AIB. Sezione Veneto. I Capelli di
Sansone, n. 2 (2003)
Louisa May Alcott, "Piccole donne", Piemme, Casale Monferrato, 2001. (Collana "I classici del Battello a vapore").
Scrivere qualche cosa a proposito di un capolavoro della letteratura
giovanile quale è "Piccole donne" è molto
impegnativo: che cosa aggiungere a tutto quello che è
già stato detto perché possa avere un qualche
significato? Eppure la cosa mi piaceva per il valore personale che la
lettura di questo libro ha avuto nella mia storia di lettrice e di
persona. Tanto è vero che, se non rileggo mai un libro
già letto l'ho fatto con piacere per "Piccole
donne"; sia perché la prima lettura risale a molto tempo
fa, sia per capire, ora da adulta, che cosa mi appassionò
così tanto da volerne leggere la continuazione "Piccole
donne crescono", e a legarmi da quel momento al gusto e al
piacere della lettura per altri libri e altri autori, passione che mi
ha poi accompagnato negli anni futuri. Mi proponevo inoltre di capire
o comunque di elaborare una risposta rispetto al senso di questo libro
in una biblioteca per ragazzi di oggi e in un piano di lettura per un
ragazzo (o meglio per una ragazza) di oggi.
L'edizione da me considerata è della Piemme nella collana
"I classici del battello a vapore", a sua volta ripresa
dalla prestigiosa edizione francese Gallimard. Esteticamente bella e
curata nei dettagli, ricca di un apparato di disegni e note che
analizzano alcuni dei termini o dei riferimenti presenti nel testo
spiegando così fatti storici, abitudini, costumi, mode e
curiosità di epoche ormai lontane dalla nostra. Posto a margine
del testo tale apparato è costituito da riproduzioni,
accuratamente spiegate, di cartoline, dipinti, foto di oggetti e
vestiti del tempo. L'insieme arricchisce il testo, lo completa e
aiuta a capirlo, anche se devo dire a volte lo appesantisce un
po', distraendo il lettore dall'incedere del racconto e
distogliendolo dalla narrazione.
La vicenda è nota: riguarda le avventure di quattro tranquille
ragazze americane, all'epoca della Guerra di Secessione. La
pacifica esistenza delle sorelle March e della loro famiglia, è
sconvolta dalla guerra: la partenza del padre, e con essa la mancanza
di serenità familiare, le preoccupazioni per le notizie che
giungono dal fronte, la fatica di vivere la vita di ogni giorno in
ristrettezze economiche affrontando, solo grazie alla madre, le
difficoltà di ogni giorno. Il precario equilibrio che la
famiglia sembra trovare, attraverso l'unità, l'amicizia
con i vicini di casa, la laboriosità quotidiana, la voglia di
divertirsi ed imparare sembra, ad un certo momento, destinato a
infrangersi in maniera irreparabile: la malattia del padre al fronte,
la partenza repentina della madre, la malattia di Beth, … Poi
il ricomporsi della scena e poco alla volta, lottando e tenendosi
unite le protagoniste del libro, vedono arrivare ad una soluzione ogni
problema, e il lettore si gusta il lieto fine di ogni evento.
Meg, Amy, Jo, Beth: quattro sorelle con una personalità
diversa, delineata con profondità e garbo dalla scrittrice,
nelle quali almeno un po' è possibile riconoscersi. Attorno
a loro amici, altri familiari, conoscenti, con i quali le protagoniste
intessono le relazioni della loro vita: a sorvegliare ogni cosa
l'occhio vigile e attento della madre, che da autentica educatrice
lascia alle figlie la possibilità di compiere delle esperienze,
fornendo poi l'occasione di confronto e di dialogo, facendo in
modo che esse acquistino una direzione ed un senso ben precisi.
Attraverso la narrazione il lettore riesce a comprendere la situazione
e il contesto di un periodo estremamente lontano dal nostro: diversa
è la medicina, la tecnologia, diverso il modo di concepire le
relazioni interpersonali, diverso il ruolo delle ragazze e delle
donne. Anche attraverso le numerose note si arriva così a
capire che la scarlattina - oggi malattia così banale - poteva
divenire fonte di grande preoccupazione e rivelarsi mortale. La
rivoluzione tecnologica ancora lontana da venire fa sì che sia
necessario alzarsi all'alba per poter contare sul pane per
l'ora di pranzo, …
Il concetto di Patria ha un peso così diverso da quello che si
respira attualmente: il signor March rinuncia infatti alla
tranquillità della sua vita per affrontare i pericoli di una
guerra "giusta e necessaria" per la Sua Patria e accetta di
pagare di persona il conto che questo riserva. Molto interessante
è poi il modo di concepire la donna: Jo appare come
un'eroina che mette in discussione e cambia le rigide regole del
suo tempo rispetto al suo ruolo di ragazza per il fatto di provare a
remare durante una gita al lago, anziché restare immobile a
reggere il suo ombrellino a parlare di niente. Inoltre ama leggere e,
trova perfino il coraggio per proporsi come scrittrice, taglia i suoi
splendidi capelli, unico vezzo per un soggetto abbastanza mascolino,
per aiutare il padre in difficoltà. Anche questo un aspetto
molto interessante dal momento che aiuta le ragazze di oggi a capire
quanto avrebbe potuto essere diversa la loro condizione in epoche
passate.
Il messaggio più bello di cui il libro si fa tuttavia
portatore, secondo me, è quello relativo all'educazione e
alla crescita; fondamentale, da questo punto di vista è il
dialogo fra Jo e sua madre: un dialogo attraverso il quale la madre
persuade Jo che si può avere ragione del proprio carattere, che
si può modificarlo divenendo delle persone migliori più
amabili più utili al prossimo. Ella si propone da vera
educatrice amando Jo per quella che è, riconoscendone i pregi e
spingendola ad una accettazione serena, consapevole ed attiva dei
propri difetti, rispetto ai quali la invita a vigilare, dominandoli.
L'invito della madre a Jo, scavalca tuttavia la situazione
contingente di dialogo fra le protagoniste del libro e diventa, a mio
avviso, l'occasione di comunicazione fra libro e lettore che si
sente interpellato a fare i conti con la propria personalità,
considerandosi come un soggetto in evoluzione, capace di cambiamenti
profondi, al quale è possibile dare dei traguardi: gli
obiettivi del proprio futuro appartengono in ultima istanza a se
stessi, alla propria fantasia e volontà: il messaggio
più importante che un libro può offrire al lettore
ragazzo.
Il libro apre inoltre, proprio in queste pagine, una sua prospettiva
trascendente indicando a Jo il riferimento in un Padre Celeste che si
fa vicino ai suoi figli e non li abbandona mai: altra prospettiva
attualmente poco frequentata dalla letteratura per ragazzi.
L'abilità della scrittrice ci aiuta a conoscere i
personaggi a individuarne le caratteristiche psicologiche, a
prevederne quasi le azioni. Le vicende si snodano lungo le pagine
obbligando il lettore a rimanere attento, incuriosendolo e catturando
la sua attenzione. Questo è dunque un testo che presenta un
mondo ricco di umanità e valori importanti quali fedeltà
a se stessi, coerenza con i propri ideali, senso di
responsabilità, solidarietà verso chi è meno
fortunato, laboriosità, impegno a vivere con serietà la
propria vita,…il cui peso rimane inalterato. Tuttavia non si
tratta di un testo facile da affrontare per un ragazzo di oggi:
l'opera mi appare più come un traguardo che un punto dal
quale partire per appassionare un giovane alla lettura.
di Nicoletta Guiotto
Copyright AIB 2001-01-18, ultimo
aggiornamento 2004-02-22 a cura di Giovanna Frigimelica
URL:
http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/sansone/sansone0310.htm