[AIB]AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 1 (2004)

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Ipertesti e dintorni

QUANDO IL MANOSCRITTO DIVENTA DIGITALE

di Elisabetta Di Benedetto

Della nuova "Biblioteca dell'Istituto e Museo di storia della Scienza" a Firenze, Bibelot ha già parlato in occasione dell'inaugurazione avvenuta nell'aprile 2002; tuttavia, mi sembra utile analizzare più a fondo il valore "documentalistico" dei servizi da essa dispiegati.
Con i suoi circa 100.000 tra volumi e opuscoli, i 200 periodici correnti, le raccolte speciali e i fondi manoscritti, questa biblioteca costituisce un punto di riferimento di indubbio valore per gli studiosi che si muovono in questo settore di studi. Probabilmente, proprio l'alta specializzazione disciplinare le ha consentito di sviluppare raccolte e servizi considerevolmente qualificati e all'avanguardia: infatti, pur mantenendo una pregiata sezione di fondi antichi (basti pensare a quello Mediceo-Lorenese), la biblioteca ha deciso di puntare molto su progetti di spoglio (attualmente circa 70 periodici, tra italiani e stranieri) e di digitalizzazione, realizzando numerosi percorsi virtuali che ne hanno cambiato e ampliato la fisionomia. Infatti se la collezione fisica, chiusa tra le mura di Palazzo Castellani, è riservata esclusivamente a studiosi e ricercatori, la raccolta virtuale, al contrario, si apre al mondo non solo per i numerosi collegamenti esterni, ma perché essendo consultabile da chiunque, finisce per diventare anche uno strumento di divulgazione del sapere scientifico. Così, quando possibile, dalle descrizioni bibliografiche dell'OPAC si può giungere al testo integrale, mentre nel caso di "Galileo//thek@", grazie alla fitta rete dei rinvii, da una citazione si accede alla descrizione dell'opera, al collegamento con l'edizione digitale, a link con argomenti correlati inerenti l'autore (ma anche altre persone, oggetti, contesto, ecc.), o approfondimenti tematici. Ad esempio, partendo dal Sidereus Nuncius si potrà navigare agevolmente tra Galileo, la famiglia Medici, la lente obiettiva, il cannocchiale e il telescopio.
La presenza in OPAC di documenti correlati ad opere non possedute (come estratti e recensioni), è emblematica di una prospettiva che, prendendo come riferimento l'universo documentario, riflette in qualche modo tematiche di scottante attualità quali il cross-reference. Ma l'aspetto forse più innovativo è quello legato al "Panopticon Lavoisier", database che, oltre a sezioni bibliografico-documentarie quali quelle dei manoscritti, delle opere e degli esperimenti, comprende un vero e proprio museo virtuale con immagini digitali degli strumenti e loro descrizione. Significativo, infine, soprattutto alla luce dell'acceso dibattito su fotocopie e copyright, che la biblioteca non effettui fotoriproduzioni, ma fornisca solo riproduzioni digitali dei documenti.


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Copyright AIB 2004-05-23, ultimo aggiornamento 2004-06-03 a cura di Vanni Bertini e Nicola Benvenuti
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/bibelot/0401/b0401j.htm


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