[AIB] AIB. Sezione Veneto. I Capelli di Sansone, n. 2 (2003)

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Anno IV, numero 2, ottobre 2003

Louisa May Alcott, "Piccole donne", Piemme, Casale Monferrato, 2001. (Collana "I classici del Battello a vapore").



Scrivere qualche cosa a proposito di un capolavoro della letteratura giovanile quale è "Piccole donne" è molto impegnativo: che cosa aggiungere a tutto quello che è già stato detto perché possa avere un qualche significato? Eppure la cosa mi piaceva per il valore personale che la lettura di questo libro ha avuto nella mia storia di lettrice e di persona. Tanto è vero che, se non rileggo mai un libro già letto l'ho fatto con piacere per "Piccole donne"; sia perché la prima lettura risale a molto tempo fa, sia per capire, ora da adulta, che cosa mi appassionò così tanto da volerne leggere la continuazione "Piccole donne crescono", e a legarmi da quel momento al gusto e al piacere della lettura per altri libri e altri autori, passione che mi ha poi accompagnato negli anni futuri. Mi proponevo inoltre di capire o comunque di elaborare una risposta rispetto al senso di questo libro in una biblioteca per ragazzi di oggi e in un piano di lettura per un ragazzo (o meglio per una ragazza) di oggi.
L'edizione da me considerata è della Piemme nella collana "I classici del battello a vapore", a sua volta ripresa dalla prestigiosa edizione francese Gallimard. Esteticamente bella e curata nei dettagli, ricca di un apparato di disegni e note che analizzano alcuni dei termini o dei riferimenti presenti nel testo spiegando così fatti storici, abitudini, costumi, mode e curiosità di epoche ormai lontane dalla nostra. Posto a margine del testo tale apparato è costituito da riproduzioni, accuratamente spiegate, di cartoline, dipinti, foto di oggetti e vestiti del tempo. L'insieme arricchisce il testo, lo completa e aiuta a capirlo, anche se devo dire a volte lo appesantisce un po', distraendo il lettore dall'incedere del racconto e distogliendolo dalla narrazione.
La vicenda è nota: riguarda le avventure di quattro tranquille ragazze americane, all'epoca della Guerra di Secessione. La pacifica esistenza delle sorelle March e della loro famiglia, è sconvolta dalla guerra: la partenza del padre, e con essa la mancanza di serenità familiare, le preoccupazioni per le notizie che giungono dal fronte, la fatica di vivere la vita di ogni giorno in ristrettezze economiche affrontando, solo grazie alla madre, le difficoltà di ogni giorno. Il precario equilibrio che la famiglia sembra trovare, attraverso l'unità, l'amicizia con i vicini di casa, la laboriosità quotidiana, la voglia di divertirsi ed imparare sembra, ad un certo momento, destinato a infrangersi in maniera irreparabile: la malattia del padre al fronte, la partenza repentina della madre, la malattia di Beth, … Poi il ricomporsi della scena e poco alla volta, lottando e tenendosi unite le protagoniste del libro, vedono arrivare ad una soluzione ogni problema, e il lettore si gusta il lieto fine di ogni evento.
Meg, Amy, Jo, Beth: quattro sorelle con una personalità diversa, delineata con profondità e garbo dalla scrittrice, nelle quali almeno un po' è possibile riconoscersi. Attorno a loro amici, altri familiari, conoscenti, con i quali le protagoniste intessono le relazioni della loro vita: a sorvegliare ogni cosa l'occhio vigile e attento della madre, che da autentica educatrice lascia alle figlie la possibilità di compiere delle esperienze, fornendo poi l'occasione di confronto e di dialogo, facendo in modo che esse acquistino una direzione ed un senso ben precisi.
Attraverso la narrazione il lettore riesce a comprendere la situazione e il contesto di un periodo estremamente lontano dal nostro: diversa è la medicina, la tecnologia, diverso il modo di concepire le relazioni interpersonali, diverso il ruolo delle ragazze e delle donne. Anche attraverso le numerose note si arriva così a capire che la scarlattina - oggi malattia così banale - poteva divenire fonte di grande preoccupazione e rivelarsi mortale. La rivoluzione tecnologica ancora lontana da venire fa sì che sia necessario alzarsi all'alba per poter contare sul pane per l'ora di pranzo, …
Il concetto di Patria ha un peso così diverso da quello che si respira attualmente: il signor March rinuncia infatti alla tranquillità della sua vita per affrontare i pericoli di una guerra "giusta e necessaria" per la Sua Patria e accetta di pagare di persona il conto che questo riserva. Molto interessante è poi il modo di concepire la donna: Jo appare come un'eroina che mette in discussione e cambia le rigide regole del suo tempo rispetto al suo ruolo di ragazza per il fatto di provare a remare durante una gita al lago, anziché restare immobile a reggere il suo ombrellino a parlare di niente. Inoltre ama leggere e, trova perfino il coraggio per proporsi come scrittrice, taglia i suoi splendidi capelli, unico vezzo per un soggetto abbastanza mascolino, per aiutare il padre in difficoltà. Anche questo un aspetto molto interessante dal momento che aiuta le ragazze di oggi a capire quanto avrebbe potuto essere diversa la loro condizione in epoche passate.

Il messaggio più bello di cui il libro si fa tuttavia portatore, secondo me, è quello relativo all'educazione e alla crescita; fondamentale, da questo punto di vista è il dialogo fra Jo e sua madre: un dialogo attraverso il quale la madre persuade Jo che si può avere ragione del proprio carattere, che si può modificarlo divenendo delle persone migliori più amabili più utili al prossimo. Ella si propone da vera educatrice amando Jo per quella che è, riconoscendone i pregi e spingendola ad una accettazione serena, consapevole ed attiva dei propri difetti, rispetto ai quali la invita a vigilare, dominandoli. L'invito della madre a Jo, scavalca tuttavia la situazione contingente di dialogo fra le protagoniste del libro e diventa, a mio avviso, l'occasione di comunicazione fra libro e lettore che si sente interpellato a fare i conti con la propria personalità, considerandosi come un soggetto in evoluzione, capace di cambiamenti profondi, al quale è possibile dare dei traguardi: gli obiettivi del proprio futuro appartengono in ultima istanza a se stessi, alla propria fantasia e volontà: il messaggio più importante che un libro può offrire al lettore ragazzo.
Il libro apre inoltre, proprio in queste pagine, una sua prospettiva trascendente indicando a Jo il riferimento in un Padre Celeste che si fa vicino ai suoi figli e non li abbandona mai: altra prospettiva attualmente poco frequentata dalla letteratura per ragazzi.
L'abilità della scrittrice ci aiuta a conoscere i personaggi a individuarne le caratteristiche psicologiche, a prevederne quasi le azioni. Le vicende si snodano lungo le pagine obbligando il lettore a rimanere attento, incuriosendolo e catturando la sua attenzione. Questo è dunque un testo che presenta un mondo ricco di umanità e valori importanti quali fedeltà a se stessi, coerenza con i propri ideali, senso di responsabilità, solidarietà verso chi è meno fortunato, laboriosità, impegno a vivere con serietà la propria vita,…il cui peso rimane inalterato. Tuttavia non si tratta di un testo facile da affrontare per un ragazzo di oggi: l'opera mi appare più come un traguardo che un punto dal quale partire per appassionare un giovane alla lettura.

di Nicoletta Guiotto




Copyright AIB 2001-01-18, ultimo aggiornamento 2004-02-22 a cura di Giovanna Frigimelica
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