[AIB]AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 1 (2010)

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Maria Rosa Annunziata

La partecipazione al convegno IFLA 2009 è stata un'esperienza di valore per la mia professione di bibliotecaria. Non solo per la qualità dei seminari e degli interventi proposti ma per la possibilità di incontrare e di confrontarsi con colleghi provenienti da ogni continente (circa 4.500 bibliotecari da 136 paesi), con diverse specializzazioni derivanti dalle diverse mission delle biblioteche per cui lavorano. Un ringraziamento va alla Regione Toscana che ha finanziato la mia partecipazione, essendo inserita nel gruppo di bibliotecari toscani che hanno usufruito del contributo per l'iscrizione al congresso.

Che il mondo anglosassone fosse molto ben rappresentato non avevo dubbi, anche l'elevata presenza di asiatici non mi ha stupita, ma sono stata piacevolmente sorpresa dal consistente numero di bibliotecari africani presenti al congresso IFLA provenienti da vari stati segno, a mio avviso, di una vitalità culturale e di un movimento di idee che si sta sviluppando in questo continente.

Il convegno è stato molto ben organizzato negli aspetti tecnici, per merito dell'AIB e dell'Ente Fiera di Milano (a tutti i seminari a cui ho partecipato mai un microfono che non funzionasse, un video o delle slide non visibili, un ritardo nell'inizio dei seminari).
Peccato ci siano state alcune defezioni non chiaramente giustificate come la mancata partecipazione alla cerimonia di apertura del ministro Bondi o l'inaspettata assenza di Carla Fracci nelle sessione plenaria del 25 agosto che ci ha costretti ad un'inutile levataccia. Il Comune di Milano e la Regione Lombardia hanno dato una bella dimostrazione dell'ospitalità italiana con un ricco pranzo di benvenuto e ingressi gratuiti a mostre e musei.

I colleghi stranieri si sono sentiti ben accolti, naturalmente hanno molto apprezzato la cucina italiana e in generale the Italian style of life, la nostra ospitalità e il nostro calore.
I volontari (la maggior parte colleghi italiani) sono stati cortesi e solleciti, anche se talvolta erano imbarazzati per la mancanza di informazioni da parte della segreteria organizzativa internazionale. Qualche disguido c'è stato per le visite esterne dove alcuni colleghi hanno perso i bus navetta per comunicazioni poco chiare consegnate al momento dell'iscrizione o per variazioni di orario non comunicate.
I membri della segreteria organizzativa (IFLA Secretariat), credo scozzesi, con l'alterigia che purtroppo spesso caratterizza i cittadini del Regno Unito, non sono sempre stati cortesi nei confronti delle persone che non parlavano perfettamente la lingua inglese, io stessa ho sperimentato questa sensazione non gradevole quando ho chiesto loro aiuto per orientarmi al momento dell'arrivo e ho visto lo stesso atteggiamento nei confronti di colleghi di varie nazionalità.
Anche nei confronti dei volontari italiani il comportamento dei membri della segreteria non è stato sempre cordiale, ne scrivo anche su richiesta di alcuni colleghi volontari che ho avuto modo di conoscere durante il convegno.

Per quanto riguarda i lavori del congresso nella Opening session, cioè la mattinata dell'inaugurazione, infarcita naturalmente di saluti e discorsi ufficiali (anche un po' ripetitivi nei vari interventi), ho apprezzato molto l'intervento di Mauro Guerrini, presidente AIB e della Commissione Italiana IFLA e di Claudia Lux, presidente IFLA che ha sottolineato come l'Italia e Milano, con l'importante patrimonio storico artistico e culturale del nostro paese, fossero il luogo più giusto dove affrontare le tematiche del convegno 2009 incentrato sulla costruzione del futuro a partire dal bagaglio culturale che le biblioteche custodiscono e preservano.

I discorsi di apertura sono stati intervallati da cinque tableaux vivants sul tema della conservazione del patrimonio culturale, partendo dalla tradizione manoscritta dei monaci amanuensi e passando attraverso il Rinascimento e la stampa, la commedia dell'arte e la nascita dei periodici, l'opera e i libretti musicali, lo sviluppo della moda e del design italiani del XX secolo per arrivare alle biblioteche digitali. Si trattava di piccole rappresentazioni teatrali e, dopo una certa diffidenza iniziale (nel primo tableau mi sembrava che si cadesse un po' nel kitsch) devo dire che il finale è stato molto godibile e a tratti divertente.

La presidente IFLA ha incentrato il suo intervento sul ruolo delle biblioteche in una società globalizzata e ha parlato della crisi economica internazionale che non coinvolge solo il mondo economico e finanziario ma anche milioni di cittadini che in tutto il mondo si sono ritrovati senza lavoro e hanno perso casa, beni e competenze.
Anche il mondo delle biblioteche ha subito la crisi finanziaria con tagli ai bilanci delle attività culturali, ma le biblioteche possono e devono avere un ruolo crescente nell'affrontare e aiutare a superare la crisi economica mondiale, aiutando chi cerca lavoro, formando competenze informatiche, aiutando le piccole imprese a trovare nuove opportunità di mercato, sostenendo la ricerca scientifica orientata verso la green economy e verso lo sviluppo di nuove tecnologie e nuovi saperi.
Sostenendo l'accesso alla conoscenza le biblioteche creano futuro per gli individui e per le comunità.

Il tema della presidenza di Claudia Lux è stato 'Biblioteche in agenda!' e ha voluto essere uno sprone per i bibliotecari e gli esperti dell'informazione affinché cercassero di influenzare gli indirizzi politici dei governi locali, regionali, nazionali, di istituzioni e organismi internazionali.
Il mondo delle biblioteche può creare un futuro e un mondo migliore.
In qualunque condizione sociale, economica o politica, le biblioteche devono assumere un ruolo attivo nel garantire a tutti l'accesso alle risorse informative che portano alla conoscenza e migliorano la qualità di vita degli individui e delle comunità. Le biblioteche creano opportunità, sostengono lo sviluppo, aiutano a risolvere i problemi, hanno un ruolo importante nel superamento di crisi economiche e individuali.

"Is it more important to have clean water or to have internet access?" con questa domanda un pò provocatoria la presidente IFLA vuole sottolineare il ruolo dei bibliotecari nei processi di empowerment, cioè nel rafforzamento culturale e sociale degli individui.
I bibliotecari devono combattere per i diritti e i bisogni degli utenti e rivendicare l'ampliamento dell'open access, sostiene la presidente: per trasmettere la nostra eredità culturale è importante che opere intellettuali, informazioni e conoscenze circolino liberamente attraverso un accesso libero. Soprattutto gli editori dovranno consentire un uso meno vincolato delle opere e non usare il copyright per negare o controllare l'accesso all'informazione e alla conoscenza. L'open access può colmare la differenza tra chi è 'ricco di informazione' e chi è 'povero di informazione' (information rich vs information poor), è il mezzo per la globalizzazione della conoscenza e dell'informazione. La mancata adesione a questi principi ci allontana dagli 'Obiettivi di Sviluppo del Millennio' definiti dalle Nazioni Unite e incrementa le disparità sociali e la povertà causate dalla mancanza di informazioni, di opportunità formative e di conoscenze.
Negli ultimi 12 mesi la commissione IFLA sul copyrighte gli affari legali ha prodotto una lista di 12 eccezioni e limitazioni al copyright che gli editori dovrebbero accordare alle biblioteche in tutti i paesi. Una di queste eccezioni è ad esempio la possibilità di creare delle copie di opere adattate per le persone con minorazioni visive.

Le biblioteche devono avere un ruolo strategico nel promuovere la cittadinanza attiva, anche attraverso l'accesso alle fonti governative. La gente deve poter accedere a informazioni di qualità, ad esempio sulla reale possibilità di una pandemia provocata dalla diffusione del virus dell'influenza suina o sulla qualità e sicurezza del cibo.
Il diritto al libero accesso all'informazione è una libertà fondamentale come la libertà di espressione e di stampa; queste libertà ci salvano dai pericoli della censura, dell'occultamento delle notizie e da altri tentativi di controllo intellettuale delle masse. L'IFLA ha sempre sostenuto l'importanza della libertà di informazione che caratterizza il mondo biblioteconomico moderno e deve essere un valore condiviso da tutta la comunità mondiale.

Claudia Lux conclude il suo discorso dando a tutti il benvenuto a Milano, città famosa nel mondo per il design e la moda sottolineando che le biblioteche devono essere alla moda, devono crescere e svilupparsi in armonia con i bisogni degli utenti, i bibliotecari devono tenere il passo con nuovi modi di accesso alle informazioni e attestarsi sempre sull'attualità.
La creatività che contraddistingue questa città deve contraddistinguere le biblioteche, c'è bisogno di menti creative per sviluppare servizi ed elaborare idee che creino futuro.
In tempo di crisi, poi, c'è bisogno di maggiore creatività e il fattore umano assume aspetti ancora più significativi. Tutte le biblioteche ma soprattutto le biblioteche dei piccoli centri hanno l'obbligo di fornire servizi informativi e biblioteconomici unici, innovativi e user-oriented, che siano di sostegno a tutta la società.

Vorrei concludere questa mia sintesi ringraziando la Commissione Italiana IFLA e Mauro Guerrini che hanno lavorato con grande impegno e passione (l'ottima riuscita del congresso ne è testimonianza) e che con grande professionalità, simpatia e umanità hanno dato un'immagine impeccabile e molto positiva del nostro bel paese facendoci provare la sensazione di essere tutti ospiti graditi.


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Copyright AIB 2011-01-22, ultimo aggiornamento 2011-01-29 a cura di Paolo Baldi e Carlo Ghilli
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/bibelot/1001/b1001b.htm


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