la cultura produca, dei ritorni positivi perché possa essere finanziata a favore di tutti."

Volevo, anche sul problema bibliotecario, importante per la Provincia di Venezia che collabora con la Fondazione Querini Stampalia, dire alcune cose. Nell'esercizio delle funzioni di coordinamento e programmazione dell'organizzazione bibliotecaria attribuitaci dalla legislazione regionale, la Provincia di Venezia ha voluto tener conto e far leva su alcuni punti di forza anche facendo riferimento ad un sistema integrato, all'offerta culturale che vede coinvolti nel sistema bibliotecario museale e provinciale, biblioteche civiche, scolastiche e musei.
Il sistema opera attraverso la concertazione e la cooperazione di tutti gli attori coinvolti, metodologia oggi veramente adottata dalla Regione del Veneto, a cui va il merito di aver consolidato con le Province un rapporto proficuo di condivisione delle programmazione degli interventi, di aver prefigurato una rete di cooperazione di alto respiro che include il Ministero dei beni e le attività culturali, di cui ringrazio i responsabili qui presenti, come pure AIB, ANCI, Enti Locali, Università ed altri ancora.
Il nostro obiettivo è valorizzare le professionalità presenti nelle biblioteche della provincia coinvolgendole nella programmazione delle nostre attività e nella definizione di nostri progetti attraverso il Comitato Tecnico Scientifico del SBMP; ma anche interessando direttamente e fattivamente i responsabili ad esempio nel servizio di catalogazione partecipata e, in questo modo, si avvantaggia l'intera rete.
Nella prospettiva di una stretta integrazione del sistema culturale col mondo della scuola, abbiamo dato vita all'Osservatorio della Didattica Bibliotecaria Museale con lo scopo di mettere a disposizione un patrimonio informativo di esperienze educative frutto delle attività della produzione culturale delle nostre biblioteche e dei nostri musei.
Poi riteniamo di grande importanza il progetto: "Liberi per crescere", per la promozione della lettura per la prima infanzia, già da ora uno strumento eccezionale per avvicinare gli adulti e le famiglie ai servizi della biblioteca, ma anche un investimento a lungo termine che potrà dare il suo saldo attivo negli anni a venire, quando i piccoli che hanno ormai familiarizzato con il libro e la biblioteca, saranno lettori adulti in grado di comunicare ai loro figli l'amore per la lettura.
E anche questo è un segno di attenzione al pubblico e soprattutto ai diversi pubblici che le biblioteche sanno esprimere modulando servizi mirati e risposte ai bisogni formativi e sociali di diversa natura e facendosi strumento di mediazione tra patrimonio culturale ed utente, affinché le risorse impegnate siano davvero fornitrici di cultura.
Per ultimo, come utente di una volta (adesso ho poco tempo per venire) devo ringraziare pubblicamente la Querini Stampalia, che è stata essenziale e determinante per la mia vita culturale e formulare il mio augurio perché possa continuare con la sua presenza le attività culturali a Venezia.


Copyright AIB 2006-09, ultimo aggiornamento 2006-10-03 a cura di Marcello Busato e Giovanna Frigimelica
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay16/funari05.htm


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