[AIB]AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 3 (2002)

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UN SOLE PER LA PACE

di Elisabetta Francioni

Ne hanno parlato i giornali di tutto il mondo e la notizia è davvero di portata planetaria: il 16 ottobre scorso è stata inaugurata la nuova Biblioteca di Alessandria d'Egitto, frutto dell'impegno dell'Unesco e della comunità internazionale, che vuole rinnovare il mito dell'antica raccolta libraria, la più splendida dell'antichità (ca. 500.000 voll.), sorta nel III secolo a.C. e andata distrutta in un incendio 1600 anni fa. L'inaugurazione, prevista per il 23 aprile (giornata internazionale del libro), era slittata a causa del clima di tensione politica a livello internazionale.
La biblioteca, iniziata nel 1995, sorge dove si ritiene fosse collocata l'antica sede. È un'opera avveniristica di grande suggestione e bellezza, creata dall' architetto norvegese Craig Dykers: una struttura che raffigura il disco del sole inserito nella terra e affacciato sul Mediterraneo. Il lato sud della costruzione, in granito (la pietra dei Faraoni) reca incise 4000 lettere di tutti gli alfabeti del mondo; la superficie superiore, in cristallo, riflette il movimento del sole e delle nuvole.
I numeri: l'edificio ha 13 piani, una superficie di 85.000 mq (oltre la biblioteca ospita 2 musei, centro congressi, laboratorio di restauro, sale espositive), ed è costato oltre 200 milioni di dollari.
La sala di lettura, con 20.000 mq e 3500 posti, è la più grande al mondo. Il patrimonio della biblioteca è di 48 milioni di volumi, 50.000 stampe, 100.000 mss, 200.000 dischi e nastri, 50.000 videodischi e si è formato anche col concorso di vari paesi tra cui l'Italia, dove diverse case editrici hanno effettuato spedizioni di libri in dono e le associazioni hanno lanciato appelli a scegliere un libro dal proprio scaffale per inviarlo alla nuova biblioteca.
Al di là della cronaca e delle cifre mirabolanti (non sempre esatte) sul patrimonio riportate dai giornali in questi mesi, l'apertura della biblioteca costituisce soprattutto un fatto di grande portata simbolica: quello, come è stato detto nel "Bollettino AIB" (cfr. n. 3, p. 265-266), "di realizzare l'utopia possibile del confronto tra le diverse culture" in un luogo che "appartiene virtualmente al mondo intero".
Il muro in cui sono incisi pittogrammi, geroglifici, ideogrammi, cunei, lettere e cifre rappresenta, insomma, l'affermazione delle identità e delle differenze culturali che, nel reciproco rispetto, devono trovare una convivenza che non può che arricchire l'intera umanità. In una situazione mondiale come quella odierna, in cui la globalizzazione e lo sviluppo dei Paesi ricchi si afferma affamando e depauperando i Paesi poveri, la Biblioteca di Alessandria è concretamente la testimonianza di una cultura di pace, perché la pace si basa prima di tutto sulla conoscenza e sui valori universali dell'uomo. C'è (può esistere), evidentemente, un altro modo di concepire la coesistenza tra i popoli che non sia quello di armare testate nucleari, bombardare civili inermi, attuare l'embargo economico, in nome di una guerra (ufficialmente) "di difesa". Nella costruzione della Biblioteca di Alessandria lo sforzo da parte di tutti i Paesi è stato senza precedenti, e ha mostrato la possibilità di un dialogo tra Occidente e Oriente, Nord e Sud, cultura cristiana e cultura islamica. Non possiamo che augurare al mondo, e a tutti noi che lo abitiamo (a volte distrattamente), di continuare su questa strada.


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Copyright AIB 2003-02-21, ultimo aggiornamento 2003-02-21 a cura di Vanni Bertini
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