"Ho fatto questa lettera più lunga del solito
solo perché non ho avuto il tempo di farla più breve"
Blaise Pascal [1]
Il Gruppo di studio sugli abstract del Polo bibliotecario bolognese definisce nelle sue Linee guida l'abstract come "una breve e accurata rappresentazione dei contenuti di un documento, senza notazioni critiche o valutazioni." Si aggiunge inoltre che esso ha come scopo di "far conoscere all'utente il contenuto di base di un documento e metterlo nella condizione di decidere se risponde ai suoi interessi e se è opportuno il ricorso al documento originale".
Si tratta di una definizione di apparente semplicità che trova riscontro nella letteratura sull'argomento, in ampia prevalenza di stampo anglosassone, e negli stessi standard internazionali. F. W. Lancaster, ad esempio, parte dalla stessa definizione di base: "An abstract is a brief but accurate representation of the contents of a document." [2]
Le Guidelines for abstracts (norma ANSI/NISO Z39.14 - 1997), che costituiscono lo standard più recente sull'argomento, indicano come significato del termine "a brief, objective representation of the contents of a primary document or an oral presentation", aggiungendo che esso non va confuso con termini contigui quali "annotation, extract, summary, and synoptic" [3].
L'abstract è perciò un breve testo o una stringa di parole strutturato sulla base di alcune tipologie di base. La distinzione principale che si può tracciare è tra l'abstract descrittivo (o indicativo) e quello informativo: mentre il primo indica di cosa tratta il documento, il secondo ambisce a sintetizzarne il contenuto, includendone risultati e conclusioni. Un caso a parte è costituito dall'abstract critico (da alcuni escluso dalla definizione minima di abstract), che contiene elementi di valutazione dei contenuti del documento come accade in una recensione.
Si distingue inoltre, rispetto allo stile di composizione, tra abstract strutturati e abstract narrativi (non strutturati), i primi composti secondo rigide regole di semantica e di sintassi, i secondi in linguaggio naturale, per quanto improntato a criteri di precisione, sintesi e chiarezza che possono essere variamente precisati dai gestori del servizio di redazione.
Un'ultima distinzione si può tracciare fra abstract orientati a una disciplina (la chimica, la biologia, ecc.) e abstract orientati ad una mission (ad esempio per un particolare settore industriale o una categoria professionale). [4]
A qualunque categoria appartenga, l'abstract si colloca comunque nell'ambito della descrizione semantica, affiancandosi a tecniche più tradizionalmente diffuse nella descrizione bibliografica quali la soggettazione e la classificazione. La sua diffusione inizia negli anni '60 con l'aumento esponenziale della documentazione, in special modo in campo scientifico, e trova poi applicazione in situazioni estremamente diversificate (bibliografie prodotte da enti di ricerca, da editori, letteratura grigia aziendale e scientifica, ecc.).
In ambito anglosassone l'attenzione per questa tipologia di descrizione semantica è molto più diffusa rispetto alla situazione italiana: basti pensare che data al 1958 la costituzione del primo nucleo dell'attuale NFAIS [5], National Federation of Abstracting and Information Services, organizzazione che attualmente riunisce associazioni di studio internazionali, aziende, grandi concentrazioni editoriali, enti pubblici, biblioteche ed agenzie governative di tutto il mondo [6].
Con l'esplosione delle tecnologie telematiche, e la conseguente espansione della documentazione disponibile in rete, il panorama muta ulteriormente. In sintesi, si può rilevare che le pratiche di indicizzazione e di abstracting, viste fino a non molto tempo fa come proprie di categorie professionali specifiche (i bibliotecari, i documentalisti, gli editori) interessano oggi categorie molto più ampie, quali i produttori di banche dati e potenzialmente chiunque sia coinvolto in un processo di management information in ambito digitale [7].
I mutamenti tecnologici d'altra parte hanno influito direttamente sui concetti di indicizzazione e di abstracting anche in un'ottica strettamente biblioteconomica, mutandone i rapporti e di conseguenza l'uso. La trasformazione subita dalla catalogazione semantica grazie al passaggio dai cataloghi cartacei (e dall'enfasi posta sulle intestazioni) a quelli elettronici (che rendono ricercabili un numero molto più alto di termini presenti nella notizia bibliografica), fa sì che le proprietà specifiche dei campi semantici tendano a confondersi tra loro: parole del soggetto, descrittori verbali delle classificazioni, descrittori tratti da thesauri disciplinari, rischiano di livellarsi all'interno di un'unica categoria generale di descrizione semantica [8].
Cataloghi di grandi biblioteche accolgono già all'interno della strutturazione dei record bibliografici campi di descrizione semantica estranei a quelli tradizionali, differenti sia per tipologia e contenuti sia, in una certa misura, per origine. Valga per tutti l'esempio della Library of Congress che, tramite puntatori a risorse esterne, integra in alcuni dei suoi record anche testi (e immagini) prodotte direttamente dagli editori, quali una sintesi della trama del libro (nel caso della narrativa) o un profilo biografico dell'autore che può arrivare a comprendere una breve intervista [9].
Si tratta, in casi come questo, di scelte di arricchimento semantico piuttosto spregiudicate, che privilegiano l'orientamento di servizio all'utente a scapito del mantenimento assoluto della coerenza formale interna del catalogo. Cambia in qualche modo la natura stessa del record bibliografico, che si trova a non essere più il risultato di una mera applicazione di regole restrittive, bensì il punto di snodo tra "oggetti" eterogenei, selezionati per il loro valore informativo intrinseco e l'affidabilità di chi li ha prodotti. In un'ottica di ottimizzazione del calcolo costi/benefici, questo può significare anche abbandonare l'idea che gli unici produttori dei contenuti dei record siano i bibliotecari.
In una situazione caratterizzata da un tale grado di trasformazione e di fluidità, si rende necessaria una maggiore consapevolezza delle specificità proprie di ciascuna delle tecniche di descrizione semantica esistenti. Gli abstract sono appunto una di queste.
Nel contesto della biblioteconomia italiana la redazione di abstract risulta poco diffusa. Per contro, il Polo bibliotecario SBN di Bologna ha avviato una sperimentazione in questo campo, che è ormai giunta ad una fase pienamente operativa con l'inserimento di numerosi record nell'Opac di Polo [10]. Le motivazioni che stanno alla base di questa scelta si possono sintetizzare in alcuni punti:
L'abstract fornisce una descrizione semantica caratterizzata da un livello di dettaglio a cui la soggettazione e la classificazione non possono arrivare. Evitando per definizione la ridondanza informativa, esso costituisce un'integrazione e non una riformulazione o una semplice aggiunta di valore semantico. L'abstract inoltre, unica parte in forma discorsiva e in linguaggio naturale visibile nel record, si presenta come una chiave di lettura amichevole e più immediata rispetto alla tradizionale presentazione dei dati che può confondere l'utente non esperto.
Le chiavi di accesso disponibili vengono moltiplicate. Effettuando infatti una ricerca sul campo "Ricerca libera" vengono interrogate tutte le parole contenute nei titoli, nei soggetti, nelle descrizioni verbali delle classi e negli abstract. Sull'opac di Polo e, a scelta, su quelli delle singole biblioteche, è disponibile anche un campo di ricerca specifico per gli abstract.
Considerando i due punti elencati ed estendendo al tema i termini recentemente sintetizzati da Giovanni Solimine sulla ricerca bibliografica, si può quindi affermare che anche gli abstract concorrono alla dialettica fra "il grado di richiamo (cioè il numero di documenti pertinenti che vengono recuperati interrogando un catalogo, in rapporto al totale dei documenti esistenti nella raccolta che potevano interessare all'utente) e il grado di precisione (cioè il numero di documenti effettivamente pertinenti rispetto al totale dei documenti che sono stati recuperati)." [11]
A livello di standard internazionali, la norma generale di riferimento è la ISO 214 1976 (Documentation Abstracts for publications and documentation) [12]. Più recenti le Guidelines for Abstracts ANSI/NISO Z39.14 1997 [13], che costituiscono lo standard nazionale statunitense.
Le linee guida, così come le indicazioni generali sulla redazione di abstract a cura di singoli enti di ricerca o produttori di banche, dati sono numerose ma non sempre di facile reperibilità. Per come si è svolta la storia stessa degli abstract, nati per servire esigenze operative o commerciali precise (cataloghi editoriali, documentazione interna di enti di ricerca specialistici, etc.), ogni agenzia di produzione di abstract ha seguito - e in buona misura segue ancora - criteri propri che non necessariamente vengono resi pubblici [14].
Per citare un caso piuttosto particolare, ma che testimonia una riflessione su questi temi in ambiti anche lontani dalle tradizionali preoccupazioni professionali dei bibliotecari, si possono vedere le raccomandazioni sulla compilazione di testi descrittivi rivolte al più vasto pubblico di Internet fornite dal portale Amazon nella sezione Friends & Favorites, in cui vengono offerti a complemento dei servizi più propriamente commerciali spazi per lo scambio di informazioni tra utenti. Uno degli usi suggeriti di questo servizio è quello delle recensioni a prodotti (non necessariamente informativi), per le quali vengono fornite delle apposite Review Guidelines [15].
Viene specificato ad esempio un limite sulla lunghezza del testo da comporre (tra 75 e 300 parole) e si richiede che la recensione abbia un carattere di valutazione comparativa rispetto a prodotti della stessa categoria, oltre a non contenere termini osceni o offensivi, né informazioni la cui utilità muti col tempo (ad esempio calendari di eventi).
Esempi più tradizionali sono forniti da alcuni enti di ricerca anche online. Ad esempio, si può vedere l'International Bee Research Association che, per il suo servizio di Apicultural Abstracts [16], specifica che cos'è un abstract, perché scriverlo, chi lo scrive, dove viene usato, con quale approccio scriverlo, con quale stile e per quale tipo di materiale .
Specifico per alcuni tipi di materiale è il documento Summary Notes for Catalog Records [17], prodotto dall'associazione professionale statunitense Olac, Online Audiovisual Catalogers, che include ad esempio utili suggerimenti per gli abstract di risorse elettroniche e di siti web.
Per quanto riguarda la copertura del tema nella letteratura professionale, e utilizzando come fonte di ricerca BIB: Bibliografia italiana delle biblioteche, del libro e dell'informazione [18], si evidenzia la scarsità di interventi sul tema in ambito italiano.
Fanno eccezione i numerosi contributi di Paola Capitani, tra cui uno dei più recenti è contenuto in Il servizio informativo: iter di formazione e proposte di gestione. Milano, Bibliografica, 2003.
Un altro contributo recente, che testimonia dell'avvio del lavoro del Gruppo di studio di Bologna è l'articolo di Fabrizia Benedetti, La redazione di abstract. "L'informazione bibliografica", 29 (2003) 2, p. 265-276.
Anche da una ricerca in Indice SBN i risultati utili sono relativi principalmente ad opere straniere. A titolo di esempio si segnala il manuale, da considerarsi un classico visto il numero di riedizioni di cui è stato oggetto, di F. W. Lancaster, Indexing and abstracting in theory and practice. 3. ed., London, Facet Publishing, 2003.
Da una ricerca effettuata su LISA, Library and Information Science Abstracts, appare chiaramente che la situazione fuori dall'Italia è molto diversa. Quantitativamente, i riferimenti più numerosi e più recenti sono infatti ai temi dell'automatic abstracting, del computer assisted abstracting, dell'automatic text analysis e del software engineering, segno di un'avvenuta focalizzazione sulla necessità di lavorare su grandi masse di testi disponibili in formato elettronico con la sperimentazione di tecniche di estrazione automatica dei contenuti.
Fra gli altri temi presenti nel dibattito internazionale, si segnalano negli ultimi anni le analisi degli elementi cognitivo-linguistici propri dell'abstract, l'adattamento del processo di abstracting all'ambiente digitale, la dialettica tra web gratuito e accesso a pagamento, il collegamento tra record bibliografici e full text, i sistemi di aggregazione di banche dati, oltre alla descrizione di singoli progetti, database (specie in campo tecnico-scientifico) e servizi commerciali o cooperativi di abstracting and indexing con le relative fusioni ed evoluzioni.
L'aspetto tecnologico risulta quindi preponderante rispetto alla definizione dei princìpi e della metodologia del "fare abstract", cosa che possiamo interpretare come il segno di una riflessione già avvenuta sugli orientamenti generali e di una sua distribuzione modulata sui vari settori disciplinari.
Non risultano invece presenti contributi utili su E-LIS [19], open archive di biblioteconomia e scienze dell'informazione.
Una certa indeterminatezza concettuale ancora presente sul termine stesso abstract, unita al proliferare dei prodotti e dei servizi informativi legati all'esplosione dell'uso di internet, fa sì che esempi di tipologie differenti di abstract siano reperibili in grandi quantità. Forniremo di seguito solo alcuni esempi, ma sufficienti per dare un'idea dell'estrema varietà presente nelle tipologie e negli usi, concentrandoci poi su esempi disponibili nel campo più ristretto degli opac.
Tra le tipologie più eterodosse, un esempio proveniente dal mondo aziendale è l'Annual report 2004 del gruppo alimentare Granarolo, un fascicolo con tutti i tratti tipici della letteratura grigia, a cui è allegato un foglio sciolto di grandi dimensioni contenente su di un lato un riassunto dei dati contenuti nel rapporto, e utilizzabile sull'altro lato come manifesto illustrato, in doppia versione italiana e inglese e, cosa piuttosto sorprendente, che si intitola esplicitamente Abstract [20].
PubMed [21] offre un esempio di abstract informativo in ambito scientifico. Come si può vedere dalla lunghezza del testo rispetto all'abstract di tipo descrittivo, il livello di dettaglio è molto maggiore, in quanto non vengono riportati soltanto gli argomenti toccati nell'articolo, ma i risultati della ricerca in esso documentata:
Kardiol Pol. 2005 Aug;63(2):107-113.
The prevalence of C807T mutation of glycoprotein Ia gene among young male survivors of myocardial infarction: a relation with coronary angiography results.
Introduction: The glycoprotein complex Ia/IIa (GP Ia/IIa) is a major collagen receptor on platelets and other cell types. Recently, linked polymorphisms within the coding region of the GP Ia gene (C807T and G873A) related to GP Ia/IIa surface expression have been identified. The 807T/873A allele is associated with high expression, whereas the 807C/873G allele is associated with low surface expression of GP Ia/IIa. Subsequently, the 807T allele was found to be associated with coronary artery disease (CAD) and cerebral infarction in younger patients. Moreover, platelet thrombus formation is significantly influenced by genetic variations of the GPIb alpha and GPIa receptors and is dependent on the blood flow rate. Aim: 1. To determine the frequency of C807T polymorphism of the GPIa gene in young survivors of myocardial infarction (MI) and 2. to evaluate the relationship between the intensity of CAD in the coronary angiography examination and the 807C/T genetic status of the patients.
Un altro esempio in ambito scientifico, dal portale di pubblicazioni matematiche Euler [22]:
Appl. Math. Comput. 159, No.2, 509-537 (2004).
Series involving the zeta function and multiple Gamma functions.
Summary: The theory of multiple Gamma functions, which was recently revived in the study of the determinants of the Laplacians, was applied in several earlier works in order to evaluate some families of series involving the Riemann Zeta function as well as to compute the determinants of the Laplacians. Here, in the present paper, the authors address the converse problem and apply various (known or new) formulas for series associated with the Zeta and related functions with a view to developing the corresponding theory of multiple Gamma functions and then using these series to compute the determinants of the Laplacians on the n-dimensional unit sphere $S^n$ ($n$=5,6,7) explicitly.
Il catalogo del servizio British Library Direct [23], (spoglio di periodici con la possibilità di acquisto diretto del full text), consente la ricerca per Word from abstract e offre una modalità di visualizzazione dei risultati piuttosto interessante: a fianco dei dati bibliografici un pulsante apposito su cui basta posizionare il cursore apre una finestra che contiene i primi 800 caratteri dell'abstract.
Article title: `You say that the Messiah has come ': The Ceuta Disputation (1179) and its place in the Christian anti-Jewish polemics of the high middle ages
Journal title: JOURNAL OF MEDIEVAL HISTORY
Bibliographic details: 2005, VOL 31; NUMBER 3, pages 287-307
Abstract: This article suggests that the `Disputation of Ceuta' provides a link between the Christian anti-Jewish polemical discourse of the twelfth century, produced largely for internal consumption, and the active missionising of the thirteenth century. Having purportedly taken place in the North African port of Ceuta between a Christian merchant from Genoa and a Jew from Ceuta at the time of Almohad rule (1179), the disputation displays the signs of a major shift in the Christian contra Judaeos strategies. Unlike other twelfth-century works of this genre, which address a variety of points central to Jewish-Christian debate, the Ceuta Disputation is remarkably consistent in its emphasis on one particular issue - that of the coming of the Messiah. The messianic content of this disputation thus fore...
La banca dati bibliografica di ambito sociale, educativo e assistenziale del Centro studi del Gruppo Abele [24] prevede un campo Abstract per ogni record, a prescindere dalla tipologia dei documenti (libri, articoli, film, tesi di laurea e altro, ad esempio sentenze). Si tratta di record con un alto grado di indicizzazione: il campo abstract si affianca infatti ad altri campi descrittivi che già forniscono informazioni aggiuntive diverse da quelle presenti sugli opac tradizionali, come la tipologia di utenza a cui si indirizza il documento (specialistica o meno), la natura del testo (saggio, normativa giuridica, ricerca, ecc.), l'approccio disciplinare, oltre a una lista di parole chiave.
Gli abstract sono non strutturati (composti cioè in linguaggio naturale) e di tipo descrittivo, anche se possono comprendere informazioni non tipicamente presenti come brevi indicazioni sugli autori o elementi di contestualizzazione del contenuto del documento. Si veda ad esempio l'abstract relativo alla sentenza 1037/2004 del Tribunale di Milano, VIII sezione penale:
Si tratta della sentenza che ha definito la vicenda relativa all'attività di reclutamento di militanti islamici presso l'Istituto Culturale Islamico milanese ed ai suoi rapporti con GIA algerino e Al Quaeda. Oltre che per associazione terroristica anche con collegamenti internazionali, falso, ricettazione, gli imputati erano chiamati a rispondere anche del delitto di favoreggiamento dell'ingresso clandestino di più stranieri nel territorio italiano, mediante l'utilizzazione di documenti falsi. La sentenza si segnala per l'attenta analisi che viene dedicata ai rapporti tra vecchia e nuova disciplina, come risultante a seguito della modifica operata dalla legge 189/02: viene evidenziato come la nuova norma non comporta la depenalizzazione delle attività illecite già sanzionate dalla precedente disciplina, ma solo la punibilità di condotte - che in precedenza non avevano rilevanza penale - ricollegabili all'ingresso clandestino di stranieri nello Stato.
Dal sito della New York Public Library, la descrizione di una risorsa elettronica con accesso libero online:
Encyclopedia of Television.
Examines specific programs and people; historic moments and trends; histories of major television networks and broadcasting systems around the world; and special topics. Sponsored by the Museum of Broadcast Communications. [25]
Esempio da E-LIS, The open archive for Library and Information Science:
De Robbio, Antonella (2003) E-LIS : un open archive in Library and Information Science. Bibliotime VI(I 2003).
Abstract: E-LIS Eprints in Library and Information Science, è un server OAI compatibile (Open Archives Iniziative complaint) dedicato ad un servizio, di livello internazionale, per il deposito dei documenti di ambito LIS Library and Information Science. E-LIS utilizza il software libero EPrints che consente di creare archivi compatibili con la piattaforma OAI. Operativo dal 2003 nasce con lo scopo di diffondere la filosofia open access per i lavori del settore biblioteconomico, di scienza e tecnologia dell'informazione e campi correlati. Il presente lavoro descrive le principali caratteristiche e funzionalità di questo archivio specializzato che rispetta pienamente i requisiti di interoperabilità, offre una interfaccia web per la gestione, sottomissione, presentazione e scarico di documenti depositati dagli autori. Il concetto di Open Access esteso ai lavori LIS e la loro conseguente disseminazione entro la comunità dei bibliotecari e dei tecnici dell'informazione è un fattore determinante ai fini della costruzione di reti internazionali LIS e di biblioteche digitali.
Un esempio tratto da un ambito commerciale, il Catalogo dei libri in commercio Alice CD:
Dizionario di marketing
a cura di Scott W. G. e Sebastiani R.
Il Sole 24 Ore Pirola, 2001
1. Marketing-Dizionari
Classe: 650. GESTIONE E SERVIZI AUSILIARI
Questo dizionario tratta tematiche attinenti sia gli aspetti strategici del marketing sia quelli operativi, comprendendo i principali modelli e strumenti propri di aree quali le ricerche di mercato, la pubblicità, la qualità e il customer satisfaction, il trade marketing, il database marketing, l'Internet marketing.
Passando agli opac italiani, riportiamo fra i non molti disponibili alcuni esempi suddivisi per tipologia e stile di scrittura.
Elenchi di parole chiave:
*Spilamberto : comunità e signoria dei Rangoni nel secolo 16. : in occasione della mostra a Villa Fabriani dal 21 ottobre al 5 novembre 1995 / Criseide Sassatelli ; Comune di Spilamberto. - [Verona] : Banco S. Geminiano e S. Prospero, Gruppo bancario popolare di Verona-S. Geminiano e S. Prospero, [1995]. - 127 p. : ill. ; 25 cm.
/SPILAMBERTO /STORIA LOCALE /ESPOSIZIONI SPILAMBERTO 1995 [26]
Descrizione ISBD: *Adotta un monumento : *provincia di Ancona. - Ancona : CLUA, 1999?. - 142 p. : ill. ; 30 cm. ((In testa al front.: Regione Marche, Servizio servizi sociali.
Abstract: Marche - monumenti - protezione - partecipazione scolastica - Ancona - Arco di Traiano - Palazzo degli anziani - cattedrale - fontana dei cavalli - Lazzaretto - cittadella - Villa Beer - Passetto - Villa La Favorita - Piazza Salvo d'Acquisto - Rocca di Bolignano - Chiesa di San Raimondo - Stazione ferroviaria Palombina [27]
Elenchi di frasi brevi:
La *dimensione autoritativa del diritto amministrativo europeo: i poteri ispettivi in materia di tutela della concorrenza / Alessandro Tonetti.
in: *Rivista trimestrale di diritto pubblico n. 1 /2005 p. 83-129
* Potere ispettivo nel diritto amministrativo comunitario di tutela della concorrenza * Ispezioni presso sedi d'impresa e domicili privati * Compatibilità della disciplina con la costituzione italiana e la Convenzione
europea dei diritti dell'uomo * [28]
Abstract descrittivi in linguaggio naturale:
Descrizione ISBD: Le *abbazie delle Marche : storia e arte / a cura di Emma Simi Varanelli. - Roma : Viella, 1992. - 432 p., [36] c. di tav., [8] c. di tav. ripieg. : ill. ; 25 cm. ((In testa al front.: Atti del convegno internazionale. Macerata, 3-5 aprile 1990
Soggetti: F ABBAZIE - Marche - Congressi - 1990 F CONGRESSI - Macerata - 1990
Abstract: Il volume raccoglie gli atti di un convegno dedicato allo studio delle abbazie delle Marche nell'ambito della storia e dell'arte. Si parla in particolare di: Fonte Avellana, S. Vittore alle Chiuse, Fiastra, S. Fermano, S. Maria d'Appennino. [29]
Descrizione ISBD: *Savignano sul Rubicone : case popolari comunali / Anonimo ; inventore Anonimo. - Esec. 198.?. - 1 foto : gelatina a sviluppo ; 305x400 mm. ((Descr. del cat. - Riproduzione di foto.
Soggetti: F SAVIGNANO SUL RUBICONE - Case popolari
Abstract: Veduta delle case popolari comunali in Via Roma dopo una ristrutturazione. Si notano gli stemmi del Comune sulla facciata. Si tratta della riproduzione della foto n. inv. 1468 (coll. Fotosto, Busta 2, 2) come si deduce da piccole macchie scure sulla parte superiore della fotografia. [30]
Abstract di narrativa:
Descrizione ISBD: *Abbasso le regole / Sandra Glover ; illustrazioni di Tony Ross. - Milano : Salani, [2003]. - 141 p. : ill. ; 19 cm. ((Trad. di Rita Luzzi.
Classificazioni: D 823.914R NARRATIVA INGLESE, 1945-. LIBRI PER RAGAZZI
Abstract: Suzie è un adolescente ribelle e disinteressata alla scuola. Un look trasgressivo e atteggiamenti aggressivi sono il suo modo di esternare la rabbia per una vita di abbandono. Ma si riscatterà impegnandosi con grande umanità per gli anziani di una casa di riposo. Contro le regole, ma questa volta contro le regole sbagliate, Suzie affermerà il suo desiderio di giustizia. [31]
Alcuni elementi emergono con evidenza nella situazione italiana. Primo fra tutti, lo scarsissimo uso degli abstract, confermato anche dal fatto che da una breve ricerca fatta sugli opac italiani [32] non è stato reperito alcun esempio di sistema di automazione non SBN che utilizzi campi abstract o simili.
In secondo luogo, si nota la coesistenza di differenze, sia nella scelta del tipo di abstract sia nei suoi caratteri più prettamente stilistici, anche all'interno di uno stesso sistema bibliotecario. Questo elemento di disomogeneità, che può derivare da scelte divergenti compiute dalle singole biblioteche allo scopo di soddisfare esigenze specifiche, rischia però di creare un effetto di spaesamento nell'utente finale.
Si riscontra inoltre l'abbinamento tra abstract e materiali particolari, come ad esempio il materiale fotografico o la narrativa per ragazzi nel caso della Rete bibliotecaria di Romagna. Questa impostazione rivela l'idea che la catalogazione tradizionale non renda sufficientemente "visibili" alcune tipologie di supporti e di documenti. Risulta comunque evidente che sia la possibilità di utilizzare campi abstract, sia la strutturazione interna di questi restano fortemente ancorati alle caratteristiche tecniche del sistema di automazione in uso.
In particolare, l'opposizione di base che si delinea è quella tra abstract a testo pieno (narrativi) e abstract composti da liste normalizzate di parole (strutturati): in quest'ultimo caso le modalità di composizione possono risultare definite "a monte" dalle specifiche attivate nel singolo sistema, con effetti importanti sulla libertà concessa alle biblioteche.
Questa seconda scelta comporta la possibilità che nell'opac, di fianco al campo abstract, si attivi anche la relativa lista di termini collegati (generalmente denominati 'Argomenti'). Ciò, se da un lato consente una ricerca più precisa, richiede però che i criteri d'uso dei descrittori risultino assolutamente omogenei, condivisi da tutti coloro che inseriscono gli abstract nel sistema ed esplicitati all'utente finale per evitare il rischio di creare un ulteriore effetto di complicazione.
Il gruppo di studio del Polo SBN di Bologna ha preso l'avvio, su iniziativa del settore Reference della biblioteca Sala Borsa, nel febbraio del 2003 e ha proseguito per alcuni mesi i suoi lavori. Le nove biblioteche che hanno partecipato afferiscono al Comune di Bologna (Sala Borsa, Sala Borsa Ragazzi, Archiginnasio, Cineteca, quartiere Borgo Panigale e Savena), all'Università di Bologna (Dipartimento di discipline giuridiche dell'economia e dell'azienda e Biblioteca centralizzata di Rimini), e ad altri enti presenti in città (Istituto Gramsci Emilia-Romagna) [33]. La provenienza interistituzionale dei partecipanti, motivata in primo luogo dalla condivisione della base dati unica di Polo, testimonia una volontà precisa e consapevole di sperimentare una forma di lavoro cooperativo in ambito cittadino, in una realtà ancora caratterizzata da ritardi in questo senso.
Il gruppo si è posto l'obiettivo di definire una metodologia di lavoro comune sulla base di alcune proposte, a cominciare da quella della tipologia di abstract adottato, e della loro discussione all'interno del gruppo. Un'approfondita fase di esercitazioni ha inoltre permesso di rendere la discussione concreta, oltre a costituire un metodo efficace di "socializzazione" delle tecniche. Scopo dichiarato del lavoro è stata la redazione di una serie di Linee guida per la compilazione degli abstract di Polo e, sulla base di queste, l'avvio degli inserimenti in opac dei primi abstract.
La tipologia di abstract adottato è costituita dall'abstract descrittivo, cioè un testo breve, composto in linguaggio naturale, privo di elementi valutativi e che non ha l'ambizione di essere un riassunto esaustivo del documento, ma solo di indicarne i contenuti generali e di chiarire al lettore se possa o meno valere la pena accedervi nella sua interezza.
La tipologia dei documenti sui quali compilare gli abstract è stata definita solo in linea generale, dato che ad ogni biblioteca è attribuita la possibilità di scegliere liberamente gli ambiti di applicazione di questo tipo di trattamento. La valorizzazione di materiali particolari, come i documenti relativi al territorio di appartenenza, a specializzazioni disciplinari, fondi speciali o altro, è infatti uno dei punti di forza della scelta di fare abstract: se non venisse rispettata l'autonomia di scelta della singola istituzione, questo elemento perderebbe molta della sua attrattiva.
Mantenendo questo punto fermo, si sono comunque volute dare alcune indicazioni generali. La prima è la scelta, da considerarsi vincolante, di escludere il genere della narrativa. Abstract di narrativa potrebbero in effetti avere alcuni vantaggi, come la possibilità di esplicitare il genere letterario, la classe di età e talvolta persino l'"argomento" di base di romanzi e racconti, vantaggi spesso richiamati soprattutto dalle biblioteche per bambini e ragazzi. Essi risultano però di minor peso rispetto al problema costituito dalla quantità di rumore che si produrrebbe a livello informativo, tanto più in una situazione di coesistenza tra biblioteche pubbliche ed accademiche, con le loro diverse caratteristiche e necessità. Si è inoltre voluto seguire, per analogia, il principio della non descrivibilità semantica, almeno a livello di soggettazione, della narrativa. [34]
In base allo stesso principio, sono state escluse le enciclopedie generali, i testi religiosi, le fonti giuridiche (codici e massimari), la poesia, il teatro e i film. Sono invece raccomandate come tipologie di documenti da sottoporre ad abstract le opere ad alta articolazione interna (vale la complessità della strutturazione del testo, non dei contenuti), quelle per le quali la sola catalogazione semantica non risulti sufficiente a chiarire i contenuti del testo [35] e, in generale, tutte quelle tipologie che per qualunque motivo rischino di "affogare" nel mare dei dati catalografici quali, ad esempio, le risorse elettroniche.
Ancora più significativo è il caso dei documenti in lingue straniere. In termini di descrizione dei contenuti, il valore dell'abstract è evidente. Esso produce inoltre un effetto di "avvicinamento" al lettore potenziale, il quale altrimenti potrebbe essere portato a scartare immediatamente il risultato di una ricerca che non ha prodotto risultati in italiano immediatamente intelligibili. In ogni caso, occorre ricordare che le lingue straniere, anche se di larga diffusione, non sono mai interamente comprensibili dall'intera utenza potenziale della biblioteca (si pensi ad esempio alla larga fascia della popolazione anziana). Ma anche in termini di aggiunta di chiavi di ricerca l'abstract è particolarmente indicato, poiché in questi casi la normale ricerca semantica viene ad essere automaticamente limitata alle parole presenti nei soggetti e negli equivalenti verbali delle classificazioni - ammesso che siano presenti - e non tocca le parole presenti in titoli e sottotitoli.
Si veda come esempio il seguente documento, nella cui descrizione, prima dell'inserimento dell'abstract, mancava persino ogni riferimento a termini italiani come "giovani" o "Nazioni Unite":
Monografia: *World youth report 2003 : the global situation of young people / Department of economic and social affairs. - [New York] : United Nations, c2004. - XVI, 409 p. : ill. ; 28 cm.
Soggetti: Adolescenti
Classificazioni: 305.235 Adolescenti
Abstract: Rapporto in inglese delle Nazioni Unite sulla situazione dei giovani nel mondo: educazione, lavoro, politiche di contrasto alla povertà, salute, ambiente, droghe, delinquenza giovanile, tempo libero, condizioni di vita delle ragazze e delle giovani donne, partecipazione ai processi di decisione politica. Con saggi sul rapporto tra giovani e globalizzazione, tecnologie dell'informazione e della comunicazione, HIV e AIDS, conflitti armati, relazioni intergenerazionali.
Un caso particolarmente delicato è quello dei periodici, per i quali occorre distinguere alcuni casi specifici.
Testate di quotidiani o settimanali di attualità e di informazione generale sono evidentemente da escludersi a causa della tendenza onnicomprensiva dei loro contenuti. Ma anche l'abstract del periodico tematico, che sia accademico o di divulgazione, risulta per la natura propria della pubblicazione sfuggente, oscillando tra la possibilità di una descrizione abbastanza dettagliata per un materiale che è però soggetto con facilità a mutazioni nei contenuti, nelle ampiezze e nelle strutturazioni interne, e una più stabile ma che proprio per esserlo risulti troppo generica.
Diverso è invece il caso per i titoli analitici e i cosiddetti annuari. Il titolo analitico frutto di spoglio del periodico costituisce di per sé un'unità conclusa a livello sia formale che semantico, ed è quindi trattabile alla stregua degli altri documenti. L'esperienza ha dimostrato che per particolari tipologie di materiali l'abstract del titolo analitico è in grado di ampliare molto il tasso di risultati positivi della ricerca. Per citare brevemente solo alcuni casi, si veda ad esempio come un breve abstract su un articolo di ambito locale possa fornire un'aggiunta significativa di informazione:
Titolo analitico: *Chiese scomparse e chiese salvate a Bologna / Paola Foschi
Fa parte di: Il *carrobbio : rivista di studi bolognesi / diretta da Antonio Ferri e (2002), pp.61-78
Abstract: Origine e storia della chiesa di San Tommaso della Braina e di San Vittore. Con disegni, piante e stampe d'epoca.
Un secondo esempio, in questo caso di titolo analitico proveniente da pubblicazione monografica, è tratto dall'esperienza particolare costituita dal fondo di paleobotanica depositato presso la biblioteca comunale di S. Giovanni in Persiceto:
Titolo analitico: *Anthropic pollen and seeds-fruits from the archaeobotanical site of Monte Castellaccio (Imola-Bologna, Northern Italy) : Eneolithic and Bronze age human influence on vegetal landscape / Anna M. Mercuri, Maria Bandini Mazzanti, Giuliana Trevisan Grandi, Carla A. Accorsi.
Fa parte di: <<Science and technology for the safeguard of cultural heritage in the mediterranean basin>> 2, P. 1203-1206
Abstract: Analisi archeobotanica, in particolare di archeopalinologia e di archeocarpologia, del sito di Monte Castellaccio in epoca Eneolitica e nell'età del bronzo. Studia i pollini e i semi e frutti per evidenziare l'impatto antropico e l'influenza dell'uomo sull'ambiente. In lingua inglese.
Quella degli annuari [36] è invece una tipologia di documenti periodici che è stata accettata come passibile di abstract, anche se ad alcune condizioni.
L'annuario (pensiamo ad esempio alle relazioni annuali di enti di ricerca e governativi, a pubblicazioni come i Who's who, i cataloghi di oggetti da collezione o in commercio, i repertori settoriali di nominativi e recapiti, le guide alle facoltà universitarie, ecc.) presenta spesso, diversamente dal periodico a più rapida periodicità, caratteristiche che si mantengono costanti per anni, a volte persino con una strutturazione interna dei capitoli pressoché identica. Ciò rende possibile una descrizione che contemperi il dettaglio dell'informazione e la sua staticità nel tempo. Se un particolare titolo non possiede queste caratteristiche, si ritiene che non sia adatto per un abstract. Qualunque abstract di annuario inserito deve inoltre essere sottoposto a controllo periodico e ad eventuale revisione affinché si mantenga effettivamente valido anche negli anni successivi [37].
Ancora diverso, e per certi versi più semplice, è il caso di periodici a cadenza annuale o più, che possiedano anche un titolo proprio per ciascuna edizione, segnalato in opac come titolo monografico. In questo caso, l'abstract può essere riferito al titolo proprio senza timore di non essere adattabile alla pubblicazione nella sua serialità.
Nel caso di opere catalogate a più livelli, l'abstract si colloca sulla monografia superiore se i volumi che compongono l'opera sono semplici articolazioni alfabetiche o temporali, sulle inferiori se questi presentano invece caratteristiche proprie che li distinguono.
La biblioteca Sala Borsa, ad esempio, per ora ha limitato la stesura di abstract al solo materiale di consultazione. Ciò risponde a un'esigenza di razionalizzazione del lavoro (un minor numero di documenti da gestire rispetto alle collezioni ammesse al prestito), ma soprattutto alla necessità di fornire chiavi di accesso e strumenti d'uso aggiuntivi a un tipo di materiale che per propria natura risulta più ostico e complesso. Ciò non implica però una scelta esclusiva a favore delle opere di consultazione. La biblioteca Sala Borsa Ragazzi infatti ha già optato, sia pure in via sperimentale, per una possibilità più ampia, e così stanno facendo altre biblioteche di Polo.
Il criterio fondamentale di scelta del materiale da sottoporre ad abstract è invece, per quanto riguarda il singolo documento, la possibilità di un'effettiva aggiunta di informazione. E' necessaria perciò un'analisi preliminare su ciascun titolo, fatta confrontando un esemplare fisico dell'opera con la sua descrizione catalografica. Si esclude che possano venire redatti abstract di documenti non analizzati direttamente, citati soltanto su fonti secondarie, per quanto autorevoli. Una buona valutazione della descrizione potrà inoltre portare anche alla decisione di non inserire un abstract per i documenti che risultino già adeguatamente descritti e ricercabili. Prevale, anche nel caso delle tipologie di opere per cui si raccomanda l'uso di questo strumento (in lingua straniere, in più volumi, ecc.), il principio della concisione e quindi della non ridondanza.
Per quanto riguarda la tipologia dei supporti dei documenti, non sono state fissate limitazioni di alcun genere. I materiali non librari sono infatti tra quelli che possono beneficiare maggiormente di un abstract, poiché la descrizione catalografica, sedimentatasi sulla cultura libraria e bibliografica tradizionale e solo di recente adattata a supporti differenti, non rende particolarmente leggibili i relativi record da parte dell'utente finale. Nel lavoro svolto fino ad oggi dal Polo UBO sono perciò stati compilati abstract per risorse a stampa tradizionali, materiale cartografico, manifesti e locandine cinematografici, risorse in formato elettronico offline e, in alcuni casi, online [38].
Per le risorse elettroniche si è provveduto a stabilire alcuni criteri di analisi e descrizione specifici.
Riassumiamo qui i criteri di composizione del testo dell'abstract, rimandando alle Linee guida e alla Guida pratica disponibili online [39]:
Concisione: deve essere la maggiore possibile compatibilmente con la leggibilità del testo in linguaggio naturale. Un tale risultato si ottiene in modo piuttosto facile se la redazione dell'abstract è stata preceduta da un'adeguata analisi, oltre che del documento, anche della descrizione bibliografica: in linea teorica, ogni parola già presente in quest'ultima non dovrebbe essere più ripetuta nell'abstract, così come lo stesso termine non dovrebbe apparire più di una volta al suo interno. Se la leggibilità complessiva del testo comporta delle ripetizioni di concetti, si consiglia di utilizzare dei sinonimi allo scopo di aumentare le chiavi di ricerca a disposizione dell'utente. Una certa cautela va anche usata nell'uso di espressioni sintatticamente non significative come "Il testo descrive", "In quest'opera viene analizzato", ecc., che producono stringhe di termini "vuoti" dal punto di vista informativo.
Autosufficienza: il testo deve essere comprensibile senza che si renda necessario il ricorso a strumenti esterni di consultazione (dizionari, voci di enciclopedia, ecc.). Nel caso di documenti ad alto tasso di specializzazione questa indicazione va naturalmente calibrata su quello che si può considerare il livello linguistico "medio" della disciplina di riferimento. Parole in lingua straniera possono essere presenti solo se già pienamente entrate nell'uso italiano e non traducibili (computer, film, ecc.). Sigle e acronimi devono essere accompagnati dalla relativa forma estesa. Ad es.: "CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche)".
Non valutazione: l'abstract di tipo descrittivo non contiene mai elementi critici sui contenuti del documento. Anche elementi apparentemente neutri come "saggi approfonditi", "bibliografia completa", ecc. esprimono un elemento di giudizio (se non sui contenuti, sull'esaustività dell'opera) che va evitato.
Aderenza e proporzionalità: l'abstract non deve contenere elementi che, per quanto ritenuti utili alla comprensione o alla contestualizzazione del documento, non siano in esso esplicitamente contenuti. Deve inoltre rispettare l'equilibrio originale tra le parti del documento evitando di metterne in risalto alcune a scapito di altre.
Dichiaratività: si raccomanda l'uso di brevi frasi complete, con verbi preferibilmente alla forma attiva (per una maggiore scorrevolezza nella lettura) e alla terza persona singolare. Il lessico deve essere scelto sulla base dei criteri della massima precisione e dell'aggiunta di termini utili come chiavi di ricerca aggiuntive. Si consiglia di mantenere la lunghezza del testo fra i 200 e i 500 caratteri, spazi esclusi [40].
Elementi obbligatori: è utile indicare sempre, se non desumibile direttamente dal titolo, la tipologia del documento attraverso espressioni di semplice comprensione quali "raccolta di saggi", "carta tematica", "dizionario enciclopedico", "repertorio", ecc. [41]. Elementi rilevanti sono inoltre considerati la copertura temporale e spaziale dei contenuti, i nomi personali e collettivi particolarmente significativi, le tipologie di utenti di riferimento, la lingua del documento (tranne nel caso dell'italiano), la presenza di una parte iconografica significativa. Nel caso delle risorse non cartacee, si consiglia di specificarne il formato ("edizione su cd-rom", "vhs", ecc.), eventuali contenuti audio, applicativi speciali, lingue di consultazione.
Da evitare invece la segnalazione di apparati normalmente presenti come le bibliografie, i sommari e gli indici se relativi all'oggetto principale del documento, e indicazioni relative all'edizione se non particolarmente significative e/o già presenti nella descrizione bibliografica.
Le procedure tecniche di immissione dell'abstract in Sebina, e quindi in opac, si svolgono in ambiente di Gestione bibliografica di Polo. Il testo dell'abstract può essere digitato direttamente nel campo apposito o, se precedentemente redatto su un foglio di lavoro elettronico, importato con un'operazione di copia/incolla.
La versione Sebina 4.5.1 con le specifiche in uso presso il Polo UBO consente poi due opzioni di base: mantenere il testo dell'abstract completamente ricercabile in ogni sua parte, oppure selezionare al suo interno singole parole da indicizzare facendole rientrare in categorie predefinite (Nomi, Luoghi, Date). La scelta del gruppo di studio è stata a favore della prima opzione per motivi di semplicità e rapidità nell'immissione dei dati, di maggiore ampiezza delle possibilità di ricerca in termini di numeri di parole ricercabili da parte dell'utente finale, e di generale coerenza con l'uso del linguaggio naturale nel testo degli abstract. La seconda opzione, oltre a configurarsi in qualche modo come "ridondante" rispetto alla già presente indicizzazione semantica, avrebbe reso necessaria una non facile definizione di criteri di indicizzazione comuni a biblioteche dalle esigenze anche molto differenti. Per questi motivi si è deciso di rinunciare al maggior grado di precisione nella segnalazione dei termini significativi che essa avrebbe implicato.
Si possono individuare alcune criticità sulle quali vale la pena soffermarsi. Ne elenchiamo alcune, consapevoli del fatto che quello svolto fino ad oggi costituisce solo il primo passo di un lavoro in fieri, che dovrà essere soggetto e verifiche e revisioni costanti.
Nel Polo bolognese UBO sono utilizzate in questo momento la soggettazione (con l'uso di più di un soggettario) e la classificazione Dewey, ma esse non vengono praticate in modo omogeneo da tutte le biblioteche. A questa situazione già non perfettamente uniforme si aggiungono ora gli abstract e l'immissione in opac, da parte di alcune biblioteche universitarie, della scansione di alcune pagine di testo (Indici e Sommari) in forma di oggetto digitale ad integrazione della descrizione semantica presente.
La situazione che si va delineando, caratterizzata da un grado di sperimentazione abbastanza elevato, va dunque verso una concezione del catalogo come contenitore "aperto", che ospita oggetti diversi per natura (documenti testuali, audiovisivi, risorse elettroniche anche remote, ecc.), descritti a livelli diversi e con tecniche non uniformi. Se ciò va in direzione di un arricchimento sostanziale dell'opac, occorre però sottolineare la necessità di mantenere una visione d'insieme coerente di tutto il sistema dei contenuti semantici dell'opac per evitare che sperimentazioni condotte in modo non del tutto condiviso producano sovrapposizioni o situazioni di scarsa chiarezza per gli utenti finali.
La coerenza rispetto alle Linee guida e alle procedure stabilite deve essere mantenuta costante da tutte le biblioteche di Polo che decidano di partecipare a questa esperienza. Esigenze particolari espresse da singole istituzioni possono essere accolte soltanto se improntate a un adeguato grado di coerenza generale con le Linee guida. Particolarmente complessa appare la necessità di mantenere un buon grado di omogeneità nel tempo, considerando che col variare del personale coinvolto, dell'organizzazione degli istituti, della struttura stessa degli opac, essa tenderà naturalmente a "sfaldarsi". Per questo si reputano significative tutte le iniziative possibili di pubblicizzazione e condivisione del progetto, oltre al mantenimento della "memoria" delle sue fasi principali (Gruppo di studio, documentazione da esso prodotta, revisioni successive). Sempre in un'ottica di controllo dell'omogeneità del lavoro svolto, si richiede a tutte le biblioteche partecipanti di firmare con una sigla identificativa ogni abstract immesso in opac.
Si consigliano una prima revisione delle Linee guida nell'arco di alcuni anni e un successivo impegno costante in questo senso. L'aggiornamento può anche significare il coinvolgimento in fasi successive di persone diverse e il conseguente ampliarsi della conoscenza sull'argomento. Essendo le Linee guida l'elemento maggiormente formalizzato ed ufficiale del lavoro, ogni loro revisione dovrà costituire un'occasione particolare di pubblicizzazione del progetto.
L'abstract deve sempre essere redatto a partire dal documento posseduto fisicamente (nel caso delle banche dati online, vale il caso dell'accesso integrale ai dati), quindi nell'edizione presente al momento in biblioteca. Nel caso di edizioni successive dell'opera, occorre verificare se l'abstract inserito la prima volta possa essere riprodotto anche per queste, oppure se esso vada riveduto, con un procedimento simile a quello consigliato per gli annuari. In un'ottica di ottimizzazione del lavoro, andrebbe mantenuto in questo caso un buon grado di controllo nell'aggiornamento dei dati, poiché l'utente potrebbe visualizzare il record relativo ad una sola edizione dell'opera senza controllare le altre.
Si escludono gli abstract per quotidiani, periodici di attualità e periodici tematici anche accademici, su supporto cartaceo. Costituisce un'eccezione il caso di raccolte di periodici su cd-rom o online, anche quotidiani, per le quali prevale il criterio dell'utilità della descrizione del formato elettronico. Per gli annuari, gli abstract sono invece consentiti, pur se con le cautele già indicate.
Particolarmente delicato resta il caso delle risorse disponibili su internet, per le quali il polo UBO consente la descrizione nella propria base dati. Agli abstract di documenti di questo tipo si possono estendere le considerazioni possibili sul tema della catalogazione delle risorse elettroniche remote all'interno del catalogo della biblioteca. Il legame tra catalogazione e posseduto "fisico" è tuttora in corso di discussione, mantenendosi opinioni differenti sull'opportunità e l'utilità di descrivere risorse ad accesso remoto. Come sintetizzato da Riccardo Ridi [42], una delle possibilità esistenti per evidenziare e mettere a disposizione degli utenti l'accesso a risorse remote selezionate è
allargare l'opac tradizionale, includendovi anche link a RER [risorse elettroniche remote] selezionate in base alla mission della biblioteca, nonostante si possa obbiettare che ciò significhi tradire la natura catalografica dell'opac, trasformandolo in un ibrido fra catalogo e bibliografia che include anche documenti che potrebbero in qualsiasi momento mutare, spostarsi o scomparire per scelte dei relativi autori o editori, senza possibilità di preservazione (e anche con grosse difficoltà di aggiornamento dei link) da parte della biblioteca.
Per quanto riguarda in particolare gli abstract, l'eventualità che i contenuti stessi della risorsa mutino senza che questo risulti immediatamente evidente risulta particolarmente insidioso. Per questo motivo, ferma restando l'autonomia di scelta delle singole biblioteche, si consiglia una particolare cautela, ad esempio limitando la descrizione a risorse direttamente prodotte dalla biblioteca, o che si ritiene di poter agevolmente tenere sotto controllo.
Si è già detto che è prevista la redazione di abstract per titoli analitici sia su titoli di periodici che di monografie. Complica però la situazione il fatto che, nella pratica catalografica tradizionale, la decisione di inserire i titoli analitici stessi è stata presa con motivazioni per molti versi simili a quelle a favore degli abstract. Si tratta in questo caso della necessità di far risaltare unità bibliografiche "minori" presenti all'interno del documento (articoli, capitoli) e non di descrivere un'opera unitaria, ma sempre allo scopo di produrre un ampliamento delle possibilità di ricerca e di esplicitazione dei contenuti. Fino ad ora la scelta possibile tra abstract ed immissione di titoli analitici è rimasta una responsabilità della singola biblioteca, ed è stata motivata probabilmente dalla maggiore o minore disponibilità di tempo o di operatori da dedicare alla catalogazione in senso stretto, a fronte di una maggiore "elasticità" e rapidità del lavoro di immissione di un abstract. La definizione di una casistica che orienti la scelta tra le due opzioni risulterebbe sicuramente utile, e potrebbe essere oggetto della prossima revisione delle Linee guida e della relativa Guida pratica.
Il materiale prodotto dal Gruppo di studio è stato messo a disposizione sul sito SBN UBO [43], nella sezione Documentazione. Esso comprende:
L'insieme di questi materiali costituiscono gli strumenti di base sufficienti per consentire un lavoro autonomo ai bibliotecari.
Al momento attuale (ottobre 2005) i risultati del gruppo di lavoro in termini di abstract immessi in Sebina e leggibili sull'opac delle biblioteche del polo di Bologna risultano 1055 in totale. Le biblioteche che partecipano all'esperienza sono 11, con la seguente distribuzione di abstract inseriti:
Biblioteche centrali del Comune di Bologna (Archiginnasio, Cineteca, Sala Borsa): 953
Biblioteche di quartiere e di provincia (Borgo Panigale, Savena, S. Giovanni in Persiceto): 61
Biblioteche dell'Università (Discipline giuridiche dell'economia e dell'azienda, G. P. Dore, Rimini) : 15
Biblioteche di altri enti (Istituto Gramsci Emilia-Romagna e Biblioteca di psichiatria Minguzzi Gentili): 26.
Virginia Gentilini, Biblioteca Sala Borsa - Comune di Bologna, e-mail: Virginia.Gentilini@comune.bologna.it
[1] Citato in Maria Stella Rasetti, La biblioteca trasparente: l'istruzione all'utenza come strategia organizzativa, Pisa, ETS, 2004, p. 92.
[2] In F. W. Lancaster, Indexing and abstracting in theory and practice, 3. ed., London, Facet Publishing, 2003, p. 100.
[3] National Information Standards Organization, ANSI/NISO Z39.14 - 1997, Guidelines for abstracts.
[4] Si seguono qui le definizioni di F. W. Lancaster, op. cit., nel capitolo Abstracts: types and functions.
[5] Sito ufficiale: <http://www.nfais.org/index.htm>.
[6] La storia della nascita di NFAIS, che ebbe il primo impulso per volontà del presidente degli Stati Uniti Eisenhower, è rivelatrice dell'approccio all'informazione e alla ricerca scientifica dimostrato dal governo di quel paese come elemento basilare nello sviluppo non solo culturale, ma anche economico, tecnologico e persino strategico-militare. Cfr. <http://www.nfais.org/about/nfais_history.htm>.
[7] F. W. Lancaster descrive questo scenario nella prefazione dell'ultima edizione del suo manuale: "While indexing and abstracting were once seen as procedures of interest only to libraries and certain publishers, their relevance and value are now much more widely recognized, for they clearly have applicability to all types of information resources in digital form. Thus, this edition should have some interest to a much wider audience: database producers of all kinds, and those involved in such areas as intranet design, portal design, management information systems, and knowledge management in general" (F. W. Lancaster, op. cit., p. vii).
[8] "The distinction between indexing and abstracting is becoming increasingly blurred. On the one hand, a list of index terms can be printed or displayed to form a mini-abstract. On the other, the text of abstracts can be stored in a computer-based system in such a way that searches can be performed on combinations of words occurring in the text. Such abstracts can be used instead of index terms, to allow access to the items, or can supplement the access points provided by the index terms. To some extent this changes the role of the abstractor, who must now be concerned not only with writing a good clear description of the contents of a document but also with creating a record that will be an effective representation for retrieval purposes" (ibid., p. 7).
[9] Si veda su questo tema Paul Gabriele Weston - Agnese Galeffi, Condividere la catalogazione nell'epoca del web, in La biblioteca condivisa, a cura di Ornella Foglieni, Milano, Bibliografica, 2004, p. 200-228. Il contributo contiene anche alcuni esempi tratti da opac stranieri, tra cui quello della Library of Congress.
[10] <http://sol.cib.unibo.it:8080/SebinaOpac/Opac>.
[11] Giovanni Solimine, La biblioteca: scenari, culture, pratiche di servizio, Roma, Laterza, 2004, p. 107.
[12] Il testo dello standard è acquistabile online sul sito dell'International Organization for Standardization <http://www.iso.org>.
[13] Testo liberamente scaricabile dal sito del National Information Standards Organization <http://www.niso.org/>.
[14] Cfr. ad es. il documento della Provincia di Ravenna - U. O. Biblioteche, L'indicizzazione degli abstract in Sebina Indice, a diffusione solo interna.
[15] <http://www.amazon.com/exec/obidos/tg/browse/-/508094/002-6272149-1678406>.
[16] < http://www.ibra.org.uk/abstracts.htm>.
[17] < http://ublib.buffalo.edu/libraries/units/cts/olac/capc/summnotes.html>.
[18] <http://www.aib.it/aib/bib/bib.htm>.
[19] < http://eprints.rclis.org/>.
[20] Visibile in formato pdf su <http://www.granarolo.it/impegno_new.php?id=perinvestitori&t=impegno&c=166&tipo=impegno&menu=investitori2004&sm=bilancidoc&ssm=annualreport>.
[21] <http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/query.fcgi>.
[22] <http://www.emis.de/projects/EULER/>.
[23] <http://direct.bl.uk/bld/AdvancedSearch.do?new=1>.
[24] <http://centrostudi.gruppoabele.org/>.
[25] <http://www.nypl.org/links/index.cfm?Trg=1&d1=77&d3=Encyclopedias>.
[26] Catalogo multibiblioteca Icaro della Regione Emilia-Romagna <http://consica.regione.emilia-romagna.it/ICAScripts/INLogon.exe?User=Anonym3&Password=Anonymous&Language=1>.
[27] Polo bibliotecario della provincia di Ancona <http://195.96.200.83/sebina/opac.exe/ase>.
[28] Catalogo multibiblioteca Icaro della Regione Emilia-Romagna.
[29] Polo bibliotecario della provincia di Ancona.
[30] Rete bibliotecaria di Romagna <http://opac.provincia.ra.it/SebinaOpac/Opac>.
[31] Rete bibliotecaria di Romagna.
[32] Ad es. i cataloghi delle Università di Modena e Reggio Emilia e Trento (sistema Amicus) e dell'Università di Napoli Federico II e di Genova (sistema Aleph).
[33] I lavori sono stati coordinati da Fabrizia Benedetti, responsabile del settore Reference e periodici della Biblioteca Sala Borsa. Raffella Gaddoni è stata la referente per il CIB, Centro Inter-Bibliotecario dell'Università di Bologna, e Valeria Buscaroli per L'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali dell'Emilia-Romagna.
[34] Una panoramica delle riflessioni svolte in campo anglosassone su questo tema si trova nel capitolo On the indexing and abstracting of imaginative works, in F. W. Lancaster, op. cit.
[35] A prescindere dalle trasformazioni indotte dal passaggio ai cataloghi elettronici, la catalogazione semantica sembra colpita negli ultimi anni da una certa involuzione (anche semplicemente in termini quantitativi), attribuibile forse alla sempre maggiore esternalizzazione dei servizi di catalogazione che non sempre garantisce alti livelli di qualità. Cfr. su questo tema la ricerca Opac semantici, svolta fra il 2003 e il 2004, i cui risultati sono disponibili in: Claudio Gnoli, Riccardo Ridi, Giulia Visintin, Di che parla questo catalogo?: un'indagine sugli accessi semantici negli opac italiani. "Biblioteche oggi", 8 (2004) 22, p 23-29 (<http://www.bibliotecheoggi.it/2004/20040802301.pdf>). Secondo gli autori, "l'indicizzazione semantica è generalmente lontana dall'essere sfruttata in modo ideale" (p. 27).
[36] Si intende indicare con questo termine le pubblicazioni aventi periodicità differenti, ad es. semestrale ma anche biennale o triennale, ma con caratteristiche simili a quelle descritte.
[37] E' un compito che dovrebbe spettare al singolo redattore di abstract, salvo segnalazioni da parte di colleghi anche di altre istituzioni in un'ottica di cooperazione.
[38] Privilegiando risorse prodotte dalle biblioteche disponibili sui propri siti internet. Cfr. ad es. I sindaci di Bologna, a cura di Biblioteca Sala Borsa.
[39] <http://ubo2.cib.unibo.it/docs/abstract.html>.
[40] Sulla lunghezza degli abstract è possibile fare diverse considerazioni: "Many abstract seem to fall in the 100-250 word range but it makes sense that the lenght should vary with such factors as the lenght of the item itself, its range of subject matter, its perceived importance, its phisical availability, and its intellectual accessibility (e.g., items difficult to locate, such as conference papers, or items in obscure languages, might be abstracted in more detail than other items)", in F. W. Lancaster, op. cit., p. 116.
[41] Una lista orientativa di tali tipologie è presente nelle ultime pagine della Guida pratica redatta dal gruppo di lavoro: <http://ubo2.cib.unibo.it/docs/files/guida%20pratica%20alla%20stesura1.pdf>.
[42] Riccardo Ridi, La biblioteca digitale: definizioni, ingredienti e problematiche. "Bollettino AIB", 44 (2004) 3, p. 273-344. Citazione da p. 291. Disponibile anche su <http://eprints.rclis.org/archive/00002535/>.
[43] <http://ubo2.cib.unibo.it/>.
[44] A questa raccolta si rimanda per una panoramica sui risultati prodotti. Un accesso diretto agli abstract inseriti in Polo si può invece ottenere rapidamente utilizzando nel campo Abstract la sigla 'ubo*' che richiama tutte le "firme" di inserimento degli abstract.