[AIB]AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 2 (2006)

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Tra tagli alle risorse e incertezze su ruoli e funzioni

Emergenza biblioteche

di Nicola Benvenuti*

Negli ultimi mesi si sono inseguite notizie di segno contraddittorio ma prevalentemente catastrofiche sulle biblioteche italiane, ma soprattutto fiorentine. Aveva iniziato Repubblica il 10 marzo con due pagine dal titolo: Biblioteche, la grande crisi - meno libri e fondi tagliati in cui si citava da fonte AIB che circa il 70% delle biblioteche italiane avevano subito negli ultimi 5 anni un taglio radicale e si riportava una equilibrata intevista a Giovanni Solimine. Ma si sa, si era in campagna elettorale e i tagli alla cultura (non solo alle biblioteche) operati dal governo di centrodestra per compensare l'aggravarsi dei conti pubblici del governo Berlusconi venivano giustamente stigmatizzati nell'auspicio che un nuovo governo fosse in grado di invertire la rotta prima di più drammatici esiti. Il governo del paese è cambiato ma non è ancora cambiata la situazione economica anche se è bastato far sentire un polso più deciso nella politica fiscale, insieme ai cenni di una lieve ma pur sempre reale ripresa, per determinare un pronto aumento delle entrate tributarie.

Correttamente Tullio Gregory era intervenuto su Il Sole24ore il 30 luglio per sottolineare con sgomento che la politica di tagli vistosi operata dal governo precedente e progressivamente giunta fino al 60% nel settore biblioteche, archivi, musei, sovrintendenze, etc. veniva sostanzialmente aggravata dai tagli del nuovo governo: vedremo tra poco nella Finanziaria a quanto ammonteranno effettivamente. La Biblioteca Nazionale e gli archivi, avvertiva l'autore, sono non solo costretti a diminuire i servizi e impediti a svolgere il loro compito, ma ormai prossimi al collasso. Da allora è successo quello che si preventivava: caduta di cornicioni dell'edificio della BNCF, topi (un classico del genere, per la verità!), fondi tagliati, personale non reintegrato, progetti interrotti, etc. Non faremo qui la cronaca delle tristi condizioni in cui versa la BNCF, che tutti i colleghi avranno seguito sui vari giornali e che hanno motivato anche una interrogazione parlamentare. Il Ministero ha risposto, per bocca del direttore generale Luciano Scala, che oltre ad assicurare l'intervento finanziario straordinario, ha proposto che tra Biblioteca nazionale centrale di Roma e quella di Firenze, vi sia una divisione di compiti: "sarà fatta maggiore chiarezza sulla specializzazione dei ruoli, evitando le aree di sovrapposizione. Sarà sviluppato il coordinamento. Firenze si specificherà sempre di più sul terreno del digitale dove ha già un altissimo profilo (grande esperienza, ad esempio quella del TEL, The European Library) come in quello della conservazione e del restauro. Saranno rafforzati i ruoli delle due Nazionali e sarà aumentata la rete di coordinamento" (Repubblica, 17/9/2006). Posizione condivisibile purchè non significhi il decadimento di Firenze come centro bibliografico e di studi filologici e umanistici di grandissime tradizioni. Giuseppe Proietti, capo del Dipartimento per la ricerca l'innovazione e l'organizzazione del MBC (Repubblica del 19/9/2006) ha poi dato la notizia che la BNCF - insieme alla BNC di Roma, l'Archivio di Stato e l'Opificio delle pietre dure - diventerà autonoma, forse entro l'anno, come gli Uffizi. Una misura interessante ma, come l'altra, tutta da definire: l'autonomia è uno strumento efficace perché elimina vincoli burocratici e permette un controllo di gestione efficace, ma senza soldi è una scatola vuota e non è certo credibile che si possano risolvere ingenti problemi finanziari con occasionali attività commerciali. Notiamo di passaggio, ma nemmeno tanto, che queste anticipazioni dovrebbero far fischiare le orecchie agli amministratori locali che potrebbero domandarsi se sia il caso di lasciare che si svuotino di funzioni due istituti che sono stati negli anni veri centri di eccellenza nei rispettivi campi e fiore all'occhiello del patrimonio culturale fiorentino, con conseguenze non irrilevanti sull'immagine e sullo stesso tessuto economico della città.

Ci sembra giusto sottolineare che tra sincere e legittime preoccupazioni, qualche eccesso retorico (al contrario che in Italia, la biblioteca nazionale francese è una; una è quella tedesca; una è anche la British Library ...) e ipocrisie politiche (tutti sanno che i conti pubblici sono disastrosi e ci vorranno anni per uscirne), una delle poche vie che possono essere percorse oggi è proprio quella della razionalizzazione amministrativa e organizzativa del settore, in modo che gli indispensabili investimenti che ci dovranno essere, non vadano perduti per inefficienza, spreco, doppioni, o esibizioni di vuoto prestigio. Le misure annunciate dal Ministero che si dice potrebbero trovare eco anche nella prossima finanziaria, rappresentano un segno di novità ma sono tutte da chiarire e riempire di contenuti.

Altre notizie provocano poi preoccupazioni e perplessità, come il recente incontro tra il Ministro Rutelli e l'associazione degli editori, che ha lanciato la costituzione di un Centro per la promozione alla lettura (?!) entro l'anno "ma soprattutto l'apertura di un tavolo di confronto operativo a Palazzo Chigi tra rappresentanti del mondo del libro e politici anche per arginare il dilagante fenomeno delle fotocopie" (secondo la sintesi delle Ultime notizie SIAE del 22.09.2006 ).

Giudicheremo dai fatti. Auspichiamo intanto che l'AIB colga la novità di questo orientamento del Ministero e si attrezzi a interloquire con competenza e responsabilità nell'interesse delle biblioteche in scelte che potrebbero essere dirompenti, cercando di influire sui processi decisionali che si innescano.

* Presidente della Sezione Toscana dell'AIB


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Copyright AIB 2006-10-25, ultimo aggiornamento 2006-10-30 a cura di Vanni Bertini e Paolo Baldi
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/bibelot/0602/b0602b.htm


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