«Bibliotime», anno X, numero 3 (novembre 2007)

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Katia Alboresi, Pietro Alessandrini, Michele Cardamone, Giuseppina D'Assisti, Rita Patregnani, Carlo Podaliri, Alina Renditiso, Claudia Rivi, Luciana Sacchetti, Cristina Ferracane, Costantina Bruno, Laura Ballestra

Una giornata particolare: scambio di buone pratiche sul servizio di reference in ambito economico-giuridico e statistico



1. Il punto di vista del Progettista

1.1. Un incontro tra pari

La biblioteca ospitante (Katia Alboresi, Michele Cardamone, Giuseppina D'Assisti, Luciana Sacchetti, Università di Bologna)

Fare consulenza bibliografica significa svolgere un'attività eminentemente euristica, fortemente personalizzata ed influenzata dall'esperienza, dalla creatività e dall'intelligenza emotiva del bibliotecario: qualcosa, insomma di difficilmente "insegnabile". Nel settembre 2006, le bibliotecarie di Scienze Statistiche dell'Università di Bologna e dell'Università di Padova si sono recate presso la biblioteca della Libera Università di Castellanza - punta di eccellenza nazionale per questo tipo di attività - per avere uno scambio eminentemente pratico su questa attività. Essendo l'esperienza risultata molto utile e gradita, si è pensato di replicarla a Bologna, estendendola ad alcuni colleghi delle biblioteche dell'Area Sociale del Sistema Bibliotecario di Ateneo che si occupano di reference.

La finalità del progetto è quella di confrontare buone pratiche sulla conduzione di interviste di reference in ambito economico, statistico e giuridico attraverso un confronto ad invito a livello nazionale.

Abbiamo cercato di creare le condizioni perché fosse una "giornata particolare": un incontro "tra pari", dove l'accoglienza, la logistica e l'organizzazione favorissero uno scambio libero e non formale di opinioni ed esperienze. L'obiettivo infatti, è convergere verso un comune "habitus mentale", nelle parole di Piero Cavaleri, "che ponga in primo piano la necessità di non banalizzare il problema informativo posto dall'utente, e che si basi su un approccio esplorativo, nel quale sia centrale la capacità di fare ipotesi e di percorrere strade di ricerca anche indipendentemente dalla certezza del risultato [1]. La giornata è stata strutturata in questo modo e in tal modo si è spontaneamente svolta:

Modulo

Contenuti

Metodologia

Ore

Riscaldamento e presentazione

Giro di tavolo di auto presentazione

Gruppo di lavoro

1

Recensioni su manualistica di reference

Consulenze bibliografiche di successo

Esempi di consulenze bibliografiche risolte

Gruppo di lavoro

Studio di caso

1

Consulenze bibliografiche non risolte

Esempi di consulenze bibliografiche

Gruppo di lavoro

Studio di caso

1

Pranzo di lavoro offerto dal Dipartimento di Scienze Statistiche Presso la Sala Di Tecco (Fonti Istat)

Illustrazione di un prodotto di reference

gli e-book sui "settori economici"

Laura Ballestra LIUC

Illustrazione on line

1

Simulazione di interviste di reference

Approcci personalizzati, scorciatoie e trucchi del mestiere del bibliotecario

Role playing

2

Confronto modulistica

confronto modulistica di reference

Gruppo di lavoro

0,30

Conclusioni

Proposte di lavoro e collaborazioni

Gruppo di lavoro

0,15

L'organizzazione logistica e l'accoglienza predisposta sono state curate nei minimi particolari, proprio per creare un clima disteso e piacevole che favorisse il confronto. L'accoglienza infatti è un fattore cruciale della comunicazione di gruppo. Il fornitore della ristorazione ed il menù sono stati scelti con cura. Inoltre il sistema di gestione per la Qualità ISO 9001:2000 (per il quale la biblioteca ospitante è certificata) prevede che i fornitori principali siano valutati al fine di verificarne l'idoneità. Qualità del prodotto, servizio e prezzo della nuova ditta del catering offerto ai colleghi sono stati quindi verificati in questa logica.

Un'istantanea: la tavolata di colleghi che si allunga dalle Statistiche del Commercio a quelle Navali ha una sua forza, anche estetica. La Biblioteca è tutt'altro che virtuale, è il luogo dove utenti e bibliotecari hanno l'opportunità di incontrarsi.

La Sala Istat luogo dell'incontro

2. Il punto di vista dei partecipanti

2.1. Inciampare nel problema [2]

Claudia Rivi (Università di Bologna)

Ho scelto di condividere un caso particolarmente significativo, non tanto per il quesito in se stesso, quanto piuttosto per il contesto nel quale la richiesta mi è giunta; un caso illuminante (come vedremo di seguito) su come si possa realizzare la comunicazione con l'utente, anche in condizioni poco favorevoli, riuscendo a creare un clima di fiducia e di collaborazione.

Sappiamo bene quanto il reference sia un'attività cruciale e particolarmente complessa nell'articolarsi della vita di una biblioteca, intricato crocevia dove molte strade devono incontrarsi al fine di raggiungere un buon risultato: competenza, disponibilità, pazienza, ma anche improvvisazione e tenacia di fronte ai tanti imprevisti che possono comprometterne la riuscita; insomma un mescolarsi di ingredienti, che, variamente combinati, danno sostanza ad una pratica nella quale un processo informativo diviene servizio di qualità.

Alla base, ritengo, si debbano porre alcuni punti fermi: da un lato, è bene sottolineare che ogni utente merita ascolto, merita di trovare ciò che sta cercando; dall'altro, che ogni caso deve trovare soluzione; certamente, sappiamo tutti che non sempre questo è realmente possibile, ma il ritenerlo possibile conduce e orienta il nostro agire, rafforza la comunicazione con l'utente, funge, insomma, da idea regolativa capace di farci conseguire obiettivi anche molti difficili.

Questo perché abbiamo a che fare con un processo dinamico, che, spesso, proprio attraverso gli inciampi e i fraintendimenti, giunge a rivedere continuamente se stesso, come un congegno sofisticato e prezioso che esiga, di tanto in tanto, una messa a punto. Dunque, "inciampare nel problema" non va interpretato come il segno negativo di qualche manchevolezza, o come il danno deliberato che lo sprovveduto utente vuole cagionare al bibliotecario, ma piuttosto come un'occasione per colmare lacune, accrescere la competenza, realizzare una comunicazione piena.

Il caso che mi si è presentato può essere così delineato:

a) premessa: il quesito corre sul filo, nel senso che l'utente del quale intendo parlare, arriva mediante telefono, naturalmente si tratta di un'emergenza, i dati che mi fornisce sono parziali e fuorvianti, anzi, come vedremo alla fine, totalmente errati; inoltre, la connessione alla risorsa online, finalmente individuata per risolvere il problema, si rivelerà non funzionante.

b) caso: il documento che stiamo cercando è un bando per un intervento edilizio in località Z., la prima informazione che ho ricevuto lo indica come pubblicato sul primo numero di una nuova serie della Gazzetta Ufficiale, giorno di pubblicazione del documento: 29 dicembre 2006. Insisto sulla data, perché mi fu ripetuta insistentemente. La prima fase della ricerca mi porta a consultare una fonte specifica Guritel: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – Telematica, dove accerto l'effettiva esistenza di questa nuovissima serie della Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana. Parte prima, 5. serie speciale, Contratti pubblici, istituita con d.p.r. del 14 dicembre 2006, accerto però anche che la copertura della banca dati decorre dal 1 gennaio 2007; mancherebbe, guarda caso, solo il numero che serve al mio utente. Comincio a dubitare, ma procedo ugualmente.

La consultazione del Catalogo nazionale dei periodici (ACNP) per controllare i posseduti cartacei, ove presenti, la telefonata al nostro Ufficio Periodici e ad un'altra biblioteca del circuito giuridico dell'Ateneo, non sortiscono alcun risultato. Nessuno pare ancora possedere questa nuova serie. Occorre precisare che siamo nel febbraio del 2007. Vicolo cieco, si ritorna al punto d'inizio.

A questo punto, l'intervista lascia il passo ad un paziente "interrogatorio", ancora una volta chiedo allo studente da quale fonte ha tratto l'informazione, naturalmente egli ripete la versione che mi ha già fornito, ma con un dettaglio in più, cita un non ben precisato trafiletto, gli chiedo se lo ha conservato e, in tal caso, se può leggermelo lentamente passo dopo passo. Così è. Comincia la lettura, molte date e numeri e riferimenti già noti, ma anche qualcosa in più, tra i passaggi, mi pare di sentire citare una sigla, buttata lì tra le tante, la sigla è GUCE, un po'sorpassata come definizione, tuttavia sufficiente per comprendere che probabilmente avevamo puntato sulla gazzetta sbagliata (in realtà, la Gazzetta ufficiale delle comunità europee non esiste più dal 2003, avendo lasciato il posto alla Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea).

Il dato importante è che la ricerca esce finalmente dal vicolo cieco e può ricominciare. Ci colleghiamo entrambi al portale dell'Unione Europea, lo guido nei vari passaggi; procedo ragionando ad alta voce, all'altro capo del filo lo studente mi segue, la collaborazione è ormai totale, la nebbia comincia a diradarsi: si tratta di un bando di rilevanza europea, esiste una serie specifica per i bandi che hanno un impatto comunitario, si tratta della serie S, il contenuto di questa serie della gazzetta europea si riversa da anni nella banca dati Tenders Electronic Daily (Ted), liberamente consultabile dal portale. Tranne quando non funziona. Quel giorno non funzionava.

Inaccettabile, francamente, arrivati fin qui, non potevamo rassegnarci, e infatti non ci rassegnammo. Per via di quell'idea regolativa della quale abbiamo parlato all'inizio, che non consente cedimenti etc. etc.; insomma, nel paniere European Union della banca dati anglo-americana LexisNexis, alla quale l'Ateneo di Bologna è abbonato, è possibile consultare Ted. Richiamo il documento e ne leggo alcuni estratti all'utente, sempre all'altro capo del filo, per verificarne l'effettiva pertinenza. Esultanza.

Ogni caso ha la sua soluzione, ogni utente merita di trovare ciò che sta cercando, questa volta è andata bene.

2.2. Essere competenti per saper decidere

Laura Ballestra (Università Carlo Cattaneo) – Rita Patregnani (Università di Bologna)

"Cerco informazioni sull'abuso di mercato…" "Ho trovato documenti sui fondi pensione italiani ma vorrei fare un raffronto con quelli americani…" "La riforma delle srl ha innovato la disciplina dell'emissione di titoli di debito…". "I dati sulla disoccupazione a livello europeo sono disaggregati per regione?" "Devo analizzare il mercato dell'energia eolica…." Alla fine della giornata il bibliotecario di reference ha domandato, ha risposto, ha indirizzato, ha trovato, ha deciso…

Attorno ad un tavolo i bibliotecari di reference delle scienze sociali si sono confrontati e hanno scoperto di saper decidere, in virtù di competenze informative e documentali specifiche, difficili da costruire, fortemente orientate al contesto disciplinare e alle esigenze di ricerca di ogni realtà.

I casi che ciascuno di noi ha incontrato sono stati il terreno di confronto, anche "psicologico", e hanno consentito di condividere stati d'animo e non solo conoscenze comuni. E' emerso con forza che chi svolge attività di consulenza individuale affronta il problema di ricerca, lo analizza e quindi lo chiarisce con l'utente, perché il bisogno espresso - non è teoria da intervista di reference ma realtà - non è univoco, è sfaccettato. L'utente non sempre si è posto delle domande, più spesso ha "acquisito" una traccia di ricerca senza comprenderla, timoroso di contraddire il proponente. Essere in grado di operare efficacemente in un contesto come quello delle scienze sociali passa attraverso una perfetta conoscenza del territorio informativo delle discipline coinvolte. Tali discipline, se solo qualche tempo fa sembravano appartenere a mondi paralleli, oggi si intersecano di continuo.

La complessità non è risolta dagli strumenti in sé, che anzi, purtroppo, tendono nel settore ad appiattirsi sempre più sul modello Google e a "nascondere" l' indicizzazione semantica (thesauri, soggetti, classificazioni…) in una maschera avanzata che il bibliotecario si sforza di cercare nei meandri delle nuovissime interfacce e l'utente di rado nota. Resta scontato un utilizzo da parte nostra non banale degli strumenti di recupero semantici, e ci mancherebbe che non lo fosse, visto che da un recupero efficace dipende la qualità dei risultati.

Al centro per un bibliotecario di reference sono però i documenti della disciplina, gli attori che producono la letteratura, il sistema di diffusione dell'informazione disciplinare, l'evoluzione dei filoni della produzione settoriale, i contenuti e le competenze disciplinari.

L'attività di consulenza nella ricerca è dialettica. L'esito di un colloquio di reference può essere differente, ma non perché il fallimento si misuri in termini di assenza di documenti. Se il problema è posto correttamente questo non accade quasi mai. Il fallimento in un contesto accademico in cui si lavora con studenti si ha quando la consulenza, da un momento dialettico, diviene un'attività di recupero di documenti da parte del bibliotecario, perché il tempo per imparare non c'è più, perché l'incontro con la biblioteca per quell'utente è avvenuto fuori tempo massimo, le scadenze incalzano e non si può fare altro che rinunciare all'apprendimento.

Diversamente l'incontro è un punto di partenza, una matassa che si dipana lentamente, ma sarebbe un grosso errore non considerare che si tratta di un servizio strutturato. Questo comporta tempi, rilevazioni, modalità definite. E' la concezione del servizio che determina il modo di erogazione. Il che evita che una consulenza si trasformi in una giornata intera dedicata a un utente solo e che non ci sia una riflessione su come "operativamente" fare. Di tutti questi temi si è discusso, con l'emergere di posizioni differenti derivanti dai contesti specifici in cui ognuno degli intervenuti si trova ad operare, ma anche di molte analogie.

Altro tema di confronto sono stati i corsi strutturati di information literacy disciplinare. Si è parlato, di come farli, con chi farli… L'unico dato certo è che farli è importante. Aumentano la consapevolezza del fatto che le biblioteche universitarie non sono musei ma organismi vivi popolati di persone competenti. Questa consapevolezza purtroppo non è patrimonio comune dei nostri utenti, dato che le persone competenti spesso non sono esattamente "visibili", e ancora oggi sono di norma lontane dal front-office in cui avvengono molte transazioni che potrebbero potenzialmente generare interviste di reference, ma che si traducono in occasioni mancate. Buone risposte chiamano utenti e quindi in conclusione, per noi bibliotecari di reference, vale sempre l'adagio "è facendo che si impara, giorno dopo giorno, a diventare molto competenti".

2.3. Il Reference statistico

Costanza Bruno, Cristina Ferracane (Università di Padova)

La Biblioteca di Scienze Statistiche dell'Università di Padova fin dal 1974, anno della sua istituzione, acquisisce, conserva e rende disponibile un ricco patrimonio di Fonti Statistiche e Documentazioni Ufficiali, italiane ed internazionali, raccolto nella Sezione "Dati statistici": oltre 200 serie periodiche correnti e altrettante cessate, monografie, floppy-disk e CD-ROM, basi di dati statistici on line e altre tipologie di risorse elettroniche.

Per quanto riguarda la ricerca di dati statistici, nella maggior parte dei casi gli utenti dimostrano di non avere le conoscenze adeguate per muoversi autonomamente attraverso le fonti ufficiali presenti in biblioteca o quelle disponibili in Internet. Non esistono, infatti, opac o banche dati bibliografiche o altre tipologie di strumenti bibliografici in grado di fornire risposte esaustive alle domande puntuali degli utenti. Le pubblicazioni statistiche ufficiali, proprio perché contengono tabelle di dati e grafici e poco testo, sono difficilmente reperibili attraverso una ricerca per parola o per argomento.

Per venire incontro alle esigenze degli utenti e per migliorare l'utilizzo, sia all'interno della biblioteca che all'esterno, del ricco patrimonio di dati statistici provenienti dalle fonti pubbliche e non, la Biblioteca di Scienze Statistiche di Padova ha iniziato da qualche anno ad offrire un servizio di reference limitatamente a questa sezione La maggiore visibilità delle raccolte ha determinato un aumento delle richieste di consulenze bibliografiche. Il servizio è stato organizzato su appuntamento. Durante la consulenza si procede alla compilazione di un modulo con la collaborazione dell'intervistato al fine di registrare i quesiti posti, le fonti consultate ed i risultati ottenuti. I moduli compilati vengono conservati in un archivio e rappresentano un punto di partenza per le future richieste. L'attuale versione del modulo di rilevazione è il risultato di successive modifiche apportate a quello originale e derivate dal confronto con la modulistica utilizzata dai colleghi di Castellanza.

La difficoltà maggiore del servizio si riscontra soprattutto nell'interpretare il bisogno informativo dell'utente che non sempre viene esplicitato dalla domanda così come viene posta. In questo senso il modulo aiuta ad inquadrare meglio l'ambito della ricerca e le reali esigenze informative. Altrettanto complessa è l'individuazione della fonte o delle fonti più opportune per cercare le risposte. L'esito positivo o negativo dell'incontro porta comunque ad un arricchimento, sia da parte del bibliotecario, portato a sfidare le proprie competenze, sia da parte dell'utente, che si sforza di fare chiarezza nelle proprie conoscenze utilizzando nuovi strumenti.

L'incontro di Bologna rientra nel progetto di collaborazione tra le biblioteche di Padova, Bologna e Castellanza. Lo scambio di buone pratiche nell'ambito del servizio di reference è sicuramente uno degli aspetti più importanti del progetto, ma non è il solo. Dall'incontro con i colleghi di altre biblioteche affini per ambito disciplinare nascono riflessioni su composizione e organizzazione delle raccolte, misurazione dei servizi, confronto sull'utilizzo delle diverse tipologie di materiali bibliografici da parte degli utenti, sviluppo di questionari annuali e altro ancora. La possibilità di allargare l'incontro ai colleghi dell'area sociale bolognese non ha fatto che incrementare gli stimoli, mobilitando risorse in vista di nuove collaborazioni.

Il giro di tavolo di presentazioni ha confermato sempre più l'idea che i bibliotecari si muovono facilmente in maniera "informale", al di là delle organizzazioni logistico-organizzative, in vista di collaborazioni personali, di buon senso e a volte anche "creative", se si tiene conto delle sempre più limitate risorse a disposizione. La disponibilità, la voglia di fare, l'entusiasmo nei confronti di un ambito ancora non pienamente percorso come quello dell'information literacy, la volontà di rispondere sempre meglio alle esigenze informative, la collaborazione, sono tutte caratteristiche comuni apparse dalle presentazioni delle singole esperienze.

Con le colleghe di Bologna si è progettato una nuova collaborazione per l'implementazione, con materiale storico di argomento giuridico ed economico, del catalogo delle pubblicazioni statistiche della Biblioteca di Castellanza. Al momento la nostra sfida "personale" consiste nella possibilità di allestire nella sala dei dati statistici una postazione attrezzata per programmare corsi ai laureandi della nostra Facoltà, ma non solo. Speriamo di poterlo raccontare nel prossimo incontro, condividendo le difficoltà ma anche speriamo i "buoni risultati".

2.4. Biblioteche economico-finanziarie: tendenze del reference.

Pietro Alessandrini, Carlo Podaliri (Università di Bologna)

Per noi è importante testimoniare come la giornata di lavoro comune, attraverso l'ascolto e il confronto, abbia evidenziato alcuni punti che nel nostro lavoro percepiamo come zone critiche o temi sui quali sarà importante intervenire.

Uno dei punti nodali della giornata è stato il confronto con situazioni molto differenti dal contesto in cui noi operiamo. Ad esempio, la mono-biblioteca Liuc, che serve l'intero ateneo, si caratterizza per un'utenza molto attiva, sia per ciò che concerne le esigenze di ricerca che per la presenza di studenti molto motivati, che investono forti energie nel corso della loro esperienza formativa. Oppure la biblioteca "Roberto Ruffilli" di Forlì che, di fatto, fa da riferimento per un intero campus, ed è chiamata a rispondere a molteplici tipi di richieste di reference relative ad un'utenza molto differenziata.

La nostra esperienza bolognese, invece, è caratterizzata dalla coabitazione di più strutture, con vocazioni ed utenze molto articolate, dimensioni eterogenee e collezioni disomogenee. L'esigenza ci sembra, quindi, quella di fare sistema, e di definire un'articolazione dell'offerta di reference che sappia accompagnare i mutamenti che stanno avvenendo nella richiesta di informazione bibliografica.

In effetti, da un lato si riscontra l'abbattimento delle necessità documentarie espresse dagli studenti al termine dei primi cicli di formazione; il" tre + due" ha reso la tesina finale una sorta di formalità, che spesso non necessita nemmeno di un contatto con i servizi bibliotecari. Anche nel caso in cui venga richiesta la nostra intermediazione, la transazione di reference è intesa, da parte dell'utente, come uno strumento per la stesura di un semplice elaborato compilativo.

D'altro canto, le esigenze documentarie delle figure legate alla ricerca e alla produzione scientifica, figure che vanno diversificandosi ed aumentando (dottorandi, assegnisti, junior researchers), richiedono delle risposte e delle strategie di assistenza da parte del bibliotecario molto più impegnative e complesse. In questi ultimi anni sono molto cresciute, tra l'altro, sia la domanda che l'offerta di informazione legata alle banche dati fattuali, che caratterizzano, in particolare l'area delle discipline economiche, giuridiche e statistiche. Il bibliotecario di reference deve, quindi, acquisire competenze e abilità di consulenza che in parte esulano dalla sua formazione professionale. Quante volte, ad esempio, utilizzando banche dati finanziarie ci viene chiesto come trovare l'indice di produzione del settore minerario non metallifero? Questo tipo di richieste si dirige verso dei servizi di reference che hanno modalità di erogazione molto differenziate, legate anche alle strutture fisiche ed organizzative delle biblioteche: ad esempio, biblioteche di facoltà con spazi dedicati alla ricerca ed assistenza bibliografica, oppure biblioteche di dipartimento che lavorano su appuntamento, o ancora transazioni di reference telefoniche e digitali.

In effetti il modello possibile per una risposta ai mutamenti quantitativi e qualitativi relativi al reference potrebbe essere orientato, in una situazione come quella bolognese, piuttosto che verso una centralizzazione fisica, verso un'offerta di servizi, che consenta agli utenti di rivolgersi a diversi punti di erogazione di reference dislocati nelle varie strutture. Si garantirebbe così, allo stesso tempo, sia l'erogazione di un'assistenza di base, che lo sviluppo di vocazioni e specializzazioni legate alla tipologia di utente prevalente. Se una biblioteca di Facoltà potesse occuparsi prevalentemente dell'assistenza agli studenti laureandi, le biblioteche di dipartimento potrebbero invece specializzarsi nell'assistenza agli utenti avanzati. Nello stesso tempo, si evidenzia l'esigenza di promuovere una rete per reindirizzare gli utenti verso i punti di servizio più adeguati a soddisfare le loro esigenze, e per mettere in comune abilità ed esperienze acquisite.

Proprio per questi motivi sono nate, tra i bibliotecari dei settori economico, giuridico e statistico, le prime forme di coordinamento, anche in seguito all'inserimento del reference nei servizi valutati dal Sistema Bibliotecario d'Ateneo. Si è subito pensato, infatti, all'elaborazione di un modulo comune a tutte le biblioteche dell'Area Sociale, e a modalità di rilevazione del servizio che consentano comparazioni ed analisi. Nello stesso tempo, hanno preso avvio delle iniziative di formazione dirette agli utenti avanzati.

3. Il punto di vista dell'osservatore

3.1. Un'esperienza interessante da riproporre anche in altri ambiti disciplinari

Alina Renditiso (Università di Bologna)

Sono stata molto favorevolmente colpita dal clima e dall'ottimo livello di coinvolgimento e partecipazione di tutti i presenti, ma anche dalla ricchezza delle problematiche e degli spunti di riflessione emersi dal confronto tra esperienze lavorative che sono in parte simili e in parte diverse perché diverso è il contesto. Ad esempio, nel caso della Liuc, l'ambito disciplinare ben definito e il bacino d'utenza decisamente più circoscritto anche quantitativamente, di sicuro creano un habitat particolarmente favorevole alla gestione e allo sviluppo di questi servizi; non a caso, quest'ateneo si distingue nel panorama nazionale proprio come punta avanzata di quanto si riesce a realizzare nell'ambito dell'information literacy.

Durante il giro di tavolo iniziale i colleghi si sono presentati mettendo l'accento sia sulle proprie aspettative rispetto all'incontro in corso, che sui legami tra la propria attività e le tematiche scelte come oggetto del confronto tra le buone pratiche. Questo ha permesso di entrare in qualche modo subito nel vivo delle problematiche scelte per il confronto, oltre a far emergere diversità o affinità nell'approccio agli aspetti più problematici che si stanno affrontando nella gestione e nell'erogazione di questi servizi.

In sintesi, i principali aspetti emersi sono stati:

Nella seconda parte della giornata, la collega della Liuc ha illustrato nel dettaglio l'organizzazione dei materiali didattici ipertestuali (e-books) prodotti nel suo ateneo, evidenziando l'aspetto più innovativo di quelli relativi all'ambito economico rispetto a quello giuridico; in quest'ultimo infatti l'organizzazione tematica degli argomenti riflette la tradizionale organizzazione della dottrina, di conseguenza il punto di partenza è costituito dalla descrizione delle differenti fonti. Mentre nell'ambito economico si parte direttamente dai contenuti , distinguendo tra notizie economiche, condizioni economiche, finanza pubblica, dati statistici, economia internazionale, ecc., per poi da questi arrivare alle fonti informative più adatte per ciascun argomento. Quest'approccio che parte direttamente dal bisogno informativo per risalire da quest'ultimo alle fonti è infatti sicuramente più adatto a catturare l'interesse e l'attenzione degli studenti.

Altre caratteristiche evidenziate sugli e-books della Liuc sono state quelle relative alla facilità di produzione e aggiornamento. Infine, tra le varie proposte operative scaturite dall'incontro, la collega della Liuc ha suggerito ai presenti una collaborazione al lavoro già iniziato in quella sede, di censire e valutare le fonti relative ai diversi settori produttivi (ad esempio l'industria alimentare, ecc.), lavoro quest'ultimo particolarmente oneroso e complesso, che ben si presta ad una elaborazione cooperativa nel reperimento e nell'organizzazione delle fonti disponibili per ciascun ambito produttivo.

In seguito le colleghe di Padova hanno illustrato un'altra attività cooperativa, già funzionante, tra Bologna, Padova e Castellanza, volta all'implementazione del catalogo delle pubblicazioni statistiche. Il catalogo contiene la segnalazione di tutti i documenti pubblicati in formato elettronico dall'Istituto nazionale di Statistica e di molti altri documenti cartacei che riportano dati statistici. Oltre al titolo del documento, il catalogo contiene anche l'indice, elemento in grado di dar conto in modo esaustivo del contenuto del documento [3].

La parte comunque più stimolante e utile di tutta la giornata sono stati – a mio avviso – proprio i racconti dei 'casi' concreti di consulenze bibliografiche perché specialmente da questi è stato possibile evincere le difficoltà e le sfide che i bibliotecari si trovano ad affrontare in questo momento; inoltre ho trovato proficua l'opportunità di poter riflettere sulle diversità di approccio, legate oltre che al diverso contesto, alle differenze anche caratteriali. Diversità di approccio che ritengo abbiano ampliato per tutti i presenti la gamma delle possibilità di interazione con l'utente. In conclusione suggerirei di ripetere analoghe esperienze di confronto tra 'pari' anche negli altri ambiti disciplinari.

Katia Alboresi, Pietro Alessandrini, Michele Cardamone, Giuseppina D'Assisti, Rita Patregnani, Carlo Podaliri, Alina Renditiso, Claudia Rivi, Luciana Sacchetti, Cristina Ferracane, Costantina Bruno, Laura Ballestra


Note

[1] Piero Cavalieri , Contro il metodo: il primato dell'esperienza nella information literacy instruction Milano, Convegno Biblioteche & formazione: dalla information literacy alle nuove sfide della società dell'apprendimento ,15-17 marzo 2007.

[2] Il titolo è tratto da: Inciampare nel problema, Il processo di ricerca dell'informazione nella biblioteca scolastica multimediale. Atti del convegno internazionale, Padova, 30-31 gennaio 1 febbraio 2003, a cura di Donatella Lombello Soffiato, Ademario Lo Brano, Padova, Imprimitur, 2004.

[3] Catalogo delle pubblicazioni statistiche, <http://www.biblio.liuc.it/scripts/biblio/stat/default.asp>.




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