AIB.
Sezione Toscana. Bibelot, n. 2 (2006)
di Silvia Bruni
Venezia. La Mostra internazionale di arte cinematografica è la più antica manifestazione di questo tipo. Istituita dal conte Volpi nel 1932, in pieno regime fascista, si teneva ogni due anni all'Hotel Excelsior, divenendo annuale dal '35 in virtù del grande successo. È con il Leone d'oro che sono stati premiati film come La grande guerra di Monicelli nel 1959, L'anno scorso a Marienbad di Resnais nel 1961, America oggi di Altman nel 1993. Oggi la mostra continua ad essere una delle principali vetrine della produzione cinematografica mondiale (appaiono un po' pretestuose le polemiche di concorrenza con un progetto ancora tutto da costruire e da caratterizzare come la Festa del cinema di Roma. Comunque chi vorrà assistere con i suoi occhi alla nascita di questa nuova creatura cinematografica, potrà farlo cogliendo i famosi due piccioni con una fava: infatti il Congresso nazionale AIB si svolge quasi negli stessi giorni dell'iniziativa romana).
La mostra fa parte delle attività della Biennale di Venezia, un'istituzione culturale nata nel 1895 per promuovere le nuove tendenze artistiche, secondo un modello pluridisciplinare: architettura, cinema (appunto), danza, musica, teatro.
Perché vi diciamo tutto questo? Perché la mostra di quest'anno, la sessantatreesima, ha visto un evento che interessa direttamente i bibliotecari, cinefili e non. Tra i primi c'è senz'altro l'autrice di questo articolo che, trovandosi alla mostra in vacanza, ha potuto svolgere la funzione di "inviata" per Bibelot. Ci riferiamo alla presentazione in anteprima del sistema informativo multimediale dell'ASAC (Archivio Storico delle Arti Contemporanee). L'archivio nasce solo nel 1928 (dopo circa 30 anni di attività della Biennale). Inizialmente, come riportato sul sito web, la corrispondenza e il materiale documentario che si producevano, venivano accatastati in un magazzino. Con la nascita dell'Istituto storico d'arte contemporanea, si cominciarono a raccogliere libri e cataloghi provenienti dall'Italia e dall'estero e a contattare gli artisti chiedendo documentazione e materiale fotografico sulla loro attività. Vennero raccolti sia ritagli stampa su avvenimenti artistici che documenti ancora giacenti nel Palazzo municipale, ricchi di lettere e autografi illustri. Fotografi che da anni lavoravano per la Biennale, offrirono i negativi di tutte le riproduzioni di opere d'arte da loro eseguite, costituendo così il primo nucleo della Fototeca. Con la trasformazione in Ente autonomo (1930), l'Istituto storico di arte contemporanea assunse il nome di Archivio storico d'arte contemporanea, e dal 1973 di Archivio storico delle arti contemporanee. Il progetto è affascinante: documentare e rendere accessibili i materiali acquisiti dalla Biennale sia durante l'organizzazione degli eventi sia a supporto delle attività. Le collezioni infatti vedono fondi di cinema, teatro, architettura, arti contemporanee e comprendono tipologie di materiali eterogenee: monografie e periodici, materiali grafici, fotografie, film. E che cos'è una mostra del cinema se non una serie di eventi (le proiezioni, le conferenze stampa, ecc.) effimeri di per sé, ma che sommati l'uno all'altro vanno a costruire una storia che ha visto ormai 63 edizioni? Allora il problema che si pone è documentare il percorso, costruire una memoria, che sia funzionale all'oggi e al domani, senza dover aspettare 78 anni (dal 1928, anno di nascita dell'archivio) per rendere possibile la conoscenza di questo enorme patrimonio culturale. La risposta che è stata data a questa esigenza è di estremo interesse e ci ritorneremo sopra nei prossimi numeri, chiedendo ai responsabili di presentarci il risultato del loro lavoro, non appena sarà in rete (a gennaio 2007 le prime applicazioni consultabili). Ci premeva tuttavia darvi questa anticipazione. Abbiamo visto in anteprima il database progettato dalla 3 Deverywhere, spin off del Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Padova. Lo strumento consente la consultazione dei cataloghi e, per certe tipologie di materiali, l'accesso al documento stesso (foto e manifesti digitalizzati, il trailer dei film, film digitalizzati visibili in locale). La maschera di ricerca consente di collegare i documenti agli eventi che li hanno prodotti: ad esempio le immagini di una particolare edizione di una mostra, i film vincitori del Leone d'oro, ecc.
Un altro aspetto ci ha colpito molto, la
sperimentazione di un metodo di documentazione "in diretta"
dell'evento. Come? Allestendo una postazione di catalogazione nei
locali del Casinò al Lido di Venezia, nel cuore della Mostra
del cinema.
Dall'ufficio stampa venivano inviati articoli e fotografie sugli eventi
del giorno. Questi venivano inseriti in tempo quasi reale nel database,
facilitando le operazioni di descrizione dei contenuti delle immagini
(molto più difficili da ricostruire a posteriori),
mantenendo le unità di serie e l'aderenza al contesto in cui
quei documenti sono stati prodotti. Ci è sembrato un modo
estremamente innovativo di lavorare, raccogliendo le tracce che si
lasciano dietro di sé, che acquisiscono così un
valore non solo a futura memoria. Il primo fondo disponibile
sarà quello del cinema, ed in particolare il catalogo
fotografico e dei film. Ancora in via di individuazione la sede
definitiva dell'archivio. I problemi aperti riguardano i finanziamenti
per il mantenimento in vita della struttura, ma ci auguriamo vivamente
che un progetto del genere possa andare avanti.
Da Venezia è tutto.
Copyright
AIB 2006-10-25, ultimo aggiornamento 2006-10-30 a cura di Vanni Bertini e Paolo Baldi
URL:
http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/bibelot/0602/b0602b.htm