1. Introduzione
Chi naviga in Internet non può fare a meno di annotare i siti più interessanti visitati. E il metodo più efficace è quello di inserire e classificare per argomento tutti i siti e le pagine web nella cartella Preferiti del proprio computer. Tutte le risorse così memorizzate possono essere riviste e consultate al bisogno; con un semplice copia/incolla è possibile salvarle su un altro supporto (ad esempio cd-rom o pen drive) per poterle avere sempre a portata di mano. In questo modo però non è consentito condividere con altri utenti i propri Preferiti, o addirittura arricchire la propria raccolta, grazie al contributo di altri naviganti della rete.
Il sistema per ottenere questi risultati c'è e si chiama 'social reference manager'. Sotto questo nome vanno tutte quelle piattaforme on line che permettono a chiunque di aprire un proprio spazio personale dedicato esclusivamente ai propri siti e pagine web preferite, con la possibilità di condividere con altri questi documenti. Alcuni esempi, tra i più noti: Connotea (<www.connotea.org>) e CiteULike (<www.citeulike.org>). Sostanzialmente si tratta di software di gestione delle risorse on-line: sono gratuiti, web-based, spesso in lingua inglese, condivisi e soprattutto semplici da usare.
In principio era del.icio.us (<http://del.icio.us/>), che per primo ha adottato questo sistema che consente di creare segnalibri di URL, come ad esempio i Preferiti nel proprio browser, ma caricandoli in un ambiente condiviso. Qui tutti possono vederli, associarvi parole chiave significative in modo da poterli ricercare per argomento. Si crea così una vera e propria rete nella rete.
Lo stesso principio viene adottato anche da altre piattaforme, ma per la condivisione di varie tipologie di materiali. Pensiamo ad esempio a Flickr (<www.flickr.com>), dedicato esclusivamente alla condivisione pubblica di fotografie, oppure ancora a YouTube (<www.youtube.com>) per quanto riguarda i video.
Tornando alla condivisione dei Preferiti, piattaforme quali Connotea e CiteULike sono utilizzate in modo particolare da ricercatori, docenti, studiosi e bibliotecari. Dopo la registrazione (gratuita), è possibile salvare le risorse preferite del web abbinando un titolo, una descrizione, un commento e uno o più tags, cioè parole chiave che rappresentano gli anelli di collegamento con le risorse di altri utenti della piattaforma.
2. Web 2.0 e Library 2.0
Lo chiamano social networking o web collaborativo. Più semplicemente è il Web 2.0, il nuovo modo di vivere la rete. Internet è un universo in continua evoluzione e il suo presente è contrassegnato da un approccio nuovo e innovativo. Collaborare, condividere, comunicare, socializzare: oggi usare il web significa soprattutto questo. Parlare di 'web 2.0' è diventato di moda tra gli addetti ai lavori, ma qualcosa di vero c'è. Pensiamo all'ampia diffusione dei blogs, dei siti wiki, alle tecnologie di syndication: chi naviga in Internet non si accontenta più di leggere ciò che altri scrivono, ma vuole creare, partecipare, comunicare, condividere con altri idee, immagini, suoni e documenti.
Alcuni esempi. Iniziamo con My Space (<www.myspace.com>), portale leader del cosiddetto social networking: qui gli utenti trovano spazio per interagire tra di loro attraverso uno spazio personale e possono condividere informazioni, immagini, pensieri. Lo stesso vale per Bebo (<www.bebo.com>), Flickr (<www.flickr.com>) e tanti altri ancora.
3. Arriva il Web 3.0
Ma Internet non si ferma qui. Gli esperti parlano già di "Web 3.0", un'etichetta per identificare una nuova evoluzione, quella basata sulla ricerca semantica. E così si progetta una rete in cui è possibile cercare informazioni mettendo il significato delle parole in relazione tra loro.
Già in passato abbiamo parlato dei motori di ricerca di nuova generazione, come ad esempio Vivissimo (<www.vivisimo.com>), Teoma (<www.teoma.com>), Wisenut (<www.wisenut.com>), che utilizzano tecniche di visualizzazione dei risultati quali la cosiddetta document clustering e criteri di ranking completamente nuovi. Ora si cerca di andare anche oltre. Ci ha già pensato la società italiana Expert System, lanciando il nuovo motore Cogito [1], una piattaforma software (con brevetto depositato) basata su una rete semantica, in grado di comprendere il linguaggio naturale in modo simile a quanto fatto dalle persone. Le applicazioni di Cogito sono molteplici: dal marketing alle ricerche in linguaggio naturale. Il suo punto di forza è la capacità di effettuare approfondite analisi linguistiche ed essere dotato "intelligenza" semantica per elaborare il linguaggio naturale.
4. Un motore di ricerca simile al cervello umano
Ora anche Xerox Europa ha presentato un motore linguistico indirizzato alle aziende e capace di analizzare i file con un metodo simile a quello utilizzato dal cervello umano. Si chiama FactSpotter [2] e individua i risultati della ricerca non in base alla corrispondenza tra le parole inserite e le pagine schedate, ma cercando di interpretare il senso della richiesta dell'utente.
Secondo la stessa Xerox, FactSpotter non è destinato al web ma ai clienti business della società. Almeno per il momento. E' comunque interessante notare come la ricerca si muove nella direzione di determinare un nuovo tipo di interazione uomo-macchina: nei motori semantici la novità è il modo con cui le parole vengono messe in relazioni tra di loro. Gli stessi termini possono avere significati diversi a seconda del contesto in cui vengono utilizzati, oppure possono cambiare con il passare del tempo. Il web 3.0 sembra essere (anche) questo: creare motori di ricerca sempre più simili al cervello umano.
5. Library 2.0
Per alcuni si tratta solo di etichette. Parlare di web 2.0 piuttosto che di 3.0 sarebbe solo una questione di slogan. Nella realtà ritengo che ci sia anche molta sostanza. Infatti, come per il Web 2.0 si parla di un'evoluzione nei servizi della rete e nel loro utilizzo da parte della società, allo stesso modo per "Library 2.0" (o più semplicemente L2) si intende l'applicazione degli strumenti collaborativi del web in ambito biblioteconomico.
Non solo teoria, ma soprattutto tanti risvolti pratici e concreti per le biblioteche, per i bibliotecari e per gli utenti. Si tratta quindi utilizzare in ambito biblioteconomico tecnologie e strumenti per realizzare servizi innovativi. Infatti il mondo delle biblioteche sta scoprendo i vantaggi degli strumenti comunicativi del web 2.0. Comunicazione, condivisione, partecipazione: sono le parole-chiave per comprendere strumenti quali i blog, i wiki, e anche il social bookmarking. Cioè tutto quanto può viaggiare in rete e sfruttare comunque al meglio gli strumenti informativi e comunicativi messi a disposizione dal web.
Questo significa che il lavoro dei bibliotecari si incontra con quello degli utenti, sollecitati a collaborare nella creazione e nella gestione dei contenuti. Con l'avvento della cosiddetta L2, l'utente parteciperebbe così alla creazione dei servizi bibliotecari, in collaborazione con gli addetti ai lavori, quindi tutti gli strumenti tecnologici compresi nella più ampia accezione di L2 (o, più comunemente, Web 2.0) rappresentano un'occasione preziosa per mettere in una rete collaborativi non solo gli addetti ai lavori, ma anche questi ultimi con gli utenti dei servizi.
In sintesi, ecco i principali esempi di strumenti tipici del web 2.0 applicabili anche in ambito biblioteconomico:
Le esperienze più interessanti e innovative le troviamo soprattutto oltreoceano, ma non mancano esempi importanti anche in Italia. Ad esempio, per quanto riguarda i blog, di recente è stato compiuto un censimento dei blog bibliotecari italiani, legati a singoli professionisti, biblioteche, sistemi bibliotecari e gruppi di lettura; negli ultimi anni infatti lo strumento del weblog è stato utile per stabilire un collegamento tra operatori del settore, tra utenti e bibliotecari e tra gli utenti stessi di una biblioteca.
A questo proposito segnalo il documento redatto da Bonaria Biancu pubblicato su LibWorld (<http://infobib.de/blog/2007/12/24/libworld-italy/>).
Anche il mondo dei wiki è stato scoperto dalle biblioteche italiane. Segnalo come esempio il wiki del Sistema bibliotecario d'Ateneo dell'Università di Bologna (<http://www.sba.unibo.it/sba/strilli/e-nato-il-wiki-delle-biblioteche/>). Come si legge nella breve presentazione, "il Wiki delle Biblioteche raccoglie e organizza informazioni, idee e buone pratiche delle biblioteche, dei gruppi di studio e di lavoro del Sistema bibliotecario e del CIB".
Si tratta di un lavoro di ampio respiro, ben strutturato, frutto di un progetto importante che vede impegnato tutto l'Ateneo. L'URL del wiki è <http://wiki.biblioteche.unibo.it/index.php/Pagina_principale>: accanto c'è un portale che raccoglie e organizza le risorse e le iniziative d'Ateneo. Il wiki riunisce alcune voci utili sia per chi lavora in biblioteca sia per chi utilizza i servizi della biblioteca. Questo wiki è anche in fase embrionale, ma potrebbe diventare un valido esempio da seguire anche da parte di altre biblioteche o interi sistemi bibliotecari.
Il web inteso come spazio sociale di condivisione e di partecipazione propone nuovi strumenti per organizzare e offrire informazioni. Strumenti che possono risultare utili anche alle biblioteche, che hanno il compito anche di organizzare e divulgare informazioni. Pensiamo così ai mashup, cioè alla possibilità di combinare in modo dinamico contenuti, dati o informazioni provenienti da fonti diverse.
Di seguito mi soffermerò su un altro strumento collaborativo, il social bookmarking, cioè la condivisione e l'organizzazione di risorse preferite on line.
6. Social Reference Management
Gestione e organizzazione di qualsiasi tipo di risorsa on line, selezionata dal singolo utente e condivisa con una comunità virtuale; si affianca ai tradizionali sistemi di gestione delle citazioni e dei riferimenti bibliografici e rappresenta una fonte di informazione potenzialmente rilevante. Questo è, in estrema sintesi, il social reference management (SRM), nuova frontiera del Web 2.0, ma anche della L2, in quanto chiama in causa tematiche tipiche del mestiere del bibliotecario e del documentalista.
I sistemi di SRM possono essere gratuiti o a pagamento, disponibili on line o scaricabili sul proprio server. Nati per essere utilizzati da ricercatori e studenti e cultori di una materia, possono essere utilmente apprezzati anche da editori, agenzie di informazione, enti e operatori del settore della comunicazione e dell'informazione in generale.
In Internet è possibile trovare alcune schede di comparazione tra i servizi di social bookmarking. Ad esempio, S. M. Mahbub Murshed (Suman) nel suo blog (<http://mahbub.wordpress.com/2007/03/04/comparison-of-free-bibliographic-managers/>) offre una rapida sintesi delle principali caratteristiche degli strumenti gratuiti. Anche in Wikipedia, nella versione in lingua inglese (<http://en.wikipedia.org/wiki/Comparison_of_reference_management_software>), è disponibile un'ampia pagina ricca di comparazioni e di chiarimenti anche sul piano tecnico, oltre che gestionale e operativo.
Riporto di seguito i principali servizi di social reference accessibili gratuitamente via web. La scelta ricade su questi in quanto sono i più popolari, i più agili nell'accesso e nell'utilizzo da parte di utenti esperti e non.
Nome |
URL |
Note |
BibSonomy |
www.bibsonomy.org |
Ideato dal Knowledge & Data Engineering Group della University of Kassel (Germany). Offre due tipi di servizi: social bookmarking e social reference manager. Infatti in home page si trovano due colonne, una per i bookmarks ed una per i documenti. Di facile utilizzo, presenta molte similitudini con del.icio.us. |
Bookmark.it |
www.bookmark.it |
In lingua italiana, descrive molto chiaramente come il servizio può essere utilizzato. Evidenzia quali sono i siti segnalati più visitati e anche quelle 'emergenti'. Interessante la pagina della 'Politica della fiducia' in cui gli utenti vengono invitati ad un uso responsabile del servizio. |
CiteULike |
www.citeulike.org |
Nato nel novembre 2004, vanta una maggiore interdisciplinarietà e risulta essere utilizzato soprattutto nei settori umanistici, delle scienze sociali e delle scienze dell'informazione. |
Complore |
www.complore.com |
Molto più vicino a un tradizionale strumento di social networking. |
Connotea |
www.connotea.org |
Ideato e curato dal Nature Publishing Group, trae ispirazione da del.icio.us. Di non facile ed immediata navigazione, è indirizzato a un utente esperto del web. E' utilizzato soprattutto in ambito scientifico. |
del.icio.us |
http://del.icio.us/ |
Punto di riferimento per molti servizi similari nati successivamente. Nato nel 2003 per opera di Joshua Schachter, nel dicembre del 2005 viene acquisito da Yahoo! Versatile, di facile utilizzo, interdisciplinare |
Diigo |
www.diigo.com |
In arrivo la nuova versione beta del portale, si autodefinisce un servizio di 'social annotation'. Il nome è acronimo di Digest of Internet Information, Groups and Other stuff. |
Furl |
www.furl.net |
Il nome significa 'Files URL'. Il servizio offre uno spazio di 5 MG per ospitare i propri Preferiti e dispone dell'archiviazione di tutte le pagine web, anche quelle che nel tempo possono sparire dal web. |
Ma.gnolia |
http://ma.gnolia.com/ |
Il servizio punta soprattutto a creare un forte spirito di social networking. Tra le funzionalità interessanti, si segnala l'archiviazione di tutte le pagine web preferite, al fine anche di recuperare quelle pagine eliminate dal web. |
Segnalo (Alice.it) |
http://segnalo.alice.it/ |
In lingua italiana, è ideato e curato da Telecom Italia. Il servizio è molto semplice e semplificato e si limita ad una gestione on line dei propri preferiti, la possibilità di condividerli e scambiarli con altri utenti. |
7. Caratteristiche generali
I servizi di social bookmarking (SSB) utilizzano la tecnologia del web per consentire l'archiviazione, l'utilizzo e la condivisione di elenchi di segnalibri creati dagli utenti. Siti, pagine web, documenti presenti on line: tutto può essere selezionati, archiviato, taggato, condiviso con altri, scaricato sul proprio pc. L'accesso e l'utilizzo dei SSB sono gratuiti.
Si tratta di strumenti di facile consultazione e utilizzo, indirizzati a un vasto pubblico, adatti a studenti, ricercatori, studiosi o anche ad appassionati cultori di una o più materie. Il risultato è un catalogo di risorse web, scelte direttamente dagli utenti, i quali provvedono a dividerle in categorie, attraverso parole chiave o tag.
8. Folksonomie
Proprio l'utilizzo di parole chiave scelte liberamente dagli utenti rappresenta al tempo stesso il punto di forza ma anche il punto debole dei SSB. Infatti la classificazione delle risorse web non viene affidata ad un sistema predefinito e preordinato; i tags (o etichette) vengono creati non da catalogatori professionisti né da sistemi automatizzati, ma inseriti dai singoli utenti in base al significato attribuito da ciascuno [3].
Quindi da un lato si apprezza la valenza semantica dei tags e la loro efficacia ai fini della classificazione di una risorsa. Dall'altro lato si avverte forte la mancanza di un sistema codificato di definizione e attribuzione dei tags: il rischio è la proliferazione di parole chiave multiple, l'inserimento di errori di ortografia, l'adozione di etichette che possono avere più di un significato, una catalogazione eccessivamente personalizzata che impedisce un'efficace ed efficiente condivisione delle stesse risorse con altri utenti.
Entriamo così nel campo delle folksonomie: un sistema di categorizzazione sociale di tipo 'bottom-up', in cui la scelta e la definizione dello schema classificatorio vengono create dagli utenti del sistema. Manca quindi un vocabolario prefissato e condiviso, non esiste controllo sui tags che vengono gestiti dagli utenti in totale spirito di collaborazione e condivisione.
Le folksonomie si contrappongono alle tassonomie [4], in cui i termini della classificazione vengono decisi 'dall'alto', così come pure i legami gerarchici tra i tags e il loro rapporto con gli oggetti da classificare. Ecco in sintesi i pregi e i difetti dell'adozione delle folksonomie da parte dei SSB:
Difetti
Pregi
La presenza di tags nei SSB rappresenta comunque uno strumento prezioso per stabilire un legame non solo tra le risorse selezionate e memorizzate, ma anche tra gli utenti che appartengono alla community, o anche solamente tra i naviganti che possono accedere liberamente alla piattaforma. E la cosiddetta catalogazione dal basso o classificazione popolare ci porta a riflettere sulla distanza che può esserci tra le regole catalografiche imposte dagli addetti ai lavori e le necessità avvertite dai diretti utilizzatori delle risorse catalogate.
9. Social bookmarking e biblioteche in Italia
Tra gli strumenti della L2 il social bookmarking o, più comunemente, la segnalazione di risorse web da parte di utenti di una web community, è un servizio che sta incontrando un notevole interesse nel mondo bibliotecario italiano. Gli esempi più rilevanti mostrano un maggiore fermento e una maggiore disponibilità alla sperimentazione negli Stati Uniti, ma anche in Italia vi sono esperienze in corso che meritano di essere segnalate.
10. Reference
I SSB possono essere utilizzati come supporto alla normale attività di reference in biblioteca. Attraverso la segnalazione di risorse on line, ma anche di documenti cartacei facenti parte del patrimonio della biblioteca, il bibliotecario può servirsi dei SSB per raggiungere gli utenti remoti e supportarli nel lavoro di ricerca e di studio.
Pensiamo all'esperienza della Rete Bibliotecaria Bresciana (RBB), la quale ha lanciato il progetto OPAC Bookmarking [5], che si propone di utilizzare gli strumenti messi a disposizione dai social networks per supportare il catalogo OPAC e per arricchire il patrimonio del sistema bibliotecario stesso. In particolare la scelta è caduta sull'utilizzo della piattaforma del.icio.us. [6], "per linkare record dell'OPAC che il bibliotecario si sente di consigliare per il reference", come si legge nella pagina di introduzione, che così prosegue:
L'idea che sta alla base del progetto OPAC Bookmarking è la seguente: usando del.icio.us si linkano i record dei libri che i bibliotecari hanno visto "funzionare bene" rispetto a certe richieste (il testo giusto per una ricerca sulla costituzione, un romanzo rosa particolarmente piaciuto, un libro chiaro ed essenziale su una data questione di attualità, etc.). Nella propria esperienza, infatti, i bibliotecari hanno accumulato una serie di conoscenze e di pratiche che permettono loro di rispondere in modo adeguato alle richieste degli utenti; con le tecnologie di social networking, ora possono condividerle, rielaborarle, accrescerle".
Il sito rinnovato della RBB propone una bella e dettagliata guida on line all'utilizzo del servizio, adatta anche ai neofiti. Pagina dopo pagina il bibliotecario viene aiutato ad inserire i propri bookmarks nella piattaforma, a scegliere i tags e a rendere queste segnalazioni davvero utili nel quadro dell'ampio servizio di reference.
La RBB ha scelto di servirsi di una piattaforma on line ad accesso libero e gratuito. Ma la scelta può ricadere anche su altri software (i cosiddetti social software), non disponibili immediatamente sul web. In particolare si può notare il successo che ha riscosso in Italia Scout Portal Toolkit [7], un pacchetto di programmi per la creazione e la gestione di collezioni di risorse elettroniche. E' un programma assolutamente open source, scaricabile quindi liberamente. Il risultato è un portale ricco di funzionalità e adattabile nella proposizione grafica, come confermano le istituzioni italiane che lo hanno adottato.
Un altro esempio è quello della Biblioteca di Ateneo dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca, che ha approfittato del restyling del proprio sito web per offrire un nuovo servizio per la selezione qualificata dell'informazione ondine. Si tratta di LINX [8], un progetto collaborativo che così viene spiegato dai curatori [9]:
Alla Biblioteca non sembrava più sufficiente il classico elenco di link selezionati e presentati per lo più in ordine alfabetico; si è pensato allora di sviluppare un'idea che già in nuce stava alla base della pagina dedicata a "Le risorse Internet segnalate dagli utenti" nel sito web precedente, rispettando le motivazioni e gli obiettivi espressi nel cappello introduttivo: "Questa pagina raccoglie i links segnalatici dai nostri utenti. Si tratta di una sorta di raccolta di bookmarks di uso comune di docenti, ricercatori e studenti della nostra Università, che, ci auguriamo, possano servire anche ai visitatori delle nostre pagine". In questo contesto si è allora sviluppata l'idea di creare un vero e proprio catalogo di risorse elettroniche gratuite collocato all'interno dell'intera offerta online della biblioteca: sito web, OPAC, Ejournals, banche dati... Uno strumento tra gli altri al servizio degli utenti.
I record possono essere non solo inseriti, ma anche votati, commentati, segnalati ad altri utenti. Anche gli utenti esterni all'Università possono richiedere l'autenticazione per poter inserire i propri contributi in LINX, ma dietro a tutto c'è il lavoro di una vera e propria redazione.
LINX quindi si presenta come uno strumento agile e di facile utilizzo, utile per l'attività di reference. "Il classico elenco di link selezionati dai bibliotecari, - si legge nella Presentazione [10] - utili per approfondire lo studio e la ricerca bibliografica, è così sostituito da un vero e proprio catalogo di risorse elettroniche gratuite riconducibili principalmente a: cataloghi e motori di ricerca; dizionari, enciclopedie, glossari; repertori generali e specializzati; siti web e tutorial; periodici elettronici e banche dati.
Scout Portal Toolkit risulta essere stato utilizzato, in Italia, anche da altre istituzioni, ad esempio dal Cilea, che ha dato vita on line alla Virtual Library, uno dei servizi realizzati nell'ambito del progetto "Biblioteche Nelle Scuole" [11]. Realizzato dalla Sezione Servizi per le Biblioteche e l'Editoria elettronica del Cilea, questo portale propone una raccolta di segnalazioni di risorse on line e offre la possibilità agli utenti di personalizzare i propri accessi. La Virtual Library contiene anche i repertori curati dalla redazione e da collaboratori esterni.
Come si legge nella presentazione del progetto,
i dati dei siti registrati nel database del portale sono basati sullo standard Dublin Core (ANSI/NISO Z39.85-2001) e comprendono: titolo, descrizione, URL, curatore, "pubblicato in", classificazione, data di creazione, indirizzo e-mail. Il portale è dotato di un motore di ricerca con modalità semplice e avanzata e di un forum di discussione.
Per tutti coloro che collaborano all'implementazione del portale, sono state redatte anche delle semplici linee guida per la catalogazione delle risorse.
Anche il Formez [12] ha dato vita ad una vera e propria biblioteca virtuale dedicata interamente alla pubblica amministrazione, ossia un Virtual Reference Desk (VRD) [13] con tutte le risorse on line afferenti ai temi legati al mondo della Pubblica Amministrazione. "Il VRD – si legge nella pagina web delle Informazioni [14] - è stato progettato per permettere un accesso più immediato ai prodotti documentari realizzati dalle Pubbliche Amministrazioni e disponibili online, spesso poco visibili". Quindi "non si tratta solo di un elenco di link, ma di un catalogo in cui le risorse selezionate sono catalogate, cioè descritte e indicizzate, e che quindi ad esse è possibile accedere attraverso più modalità di ricerca". Anche Formez si è avvalso di Scout Portal Toolkit. E infatti il suo VRD richiama molto la Virtual Library di Cilea.
Lo stesso modello è stato seguito anche dal portale DFP (Documentazione di Fonte Pubblica in Rete) [15]. Qui è possibile trovare un ricco repertorio di fonti informative relative alle istituzioni italiane: uno strumento utile, semplice e agile che aiuta l'utente alla scoperta delle informazioni pubbliche disponibili on line. Come si legge nella breve pagina web di presentazione "DFP ha deciso di utilizzare Scout come piattaforma per la diffusione dei dati sui documenti censiti al fine di migliorare l'aggiornamento e la qualità del proprio servizio".
DFP offre un servizio di allerting via posta elettronica e RSS. Dietro al portale DFP c'è il lavoro di un'équipe di esperti [16]: l'inserimento di una nuova risorsa è riservata ai redattori abilitati dagli amministratori. Questi devono attenersi a una breve ma precisa serie di regole di catalogazione, riportata in un'apposita pagina web [17].
11. Bibliotecari
Sono numerosi i singoli bibliotecari, o esperti nel campo del trattamento dell'informazione, che hanno deciso di affidare alle piattaforme SSB la propria raccolta di bookmarks, per condividerli con altri colleghi e per arricchire anche il proprio bagaglio di conoscenze. Conoscenze che poi vengono utilizzate dagli stessi bibliotecari nella loro ordinaria attività lavorativa, quasi sempre nell'ambito del servizio di reference. In questo caso, i singoli si registrano sulle piattaforme on line e inseriscono le risorse preferite classificandole e associandole ai tags che ritengono più opportuni, in rapporto anche a quanto risulta già inserito in rete da altri colleghi.
Tra tutti, riporto un esempio che collega il lavoro dei singoli con quello istituzionale. 'Chiedi in Biblioteca' è un servizio di biblioteca a distanza, promosso e coordinato dalla Regione Toscana, [18] "che mette a disposizione di tutti le risorse e le professionalità presenti nelle biblioteche toscane per 24 ore al giorno e per sette giorni la settimana". Alcuni bibliotecari che animano il servizio hanno fatto ricorso alla piattaforma Connotea [19] per segnare una ricca collezione di risorse on line utili per l'attività di reference (in questo caso, soprattutto e-reference). Si tratta di un bell'esempio di collaborazione tra colleghi, utilizzando una semplice piattaforma web, per condividere risorse e arricchire le conoscenze di tutto il gruppo di lavoro, a vantaggio soprattutto dell'utente finale del servizio.
12. Considerazioni conclusive
Il social bookmarking si inserisce a pieno titolo tra gli strumenti più utilizzati nella sfera del cosiddetto Web 2.0. Rappresenta un'occasione interessante non solo per conservare e classificare le proprie risorse preferite on line, ma soprattutto per condividerle con altri utenti, arricchendo anche il proprio bagaglio di conoscenze. Il fenomeno è da tenere costantemente monitorato, in quanto in continua evoluzione, soprattutto per quanto riguarda il livello di utilizzo e di gradimento da parte degli utenti. Nonostante questo, a margine di quanto esposto sinora si possono tracciare alcune considerazioni.
In ambito biblioteconomico, nel nostro Paese il social bookmarking si afferma soprattutto come strumento preferito dai singoli utenti, piuttosto che da intere istituzioni: gli addetti ai lavori ricorrono ai SSB in cerca di supporto per la propria attività professionale, in modo particolare di reference. A livello istituzionale, invece, sembra che stentino a decollare come mezzi di collaborazione e condivisione davvero aperti all'intervento di un'ampia community virtuale: infatti si nota che spesso viene preferito l'intervento di una redazione fissa che, eventualmente, abilita all'inserimento di nuove risorse gli utenti che ne avanzano richiesta.
Invece i SSB funzionano molto bene a livello personale. Sicuramente sono un valido supporto all'attività tradizionale di reference, e quindi nel supportare l'utente nella ricerca di informazioni, soprattutto in rete. Inoltre rappresentano uno strumento utile per la creazione di una rete virtuale tra i professionisti del settore, per la condivisione e lo scambio di dati e informazioni, cioè gli strumenti quotidiani del lavoro del bibliotecario.
Barbara Fiorentini, Biblioteca di Piacenza - Università Cattolica del Sacro Cuore, e-mail: barbara.fiorentini@unicatt.it
Bonaria Biancu, Sticking between: i mashup nelle biblioteche, in Da XML all'elaborazione di conoscenza: approcci professionali e uso sociale della rete, Atti del Seminario AIDA, Roma, Centro Congressi Frentani, 30 marzo 2007, p.71-86.
Brett Bonfield, Consuming information, "Library Journal", October 15, 2007, p.26-29.
Consultant Commons, Social bookmarking tool comparison, URL: <http://www.consultantcommons.org/node/239>.
Elisabetta Di Benedetto, Internet nell'era della partecipazione, "Bibelot", 1 (2007).
Meredith G. Farkas, Social software, in Libraries: building collaboration, communication, and community online, Information Today, 2007. Il libro è legato al sito <www.sociallibraries.com>, con ulteriori approfondimenti e aggiornamenti.
Barbara Fiorentini, I blog bibliotecari: nuovi servizi di informazione, "Bollettino AIB, 1 (2004), p. 29-35. Si tratta del primo tentativo effettuato in Italia di censire i blog bibliotecari italiani. Il lavoro è stato completato e aggiornato da Bonaria Biancu, nel dicembre 2007, con il contributo pubblicato on line su LibWorld – Italy (<http://infobib.de/blog/2007/12/24/libworld-italy/>).
Barbara Fiorentini, Il villaggio virtuale: comunicazione virtuale e linguaggi della rete, URL: <www.villaggiovirtuale.splinder.com>. Il blog propone approfondimenti e segnalazioni sulla comunicazione on line e i linguaggi della rete.
Barbara Fiorentini, SfogliaWeb: appunti e riflessioni sul mestiere di reference, URL: <www.sfogliaweb.splinder.com>. Il blog propone riflessioni e segnalazioni sui temi legati all'attività di reference (soprattutto digitale). Legato al sito, anche uno spazio su Connotea per la condivisione di risorse on line ad accesso libero (<www.connotea.org/user/sfogliaweb>).
Tony Hammond - Timo Hannay - Ben Lund - Joanna Scott, Social bookmarking tools (I): a general review, "DLib magazine", 11 (2005), 4, URL: <www.dlib.org/dlib/april05/hammond/04hammond.html>.
Cyprien P. Lomas, 7 Things you should know about social bookmarking, Contributed by EDUCAUSE Learning Initiative, 2005, URL: <http://www.educause.edu/ir/library/pdf/ELI7001.pdf>.
John Maxymuk, Whose space?, "Reference Services Review", 20 (2007), 2, p.97-100.
Melissa L. Rethlefsen, Tags help make libraries del.icio.us., "Library Journal", 132 (2007), 15, p.26-28.
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Laura Rinnovati, Biblioteca 2.0, in Web 2.0 e strumenti collaborativi, Seminari 2007 della Fondazione Rinascimento Digitale, URL: <www.rinascimento-digitale.it/seminari2007/web2/biblioteca20-Rinnovati.pdf>.
Daniel Stanford, Criteria for evaluating social bookmarking tools, Instructional design & development Blog, URL: <http://www.iddblog.org/?p=5>
Wikipedia, Comparison of reference magament software, URL: <http://en.wikipedia.org/wiki/Comparison_of_reference_management_software>.
Winder, Davey, Back to basics: social bookmarking, "Information World Review, November 2007, p. 29-32.
(Data dell'ultima consultazione delle risorse on line: 28 febbraio 2008)
[1] <http://www.expertsystem.net/page.asp?id=1517>.
[2] La notizia è stata ripresa, tra l'altro, anche da Punto Informatico: <http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2026275>; da visitare il sito della Divisione europea di Xerox: <http://www.xerox.com/innovation/xrce.shtml>.
[3] Questo argomento meriterebbe di essere approfondito più ampliamente, ma non opportunamente in questa sede. A questo proposito, si suggeriscono alcune letture: utili le pagine di Wikipedia sia in italiano sia in inglese (<http://it.wikipedia.org/wiki/Folksonomia> e <http://en.wikipedia.org/wiki/Folksonomy>); Corrado Petrucco, Folksonomie" nella Rete: costruire categorie alternative, creative ed interculturali, "TDMagazine", 1/2006, p. 38-50 ; Adama Mathes, Folksonomies - Cooperative Classification and Communication Through Shared Metadata, <http://www.adammathes.com/academic/computer-mediated-communication/folksonomies.html> ; Thomas Gruber, Ontology of Folksonomy: A Mash-up of Apples and Oranges, <http://tomgruber.org/writing/ontology-of-folksonomy.htm>; Jacob Voß, Tagging, Folksonomy & Co - Renaissance of Manual Indexing?. Delivered at 10th international Symposium for Information Science, Cologne, Germany. Presentation., in E-LIS <http://eprints.rclis.org/archive/00010165/>; Alireza Noruzi, Folksonomies - Why do we need controlled vocabulary?., "Webology", 4(2) (2007), in E-LIS <http://eprints.rclis.org/archive/00011287/> ; Franco Carcillo e Luca Rosati, Dalla classificazione per i cittadini alla classificazione dei cittadini. Il caso TaggaTO , "AIDAInformazioni : rivista di Scienze dell'informazione", 25(1-2) (2007), in E-LIS <http://eprints.rclis.org/archive/00011922/> ; Isabel de Maurissens, Folksonomy : una classificazione sociale del web. Dal caos originario ai frutti della collaborazione, " IR-Innovazione e Ricerca." (2006), in E-LIS <http://eprints.rclis.org/archive/00007574/>.
[4] Per approfondimenti: Voce 'Tassonomia' in Wikipedia, <http://it.wikipedia.org/wiki/Tassonomia> ; Alberto Marradi, Classificazioni, Tipologie, Tassonomie, "Enciclopedia delle Scienze Sociali", vol. II. Roma: Istituto della Enciclopedia Italiana, 1993, pp. 22-30, <http://www.me-teor.it/marr_opere/italiano/articoli/Class/CLASSIT.pdf> ; Miquel Centelles, Taxonomies for categorisation and organisation in Web sites, "Hipertext.net", 3 (2005), <http://www.hipertext.net/english/pag1011.htm>.
[5] <http://www.provincia.brescia.it/biblioteche/tikiwiki/web/tiki-index.php?page=opac_bookmarking
[6] <http://del.icio.us/RBB/>.
[7] <http://scout.wisc.edu/Projects/SPT/>: "The Scout Portal Toolkit (SPT) allows groups or organizations that have a collection of knowledge or resources they want to share via the World Wide Web to put that collection online without making a big investment in technical resources or expertise".
[8] <http://scout-unimib.cilea.it/links/SPT--Home.php>.
[9] Bonaria Biancu e Emanuela Casson, Gestione collaborativa della conoscenza in un portale istituzionale Il caso di "LINX: Link e strumenti per la ricerca", testo dell'intervento al 2' Incontro ISKOI-UniMIB : Milano Bicocca : 9 giugno 2006, < http://www.iskoi.org/doc/linx.htm >
[10] <http://scout-unimib.cilea.it/links/SPT--About.php>.
[11] <http://www.virtual-library.it/>.
[12] <http://www.formez.it>.
[13] <http://oss.formez.it/spt/SPT--Help.php>.
[14] <http://oss.formez.it/spt/SPT--About.php>.
[15] <http://dfp.aib.it/SPT--BrowseResources.php>.
[16] <http://www.aib.it/dfp/redaz.htm3>.
[17] Nota metodologica: <http://www.aib.it/dfp/nota.htm3>.
[18] <http://www.cultura.toscana.it/biblioteche/servizi_web/chiedi_biblioteca/>.
[19] <http://www.connotea.org/group/Chiedinbiblioteca>.