[AIB] AIB notizie 21 (2009), n. 3
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Un disagio... manifesto
Valori e incertezze in un recente documento IFLA su biblioteche e dialogo interculturale

Domenico Ciccarello

Nel 2008, anno europeo del dialogo interculturale e anno internazionale delle lingue, i vertici dell’IFLA hanno approvato in via definitiva – e pubblicato – il documento The IFLA Multicultural Library Manifesto. The Multicultural Library – a gateway to a cultural diverse society in dialogue [1] (da alcuni mesi disponibile anche nella traduzione ufficiale italiana, curata da chi scrive: Manifesto IFLA per la biblioteca multiculturale. La biblioteca multiculturale: porta di accesso a una società di culture diverse in dialogo [2]).

Durante il congresso IFLA di Durban (Sessione 150, Presentation of the Multicultural Library Manifesto) Kirsten Leth Nielsen, della Deichmanske Bibliothek di Oslo (già chair della Sezione 32 dell’IFLA, Library Services to Multicultural Populations), ha approfondito scenari di riferimento, criteri di fondo, obiettivi e modalità di elaborazione del Manifesto all’interno dello Standing Committee della Sezione multiculturale, che ne è l’organo scientifico promotore [3].
Nel suo intervento alla Conferenza sudafricana, la Nielsen ha enfatizzato il peso determinante che ha rivestito, nella redazione dei contenuti del Manifesto IFLA, la linea politica seguita in questi ultimi anni dall’Unesco in tema di diversità culturale [4]; in effetti, è altamente probabile che l’Unesco adotti il documento al più presto, forse già in occasione della 35a conferenza generale prevista a Parigi per ottobre prossimo [5].

Questo nuovo Manifesto IFLA (che si affianca ad altri tre documenti molto rilevanti per le biblioteche, come il Public Libraries Manifesto, lo School Libraries Manifesto e l’IFLA Internet Manifesto [6], e ne costituisce un ideale complemento) si caratterizza, a nostro parere, in confronto ad altri strumenti analoghi, per alcuni punti che possiamo provare a riassumere come segue:
1) sul piano della presentazione editoriale, per una certa lunghezza e densità del dettato, e anche qualche ridondanza e ripetizione di troppo, a cominciare dal titolo;
2) sul piano strutturale, per la riproposizione di uno schema logico, già noto a chi conosce il Public Libraries Manifesto, che partendo dallo scenario di fondo (All people live in an increasingly heterogeneous society. There are more than 6000 different languages in the world...), si snoda gerarchicamente attraverso:
- definizioni-chiave (“Cultural diversity” or “Multiculturalism” refers to the harmonious co-existence and interaction of different cultures...);
- dichiarazioni etico-valoriali a carattere generale (Cultural and linguistic diversity is the common heritage of humankind and should be cherished and preserved for the benefit of all...);
- elencazione di principi fondamentali, introdotti dalla consueta formula di indirizzo (In addressing cultural and linguistic diversity, libraries should: ...);
- formulazione di obiettivi-chiave e declinazione delle attività necessarie;
- considerazione di ulteriori aspetti rilevanti (personale, finanziamenti, legislazione, cooperazione);
- attuazione pratica del Manifesto.
3) sul piano linguistico, per l’adozione di una terminologia “mista” (lessico di matrice angloamericana come “multicultural library”, “cyberspace” affiancato a espressioni più familiari in ambito europeo come “cultural and linguistic diversity”, “cross-cultural dialogue”), che costituisce il segno più evidente del compromesso finale, e la spia del serrato dibattito che ha accompagnato la redazione dei successivi draft del documento.

Il Manifesto, disponibile al momento in undici versioni (oltre all’inglese e all’italiano: francese, spagnolo, tedesco, russo, danese, olandese, greco, giapponese, norvegese), sta riscuotendo un buon successo presso i bibliotecari per le attività di advocacy, in una fase della politica migratoria internazionale segnata da alterne vicende e, in alcuni paesi (tra cui Italia, Danimarca, Paesi Bassi) da netti passi indietro nelle misure anti-discriminatorie e di pari opportunità sociali.
Nei momenti di crisi di valori, insomma, si sente il bisogno di ribadire alcuni passaggi fondamentali su cui si fonda la missione glocale delle biblioteche e l’etica del servizio pubblico: sostegno alla libertà di informazione e di espressione per tutti, equità e personalizzazione dei servizi, stimolo alla cittadinanza attiva, difesa e celebrazione (attraverso scambi paritari) delle diverse identità culturali presenti nel territorio e, più in generale, nella società.
Basterà ricordare, in conclusione, che la Sezione IFLA Library Services to Multicultural Populations ha ricevuto da Loriene Roy, presidente uscente dell’American Library Association, una menzione speciale (Presidential Citation for International Innovation, 2008) allo scorso Congresso ALA, ad Anaheim in California, proprio grazie al lavoro svolto per l’elaborazione e la promozione del Manifesto [7].

ciccarello@aib.it


[1] http://www.ifla.org.sg/VII/s32/pub/MulticulturalLibraryManifesto.pdf.
[2] http://archive.ifla.org/VII/s32/pub/MulticulturalLibraryManifesto-it.pdf.
[3] Per approfondimenti rimando quindi a Kirsten Leth Nielsen, The Multicultural Library Manifesto: a tool for creating a better world, http://archive.ifla.org/IV/ifla73/papers/150-Nielsen-en.pdf.
[4] Cfr. in particolare: Unesco universal declaration on cultural diversity, 2001 (http://unesdoc.unesco.org/images/0012/001271/127160m.pdf); Unesco recommendation concerning the promotion and use of multilingualism and universal access to cyberspace, 2003 (http://portal.unesco.org/ci/en/files/13475/10697584791Recommendation-Eng.pdf/Recommendation-Eng.pdf) e Unesco convention on the protection and promotion of the diversity of cultural expressions, 2005 (http://unesdoc.unesco.org/images/0014/001429/142919e.pdf).
[5] In tal senso sembra orientato il Consiglio, almeno a giudicare dal lavoro istruttorio già completato lo scorso aprile dal Consiglio intergovernativo per il programma “Information for all”, con la raccomandazione, documentata a http://portal.unesco.org/ci/en/files/26116/120456821937_-_Multicultural_Library_Manifesto.doc/7%2B-%2BMulticultural%2BLibrary%2BManifesto.doc, «... that the IFLA Multicultural Library Manifesto be submitted to the 35th session of General Conference for endorsement as a joint Unesco/IFLA position».
[6] In italiano: Manifesto IFLA/Unesco sulle biblioteche pubbliche, 1994 (http://archive.ifla.org/VII/s8/unesco/ital.htm); Manifesto IFLA/Unesco sulla biblioteca scolastica ( http://archive.ifla.org/VII/s11/pubs/manifesto-it.htm); Manifesto IFLA per Internet (http://archive.ifla.org/III/misc/im-it.htm). Da tenere presenti anche il Manifesto di Alessandria sulle biblioteche, la società dell’informazione in movimento, 2005 (http://archive.ifla.org/III/wsis/AlexandriaManifesto-it.html) e l’IFLA Manifesto on Transparency, Good Governance and Freedom from Corruption, 2008 (http://archive.ifla.org/III/misc/transparencymanif.htm), non ancora tradotto dall’inglese.
[7] Queste le motivazioni della citazione presidenziale:
«– For drafting a Multicultural Library Manifesto that brings international attention to the role of libraries in serving diverse communities;
– for identifying within the Manifesto the mission of providing multicultural library services along with management and operation of such services;
– for describing the core actions of a multicultural library, staff needs, and needs related to funding, legislation, and networking;
– for suggesting how libraries can implement the Manifesto;
– for taking steps toward the Unesco endorsement of the Manifesto;
– for drawing attention to the need for libraries to participate in efforts that preserve indigenous languages and culture».


CICCARELLO, Domenico. Un disagio... manifesto. Valori e incertezze in un recente documento IFLA su biblioteche e dialogo interculturale. «AIB notizie», 21 (2009), n. 3, p. 16-17

Copyright AIB 2009-06, ultimo aggiornamento 2009-06-17 a cura di Zaira Maroccia
URL: http://www.aib.it/aib/editoria/n21/0316.htm3

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