AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 3 (2000)
di Elisabetta Di Benedetto
Immaginiamo dei cursori in movimento in uno spazio urbano, immaginiamo che quei cursori siano gli abitanti di una città. Non è un videogioco, ma la visione urbanistica che l'architetto William Mitchell prefigura nel suo recente libro, E-topia: una città fortemente digitalizzata, popolata da individui equiparati a veri e propri "cursori viventi". La visione non è poi così spinta: dai sussidi alla didattica alle "bombe intelligenti" ormai si dipartono gli estremi di una tecnologia che tutto abbraccia e attraversando i monitor dei più vari "infodomestici", intreccia virtuale, ipertestuale e multimediale. La multimedialità, dunque, ci invita ad un risveglio delle percezioni di primitiva memoria, che non riguarda più la sopravvivenza come per i nostri progenitori, ma di certo la qualità della vita, tanto che l'impossibilità di accedere a Internet può dar luogo a dei fenomeni nuovi di emarginazione: i "proscritti del cyberspazio" (Mitchell, La città dei bits, 1995). Proprio alle biblioteche, veicolo di diffusione democratica del sapere, spetta anche colmare certe disparità socio-culturali, ma in questa girandola di suoni e luci non mancano zone d'ombra: cd scambiati per cd-rom (in uno dei maggiori opac italiani) e abbondanza di grafica per sciorinare la promessa di una presunta collezione multimediale di cui poi non si arriva a vedere nè un'immagine, nè un meno pretenzioso catalogo (è la Mediateca della Galleria comunale d'arte moderna e contemporanea di Roma). Dalla penombra, infine, al buio pesto se fraintendendo il concetto di multimediale si sostituiscono le immagini ai testi, ostacolando la navigazione dei browser solo testuali o in modalità senza immagini (più veloce ed economica). È il caso, tra gli altri, del sito dell'illustre Istituto per l'Enciclopedia italiana Treccani, che senza immagini offre un nulla inquietante.
Quanto ai cd-rom, di frequente si definisce multimediale un database con qualche link ipertestuale e una colonna sonora. Eppure realizzare strumenti multimediali efficaci è possibile, lo provano il sito della Galleria Borghese e il catalogo su cd-rom della National Gallery, nei quali la fusione tra testuale e visivo genera un corpus ricco, articolato e di semplice fruizione. Insomma, per realizzare un hyperbase in cui l'immagine occupi un posto paritario e complementare ai testi occorrono solo un progetto culturale serio e un forte apparato semantico di rinvii: ma non è di questo che si sono nutriti da sempre biblioteche, bibliotecari ed editori?
Copyright AIB 2001-01-15,
ultimo aggiornamento 2001-02-03 a cura di Vanni Bertini
URL: http://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/bibelot/0003/b0003k.htm