AIB.
Sezione Toscana. Bibelot, n. 1 (2007)
Nostro servizio
Dopo averne seguito la genesi ed aver promosso su queste pagine un dibattito (vedi i nn. 2 e 3, 2005; 1 e 2, 2006), non potevamo mancare all'inaugurazione della Biblioteca delle Oblate (già Biblioteca della Città), svoltasi a Firenze il 25 maggio scorso. Il programma, gli interventi, il pubblico erano quelli delle grandi occasioni: rinfresco, musica, letture (anzi, ormai si dice reading), che vedevano coinvolti il sindaco Domenici (alle prese con un brano da Under world di Don De Lillo), attori (Lella Costa, David Riondino, Paolo Hendel), scrittori ed altre personalità. Moltissimi i bibliotecari presenti (ma solo tra il pubblico). La cornice mozzava il fiato: gli "stenditoi" dell'ex Convento delle Oblate sono al "centro del centro" di Firenze, e guardarsi intorno significa rischiare continuamente di essere vittime della sindrome di Stendhal: ma ne vale la pena. Una settimana di iniziative per quello che è stato chiamato il Festival dei lettori, all'insegna di laboratori di lettura e scrittura creativa, promossi dall'associazione Bomba carta e coordinati da Stas Gavronski (sì, quello che legge brani letterari nelle notti di Rai Due); librerie all'aperto sotto i tendoni, nelle piazze del centro di Firenze; ancora letture (cioè, sempre reading): Dante, Boccaccio, autori italiani e americani del Novecento. Insomma, una grande kermesse. Per non dire dei lavori edilizi: per aprire sono stati fatti miracoli, se è vero che fino a marzo i cantieri erano ancora aperti, con buche e calcinacci dappertutto, come mostrano, con l'orgoglio del rush finale, le diapositive proposte durante l'inaugurazione. Certo, qualche "piccola" traccia dell'in fieri è rimasta: l'ascensore che porta ai piani secondo e terzo, sede della nuova biblioteca, è rotto (l'alternativa è una ripida scala: se è venuto qualche visitatore in carrozzina si sarà dovuto accontentare di qualche tartina nel chiostro al piano terra, almeno quella!); anche le porte dei bagni delle signore sono senza chiave, ma ... che importa, quel che conta é l'effetto scenografico. E quello c'è, è innegabile. Salette, chiostri, divani, la Sezione ragazzi con gli animatori e i bambini che sfogliano, toccano, giocano, colorano distesi per terra, su grandi fogli colorati. Ora, in tutto questo sorge spontanea una domanda: "ma la biblioteca, dove sta?". Sicuramente la biblioteca non c'era, nei giorni della Grande Festa. In quell'occasione, infatti, è stato semplicemente aperto uno spazio fisico, con letture e attività culturali varie (certamente affollate, sì, come spesso accade in questi casi: bambini, famiglie intere che accorrono, come assetati nel deserto!). Ma i libri? E i materiali multimediali, e tutto quel ben di Dio che ci avevano promesso? Pochissimi, e comunque non disponibili per il prestito. Scaffali (belli) semi vuoti. Quel che è più grave è che la biblioteca, ancora oggi, non c'é. Perché la gara per i servizi è stata aggiudicata, ma in forma provvisoria, e per di più (ahimè) è stato già presentato un ricorso. Ma allora chi la apre, chi la gestisce, questa biblioteca? Per ora, il personale della Biblioteca comunale Palagio di Parte Guelfa (attualmente chiusa per lavori), con integrazioni di "personale temporaneo"; la direzione, poi, nel momento in cui scriviamo, è ancora vacante. Insomma, il "Beaubourg fiorentino", le aperture serali e festive, la multimedialità di cui parlava l'ex Assessore alla cultura Simone Siliani nell'intervista rilasciata a "Bibelot", sono rimandati a data da destinarsi. Sul sito e nella pubblicità si parla di "un nuovo spazio dedicato ai cittadini, agli ospiti e ai visitatori di Firenze, situato nel quattrocentesco convento delle Oblate, a pochi passi da piazza del Duomo. Un luogo dove si può leggere un libro o ascoltare musica seduti su un comodo divano, sfogliare un giornale o navigare in Internet sulla terrazza all'ombra della Cupola del Brunelleschi, ascoltare una fiaba con i propri bambini, partecipare ad un laboratorio di scrittura creativa per volare con la fantasia, concentrarsi in silenzio su un romanzo o un saggio, chiacchierare, prendere un caffè, scambiarsi idee e opinioni". Un luogo delle "attività creative", appunto... Ma la biblioteca (intesa come insieme di servizi) dove sta? Vogliamo pensare che si trovi in una fase intermedia, una prima tappa di attuazione del "progetto biblioteconomico". Ma, anche su quest'ultimo, ci permettiamo di avanzare qualche perplessità. Osserviamo le collocazioni, ad esempio. OK, è tutto a scaffale aperto, va benissimo. Ma avviciniamoci. Ecco una sfilza di libri che riporta, sull'etichetta, una stessa sigla: è il nome della sezione. Si chiama "OGGI". Beh, dopo un primo momento di stupore, ci prende il desiderio di sapere con quale criterio il materiale venga scelto e soprattutto svecchiato... Chi decide cosa sta in OGGI, e quando questo oggi diventa ieri? La stessa difficoltà la troviamo nel cercare di comprendere che cosa sia la sezione "PERSONA" che, sempre nel sito, si dice dedicata "alla persona e alla sue relazioni su varie tematiche: famiglia, benessere, hobbistica, cucina, disagio sociale, animali domestici, ecc." (e quell'eccetera apre interi mondi...). E infatti: sullo scaffale c'è il libro sull'enigmistica e quello sulle cure alternative. Ma a chi verrebbe in mente di cercare qui, accanto al libro di ricette di cucina, il saggio sulle famiglie di fatto o sulla dipendenza da sostanze? È chiaro che qualcuno ha pensato di mettere tutto insieme il "materiale corrente", diciamo sulla contemporaneità, quello-che-la-gente-cerca, in un sistema che voleva essere "qualcosa di più amichevole" di una classificazione decimale... Ma attenzione! Osservando meglio ecco che la CDD cacciata dalla porta rientra dalla finestra: il libro sui giochi enigmistici riporta in etichetta la sigla PERS, seguita dal numero 793.73!!! (e la regola: sigla + CDD si ripete anche in altre sezioni). Ma passiamo al catalogo e cerchiamo un titolo recente. Il catalogo, in genere, re-indirizza laddove c'è confusione negli scaffali. Niente da fare nemmeno qui. Il fondo contemporaneo, infatti, è ancora indistinto da quello storico (che sta a piano terra, nella Biblioteca comunale centrale). "Chieda a noi" - ci dicono dal banco di accoglienza - "le collocazioni sono tutte da cambiare, ora le cerchiamo il libro che desidera". Minuti di attesa e di imbarazzo. "È a questo piano! No è al piano di sotto. Insomma non si trova, può tornare più tardi?". Non vorremmo passare per disfattisti o per "vetero bibliotecari", chiusi (anzi, rinchiusi) in biblioteche "tempio del sapere". Però ci piacerebbe capire meglio quali saranno i tempi di attuazione ed i contenuti del progetto bibliotecario, sulla carta così ambizioso. Il problema, secondo noi, è che da qualche tempo rischiamo di essere travolti da un fenomeno in grande diffusione: l'"eventizzazione" della cultura, ovvero le iniziative spot, di grande visibilità e richiamo ma connotate da scarsa continuità nel tempo e da bassa articolazione di servizi (anche un recente dibattito sviluppatosi in AIB-CUR verteva sul tema: nelle biblioteche tante presentazioni di libri, tanti reading, ma pochi soldi per gli acquisti e sempre meno risorse umane). Ci piacerebbe, inoltre, riprendere il discorso laddove era rimasto negli articoli pubblicati su questo giornale: come si integra la nuova Biblioteca delle Oblate nel sistema bibliotecario metropolitano e nello SDIAF? Ora che la nuova Biblioteca è (quasi) nata, come si pensa di far crescere un sistema efficiente, se le altre biblioteche cittadine - ad esempio quelle cosiddette "di quartiere" - presentano enormi differenze sul piano delle risorse economiche, dei servizi, del personale? In una tale difficoltà e povertà, era il caso di creare questo nuovo polo rutilante che rischia di diventare un bel balocco, un castello illuminato (bello, molto bello), nel deserto? Sono aspetti che è indispensabile affrontare se finalmente si vuole creare una rete efficiente di servizi di accesso a informazioni e documenti diversificati, ma complementari tra loro. E ancora: come sarà gestita l'esternalizzazione in corso, dal punto di vista delle garanzie contrattuali? Quale sarà la qualità dei servizi offerti, visto che i parametri della gara parlavano chiaramente di "assunzione" del personale, tra l'altro con "requisiti professionali diversificati e multidisciplinari"? Per il momento il dibattito langue. Sembra che tutti siano entusiasti dei chiostri, della vista sulla cupola, dei bellissimi divani sui quali sfogliare un libro (solo sfogliare, però: non c'è un tavolo!). Nel languore generale, arriva laconico un messaggio di posta nella lista delle biblioteche SDIAF: "Da lunedì 16 luglio fino al 31 agosto la Biblioteca delle Oblate (sezione storica e sezione contemporanea) sarà aperta soltanto di mattina, dal lunedì al sabato, con orario 8.30-13.30". Come nelle migliori tradizioni estive delle biblioteche italiane di sempre, da sempre.
Copyright AIB 2007-08-12, ultimo aggiornamento 2007-08-12 a cura di Vanni Bertini
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