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"15. Seminario Angela Vinay"
bibliotECONOMIA
dal costo al valore

INTERVENTI DI APERTURA

Francesca Ghersetti, Presidente della Sezione Veneto dell'Associazione Italiana Biblioteche


[1] Buongiorno a tutti. Devo ammettere che quando Chiara Rabitti mi ha parlato di questa nuova edizione del seminario e me ne ha esposto il tema sono stata contemporaneamente compiaciuta e rassicurata. "Dal costo al valore" mi è sembrato un tema semplice e non potevo che concordare sull'opportunità di tentare un'analisi di quanto e come le biblioteche valgono e di quanto costano tentando di fare un bilancio tra aspetti di valore, in parte "immateriale", e aspetti di costo, prevalentemente economici. Poi, come sempre nei seminari Vinay, la semplicità del tema si è rivelata essere solamente apparente: man mano che il ragionamento tentava di progredire anche al confronto con altri colleghi, si aprivano e accavallavano mille elementi di valutazione diversi; per prudenza allora ho ritenuto opportuno abbandonare la strada del ragionamento strutturato per presentare una serie di considerazioni, se vogliamo sparse, auspicando che durante queste giornate alle mie se ne aggiungessero altre e soprattutto venissero confortate o smentite dall'esposizione di dati e situazioni che si sarebbero succedute.
Domandandosi dal punto di vista dell'AIB in che cosa può consistere il valore delle biblioteche direi che sia lecito collocare al primo posto, dato che l'elemento materiale-patrimoniale è già ampiamente riconosciuto come tale, quello che è il valore rappresentato dai bibliotecari, del patrimonio che costituisce la loro formazione, l'aggiornamento continuo e la professionalità ancora così poco riconosciuta. Abbiamo delle splendide biblioteche, abbiamo dei servizi bibliotecari e dei sistemi bibliotecari che funzionano molto bene, altri che sono molto ben avviati, altri ancora da costruire; molto spesso però non si tiene nella dovuta considerazione il fatto che le "belle" biblioteche senza personale preparato non hanno futuro. Su questo nodo cruciale dell'esistenza delle biblioteche è aperto da sempre un consistente dibattito interno e esterno all'AIB e ritengo necessario ribadire in tutte le sedi che se ormai noi, la comunità professionale, riteniamo che la presenza di personale preparato sia condizione imprescindibile per l'erogazione di un servizio qualificato, la professionalità del bibliotecario non è ancora un valore riconosciuto come una risorsa necessaria al buon funzionamento della struttura da molte delle amministrazioni responsabili dei servizi bibliotecari.

Dai lavori dell'ultimo seminario organizzato da AIB Veneto, in cui è stato offerto ai colleghi un resoconto dell'ultimo convegno nazionale dell'IFLA [2] colgo lo spunto per un'altra considerazione: da tutte le relazioni è emerso con grande evidenza come il dibattito internazionale su tutto l'arco delle tematiche professionali abbia raggiunto un livello altissimo, ci sono delle novità veramente importanti in corso di elaborazione e i colleghi italiani sono sempre più presenti nel dibattito internazionale così come la loro competenza è sempre più riconosciuta. A fronte di una giustificata soddisfazione per questo riconoscimento la domanda che, per contro, sorge quasi spontanea è quanto di questa competenza possa trovare applicazione pratica nel lavoro quotidiano del bibliotecario che magari contemporaneamente lavora anche all'Ufficio Cultura del comune o deve seguire altri servizi o si trova ad operare in una biblioteca piccola o isolata con scarse possibilità di contatti con i colleghi. Parliamo di situazioni in cui è tanto difficile aggiornarsi e studiare quanto riuscire ad applicare le eventuali competenze acquisite; possiamo allora considerare che l'allargamento progressivo della forbice tra "inforicchi" e "infopoveri" (tema di cui tanto di parla in termini più generali) riguardi anche il mondo delle biblioteche e dei bibliotecari?
Devo poi puntualizzare una questione di non poco conto: in questa sede parliamo di biblioteche che sono saranno o dovrebbero essere parte di sistemi bibliotecari territoriali, prevalentemente biblioteche di ente locale; per me, che professionalmente afferisco al settore delle biblioteche speciali e private, è sempre molte presente quanto le biblioteche costituiscano un mondo molto più articolato di quanto non pensiamo, generalmente e istintivamente, utilizzando il termine di "biblioteca".

Sappiamo che questo mondo già di per sé così complesso dovrà trovare sempre di più dialogo operativo con le realtà ancora troppo spesso solo parallele degli archivi, dei musei e di tutti gli altri istituti depositari di memorie, generali e specifiche, e per la cui fruizione si devono istituire servizi. Se spostiamo il nostro ragionamenmto sull'organizzazione di servizi da erogare sappiamo che all'utente interessa reperire il documento o la notizia, non gli interessa e non sempre sta a lui sapere anche in che tipologia di istituto la troverà; ci sono confortanti segnali e concrete realizzazioni di servizi organizzati e pensati per fornire questo tipo di risposte, ci sono indicazioni in tal senso in documenti programmatori e normative: citando uno dei più recenti, le Linee di politica bibliotecaria per le autonomie [3], troviamo che i temi, che ci stanno molto a cuore, dell'integrazione tipologica e territoriale per i sistemi bibliotecari e l'importanza della presenza di risorse umane competenti sono presenti e indicati con evidenza come risorse. E' positiva questa presenza proprio in un documento che, in assenza di un quadro legislativo organico sulle biblioteche, può veramente costituire una sorta di documento fondante e punto di riferimento obbligato per le politiche bibliotecarie future.
Già questi pochi spunti di riflessione aiutano a comprendere quanto sia riduttivo ragionare su costi e valori in un'ottica strettamente economica e nel breve periodo; è necessario ragionare in termini di investimenti a lungo termine identificando correttamente, in primo luogo, quale sia il valore rivestito dalla biblioteca o dal sistema bibliotecario, cioé il servizio bibliotecario, per l'amministrazione responsabile: solamente in base alla corretta percezione di questo "dato" é possibile lavorare con una mentalità progettuale che sia in grado da una parte di rispettare i limiti inevitabilmente dettati dalle risorse disponibili e dall'altra, soprattutto, riesca sempre a raggiungere gli specifici obiettivi di progetto volta a volta identificati.

Anche solo il raggiungimento dell'obbiettivo perseguito, in una realtà in cui troppo spesso siamo abituati a vedere interrotti progetti troppo ambiziosi per esaurimento o poco oculata gestione dei fondi disponibili, costituirebbe, tecnicamente dal punto di vista biblioteconomico se non dal punto di vista economico, un pareggio di bilancio. L'aspetto più interessante che mi preme sottolineare é che spesso al raggiungimento del risultato desiderato se ne associano altri importanti e non sempre immediatamente evidenti: solo per fare un esempio basti pensare al progetto che porta alla costituzione di un catalogo unico o all'attivazione delle procedure di prestito all'interno di un sistema bibliotecario: se i risultati sono raggiunti anche attraverso un lavoro di coinvolgimento corretto e propositivo dei singoli interlocutori, il lavoro stesso diviene uno strumento attraverso cui si favorisce e si coltiva la crescita della comunità professionale in quanto tale elevando poco a poco il livello delle competenze e della cultura biblioteconomica ma soprattutto facendo crescere un modello di lavoro cooperativo. E' questo il modello dal quale non è più possibile prescindere nella nostra professione.
Non è peregrino pensare che una larga parte del valore delle nostre biblioteche e di quelli che saranno i nostri sistemi informativi territoriali, risieda anche in questo nuovo modo di lavorare tanto più proficuo quanto più realmente condiviso dai professionisti e dagli amministratori.

Allora un altro tema su cui ci dobbiamo misurare, tutti, è quello della condivisione tra amministratori e bibliotecari del riconoscimento del valore che le biblioteche rivestono; sarà inevitabilmente una condivisione in equilibrio tra obbligo e convinzione ma rappresenta un elemento importante nelle dinamiche complessive; è inoltre fondamentale che le amministrazioni, gli enti deputati al coordinamento, progettazione, gestione dei sistemi bibliotecari territoriali e delle singole biblioteche facciano quanto di loro competenza per rendere l'istituzione di biblioteche e sistemi bibliotecari compiti istituzionali ineludibili sia per l'amministrazioni in carica che per quelle successive.
Le persone cioè i bravi bibliotecari, gli assessori e i dirigenti lungimiranti o i lungimiranti direttori di biblioteca e di sistema passano ma le amministrazioni restano e quindi queste persone devono fare in modo che tutto il loro operato lasci in eredità una struttura forte, solida, trasmissibile; la necessità di "costruire struttura" è un discorso che vale per le amminitrazioni così come per noi AIB, quindi ben venga lo spazio che in questo seminario è stato riservato ai centri servizi provinciali del Veneto, perché sarà un'occasione per poter fare un bilancio complessivo e concreto su progetti e risultati raggiunti a livello territoriale.

Per concludere, una notizia che riguarda più direttamente l'Associazione: sono proprio valutazioni su operazioni di lungo periodo e di consolidamento di relazioni istituzionali che hanno portato alla formalizzazione del rapporto, peraltro già ampiamente consolidato, tra AIB Veneto e Regione del Veneto attraverso la firma di un protocollo di intesa generale [4].
E' un passaggio molto importante da molti punti di vista: Regione Veneto ha identificato formalmente in AIB, con cui non ha obblighi di relazioni istituzionali, uno degli interlocutori di rilievo con cui dialogare sulle sue politiche bibliotecarie, concretizzando una delle indicazioni fornite dalle Linee di politica bibliotecaria... e, reciprocamente, AIB Veneto ha riconosciuto nell'ente regionale il suo primo interlocutore istituzionale; alla base c'è evidentemente una valutazione da entrambe le parti sull'opportunità di creare sinergia tra enti e non, come già sottolineato in precedenza, tra persone; questo significa lavorare per consolidare la struttura e darsi una prospettiva futura. E' fonte poi di comprensibile soddisfazione essere stati il primo (attualmente anche l'unico) caso in tutte le realtà regionali italiane di realizzazione di tale protocollo.
Per concludere vorrei fare brevemente riferimento, come esempio di prima collaborazione alla luce del documento citato, a quanto già indicato dal dott. Massimo Canella: AIB Veneto ha ricevuto l'incarico, all'interno delle Giornate regionali delle biblioteche 2004 [5], di gestire e coordinare il gruppo di lavoro sul personale delle biblioteche: una serie di favorevoli contingenze ci ha quindi offerto l'occasione di lavorare alla stesura di un documento che disegni il quadro, per la prima volta per quanto in modo assai incompleto, della realtà professionale nella nostra regione dal punto di vista dei profili, della formazione, degli inquadramenti; emergeranno sicuramente le proiezioni regionali di quelli che sono i nodi cruciali della professione che sicuramente verranno affrontati nella relazione dei colleghi dell'Osservatorio lavoro AIB.
Ringrazio tutti e concluderei per consentire il proseguimento dei lavori.

[1] Il testo è stato rivisto per la pubblicazione e aggiornato in alcune parti.
[2] IFLA, International Federation of Library Associations: relazioni dalla 70. conferenza annuale e sull'attività dell'Associazione internazionale dei bibliotecari, Verona 16 settembre 2004, organizzato dall'AIB Veneto, Regione del Veneto con il patrocinio dell'Università degli studi di Verona <http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/s040916.htm>
[3] Il documento Linee di politica bibliotecaria per le autonomie è stato firmato il 23 ottobre 2003 dalla Conferenza dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome, ANCI, UPI
[4] Si tratta del Protocollo di intesa tra Regione del Veneto - Giunta regionale e l'Associazione Italiana Biblioteche - Sezione Veneto per l'attuazione di iniziative a favore dello sviluppo dei servizi bibliotecari sul territorio, firmato il 12 ottobre 2004, pochi giorni dopo il seminario Vinay 2004
[5] Gli atti delle giornate sono stati pubblicati a primavera 2005


Copyright AIB 2005-08-09, ultimo aggiornamento 2005-09-11 a cura di Marcello Busato e Giovanna Frigimelica
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay15/ghersetti04.htm


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