[AIB]AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 1 (2009)

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L´ingresso delle biblioteche pubbliche toscane in SBN

di Paolo Baldi

Con questo articolo Bibelot intende sollecitare la riflessione e la discussione circa l´entrata in SBN delle biblioteche pubbliche toscane su iniziativa della Regione. L´evento è di una tale portata e prospetta tali cambiamenti e impegni da aver finora suscitato preoccupazioni e a volte anche resistenze da parte di tante colleghe e colleghi delle pubbliche. Riteniamo che l´AIB non possa rimanere indifferente, ma sia tenuta a sollecitare una discussione e un confronto aperti e sereni su un tema destinato a influenzare la vita e le scelte di tutte le biblioteche toscane, non solo le pubbliche, e a trasformare il modo di vedere e sviluppare la cooperazione e le reti così come si è affermato finora in Toscana.


Lo scenario.

Le biblioteche pubbliche toscane vedono la presenza di alcune realtà notevoli per dimensione e servizi, ma gran parte del panorama è costituito da biblioteche piccole, con dotazioni finanziarie e di personale alquanto ridotte; in alcune zone della regione tali caratteristiche sono così accentuate che si può parlare di vere e proprie "aree depresse" dal punto di vista dei servizi pubblici di biblioteche.

In Toscana si è sempre cercato di superare i limiti imposti dalle angustie finanziarie attraverso la costituzione di reti, promosse dalla Regione anche con apposite interventi legislativi (Legge Regionale 35/1999).

Questa tendenza alla costituzione di reti è stata particolarmente accentuata da una tradizione politica regionale che vedeva nelle biblioteche una articolazione della diffusione del consenso ad idee progressiste e democratiche per le quale l´aumento e la capillarizzazione della lettura non poteva che essere salutato come miglioramento dello stato di salute della società.

è naturale quindi che le reti si orientassero prima di tutto alla circolazione dei documenti all´interno di aree omogenee, e più generalmente ai servizi alla lettura.

L´aspetto catalografico della cooperazione è stato per scelta tenuto in secondo piano, certo anche perché le risorse limitate imponevano di selezionare molto bene i servizi da implementare con la cooperazione. Certamente le reti prevedono talvolta anche una organizzazione interna della catalogazione, per ottimizzare il flusso dei documenti e del lavoro dentro la rete, ma si tratta normalmente di modelli strettamente organizzativi, che non sono mai sfociati in scelte più generali per una architettura catalografica unitaria, locale o regionale. è un dato di fatto che la regione che ha prodotto esperienze come il Thesaurus regionale toscano non disponga poi di un authority file regionale, né tantomeno di qualcosa che possa assomigliare, anche alla lontana, a un catalogo regionale. Forse si può proprio dire che dove le biblioteche hanno fatto rete per necessità e con l´intento di favorire la diffusione della lettura e l´avvicinamento di massa alla cultura scritta, il catalogo è stato sentito come una sempice finding list, un elenco di opere finalizzato all´immediato reperimento dei volumi fisici.


La realtà di SBN

Quasi concettualmente all´opposto delle reti di biblioteche pubbliche toscane sta la grande struttura nazionale di SBN.

Com´è noto, nonostante SBN sorga coll´obiettivo di creare una rete nazionale di interscambio documentario, non dissimile dalle reti locali toscane se non per la dimensione, esso si è poi prevalentemente sviluppato come grande catalogo nazionale a cui concorrono migliaia di biblioteche di vario tipo. Anche l´impegno degli ultimi anni per l´automazione del prestito interbibliotecario non ha sostanzialmente mutato la natura di SBN come organizzazione complessa tesa a implementare un catalogo unico nazionale attraverso la catalogazione partecipata.

Quest´ultima, notoriamente, prevede che le biblioteche, aggregate in Poli, implementino il proprio catalogo contemporaneamente a quello nazionale, Indice, derivando da esso le notizie già disponibili e immettendovi le notizie non presenti. Anche le correzioni effettuate dai Poli sulle notizie già presenti in Indice vengono ridistribuite a tutte le biblioteche aderenti attraverso il meccanismo degli allineamenti. è noto che elementi fondanti di questo complesso meccanismo sono la diffusione di una cultura catalografica omogenea codificata nei manuali SBN, il meccanismo dei livelli di autorità e il ruolo delle due biblioteche Nazionali, che insieme alla BNI avrebbero dovuto costituire una sorta di livello di controllo superiore della qualità del catalogo partecipato.

Fino a qualche anno fa SBN era un sistema chiuso, che obbligava le biblioteche a servirsi di determinati software, ad adottare le regole dei manuali SBN (che modificano in parte RICA e ISBD), ad uniformarsi a una precisa architettura catalografica.

Proprio questa rigidità aveva spinto realtà come quella toscana, comprese le università di Pisa e Siena, a rimanere fuori da SBN e dal catalogo unico nazionale.

Il progetto Indice 2, ancor oggi al suo esordio, ha aperto nuove prospettive introducendo due grandi novità, che proprio per il caso toscano vanno tenute in grande considerazione: il protocollo SBN-MARC e la possibilità di optare fra quattro livelli di partecipazione alla cooperazione SBN.

Il protocollo SBN-MARC permette a sistemi su base UNIMARC di dialogare con Indice, e quindi permette a biblioteche con cataloghi UNIMARC e con software non SBN-nativi di partecipare a Indice.

I quattro livelli di partecipazione permettono di uscire dall´aut-aut "o tutto o niente" "dentro o fuori" da SBN: ogni biblioteca o sistema o rete può scegliere il grado di adesione alla cooperazione. Ciò permette di modulare meglio lo sforzo di riconversione di cataloghi storici, e di dosare in maniera più adeguata l´impegno che comporta entrare in SBN da parte di sistemi e reti che ne sono rimasti fuori per decenni.

Vale la pena compendiare qui in cosa consistono i quattro livelli di cooperazione:

Il livello 4 è quello che nel "vecchio" Indice 1 costituiva l´unico livello possibile di adesione a SBN.


Aspetti del progetto toscano.

Il primo punto e il più evidente dell´adesione delle biblioteche pubbliche toscane a SBN consiste nella conversione degli archivi, coll´eliminazione delle registrazione bibliografiche multiple e l´adeguamento degli archivi di autorità relativi a persone ed enti. è evidente che la riuscita del progetto dipende in buona parte dalla qualità di questa conversione. Se infatti l´adeguamento degli archivi non sarà condotto coll´obietivo di garantire la qualità del catalogo, si potrebbe compromettere il mantenimento futuro del catalogo toscano, creando alle biblioteche aderenti problemi di manutenzione che non è detto siano in grado di affrontare, data le energie limitate di tante biblioteche pubbliche.

Il secondo punto riguarda la formazione in senso ampio: si tratterà non solo di formare adeguatamente il personale ai dettagli gestionali della catalogazione in SBN, ma ancor più si dovrà gestire l´introduzione di una pratica catalografica relativamente "pesante" nella cultura professionale e nei flussi di lavoro quotidiani di realtà spesso già alle corde nella disponibilità di personale.

Il terzo punto riguarda le scelte organizzative: quanti Poli SBN andranno a costituire le pubbliche toscane? Uno solo? Verrà effettuato un processo di integrazione fra le reti esistenti e il Polo/i Poli SBN?

Per quel che riguarda la costituzione di un Polo SBN, l´esperienza insegna che è opportuno dedicare ai servizi centrali di Polo una certa quantità di personale con una solida preparazione catalografica e una profonda conoscenza delle realtà territoriali che costituiscono il Polo stesso.

Un quarto punto, strettamente connesso al precedente, è quello legato alla scelta del livello di cooperazione. Si tratta infatti di una scelta cruciale. Quale dei quattro livelli di partecipazione sceglieranno le pubbliche toscane? Schematizzando si può dire che più alto è il livello di partecipazione, maggiore è l´impegno da erogare sia a livello di biblioteca che di Polo.

Naturalmente la quantità di impegno necessaria a gestire i vari livelli di cooperazione dipende anche dalle prestazioni del software adottato.

Ci sono poi considerazioni legate alla mission della biblioteca pubblica: dal punto di vista catalografico il contributo delle biblioteche di ente locale a un catalogo nazionale dovrebbe consistere nella documentazione relativa alle pubblicazioni locali; su questo le biblioteche pubbliche dovrebbero produrre record bibliografici e di autorità di alto livello, svolgendo così a un compito di documentazione al quale difficilmente altre biblioteche possono assolvere. Un altro compito senz´altro importante è segnalare sul catalogo nazionale che si possiede una data pubblicazione ("localizzazione", in gergo SBN). Per l´espletamento di queste due funzioni basta aderire al solo livello 3. Questo permette di alleggerire le biblioteche e il Polo del carico di lavoro relativo agli allineamenti, cioè alla ricezione sul catalogo di Polo delle correzioni effettuate su Indice da tutti gli altri Poli. D´altra parte, sempre alla luce della mission delle pubbliche l´unica ragione valida per optare per il livello 3 piuttosto che per il due è la possibilità di inviare in Indice le registrazioni bibliografiche e di autorità relative alla produzione locale.

La storia dei Poli SBN insegna anche che nell´organizzazione di un Polo un punto assai delicato è il rapporto fra "lato bibliotecario" e "lato informatico". Questa problematicità abbraccia molti aspetti: i rapporti fra ente pubblico ed eventuale ditta fornitrice del software e dei servizi collegati e i rapporti fra responsabili delle scelte catalografiche e gestori del macchinismo informatico. Influisce anche ovviamente quanto personale bibliotecario competente e in quanta percentuale oraria verrà destinato alla gestione centralizzata, in modo che le biblioteche dispongano di figure che possano rappresentare le esigenze del catalogo nei confronti di una "controparte" informatica che nella storia dei Poli SBN e delle gestione degli ILS in generale non sempre si è dimostrata disposta a recepire le esigenze delle biblioteche e dei loro utenti.

Un quinto punto è proprio le caratteristiche del software col quale si gestiranno i cataloghi delle pubbliche toscane. La nostra Sezione ha sempre sottolineato l´importanza non ideologica ma strategica di rivolgersi sempre più a software open-source, e questo proprio per dotarsi di strumenti flessibili e modificabili, adattabili ai numerosi cambiamenti che incombono sulle biblioteche in generale e sui loro cataloghi in particolare.

Anche laddove il mercato non offra prodotti di questo tipo, è molto opportuno comunque che gli enti e soprattutto il personale dedicato al Polo (o ai Poli) possano disporre di un´ampia documentazione sul software in uso e che all´atto della contrattazione si prevedano possibilità di interventi e modifiche del software per adattarlo alle necessità correnti e soprattutto future.

Per quello che riguarda l´indicizzazione semantica, il software che si adotta dovrebbe inoltre ospitare una architettura catalografica e delle funzioni di ricerca compatibili col Nuovo Soggettario; per quello che riguarda le REICAT, si dovranno attendere le indicazioni dell´ICCU sull´applicazionie di esse in SBN, ma il software catalografico dovrà comunque essere in grado di accoglierle.

Il sesto e ultimo punto riguarda le alleanze che le pubbliche, entrate in SBN, vorranno e riusciranno a stringere con le biblioteche di altri enti toscani, dentro e fuori SBN stesso. Pare ovvio, ad esempio, che l´Università di Firenze, storica partner SBN e utilizzatrice di un software su base UNIMARC (Aleph in colloquio con Indice), sia destinata a stringere una stretta alleanza con le nuove arrivate, approfittando auspicabilmente di questa nuova parentela catalografica per estendere ulteriormente la cooperazione a tutti livelli di servizio. Le altre due Università toscane, dotate anch´esse di un catalogo su base UNIMARC ma fuori da SBN (software Aleph), potrebbero cogliere l´occasione storica per integrarsi ulteriormente nel tessuto bibliotecario regionale, anche, ma non solo, dal punto di vista catalografico, entrando finalmente anch´esse in SBN, scegliendo un opportuno livello di cooperazione.

L´entrata in SBN potrebbe rappresentare insomma una nuova e notevole opportunità di rilanciare la cooperazione su scala regionale a un nuovo e superiore livello di integrazione. Certo non si tratta di una bacchetta magica, tanti sono i punti delicati e potenzialmente problematici che devono essere sciolti, ma è opportuno discutere seriamente sulla possibilità di usare la nuova prospettiva catalografica come fulcro di un rinnovamento generale ed inedito della realtà bibliotecaria toscana.


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Copyright AIB 2009-11-16, ultimo aggiornamento 2009-11-19 a cura di Paolo Baldi e Carlo Ghilli
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/bibelot/0901/b0901e.htm


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