AIB. Sezione Veneto. Congressi
"16. Seminario Angela Vinay"
bibliotECONOMIA
attività e passività culturali
Massimo Canella, Dirigente del Servizio Editoria, Beni librari, archivistici e Musei della Regione del Veneto
Dopo tanti interventi di taglio teorico e di livello accademico, un po' mi
rincresce che tocchi a me di abbassare il tono di questo seminario, venendovi
a raccontare, come è mio compito, dei tentativi che stiamo compiendo di
aumentare il "valore" degli interventi della Regione in materia di biblioteche,
pur in una situazione di crescente difficoltà sul fronte dei "costi"
sostenibili.
Da un punto di vista operativo, credo che ogni ragionamento in materia debba partire
dal presupposto che, da un punto di vista finanziario, di norma sia la
microeconomia degli istituti culturali, sia l'economia dell'intero settore
sono strutturalmente in perdita. Il ripiano dei costi, come tutti sperimentate
ogni giorno, dipende pertanto dalla capacità di persuadere gli amministratori
pubblici e privati e la pubblica opinione della convenienza non solo assoluta,
ma anche relativa delle attività legate alla cultura, in una situazione
di concorrenza con altri bisogni sociali rispetto a risorse scarse.
Questo avviene, certamente, facendo appello all'imperativo categorico, che
personalmente sento profondamente, di conservare e sviluppare il nostro patrimonio
culturale. Ma insieme occorre riuscire a comunicare, come è stato qui ripetuto,
le esternalità positive che le attività culturali obiettivamente
producono: nel caso delle biblioteche, principalmente sui piani del progresso
degli studi e della ricerca, dell'educazione delle persone, della riproduzione
e riqualificazione della forza-lavoro e anche del miglioramento della coesione
sociale, che accompagna lo sviluppo delle personalità dei singoli e dei
loro sentimenti di soddisfazione, integrazione e adeguatezza.
E' inoltre necessario porsi e conseguire degli obiettivi comprensibili di miglioramento del servizio che si presta ai cittadini, sia dal punto di vista dell'efficacia degli interventi, sia da quello della loro efficienza: è elementare ricordare che, nel campo delle biblioteche, questi risultati si ottengono in primo luogo attraverso la cooperazione inter-istituzionale nei campi della catalogazione, del prestito, della promozione della lettura, della reperibilità delle fonti. Sono i temi affrontati dalle Linee di politica bibliotecaria per le autonomie concordate fra Regioni, ANCI e UPI, che come molti di voi sanno, se non altro perché lo abbiamo annunciato a ripetizione, l'amministrazione regionale del Veneto si è sforzata di vedere come occasione per rivedere radicalmente l'impostazione dei propri interventi in materia di biblioteche.
Sulle Linee di politica bibliotecaria si potrebbe anche provare a fare un primo bilancio, dopo due anni dalla loro adozione. Certamente il Comitato nazionale da esse previsto non ha assolto tutti i compiti che le Linee gli assegnavano, anche per l'inidoneità di un documento del genere a determinare l'effettiva riallocazione di competenze amministrative che sembra in certi passi postulare. Non vale del resto la pena di crucciarsene, perché in ogni caso nessuno sarebbe riuscito ad andare a nozze con esiti positivi coi fichi secchi disponibili in questa fase storica, e possiamo pertanto concentrarci tranquillamente sugli aspetti positivi, che sono di gran lunga prevalenti. Provo a enumerarli.
In primo luogo il recepimento, da parte delle istituzioni, delle più recenti indicazioni provenienti dalla comunità dei professionisti. Particolare rilevanza hanno avuto:Dal mio punto di vista, l'effetto più positivo del documento sulle Linee è consistito nella propulsione che esse han potuto dare alle iniziative all'interno dei sistemi regionali, quale, nel nostro caso, quello veneto. Non ripeterò nel dettaglio le modalità del processo partecipativo sui temi delle Linee sviluppatosi nel Veneto in vista delle Giornate delle Biblioteche di Abano Terme del 12 e 13 novembre 2004. Come molti di voi sanno, esso si è concluso con l'approvazione dei risultati di cinque gruppi di lavoro relativi a:
La misura in cui tale impegno è stato soddisfatto può essere
colta nella deliberazione programmatica della Giunta regionale veneta in materia
di biblioteche per il 2005, disponibile in Internet, e nelle sue misure attuative.
Esse per ora riguardano i risultati dei gruppi relativi alle Province, alla
misurazione e al prestito; non ancora, invece, quelli dei gruppi su SBN e personale.
Le alternative relative a SBN e alle reti territoriali sono ad un avanzato stadio
di elaborazione, ma la scelta, frenata dapprima dalle vicende relative all'apertura
dell'Indice ai software commerciali, è ora condizionata all'effettiva
messa a disposizione del fondo del Piano territoriale per lo sviluppo di SBN
nel Veneto finanziato coi proventi delle licenze UMTS, non potendosi, neppure
volendolo, far scontare a soggetti economici che operano nel mercato le conseguenze
degli stop and go delle politiche nazionali di bilancio. In ogni caso
gli uffici regionali stanno istituendo rapporti di consulenza scientifica tali
da supportare autorevolmente i loro processi decisionali.
Anche le problematiche relative ai profili e alla programmazione formativa fanno
riferimento a contesti più ampi di quello regionale. Va sottolineata
peraltro la continuità dell'attività di aggiornamento degli
operatori, che fa sì, secondo Francesca Ghersetti, che è "sicuramente
emergente l'offerta formativa della Regione Veneto, per la qualità
e il numero delle proposte, dal 2004 strutturate, per chi lo desideri, in veri
e propri percorsi formativi modulari".
Le Province. Come è noto, nei secondi anni Novanta la Regione
è intervenuta a sostegno delle attività che, negli ambiti loro
consentiti dalla legge, le Province cominciavano a sviluppare tramite i Centri
di Servizio, anche in supplenza di iniziative che sarebbero potute venire da
altri livelli istituzionali, recuperandoli così progressivamente ad una
prospettiva di sussidiarietà programmatica. La Regione ha attuato l'auspicio
del documento di Abano che "potesse reperire risorse aggiuntive anche per
rendere più gestibile il passaggio dal criterio della spesa storica a
parametri più legati alla consistenza attuale dell'utenza e dei
servizi", aumentando il fondo da € 250.000,00 a € 300.000,00,
ed ha effettivamente promosso ciò che lo stesso documento definisce "l'interesse
e la convenienza allo sviluppo della cooperazione regionale in materie specifiche...
anche con la previsione di finanziamenti regionali di scopo", stanziando
allo scopo a favore delle Province aderenti ulteriori € 85.000,00.
Uno dei progetti di sviluppo approvati nel 2005 riguarda un tema che è
bene tenere presente come realistico pendant alle visionarietà
modernistiche, certo indispensabili per agire e cambiare: si tratta di corsi
di formazione di base specifici per il numeroso personale che, privo di studi
ed esperienze in merito, si trovano a lavorare nelle biblioteche civiche a seguito
di processi di mobilità, dovuti magari a motivi di inquadramento o a
variabili esterne di tipo finanziario - organizzativo o anche politico -
organizzativo. Gli altri progetti di sviluppo sono direttamente collegati agli
esiti dei gruppi di Abano sul prestito interbibliotecario e sulla misurazione.
Il prestito interbibliotecario. I referenti primi di quest'operazione, che meritano un pubblico ringraziamento, sono stati Antonella Cossu dell'Iccu, che ha partecipato ai lavori del gruppo di Abano ed ha riferito in merito in sessione plenaria, e Giovanni Grazioli di Belluno, che abbiamo indicato come membro veneto della commissione nazionale sul prestito; essi si sono poi incontrati successivamente coi rappresentanti delle Province per capire in quale modo esse potessero farsi attive nel progetto regionale di incentivare i prestiti al di fuori dei territori di rispettiva competenza. La proposta regionale finale, accolta da Belluno, Treviso, Vicenza, Venezia e Padova, prevede un contributo per l'attività di informazione e promozione e un ulteriore riconoscimento per la costituzione di un apposito ufficio di coordinamento, sia esso gestito direttamente, sia affidato ad altre biblioteche o amministrazioni aderenti al Centro Servizi. Sviluppi di notevole rilievo, finanze permettendo, si potranno avere con l'integrazione nel processo delle risorse organizzative, bibliografiche ed informatiche delle nostre realtà universitarie - obiettivo cui stiamo discretamente lavorando in un'ottica di medio periodo.
Misurazione e statistiche. Come chi di voi è veneto sa, nel quadro della progettualità nazionale di tipo anagrafico - censuario, ma anche con riguardo alla miglior raccolta dei dati utili a determinare il riparto dei contributi ordinari così come indicati dalla legge, la Regione ha attivato a suo tempo, col significativo contributo di Lia Artico, un sistema di rilevazione on line dei dati dei nostri tradizionali questionari. Se alcuni inconvenienti tecnici, successivamente manifestatisi, sono ascrivibili all'improprietà del rapporto con un'istituzione culturale anzi che con una ditta commerciale per la gestione di un servizio tecnico di tal fatta, anomalia ora corretta, un certo malcontento degli operatori per l'onerosità della compilazione si è manifestato in proporzione inversa al continuo ridursi dell'ammontare dei contributi ordinari che ricevevano: d'altronde, tale riduzione era resa necessaria dalla scelta di puntare, piuttosto, sui servizi di rete che potevano essere offerti dalle Province.
Lo strumento telematico comunque è valido e può avere un'utilizzo di medio periodo nel contesto attuale, stimolato insieme dalle indicazioni delle Linee e da un lungo percorso seguito da talune biblioteche venete e sfociato nel deciso documento presentato ad Abano dal gruppo coordinato da Daniele Ronzoni. Ricordiamo che le Linee prevedono che la misurazione consenta sia di misurare le dinamiche qualitative del servizio offerto, sia di ripartire le risorse disponibili secondo un criterio di equità sostanziale, sia di contribuire alla costruzione delle elaborazioni statistiche ai diversi livelli territoriali. L'ufficio guidato da Giulio Negretto ha intrapreso il tentativo di soddisfare tutti e tre tali requisiti nel seguente modo:Perché - ce ne rendiamo conto - il "valore" delle attività si misura principalmente sulla loro sostenibilità nel tempo. C'è un problema di costanza nella volontà, e un problema di adeguatezza nel sopperire ai "costi" rappresentati dalle risorse umane e finanziarie. Speriamo di persuadere tutti che vale la pena di proseguire.
Copyright AIB 2006-09, ultimo
aggiornamento 2006-10-03 a cura di Marcello Busato e Giovanna
Frigimelica
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