Si è appena conclusa la 33.ma assemblea generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura dell'UNESCO, svoltasi al quartier generale di Parigi. In questa sede, presso la V Commissione Comunicazione e Informazione è stata presentata una proposta di risoluzione (Draft Resolution) sull'Open Access, di cui parleremo in questo articolo.
Ma per far ciò, è opportuno fare una breve premessa sul ruolo dell'UNESCO, che com'è noto è una organizzazione specializzata dell'ONU, fondata a Parigi il 16 novembre 1945 allo scopo di contribuire al mantenimento della pace, del rispetto dei dritti umani, dell'eguaglianza dei popoli attraverso gli strumenti dell'educazione, della scienza, della cultura e della comunicazione, oltre che di assicurare il rispetto universale della giustizia, della legge e delle libertà fondamentali, senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione.
La scrivente è stata chiamata dalla Commissione Nazionale Italiana (CNI) dell'UNESCO, e su incarico del Ministero degli Esteri [1], a far parte della delegazione italiana e quindi a rappresentare l'Italia, come membro esperto per l'Open Access nelle sessioni di lavoro della Commissione V Comunicazione e Informazione dell'UNESCO, presso cui si sono discusse tematiche di interesse strategico molto integrate con i concetti di accesso aperto.
E' utile ricordare che le Commissioni UNESCO sono cinque, più una serie di altri Comitati. La Commissione I è di carattere generale e funge da supporto per la stesura dei programmi che verranno poi discussi e modificati; essa in particolare si occupa di stilare i documenti strategici per il programma principale e il budget. La Commissione II si interessa di educazione, e la Commissione IV di cultura. Nella Commissione III confluiscono le attività correlate alle scienze naturali, sociali e umane. Infine vi è la Commissione amministrativa. Ricordiamo inoltre i comitati statutari: il Comitato delle credenziali, che controlla le credenziali di tutti i partecipanti all'assemblea generale; il Comitato legale, composto da legali esperti che intervengono nelle varie commissioni per l'esame dei documenti emendati; il Comitato delle nomine, che suggerisce i nomi dei componenti delle varie commissioni; e il Comitato generale, il quale prepara l'agenda, approva la lista degli speaker e i programmi di lavoro delle commissioni.
Tutti i documenti discussi da ciascuna commissione sono collocati sul sito dell'UNESCO, al pari delle risoluzioni. [2] I documenti sono discussi nelle sei lingue ufficiali: francese, inglese, spagnolo, russo, cinese e arabo. La Conferenza generale - che vede riuniti i 191 Stati membri - determina l'orientamento e la linea di condotta generale dell'Organizzazione; si tiene a Parigi ogni due anni e nel corso dei lavori viene dibattuto e approvato il programma dell'Organizzazione e il relativo bilancio.
Sempre a Parigi ha sede la Rappresentanza Permanente d'Italia presso l'UNESCO, presieduta dall'Ambasciatore Giuseppe Moscato. Tutti i delegati delle varie Commissioni lavorano in stretto rapporto con la Rappresentanza di Parigi, e relazionano quotidianamente all'Ambasciatore sulle attività svoltesi nelle singole commissioni, pianificando le strategie per le decisioni da adottare nelle giornate successive.
Due parole ora sulla Commissione Nazionale Italiana, come premessa ai motivi per cui essa si è preoccupata di presentare una risoluzione in sede di Assemblea generale UNESCO sul tema dell'accesso aperto, e perché quanti operano in questo hanno abbiano ritenuto che il coinvolgimento della CNI fosse strategico per il futuro sviluppo dell'Open Access non solo in Italia.
La Commissione opera attraverso sette Comitati che corrispondono ai diversi settori dell'UNESCO: Comunicazione, Cultura, Diritti Umani, Educazione, Patrimoni, Scienze Naturali e Scienze Sociali; esistono inoltre due Comitati esterni: Patrimonio Immateriale e Memoria del Mondo.
La missione della Commissione è relativa alla promozione e al collegamento dell'informazione, oltre che alla consultazione e all'esecuzione dei programmi dell'UNESCO. La CNI produce documenti concernenti le materie che rientrano nel suo ambito di competenze e contribuisce, attraverso diverse pubblicazioni, a diffondere informazioni e documentazione su principi, obiettivi ed attività dell'UNESCO. In particolare la CNI dà pareri e formula raccomandazioni al Governo italiano e alle Pubbliche Amministrazioni relativamente all'elaborazione e alla valutazione del Programma UNESCO; collabora con gli Organi competenti per l'esecuzione delle decisioni prese in seno alla Conferenza Generale UNESCO; esamina e trasmette eventuali progetti che necessitano di sostegno finanziario secondo le modalità previste dai Programmi di Partecipazione. Essa inoltre formula proposte sulla scelta dei membri delle delegazioni italiane alla Conferenza Generale e ad altre riunioni o manifestazioni promosse dall'UNESCO o a questo collegate.
Il lavoro della Commissione è coordinato da un Consiglio Direttivo che è presieduto dal prof. Giovanni A. Puglisi, che ricopre la carica di Rettore della Libera Università di Lingue e comunicazione IULM dal marzo del 2001. Dal 1 giugno 2004, e fino al 1 giugno 2008, il ministro degli Affari Esteri, sentita la presidenza del Consiglio dei ministri e i ministri dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, e quello per i Beni e le Attività Culturali e per l'Ambiente, ha conferito il mandato di Segretario Generale della Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO all'ambasciatore Luca Daniele Biolato.
I lavori della V Commissione Comunicazione e Informazione si sono tenuti durante sei sessioni, distribuite in tre giornate dall'11 al 13 settembre 2005. Durante tutti i meeting Mr. Khan è stato il Rappresentante del Direttore Generale nelle sette sessioni della Commissione V Comunicazione e Informazione, presentando anche relazioni e documenti di notevole rilevo su cui si è basata la discussione dell'Assemblea Generale, intervenendo peraltro in modo equilibrato ma deciso quando il dibattito pareva giungere a un vicolo cieco.
In sostanza la risoluzione italiana [3] ha proposto di aggiungere al paragrafo 0511 del Programma Principale V (Major Program V) alcuni sottoparagrafi in riferimento al contributo dell'UNESCO sull'implementazione dei concetti di "accesso universale" e di "accesso aperto", in particolare per le opere scientifiche delle università.
La Proposta di risoluzione italiana è stata discussa nel dibattito n. 1. al punto 4.2, Valutazione ed adozione della Bozza di Programma e del Budget 2006-2007 (documento Part II.A: Major Program V - Comunicazione e informazione (documento 33 C/5); in essa, come si è detto, si è proponeva di aggiungere al paragrafo 0511 i seguenti sottoparagrafi:
In particolare con la Risoluzione 68 si invitava il Direttore Generale a:
Perché l'Open l'Access all'UNESCO? E ancora, perché è importante che il concetto di Accesso Aperto sia stato recepito dall'UNESCO entro le linee di azione del programma principale? La risposta è che la Commissione Nazionale Italiana di Roma e la Rappresentanza Italiana a Parigi hanno ritenuto che portare i concetti di accesso aperto all'interno delle strategie dell'UNESCO possa essere di aiuto nella predisposizione di un terreno utile alla presentazione di programmi nazionali. In effetti chi scrive è convinta - per quanto con tutti i limiti che tali dichiarazioni comportano - che la possibilità di avere un'infrastruttura generale in grado di recepire definizione e concetti dell'Open Access in una dimensione educativa e scientifica, costituisca una base di partenza, un prerequisito indispensabile per qualsiasi iniziativa nazionale o locale.
Difatti per costruire la società della conoscenza l'UNESCO enfatizza la dimensione umana attraverso la libertà di espressione, l'accesso universale all'informazione e alla conoscenza, l'accesso alla qualità dell'educazione ed alla diversità linguistica e culturale. Dunque la promozione dell'accesso all'informazione e alla conoscenza attraverso un numero di azioni concrete rappresenta un elemento essenziale di questa strategia. Un autore, per rendere la propria opera digitale disponibile ad accesso aperto, deve dare a priori il proprio consenso affinché gli utenti possano riprodurre, usare, distribuire, trasmettere e consultare l'opera, oltre che rielaborare e distribuire eventuali opere derivate su qualsiasi mezzo digitale e per ogni scopo responsabile, il tutto nel rispetto della corretta attribuzione della menzione dell'autore.
E' importante sottolineare la filosofia che sta alla base dell'accesso aperto: una filosofia che, nel rispetto delle leggi sulla proprietà intellettuale e dei diritti dei detentori, è relativa al contesto digitale e all'ambito della letteratura scientifica. Quest'ultima in particolare deve essere aperta all'utilizzo da parte di chiunque ne sia interessato, con la possibilità per tutti gli utenti di leggere, scaricare, riprodurre, distribuire, ricercare e creare connessioni dai metadati al testo pieno, come pure far sì che i contenuti possano essere indicizzati, attraverso l'impiego di appositi programmi in grado di creare indici internazionali per il recupero dell'informazione e la corretta localizzazione dei documenti.
In questo contesto, le leggi sul copyright non dovrebbero impedire lo sviluppo della tecnologia, anche perché in questo caso l'utilizzo non costituisce una violazione della legge. Avere l'appoggio dell'UNESCO su questa linea strategica è dunque fondamentale.
Ricordiamo che la filosofia dell'Open Access si è sviluppata sulla base della Budapest Open Access Initiative del 2002, [4] della Berlin Declaration del 2003, [5] e del Bethesda Statement on Open Access Publishing sempre del 2003, [6] enunciazione quest'ultima che definisce il concetto stesso di accesso aperto. Il sostegno dell'UNESCO ai principi dell'Open Access dovrebbe essere di beneficio nella spinta verso il miglioramento dell'accesso alla conoscenza scientifica, e nel continuo sforzo per ridurre il divario digitale tra paesi info-ricchi e paesi info-poveri.
L'Open Access può migliorare la promozione delle attività di creazione intellettuale e aiutare a facilitare il trasferimento di conoscenza nei paesi in via di sviluppo, i quali a loro volta possono ricevere un'accelerazione del loro sviluppo economico, culturale e sociale. Portare l'Open Access all'UNESCO ha dunque significato orientare le dinamiche dell'accesso aperto verso i paesi in via di sviluppo, che ne trarrebbero un vantaggio enorme. [7]
L'Open Access è stato considerato totalmente compatibile con i documenti dell'UNESCO, in particolare con la Raccomandazione per la promozione e l'uso del multilinguismo, la quale definisce l'informazione "di pubblico dominio" come un'informazione "pubblicamente accessibile", l'utilizzo della quale non viola alcun diritto legale, sia esso economico o morale, e nessun obbligo di riservatezza. La costruzione di un robusto dominio pubblico, sempre in crescita per fornire nuove opportunità per la creatività, la ricerca e la comunicazione scientifica, passa quindi attraverso il recepimento dei principi di accesso aperto, che indissolubilmente sono legati alle problematiche del copyright.
La Commissione V si è poi focalizzata sugli argomenti relativi alla comunicazione e all'informazione; in particolare si è lavorato sui documenti 33 C/5 per la valutazione ed adozione della bozza di Programma e del Budget per il 2006-2007 (Part II.A: Major Programme V) e per la preparazione della bozza di strategia a medio termine 2008-2013 (documento 34 C/4).
Inoltre l'agenda di programma ha incluso anche le tematiche relative al ruolo e al coinvolgimento dell'UNESCO nell'insieme dei processi in movimento che riguardano il prossimo World Summit on the Information Society che si terrà a Tunisi il prossimo 16-18 novembre 2005, nel quale l'UNESCO focalizzerà le sue attività nel rendere operativo il concetto di "Società della Conoscenza". Si sono anche dibattute le questioni relative al buon governo dei media e della protezione degli audiovisivi.
I lavori sono stati frenetici per tutte le ragioni prevedibili e imprevedibili. Nei giorni 11 e 12 ottobre 2005 la Commissione V Comunicazione e informazione si è espressa in merito alla risoluzione 33 C/DR.68 sull'accesso aperto, che proponeva di modificare il paragrafo 0511 per includere un riferimento al contributo dell'UNESCO all'implementazione del concetto di "accesso universale" e di accesso aperto", in particolare per le opere scientifiche delle università.
La Commissione ha recepito i contenuti e i principi della risoluzione, ed ha raccomandato alla Conferenza Generale di invitare il Direttore Generale a prendere in considerazione le preoccupazioni degli autori della risoluzione (ossia la delegazione italiana) nella formulazione dei piani di lavoro futuri.
Alla fine del dibattito, il Direttore Generale Mr Koïchiro Matsuura considera che la promozione del concetto di "accesso aperto" è conforme con gli obiettivi strategici dell'UNESCO, in particolare con gli obiettivi 6: migliorare le capacità scientifiche, tecniche e umane nella partecipazione dell'emergente società della conoscenza; 10: promuovere il libero flusso di idee e l'accesso universale all'informazione; e 12: accesso per tutti all'informazione e alle tecnologie della comunicazione, specialmente nel pubblico dominio, obiettivi che rientrano peraltro nella Strategia a medio termine (documento 31 C/4).
Secondo quanto espresso durante la terza sessione dal rappresentate del Direttore Generale, Mr. Khan, la promozione dell'Open Access è anche conforme allo spirito delle strategie dell'Organizzazione al fine di massimizzare l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT), per migliorare l'educazione scientifica e tecnologica e la ricerca, come ponte al divario della conoscenza nelle scienza e tecnologia, al fine di assistere nella disseminazione dell'informazione scientifica e tecnologica attraverso mezzi tradizionali e digitali.
La risoluzione è stata quindi recepita nei suoi principi generali, ma a livello formale ha subito alcune modifiche. In particolare il paragrafo 0511 (che chiede di autorizzare il Direttore Generale a implementare il corrispondente piano di azione, in modo da favorire azioni per promuovere libertà di espressione e accesso universale all'informazione e alla conoscenza come obiettivi indipendenti di importanza strategica per la costruzione di società della conoscenza), sarà preso in considerazione nei futuri piani di lavoro, i quali includeranno tutte le attività per promuovere la società della conoscenza, incluse quelle relativa all'Open Access e all'Universal Access.
L'accesso aperto inoltre trova spazio in diverse linee di azione entro il Programma e Budget 2006-2007 (documento Part II.A: Major Program V - Comunicazione e informazione (documento 33 C/5), ed in particolare:
Ora si dovrà procedere con la stesura di piani di lavoro adeguati, di concerto con la Commissione Nazionale Italiana, da incardinare entro tali linee di azione e da ricondurre ai sotto-programmi specifici per l'accesso aperto, anche in considerazione del grande dibattito che si è avuto in sede di V Commissione a proposito del ruolo dell'UNESCO al prossimo WSIS, World Summit of the Information Society di Tunisi.
3. L'UNESCO e la società della conoscenza
E' opportuno ribadire che, nel compiere la sua missione, l'UNESCO, svolge cinque importanti funzioni:
L'Italia ha presentato in Commissione V tre Proposte di risoluzione, e precisamente:
DR 33/C 67: Rete biblioteche associate – Club UNESCO,
<http://unesdoc.unesco.org/images/0014/001408/140863e.pdf>
Il progetto è stato sottoposto da Marialuisa Stringa, Presidente della Federazione Italiana Club UNESCO, e rientra nei programmi I Educazione e V Comunicazione ed Informazione - Sotto-programma V.2.2, "Rendere più avanzato l'uso dell'ICT Information Communication Technology nell'educazione, scienza e cultura".
DR 33/C 68: Open Access
<http://unesdoc.unesco.org/images/0014/001408/140864e.pdf>
Come si è visto con questa Proposta di risoluzione, presentata dalla scrivente, è stato chiesto di aggiungere al paragrafo 0511 alcuni sottoparagrafi, in riferimento al contributo dell'UNESCO all'implementazione del concetto di "accesso universale" e di "accesso aperto", in particolare per le opere scientifiche delle università.
DR 33/C 69: Portale per favorire accesso ai giovani / Scuole Associate
<http://unesdoc.unesco.org/images/0014/001408/140865e.pdf>
Anche questa proposta, presentata da Cecilia Preziuso, rientrava come la DR 67 nella proposta originaria del Sotto-programma V.2.2, "Rendere più avanzato l'uso dell'ICT Information Communication Technology nell'educazione, scienza e cultura". Sebbene sottoposta alla Commissione V, questa risoluzione, che concerne la creazione di un portale web per il Progetto Scuole Associate, è stata poi esaminata dalla Commissione II (Educazione).
L'Italia ha aderito anche al documento 33 C/COM.V/DR.1, sottoposto da Repubblica Ceca, Francia, Estonia, Lituania, Slovacchia, Germania, Russia e supportato dalla Polonia, sulla salvaguardia e conservazione delle immagini in movimento, e sulla proclamazione della Giornata Mondiale per il patrimonio audiovisivo
Informazione, comunicazione e conoscenza sono il nucleo del benessere sociale e del progresso ambientale e umano. Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ITC), sia tradizionali sia innovative, aprono nuove sfide e nuove opportunità per raggiungere alti livelli di sviluppo, a beneficio delle popolazioni di tutto il mondo. Ciononostante, molti popoli e molte nazioni, specialmente nei paesi poveri, non hanno un efficiente ed equo accesso ai mezzi per produrre, disseminare e usare l'informazione, e di conseguenza hanno minori opportunità di sviluppo.
Il concetto di società della conoscenza, che l'UNESCO sta sostenendo da tempo, offre una visione olistica ed onnicomprensiva (passando a livello trasversale per tutti i domini dell'UNESCO), con una chiara prospettiva di sviluppo orientato che cattura la complessità e il dinamismo dei cambiamenti in corso. La società della conoscenza implica la capacità di identificare, produrre, disseminare e usare l'informazione, per costruire e applicare la conoscenza ai fini dello sviluppo umano; essa richiede il rafforzamento di una visione sociale che dia potere ai paesi emergenti, in un'ottica di pluralismo, inclusione (società realmente inclusive), solidarietà e partecipazione.
Il concetto di società della conoscenza, basato sui principi della libertà di espressione, dell'accesso universale all'informazione e alla conoscenza, della promozione delle diversità culturali e dell'equo accesso a una educazione di qualità, è stato progressivamente riconosciuto come essenziale per raggiungere gli obiettivi posti nell'ambito del MGDs, Millennium Development Goals, particolarmente nel quadro di un dialogo internazionale e un insieme cooperativo attraverso le due fasi del prossimo World Summit on the Information Society di Tunisi.
I dibattiti sviluppati nelle sei sessioni hanno portato la Conferenza Generale ad autorizzare il Direttore Generale (in particolare per i punti che interessano l'Open Access) a implementare i piani d'azione volti a:
La Conferenza Generale, Commissione V, in merito al Sotto-programma V.1.2 "Favorire l'accesso alle comunità e la diversità dei contenuti", ha inoltre autorizzato il Direttore Generale ad implementare i piani di azione corrispondenti a:
Nel quarto, quinto e sesto meeting la Commissione ha esaminato il punto relativo al ruolo dell'UNESCO al World Summit on the Information Society (documento 33 C/41 e 33 C/COM.V/DR.3). Numerosi delegati sono intervenuti in merito a questo punto, in relazione alle due conferenze, fase I (Ginevra 2003) e fase II (Tunisi 2005), le quali dovrebbero costituire una solida base per la preparazione della Strategia a medio e lungo termine. Come precisato da alcuni delegati, i quattro principi impliciti nel concetto di società della conoscenza - vale a dire la libertà di espressione, l'accesso universale alle informazioni e alla conoscenza, la parità d'accesso alla formazione di qualità e la promozione della diversità culturale - dovrebbero continuare a ispirare e a guidare l'elaborazione dei documenti dell'UNESCO (documento C/4 in particolare), e allo stesso tempo condurre allo sviluppo di programmi di settore trasversali e di azioni congiunte con altri programmi. Si è parlato molto di divario digitale, che dovrebbe continuare ad essere una questione di importanza cruciale, su cui indirizzare le azioni dopo il Summit di Tunisi.
La priorità per le questioni relativa all'empowerment (ovvero dare il giusto potere all'accesso all'informazione e alla conoscenza, con speciale enfasi sulla libertà di espressione), è stata proposta con forza da numerose delegazioni. Libertà di espressione, pluralismo dei media e accesso all'informazione e alla conoscenza sono state viste come necessari presupposti per la costituzione di una piattaforma per le azioni dell'UNESCO volte alla costruzione della società della conoscenza.
Molti delegati inoltre hanno espresso con forza alcuni punti di vista, che dovrebbero essere presi in considerazione nel documento C/4 sugli aspetti etici e legali, sulle sfide e implicazioni che lo sviluppo dell'ICT e i processi di globalizzazione comportano nelle società dell'informazione e della conoscenza. Di qui la necessità di promuovere lo sviluppo di contenuti locali diversi e multilingua.
La Commissione, sempre nel sesto meeting, ha esaminato il punto relativo alla "Creazione di un sistema di rapporti da parte degli Stati membri alla Conferenza Generale sulle misure adottate per l'applicazione della Raccomandazione sulla promozione e sull'uso del multilinguismo e sull'accesso universale al cyberspazio", documento 33 C/40. I rappresentanti di 15 Stati Membri sono intervenuti in merito al riconoscimento dell'importanza di un'ulteriore promozione del multilinguismo e dell'accesso all'informazione e alla conoscenza per tutti, sottolineando così le decisioni rilevanti del World Summit on the Information Society di Tunisi.
In tale dimensione, la delegazione italiana è stata contattata dai rappresentanti britannici i quali, nel loro ruolo di detentori della presidenza corrente in abito di Unione Europea, hanno sottolineato l'importanza della nuova proposta della Commissione UE finalizzata a creare biblioteche digitali, promuovendo una cultura europea basata sul rispetto delle diversità, e contribuendo a creare società della conoscenza basate sul multilinguismo in Europa.
Va sottolineato che il 30 settembre la Commissione europea ha reso nota la propria strategia per mettere a disposizione su Internet il patrimonio scritto e audiovisivo dell'Europa. Le biblioteche digitali sono una delle tre iniziative-faro previste dalla comunicazione presentata dal Commissario Viviane Reding, "Una società europea dell'informazione per la crescita e l'occupazione", e adottata dalla Commissione il 1° giugno 2005.
Il Commissario responsabile della Società dell'informazione e mezzi di comunicazione Viviane Reding ha spiegato: "Senza una memoria collettiva non siamo nulla e non possiamo realizzare nulla". La comunicazione sottolinea ciò che la Commissione si attende da questa iniziativa, e affronta in particolar modo le questioni della digitalizzazione, dell'accessibilità online e della conservazione digitale del patrimonio culturale.
La creazione delle biblioteche digitali europee è stata richiesta all'inizio di quest'anno dai leader di Francia, Italia, Spagna, Germania, Polonia e Ungheria, in una lettera indirizzata al Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e al Presidente del Consiglio europeo in carica in quel periodo, Jean-Claude Juncker. "Il patrimonio delle biblioteche europee è ineguagliabile per ricchezza e varietà", dichiaravano nella lettera i capi di Stato e di governo. "Ma se non viene digitalizzato e reso accessibile online, questo patrimonio domani potrebbe non riuscire a svolgere il proprio ruolo determinante nella futura geografia della conoscenza". Tale appello a favore di una biblioteca digitale europea ha ricevuto il sostegno delle biblioteche nazionali di 19 Stati membri dell'Unione.
L'Italia quindi ha appoggiato la proposta dei colleghi britannici, contattando anche altri delegati di stati europei, tra cui la Bulgaria e la Francia, e proponendo un ruolo dell'UNESCO come facilitatore, ruolo più adatto alla reale implementazione dei piani di azione di cui al documento 33 C/5 ed in particolare del documento 33 C/40 del punto 8.4.
Un ampio consenso si è registrato sulla capacità di costruire un senso della priorità intorno ai temi della comunicazione e dell'informazione, specie in un'ottica che guarda all'educazione. Le seguenti aree sono state identificate a questo proposito: addestramento degli insegnanti nell'uso di ICT; formazione sui media, inclusa l'analisi critica dei contenuti informativi; addestramento dei professionisti, compresi i giornalisti e i professionisti dei media, gli archivisti, i bibliotecari e gli altri esperti dell'informazione.
Consenso anche sulla considerazione che i media tradizionali rimangono una fonte d'informazione importante per molti paesi, poiché una gran parte della popolazione del mondo è ancora lontano dal disporre di accessi ICT a causa dei problemi infrastrutturali o della mancanza di mezzi economici. Sarà quindi cruciale fornire l'accesso attraverso una varietà di fonti informative, compresi le biblioteche e gli archivi.
Oltre a ciò, l'UNESCO dovrebbe svolgere un ruolo nella mobilitazione della conoscenza locale e tradizionale, per uno sviluppo sostenibile e per la promozione della trasportabilità dei modelli e delle iniziative che hanno avuto successo.
Antonella De Robbio, CAB Centro di Ateneo per le Biblioteche - Università degli Studi di Padova, e-mail: derobbio@math.unipd.it
* Questo articolo riporta i risultati della 33.ma Conferenza Generale UNESCO, Commissione V Comunicazione e Informazione, dell'11-13 ottobre 2005. Il documento DR 33/C 68 Open Access (Proposta di Risoluzione sull'Open Access all'UNESCO) è disponibile all'indirizzo <http://unesdoc.unesco.org/images/0014/001408/140864e.pdf>.
[1] Su nomina dell'Ambasciatore Luca Daniele Biolato.
[2] <http://portal.unesco.org/en/ev.php-URL_ID=28887&URL_DO=DO_TOPIC&URL_SECTION=201.html>.
[3] Prima di essere portata a Parigi, la proposta di risoluzione è passata attraverso i pareri positivi dell'Assemblea Plenaria (organo della CNI), del Ministereo degli Esteri e del MIUR, il quale ha mandato una nota assai positiva a sostegno dell'iniziativa, grazie al fondamentale supporto del dr. Vincenzo Pellegrini, funzionario del segretariato della CNI.
[4] <http://www.soros.org/openaccess/>.
[5] <http://www.zim.mpg.de/openaccess-berlin/BerlinDeclaration_it.pdfhttp://www.zim.mpg.de/openaccess-berlin/BerlinDeclaration_it.pdf>.
[6] <http://www.earlham.edu/~peters/fos/bethesda.htm>.
[7] Va sottolineato che la CNI esprime pareri e suggerimenti, su richiesta del Ministro degli Affari Esteri, sugli aspetti educativi, scientifici e culturali dei progetti da realizzare nell'ambito della politica di cooperazione allo sviluppo.
[8] Molto si è discusso attorno ai concetti di empower ed empowerment L'Oxford American Dictionary definisce empowerment come "dare potere a, rendere capace, autorizzare, dare licenza" (Oxford American Dictionary and Languace Guide, 1999). Usando questa definizione come punto di partenza, tutti i dibattiti focalizzati su temi che hanno coinvolto la legislazione, linee guida, standards e strategie, vedono un richiamo alle teorie educative tradizionali in cui la concessione del potere è basata su valori umanistici.