«Ma se ora c’è Web 2.0, quando c’era il Web 1.0?». Questa è una domanda che studenti e professori mi pongono spesso. Il Web 1.0 è esistito sin da quando esiste Internet, ma era composto principalmente da materiale testuale. Con il Web 1.0, l’utente era, in un certo modo, limitato all’accesso e creazione dell’informazione, dato che la pubblicazione dell’informazione online era limitata a chi sapeva creare pagne web e bisognava avere accesso a tecnologie che spesso erano costose. Il Web 2.0 è composto da testi ma anche da immagini, filmati, musica e audio, passando quindi da un’informazione testuale a una multimediale. Con il Web 2.0 l’utente è proattivo e può creare l’informazione, visto che certe applicazioni permettono di farlo facilmente, i software sono meno cari e alcuni si possono scaricare gratuitamente. Oggi, pubblicare in Internet non è qualcosa di esclusivo e l’informazione può circolare liberamente, anche se a volte con effetti negativi. Neil Howe e Bill Strauss, nel libro Millennials rising: the next great generation (2002), notano che le persone nate tra il 1982 e il 2000, la cosidetta Generazione Y, tendono a usare il computer e Internet come la risorsa principale di ricerca e comunicazione.
Wiki, blog e RSS sono esempi di come i giovani, e anche i non più giovani, utilizzano queste tecnologie in continuo aumento per dare, ricevere e creare informazioni.
Questo articolo vuole offrire una panoramica su tre tecnologie, blog, wiki e RSS, con esempi di come vengano utilizzati nell’ambito bibliotecario e una riflessione se valga la pena oppure no adottare questi servizi nella propria biblioteca.
Da Web 2.0 a Library 2.0
La definizione più usata di Web 2.0 è quella di Tim O’Reilly, che in un articolo [1] spiega che le aziende sopravissute al crollo del settore tecnologico durante il 1990 avevano in comune certi metodi, concetti e uso delle tecnologie che permettevano loro di essere all’avanguardia rispetto alle concorrenti. Queste aziende offrivano valutazioni online dei loro prodotti e servizi e i clienti hanno iniziato a usare questi spazi per dare consigli e suggerimenti personali creando una rete di informazione che poi veniva usata dalla stessa azienda per migliorare gli stessi prodotti e servizi.
La richiesta di nuovi metodi di comunicazione online in grado di soddisfare le varie esigenze degli utenti hanno favorito lo sviluppo delle tecnologie del Web 2.0 come le folksonomie, parole chiavi che vengono create da chi organizza le informazioni disponibili in Internet, l’AJAX che rende le applicazioni web interattive e dinamiche, e i feed che rendono interoperabili i contenuti di diverse applicazioni o piattaforme.
Riassumendo, il Web 2.0 è un insieme di tecnologie con uno spiccato livello d’interazione con l’utente. Il concetto dello scambio libero dell’informazione tra utenti in linea fa parte della dinamica di Internet. Ciò non vuol dire che l’informazione cartacea deve essere o sarà eliminata, perchè le due fonti di informazione vengono usate per scopi diversi.
Come si è passati dal Web 2.0 alla Library 2.0? I due termini hanno creato confusione perchè non era chiaro cosa fossero e si pensava che Library 2.0, come Web 2.0, fosse un nuovo tipo di tecnologia [2], mentre si riferisce all’applicazione del Web 2.0 nel campo della biblioteconomia. La Library 2.0 può essere definita come una serie di tecnologie e servizi innovativi che si integrano con la biblioteca [3], facilitando l’uso di risorse e servizi, e rendendo gli utenti partecipi e i bibliotecari aggiornati nel loro campo. È mia convinzione che è la tecnologia che deve adattarsi al nostro modo di vita e non viceversa.
Mirja Ryynänen, del Parlamento finlandese, ha detto che «oggi le biblioteche sono particolarmente importanti, dato che l’educazione sta sollecitando sempre più spesso una conoscenza individuale e indipendente. Tutti i cittadini devono poter trovare e usare le informazioni. È la cosa principale, ma è una risorsa nulla, se non ci sono punti di accesso e se i documenti sono in uno stato caotico» [4]. La Library 2.0 in biblioteca offre tutto ciò: vari punti di accesso e organizzazione per una ricerca (facile) dell’informazione.
Lo scopo delle biblioteche è quello di conservare e diffondere informazioni. La Library 2.0 ha lo stesso scopo. Come molte tecnologie, secondo me, la Library 2.0 fa parte di un evoluzione naturale dei servizi di una biblioteca [5].
Blog, wiki e RSS
Queste tre tecnologie facilitano la comunicazione tra biblioteca e utenti, facendo risparmiare soldi in termini di installazione e creazione; d’altra parte è necessario un investimento in tempo, dato che il bibliotecario dovrà aggiornare un blog o un wiki costantemente.
Il termine blog è una contrazione di web-log, ovvero “traccia su rete” ed è un programma online che consente di creare automaticamente una pagina web. Un blog si può paragonare a un diario personale. Ma mentre il diario personale è tenuto in un cassetto chiuso a chiave, il blog può essere letto da tutti perchè è pubblicato in Internet. Inoltre, ogni entrata del blog ha un thread e permette ai lettori di scrivere i loro commenti. Per avvisare che ci sono nuove entrate sul blog, l’autore – il blogger – può offrire l’iscrizione a un feed.
Il modo più semplice di creare un blog è quello di usare una piattaforma online come Blogger. Questo servizio è gratuito e permette di includere immagini e creare dei link. Alcuni siti da dove si possono scaricare immagini gratuitamente sono Image*After, Pixel Perfect Digital e Everystockphoto, mentre Highfonts e Boorp sono due siti che offrono una vasta gamma di caratteri.
Il blog è una tecnologia che può essere usata in una miriade di modi. I bibliotecari non hanno da preoccuparsi della creazione del sito, perchè il formato è prestabilito da un template, per cui ci si concentra sul contenuto. Ecco alcuni esempi di come il blog viene usato in biblioteca:
Un esempio che bisogna riportare perchè è rivoluzionario è l’uso del blog nella Ann Arbor District Library (AADL) [10], nel Michigan. Il caso della AADL viene riportato in continuazione nella letteratura bibliotecaria americana come uno dei migliori esempi di adozione del blog. Mentre in molti siti di biblioteche i blog vengono usati come risorse ancillari, il blog della AADL è integrato nella home page, con informazioni regolarmente aggiornate su vari argomenti relativi alla biblioteca. Le entrate sono scritte informalmente, in prima persona, con informazioni minime e link. Una cosa interessante – e molto apprezzata dagli utenti – è che in questo blog si possono leggere i commenti degli stessi utenti, funzione non prevista da blog di altre biblioteche. Questa biblioteca dimostra che se si stabilisce un’atmosfera di rispetto dove tutti i commenti (belli o meno belli che siano) vengono tenuti in considerazione, gli utenti utilizzano la biblioteca.
Il wiki è un sito web dove, tramite un software, si può collaborare. È differente dal blog perchè l’utente, oltre ad aggiungere l’informazione, può cambiare ciò che è già pubblicato in modo molto semplice. L’accesso può essere libero o tramite una password. Come nel blog, il metodo più semplice di creare un wiki è tramite una piattaforma online come WikiSpaces, WetPaint o Netcipia che offrono un servizio gratuito.
Come il blog, il wiki può essere usato per informare su prodotti e servizi. La differenza principale tra un wiki e un blog è che nel primo bisogna ricordarsi che l’informazione può essere soggetta a cambiamenti. Secondo Ficher, «i wiki funzionano meglio in un organizzazzione dove c’è un alto livello di fiducia» [11]. Per esempio, nel sito della biblioteca pubblica di St. Joseph County [12], strutturato nella forma di un wiki, solo i bibliotecari possono cambiare l’informazione, a differenza di Wikipedia, l’enciclopedia libera in cui tutti possono cambiare l’informazione.
Il wiki in biblioteca è utile:
RSS è un’abbreviazione di Really Simple Syndication, o Rich Site Summary ed è uno dei metodi più usati per la distribuzione di informazione online (cellulari, database, palmari ecc.). Le informazioni che vengono pubblicate usando un RSS sono tutte uguali, non importa con che tecnologia vengono inviate, perchè il formato è predefinito. Per questo, i messaggi mandati da un cellulare possono essere ricevuti da un blog e mandati automaticamente a una e-mail. L’RSS ha la capacità di tradurre le molte lingue della tecnologia e di presentarle in un formato facile da capire.
I vantaggi di avere un RSS sono:
Conclusione
Se le esigenze dei nostri utenti sono cambiate, dobbiamo cercare di andare incontro a questi cambiamenti? Certo, altrimenti le biblioteche resteranno agli occhi dei nostri utenti come dei luoghi obsoleti e verranno sempre meno utilizzate. Ma modernizzare non vuol dire usare indiscriminatamente tutti i tipi di tecnologia disponibili, ma offrire servizi che facilitino l’uso della biblioteca come luogo e come risorsa. A mio parere, la tecnologia va utilizzata solo in relazione alle reali esigenze della biblioteca e dei suoi utenti. Lo scopo delle tre tecnologie riportate qui come esempi di Library 2.0 è di rendere la biblioteca visibile nel cyberspazio, di creare curiosità, ma sopratutto di offrire un luogo di scambio di informazione tra utenti e bibliotecari per creare un servizio che cresca in relazione alle diverse esigenze di chi lo utilizza.
azaniny@email.wcu.edu
[1] Tim O’Reilly, What is Web 2.0: design patterns and business models for the next generation of software, http://www.oreillynet.com/pub/a/oreilly/tim/news/2005/09/30/what-is-web-20.html. La traduzione italiana Design pattern e modelli di business per la prossima generazione di software è disponibile all’URL http://www.awaredesign.eu/articles/14-Cos-Web-2-0/.
[2] Crawford, W. Library 2.0 and Library 2.0, "Cites & Insights", 6 (2006), n. 2, p. 1-32; anche a http://citesandinsights.info/civ6i2.pdfhttp://citesandinsights.info/civ6i2.pdf.
[3] Casey, M. Born in the biblioblogosphere, 3 gen. 2006, "LibraryCrunch", http://www.librarycrunch.com/2006/01/post_1.html.
[4] Mirja Ryynänen, Report on the Green paper on the role of libraries in the modern world, http://cordis.europa.eu/libraries/en/reportrole.html.
[5] Alessia Zanin-Yost, Digital reference: what the past has taught us and what the future will hold, "Library philosophy and practice" 7 (2004), n. 1, .
[6] https://lawlibnews.blog.asu.edu/?triedWebauth=1https://lawlibnews.blog.asu.edu/?triedWebauth=1.
[7] http://www.acplteens.wordpress.com.
[8] http://splcen.blogspot.com.
[9] http://blogs.cit.cornell.edu/askalib/.
[10] http://www.aadl.org/aboutus/librarynews/.
[11] Darlene Fichter, Intranets, wikis, blikis, and collaborative working, "Online", 29 (2005), n. 5, p. 47 50.
[12] http://www.libraryforlife.org/subjectguides/index.php/Main_Page/.
[13] http://www.seedwiki.com/wiki/b-team/.
[14] http://www.library.ohiou.edu/subjects/bizwiki/index.php/Main_Page/.
[15] http://www.marincountyfreelibrary.blogspot.com.
[16] http://libraries.mit.edu/help/rss/barton/.
[17] http://www.kclibrary.org.