AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 1 (2004)
di Massimo Rolle
Il fronte del riconoscimento della professione del bibliotecario, ormai da tempo obiettivo strategico della nostra Associazione professionale, si è rimesso in movimento nelle ultime settimane dopo alcuni anni di stasi. Attraverso la costituzione prima e poi l'incisiva azione del Colap (Coordinamento delle libere associazioni professionali) il mondo delle professioni non ordinistiche ha impresso una positiva accelerazione al dibattito politico parlamentare sul recepimento nel nostro paese delle indicazioni e direttive europee per una moderna regolamentazione ed una sostanziale liberalizzazione delle professioni intellettuali; il successo degli Stati generali delle professioni tenutisi il 5-6 maggio scorsi a Roma nelle sale della Domus Pacis, con la rilevante presenza degli interlocutori politici, sociali e sindacali, è la dimostrazione che l'obiettivo del riconoscimento non di questa o quella professione, favorita da qualche azione di lobbying ben congegnata, ma di tutte le professioni non regolamentate attraverso il riconoscimento delle associazioni che le rappresentano, è probabilmente alla portata nella presente legislatura. Bene ha fatto a suo tempo la nostra Associazione ad abbandonare le illusioni della costituzione di un ordine dei bibliotecari (l'Italia è l'unico paese ad avere ben 32 ordini professionali !) e ad aderire al Colap, partecipando convinta al percorso di riconoscimento che si andava delineando e partecipando attivamente alla organizzazione degli Stati generali, come capofila di un raggruppamento di associazioni professionali di area informativo culturale. Bene ha fatto la nostra Associazione a dotarsi a suo tempo di strumenti, quali il codice deontologico e l'albo professionale dei bibliotecari (non steccato per l'accesso alla professione ma strumento di libera certificazione professionale) che sono fra i requisiti richiesti per il riconoscimento delle associazioni professionali in tutte le proposte di legge sul tappeto. Contemporaneamente la modifica del tit V della Costituzione (assegnando la disciplina delle professioni alle materie concorrenti fra Stato e Regioni) ha contribuito a smuovere la situazione legislativa. Alcune Regioni, nelle more della posizione attendista o peggio del Governo (poco incline ad entrare in rotta di collisione con i potenti ordini professionali), hanno deciso di rompere gli indugi ed affrontare il tema delicato ma urgente della disciplina delle professioni. Fra queste la Regione Toscana ha deciso di assumere un ruolo di apripista proponendo una legge, licenziata dalla Giunta, che si chiama "Disposizioni in materia di libere professioni". La disciplina proposta è innovativa da diversi punti di vista: è innanzitutto una disciplina a carattere duale (vale tanto per le professioni ordinistiche quanto per le professioni non regolamentate), prevede una unica Commissione regionale delle professioni e delle associazioni professionali, contempla un percorso di riconoscimento regionale delle Associazioni per le professioni non regolamentate.
Dunque un percorso analogo a quello auspicato dal Colap e contenuti nei disegni di legge più innovativi. Un solo commento da bibliotecario: una volta approvata questa legge da parte della Regione Toscana si potranno forse affrontare con spirito diverso le timidezze e reticenze della LR 35/1999 in materia di personale delle biblioteche toscane.
Copyright AIB 2004-05-23, ultimo aggiornamento 2004-05-23 a cura di Vanni Bertini e Nicola Benvenuti
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/bibelot/0401/b0401c.htm