[AIB] AIB notizie 21 (2009), n. 3
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La Biblioteca Vaticana celebra con un francobollo il 75° Congresso mondiale dell’IFLA

Luigina Orlandi

Esattamente ottant’anni fa, a Roma, si svolgeva il primo Congresso mondiale delle biblioteche e di bibliografia (World Congress of Libraries and Bibliography) [1], sotto gli auspici dell’International Library and Bibliographical Committee [2].
In quella sede si stabilì la denominazione dell’ente, che divenne IFLA, International Federation of Library Associations and Institutions. I lavori si svolsero dal 17 al 21 giugno 1929 [3], con 1300 delegati in rappresentanza di 32 paesi e associazioni professionali; furono presentate 140 relazioni in 18 sessioni; per la Biblioteca Vaticana partecipò mons. Eugène Tisserant [4], all’epoca scriptor orientalis.
I delegati furono ricevuti nella Cappella Sistina da Pio XI, il pontefice che era stato bibliotecario per trent’anni, prima all’Ambrosiana e poi alla Vaticana. Molti dei partecipanti al congresso poterono visitare la Biblioteca Vaticana, dove erano in corso lavori di sistemazione del nuovo deposito degli stampati, e si stavano realizzando alcune iniziative catalografiche. Nei giorni successivi i congressisti si spostarono da Roma a Firenze; le cerimonie di chiusura si svolsero a Venezia il 29 e 30 giugno.
La scelta di Roma per ospitare i lavori del congresso coincideva con il cinquantesimo anniversario della morte di Antonio Panizzi [5] e con la realizzazione di un importante progetto alla Biblioteca Vaticana che stava modernizzando la sua organizzazione attraverso una serie di iniziative come la ricatalogazione delle collezioni a stampa, con criteri moderni che tenevano conto degli sviluppi normativi realizzati a livello internazionale, la catalogazione degli incunaboli, e l’indice generale dei manoscritti, successivamente denominato semplicemente Schedario Bishop, dal nome della persona che lo aveva proposto e sostenuto [6].
Tali iniziative, che durarono diversi anni e che suscitarono grande interesse a livello internazionale, furono in gran parte finanziate dalla generosità del Carnegie ndowment for International Peace. L’organizzazione si avvaleva della consulenza e della collaborazione della Library of Congress, con il coinvolgimento di grandi personalità del mondo biblioteconomico di allora, provenienti dagli Stati Uniti, ma alcuni originari di altri paesi, che si ritrovarono a Roma in occasione del congresso. La descrizione catalografica delle collezioni librarie della Vaticana, maturata dopo attente riflessioni, confronti e verifiche sulle normative catalografiche esistenti a livello internazionale, produsse le Norme per la catalogazione degli stampati, pubblicate nel 1931.
I lavori, che erano cominciati nel 1927, coinvolsero anche le strutture della biblioteca, con la riorganizzazione delle sale di lettura, la razionalizzazione degli spazi, e l’apertura del nuovo ingresso. Il progetto di modernizzazione della Vaticana ebbe fin dall’inizio il sostegno convinto del pontefice; egli provvide a fornire alla biblioteca i grandi spazi per realizzare il nuovo deposito degli stampati sotto la Galleria Lapidaria (del Bramante) che fu dotato, con notevole impegno economico per la biblioteca, di scaffalature metalliche all’avanguardia realizzate dalla ditta Snead & Co., di Jersey City, New Jersey [7].
Appena quattro mesi prima erano stati firmati i Patti Lateranensi (Trattato e Concordato, 11 febbraio), tra il Vaticano e l’Italia, che sancivano la nascita dello Stato della Città del Vaticano [8] e papa Ratti era impegnato a “costruire” e organizzare il piccolo Stato, in tutte le sue parti; anche la biblioteca fu coinvolta in tale processo. Fu un momento di grande rilevanza nella storia secolare della Biblioteca Vaticana.

Siamo nel 2009 e l’IFLA torna in Italia [9]: dal 23 al 27 agosto si svolgerà a Milano il 75° Congresso mondiale della sua storia [10].
Per celebrare l’evento la Biblioteca Vaticana ha promosso l’emissione di un francobollo commemorativo, realizzato dal Governatorato della Città del Vaticano.
Il francobollo riproduce un particolare dal “Codice B” (Vat. gr. 1209), uno dei manoscritti biblici più importanti conservati alla Vaticana, e il disegno della facciata cinquecentesca dell’attuale sede della biblioteca, realizzata da Domenico Fontana nel cortile del Bramante. Con tale iniziativa, la Biblioteca Apostolica Vaticana intende dare un segno concreto di apprezzamento all’International Federation of Library Associations and Institutions, per il ruolo che ha svolto e continua a svolgere nell’ambito della diffusione della conoscenza, particolarmente nei momenti difficili, promuovendo collaborazione e condivisione, tra persone e istituzioni, in ogni parte del pianeta; esprime altresì riconoscenza al Comitato organizzativo italiano del Congresso 2009 per il grande lavoro messo in atto per la piena riuscita della manifestazione.
La Biblioteca Vaticana è attualmente chiusa al pubblico e lo rimarrà fino al 2010, per consentire la realizzazione di importanti lavori di consolidamento delle strutture e la riorganizzazione di molti spazi, con comprensibili disagi per molti, ma nell’intento, oggi come ottant’anni fa, di rendere un servizio sempre migliore alla comunità degli studiosi che frequentano la nostra Istituzione.

[Francobollo Biblioteca Vaticana per IFLA 2009]


[1] In realtà erano già stati organizzati altri congressi internazionali in precedenza, il primo dei quali a Londra, nel 1877, ma quello di Roma era il primo sotto il controllo di un comitato internazionale, che si era costituito a Edinburgo nel 1927.
[2] «The establishment of the International Library and Bibliographical Committee was officially declared in Rome (1928)», «IFLA journal» 28 (2002), n. 3.
[3] Con inaugurazione in Campidoglio la mattina del 17; nel pomeriggio i congressisti si recarono a Palazzo Corsini, nell’Aula Magna dell’Accademia dei Lincei, per la prima seduta generale.
[4] L’intervento di mons. Tisserant, The Vatican Library, Snead & Co., Jersey City, 1929, conteneva un’introduzione storica sulla biblioteca e la relazione sullo stato dei lavori e dei progetti che si stavano realizzando alla Vaticana.
[5] Commemorato nella prima seduta generale dal direttore delle Biblioteche d’Italia, comm. Salvagnini, e da Arundell Esdaile, segretario del British Museum, Il Congresso delle biblioteche, Oss. Rom., 17-18 giugno 1929, p. 3.
[6] William Warner Bishop era il decano dei bibliotecari americani e dirigeva la biblioteca universitaria del Michigan. Coinvolto nel progetto da Nicholas Murray Butler, presidente del Carnegie Endowment, ne curò il coordinamento con grande impegno. Fu il secondo presidente dell’IFLA, dal 1931 al 1936, dopo Isak Collijn (1927-1931), incunabolista, direttore della Biblioteca reale di Stoccolma; anche Collijn partecipò al progetto di riorganizzazione della Biblioteca Vaticana, dando suggerimenti sul modo migliore per catalogare gli incunaboli, in un rapporto redatto in italiano al termine di un’indagine conoscitiva alla Vaticana.
[7] N. Mattioli-Háry, The Vatican Library and the Carnegie Endowment for International Peace: the history, impact, and influence of their collaboration (1927-1947) , Studi e testi, 455, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 2009.
[8] Per commemorare l’evento, è stata organizzata una mostra, “1929-2009: ottanta anni dello Stato della Città del Vaticano”, nel Braccio di Carlo Magno, 11 febbraio – 10 maggio 2009; la Biblioteca Vaticana, maggiore ente prestatore e collaboratore della mostra promossa dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, ne ha pubblicato il catalogo.
[9] Altri congressi si erano tenuti, sempre a Roma, nel 1951 e nel 1964.
[10] La seconda guerra mondiale provocò la quasi paralisi delle attività dell’IFLA. Gli incontri poterono riprendere solo nel 1947, a Oslo, con 52 delegati da 18 paesi.


ORLANDI, Luigina. La Biblioteca Vaticana celebra con un francobollo il 75° Congresso mondiale dell’IFLA. «AIB notizie», 21 (2009), n. 3, p. 22-23

Copyright AIB 2009-06, ultimo aggiornamento 2009-06-17 a cura di Zaira Maroccia
URL: http://www.aib.it/aib/editoria/n21/0322.htm3

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