AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 1 (2003)
di Silvia Bruni
Lavorare come bibliotecario in settori fortemente specializzati come quelli delle dipendenze, del volontariato e della disabilità, in ambiti particolari come i centri di documentazione di area sociale e sanitaria è un salto nel tempo, in una realtà in cui il percorso fatto dalle biblioteche sul piano delle metodologie, dell'accessibilità e visibilità, della qualità dei servizi e della creazione di reti è ancora in una fase embrionale. I centri di documentazione in questo settore nascono quasi per caso da fondi documentari non organizzati, spesso per impulso di singoli. In assenza di precise indicazioni, di coordinamento e di verifica, ognuno li ha costruiti "a propria immagine e somiglianza", creando realtà disomogenee per forme ed attività. Si è affermato inoltre, nel corso del tempo, il pregiudizio che i centri di documentazione debbano essere gestiti da specialisti della materia: psicologi, sociologi, educatori, anziché bibliotecari, cosa che ha avuto gravi conseguenze come l'assenza di standard di catalogazione, la scarsa visibilità e la bassa qualità dei servizi, che spesso si limitano alla raccolta di materiale e al prestito (ai pochi fortunati che si imbattono nel centro). Questo riduce gli investimenti e, di conseguenza, le possibilità di fare un salto di qualità. Fortunatamente le cose stanno lentamente cambiando: da una parte i bibliotecari documentalisti si sono "professionalizzati", dall'altra questo ha sensibilizzato i "vertici", che hanno accolto e promosso le sollecitazioni provenienti dal basso. Sono così apparse sulla scena le prime reti di centri di documentazione specializzate, che hanno introdotto novità significative: in Toscana due reti in fase di sviluppo sono la rete Cedro e Retedocu. La prima, finanziata dalla Regione Toscana, vede coinvolte cinque realtà ognuna delle quali ha scelto un'area di specializzazione: ad Arezzo il CEDOSTAR del Dipartimento delle dipendenze della ASL (gioco d'azzardo ed altri comportamenti di dipendenza); a Firenze il CESDA e la Biblioteca Chiarugi della ASL 10 (il primo specializzato su nuove droghe, disturbi del comportamento alimentare, tossicodipendenza, la seconda sui temi della salute mentale) e Informalcol dell'Università di Firenze, gestito dall'associazione Nautilus (alcolismo); a Lucca il CESDOP della Provincia (tossicodipendenza e ruolo delle comunità terapeutiche). La seconda, Retedocu, è promossa dal Centro servizi per il volontariato toscano (CESVOT) e coinvolge il Centro di documentazione della CGIL regionale specializzato sui temi del lavoro, il Centro nazionale del volontariato di Lucca specializzato sul volontariato, Informalcol sul tema dell'alcolismo, il centro di documentazione del Centro mondialità e sviluppo di Livorno sul tema della cooperazione internazionale, "Informare un'H" di Peccioli sul tema della disabilità. Attraverso la cooperazione si è riflettuto sui bisogni informativi dell'utenza proponendo servizi adeguati (prestito e document delivery, newsletter, creazione di repertori di siti web, spogli), si sono introdotte attività di valutazione, si sono creati OPAC, rendendo così possibile l'accesso ad un patrimonio altrimenti sommerso. Di particolare rilievo è il servizio di spoglio della letteratura italiana, dato che si tratta di una produzione scientifica non inclusa nelle banche dati internazionali del settore. I processi in atto dovranno inserirsi in quelli più ampi di creazione di un sistema documentario integrato previsto dalla legge 35/1999 della Regione Toscana, trovando un rapporto tra la rete territoriale orizzontale e la rete verticale di tipo disciplinare. Lo scambio sarebbe proficuo per le biblioteche, che potrebbero implementare la capacità di rispondere a bisogni informativi specifici utilizzando le reti specializzate, mentre la cura della normalizzazione delle procedure tecniche di catalogazione e di recupero proprio delle biblioteche rappresenterebbe un salto qualitativo notevole per i centri di documentazione. Le modalità di costruzione di questo rapporto sono in fase di analisi. Portare a compimento questo processo sarebbe un contributo all'ampliamento del panorama dei servizi di informazione ai cittadini.
Copyright AIB 2003-05-25, ultimo aggiornamento 2003-06-02 a cura di Vanni Bertini
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