[AIB] AIB notizie 19 (2007), n. 7-8
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IFLA MID-WINTER MEETING 2007

Anche quest’anno i comitati permamenti di alcune sezioni IFLA si sono incontrati nell’ambito dei cosiddetti IFLA mid-winter meeting, durante i quali vengono programmate le attività delle sezioni.

Committee on Free Access to Information and Freedom of Expression (FAIFE)
Igino Poggiali

Acquisition and collection development section
Corrado Di Tillio

Library services to multicultural populations
Domenico Ciccarello


Committee on Free Access to Information and Freedom of Expression (FAIFE)

Igino Poggiali

La riunione del 23 aprile scorso si è tenuta a L’Aia nella cornice del nuovo assetto logistico del Comitato. Come si ricorderà la sua sede operativa era, fino al dicembre 2006, a Copenhagen dove il progetto della sua costituzione era nato e aveva avuto forti sostegni dal Governo danese.
In seguito, con il cambio di orientamento politico, il sostegno governativo si è ridotto fino a venir meno. Il Governing Board dell’IFLA a sua volta intendeva unificare il FAIFE (Committee on Free Access to Information and Freedom of Expression) in una “advocacy unit” che è in corso di costituzione e della quale esso dovrebbe diventare uno degli assi portanti. A tal fine è evidente l’opportunità di unificare il tutto a L’Aia, riducendo così anche i costi di gestione.
Rispetto alle attese e alle ambizioni dei suoi membri, ma anche di quelle della comunità professionale, la dimensione delle risorse disponibili è stata sempre un grosso problema che ha costretto a limitare le attività e a selezionare severamente le azioni e le iniziative sulle quali puntare.

Insieme alla collocazione logistica il presidente Paul Sturges ha promosso, nel corso dei mesi che hanno preceduto l’incontro, una discussione online sulla governance del Comitato sulla base di un documento di lavoro che ha suscitato una vivace discussione.
Sottoposto alla votazione, il documento ha riportato l’approvazione della maggioranza dei presenti e sarà sottoposto alla valutazione del Governing Board.
La proposta di riforma si sofferma, in particolare, su una riduzione dei membri da 27 a 15 e sulla loro assunzione di un ruolo operativo in sostituzione delle figure che fino a dicembre hanno assicurato le funzioni di supporto e l’istruttoria dei temi e dei casi trattati.
Per quanto riguarda la rappresentanza, che ora comunque non è soddisfatta neppure dal numero di 27 membri, pochi dei quali provengono da paesi non G8, si prevedrebbe, in alternativa, la creazione di un network di sostenitori, corrispondenti, volontari, consulenti ed esperti, al quale si verrebbe ammessi sulla base di un impegno d’onore a rispettare i principi e i valori del FAIFE. Il network sarebbe molto più capillare e capace di raccogliere sia richieste di intervento che risorse finanziarie.

Ogni anno, poi, si terrebbe a fianco del World Library and Information Congress un forum aperto al quale tutti gli iscritti al Congresso e interessati ai temi del FAIFE potrebbero partecipare.
Molti degli spunti proposti da Sturges sono da condividere, in quanto finora il FAIFE è stato un eccellente presidio ad alto livello delle questioni affidategli ma ha avuto scarsa capacità di penetrazione nella consapevolezza dei professionisti di base, a scala globale, come invece dovrebbe accadere.
È così accaduto che l’attività editoriale è venuta realizzandosi tra il 2001 e il 2007 con eccellenti iniziative come i World Report, che però erano disponibili esclusivamente in edizione tipografica. Le vendite registrate e le presenze nelle collezioni delle biblioteche a scala globale erano e restano desolanti. Già dalla Conferenza di Oslo avevo posto la questione dell’incongruenza di tale strategia e mi era stato affidato l’incarico di predisporre per Seoul un progetto di risoluzione sull’accesso alle pubblicazioni del FAIFE e dell’IFLA in generale.
Il documento è stato discusso a Seoul ma le resistenze della politica editoriale dell’IFLA hanno frenato lo sviluppo di soluzioni più aderenti agli obiettivi dell’organizzazione.
Nella seduta del 23 aprile ho riproposto la questione e ho trovato l’appoggio della maggioranza del Comitato. Sturges ha incaricato Barbara Schleihagen, il sottoscritto e Mark Perkins di portare a temine questo obiettivo.
Dall’inizio di maggio siamo riusciti ad avere in linea le versioni in PDF dei Report usciti finora e che sono davvero un patrimonio di informazioni, dati e riflessioni che possono servire a rendere molto più approfondite le elaborazioni delle altre sezioni dell’IFLA.
Il prossimo obiettivo è di rendere quei testi maggiormente accessibili anche per postazioni di bassa capacità di calcolo e collegate via modem grazie a indicizzazioni che consentano di scaricare piccole parti del documento.

Il World Report 2007, che sarà presentato a Durban e al quale l’Italia ha partecipato così come a tutti i precedenti, sarà da subito disponibile in linea oltre che nella versione a stampa. Questo risultato non esaurisce l’elenco degli obiettivi della risoluzione che abbiamo condiviso, ma è un buon inizio. La mancanza di una consistente quantità di risorse proprie fa sì che le iniziative del FAIFE siano tuttora in gran parte finanziate da SIDA (Swedish International Development Cooperation Agency).
Ciò comporta che esse devono collocarsi nella strategia dell’Agenzia e quindi si delimita fortemente la possibilità di proposta dei membri del Comitato per azioni che non siano supportate da SIDA o da altri soggetti finanziatori. L’abilità di Sturges ha fatto sì che, comunque, il cuore degli obiettivi del FAIFE venisse salvaguardato pur dovendo fare attenzione ad assecondare anche le aspettative degli sponsor. La relazione con SIDA ha indotto a portare l’attenzione su temi come l’informazione e il ruolo delle biblioteche rispetto alla diffusione dell’AIDS e sulle questioni del contrasto della corruzione e dell’educazione alla legalità.
Quest’ultimo tema è stato a lungo, negli anni ’90, al centro dell’attenzione dell’AIB e sarebbe opportuno riprendere a occuparsene, visto e considerato che questi fenomeni sono all’origine di gravi limitazioni della sicurezza e della libertà dei cittadini e quindi anche della loro libertà di espressione e di accesso all’informazione. Un paese nel quale uno scrittore come Roberto Saviano è costretto a vivere sotto scorta a causa delle verità scottanti che rivela nei suoi libri deve riflettere profondamente sullo stato delle libertà civili. Prima di tutti questa reazione tocca agli intellettuali e agli operatori della cultura, quali noi siamo.
Oltre ai Report, il Comitato ha elaborato negli ultimi anni alcuni documenti di indirizzo metodologico e strategico come il Manifesto e le Guidelines dell’IFLA per Internet, della cui diffusione e applicazione si è occupata la discussione nel corso dell’incontro e si è individuata una serie di obiettivi di promozione in varie aree geografiche. Il Comitato è stato anche protagonista principale, al fianco del Presidente dell’IFLA, della partecipazione della Federazione al World Summit on Information Society, in occasione del quale venne emanato il Manifesto di Alessandria (novembre 2006). Credo, quindi, che si debba fare nel complesso un bilancio positivo rispetto ai limiti oggettivi nei quali il Comitato tuttora opera.
Tutti ricordiamo, tra l’altro, la capacità di intervento tempestiva, puntuale e altamente efficace che il Comitato riuscì a esplicare nel caso del processo alla bibliotecaria di Fanano, conclusosi positivamente nel giugno del 2006.
Nel corso della riunione si è poi esaminato il piano di lavoro per Durban e le prime anticipazioni per Quebec, le due sedi dei prossimi congressi IFLA. A questo proposito il Comitato si è poi soffermato sulla successiva edizione del Congresso a Milano e ha proposto di realizzare un satellite meeting a Roma. La proposta è già stata avanzata al nostro Comitato nazionale.

poggialii@comune.lugo.ra.it


Acquisition and collection development section

Corrado Di Tillio

Talvolta è proprio un punto di vista diverso dal nostro a farci vedere meglio le cose.
È stato il caso della relazione di Isidro F. Aguillo, ricercatore nel campo dell’informazione scientifica presso un organismo del Consejo Superior de Investigaciones Científicas (CSIC), che ha fornito un quadro della situazione delle risorse elettroniche, descrivendo le caratteristiche del Web cosiddetto “pubblico” (“visibile” e “invisibile”) e del Web cosiddetto “privato”, con ricchezza di dati statistici, di esempi non solo spagnoli, di stimoli e considerazioni interessanti. Aguillo ha aperto il piccolo seminario organizzato, lo scorso 8 marzo, dallo Standing Committee della Sezione IFLA sull’acquisizione e lo sviluppo delle collezioni, in occasione della sua riunione a Granada, nella Spagna meridionale.
Il seminario ha affrontato alcuni progetti sviluppati nelle biblioteche andaluse e spagnole, come quelli sulla digitalizzazione dei periodici o altri fondi locali, ma ha anche spaziato altrove nel mondo, con il resoconto sull’utilizzo di alcuni prodotti in Russia e con la presentazione della situazione e delle necessità delle biblioteche messicane in termini di sviluppo delle collezioni.

L’incontro dello Standing Committee si è tenuto il giorno successivo, alla presenza di membri provenienti da Asia (Corea del Sud), Europa (Finlandia, Italia, Norvegia, Russia, Spagna), e Nord-America (Stati Uniti). L’argomento principale all’ordine del giorno è stato l’ormai travagliata organizzazione del materiale finora redatto sulla gestione delle risorse elettroniche, che Lynn Sipe, segretario californiano del comitato, ha ora rielaborato in linee guida, dopo avere abbandonato l’idea di un manuale prima e di un toolkit in linea poi.
Le linee guida, di circa 30 pagine, sembrano essere, per ora, la forma migliore per dei contenuti che devono rivolgersi a ogni tipologia di biblioteca (universitaria, pubblica ecc.), devono esprimere ciò che si fa ogni giorno, aiutare a evitare errori già commessi e a orientarsi verso certe direzioni, piuttosto che altre.
Ai colleghi partecipanti alla stesura spetta aggiungere eventuali parti mancanti e anche correggere il tiro di un documento sbilanciato soprattutto – per adoperare appunto la distinzione di Aguillo – verso il Web “privato” (banche dati, consorzi ecc.) rispetto a quello “pubblico”, visibile (Google, ecc.) o invisibile (banche dati come Google Scholar, repository come OAIster, periodici elettronici come quelli della Highwire Press).
Il resto della riunione si è focalizzato sui prossimi congressi IFLA. Il presidente dello Standing Committee, il finlandese Pentti Vattulainen, ha relazionato sugli abstract pervenuti per il programma del Congresso di Durban del prossimo agosto, che sarà incentrato sui modelli di descrizione delle collezioni.
Sei abstract sono pervenuti, tra cui tre scartati poiché fuori tema, mentre tra i tre scelti due riguardano la gestione cooperativa delle collezioni.
Per Quebec City (2008) si è discusso dell’eventualità, ormai piuttosto scarsa per i tempi limitati, di una post-conference in collaborazione con la Sezione sul Reference e la Sezione sul Resource Sharing/DD.
Per quanto riguarda il programma, un breve brainstorming ha evidenziato, come al solito, due filoni principali di interesse, uno legato agli hot topic delle biblioteche universitarie (ad esempio la proporzione cartaceo/elettronico nel catalogo delle biblioteche e nell’offerta degli editori, l’open access) e un altro relativo alle biblioteche pubbliche (ad esempio l’approfondimento del gap in fatto di collezioni tra i paesi più industrializzati, quelli in via di sviluppo e quelli più arretrati, con problemi di censura ecc.).

Infine, comincia a essere menzionato con favore tra i membri del comitato un satellite meeting per Milano 2009 (forse a Roma?), mentre la collega messicana presente ha proposto la vivace città di Guadalajara come sede del prossimo mid-winter meeting.
Le presentazioni del seminario e alcune foto dell’incontro sono consultabili sul sito web.

c.ditillio@bibliotechediroma.it


Library services to multicultural populations

Domenico Ciccarello

La Sezione Servizi bibliotecari alle società multiculturali dell’IFLA si è riunita a Ljubljana, in un’ampia, accogliente e ben attrezzata sala della Narodna in Univerzitetna Knjizica (NUK), cioè la Biblioteca nazionale e universitaria della Slovenia. In apertura dei lavori del Comitato, Melita Ambrozic, vice direttore della Biblioteca e presidente dell’Unione delle associazioni bibliotecarie slovene (Zveza bibliotekarskih drustev Slovenije – ZBDS), ha indirizzato un caloroso benvenuto agli ospiti internazionali presenti.

Subito dopo, Silva Novljan, del Center za razvoj knjiznic (agenzia di sviluppo per le biblioteche pubbliche in Slovenia che ha sede presso la NUK), ha presentato brevemente i servizi multiculturali nelle biblioteche slovene. Paese di due milioni di abitanti, la Repubblica slovena ha affermato nella Costituzione, e rafforzato con varie leggi speciali, la tutela delle minoranze (serbi, croati, bosniaci, italiani, albanesi, ungheresi, rumeni, macedoni, montenegrini) sia sotto il profilo dell’impiego della lingua che della difesa delle tradizioni culturali, in un ampio quadro di garanzie di equità di diritti civili e politici.
Gli articoli 25 e 33 della legge sulle biblioteche del 2001 esplicitano il dovere delle biblioteche pubbliche e della biblioteca nazionale di offrire servizi e raccolte per alcune specifiche minoranze “storiche” (per esempio quella italiana, quella ungherese, quella rumena); inoltre, gli Standardi za splosne knjiznice (standard nazionali per i servizi bibliotecari approvati nel 2005) hanno sostanzialmente incorporato le previsioni dei vecchi standard IFLA specifici per le minoranze etniche (un periodico ogni 500 utenti potenziali, un libro ogni 5 utenti potenziali) in aggiunta alle raccolte generali; tuttavia, Novljan ha spiegato che anche in Slovenia la tendenza è quella di integrare i servizi multiculturali con il resto delle attività e dei servizi della biblioteca, anziché farne dei corpi separati.
Servizi che, sebbene non a livello di eccellenza, sono in linea con il processo di crescita del sistema bibliotecario pubblico sloveno (nel 2005: 61 unità amministrative per 240 biblioteche; 12 biblioteche mobili con altri 84 punti di servizio; 3,7 documenti, 0,43 postazioni informatiche, 12 prestiti per abitante, con una percentuale di iscritti del 25,7% e una media di 4 visite annuali pro capite).
L’agenda dell’incontro invernale era molto fitta. La coordinatrice Kirsten Leth Nielsen ha anzitutto presentato due nuovi membri, Susana Alegre Landàburu (Spagna) e Volker Pirsich (finalmente un tedesco!), la prima impegnata a Madrid, presso la direzione generale del Ministero della cultura, il secondo responsabile di un sistema bibliotecario pubblico ad Hamm/Westphalia; ha accennato ad alcune novità IFLA che interessano, seppure indirettamente, la Sezione (completamento delle linee guida per i piccolissimi, babies and toddlers; riferimenti alle minoranze etniche nel nuovo documento strategico dell’IFLA; inclusione del cinese tra le lingue ufficiali della Federazione), e al calendario delle riunioni e degli appuntamenti del prossimo Congresso sudafricano. Di seguito, sono stati esaminati in dettaglio i punti prioritari dell’attività della Sezione:
a) status dei documenti in elaborazione (Manifesto, nuove Linee guida, Piano strategico);
b) programma scientifico di Durban;
c) satellite meeting di Pretoria;
d) eventi per il 2008.

In estrema sintesi:

  • il testo dell’IFLA/Unesco Multicultural library manifesto pare ormai in dirittura di arrivo, almeno dal punto di vista del contenuto, a cui sono da apportare lievissime modifiche formali in vista della sua approvazione. L’attività della Sezione pertanto prosegue in stretto contatto con Abdel Aziz Abid dell’Unesco;
  • Robert Pestell, coordinatore del gruppo di lavoro incaricato della revisione delle Linee guida, ha presentato il primo draft delle nuove Guidelines. Il contenuto sarà più ricco dell’edizione precedente, e saranno tenuti in considerazione i cambiamenti prodotti dalle nuove tecnologie; anche la struttura del documento verrà rivista, con un occhio al modello delle linee guida per le biblioteche pubbliche, in particolare al suo interessante rapporto tra definizione di principi/modelli teorici e migliori pratiche, esperienze, casi di studio. Il draft sarà presto disponibile in IFLANET per proposte di modifiche e integrazioni da parte della comunità bibliotecaria internazionale;
  • è iniziata una nuova fase di redazione del piano strategico della Sezione, che sarà portata a compimento a Durban; si prevede una semplificazione di scopi e obiettivi specifici, e una maggiore coerenza della missione in rapporto agli ultimi documenti pubblicati dalla Sezione (Defining multiculturalism; Dieci ragioni per offrire servizi bibliotecari multiculturali);
  • per il 73° Congresso IFLA “Libraries for the future: progress, development and partnerships” (Durban, Sudafrica, 19-23 agosto 2007), la Sezione ha lanciato la proposta a presentare interventi (call for papers) per la sessione congiunta con la Sezione sulle Biblioteche governative “Government libraries: approaches to multi-lingual collections and service”;
  • tra i temi-chiave della sessione, la pianificazione dei servizi, le metodologie per l’acquisizione delle raccolte, lo sviluppo di siti web multilingue;
  • all’indirizzo http://lib.tut.ac.za/ifla/ è accessibile il programma completo della conferenza satellite di Pretoria “Innovative multicultural library services for all”, promossa insieme alla Sezione Biblioteche per ragazzi e giovani adulti e alla Sezione Lettura. Ann Katrin Ursberg ha fatto il punto sull’organizzazione della conferenza da parte del comitato, coordinato da Adriaan Swanepoel. È possibile iscriversi online, entro il 16 luglio prossimo;
  • si è infine fatto cenno all’organizzazione degli eventi legati al 74° Congresso mondiale IFLA “Libraries without borders: navigating towards global understanding” di Quebec, Canada, 10-15 agosto 2008, tra i quali spicca l’evento pre-congressuale “Multicultural library services: success stories from Canada and around the world”, a Vancouver dal 5 al 7 agosto, per il quale sono già da tempo al lavoro la Biblioteca e Archivio nazionale del Canada, con l’attenta regia di uno dei membri più attivi della nostra Sezione, Mijin Kim, in collaborazione con la Vancouver Public Library.
    Già accessibile la brochure multilingue di presentazione dell’evento.

    L’incontro ufficiale ha avuto una lieta parentesi con la visita guidata della NUK, grazie alla disponibilità di Darko Balazic. La Biblioteca nazionale e universitaria nacque nel 1774 per volontà dell’Impero austriaco (il decreto istitutivo fu firmato dall’imperatrice Maria Teresa) come Biblioteca del Liceo, configurandosi quindi fin dall’inizio come un’istituzione votata alla ricerca e al sostegno degli alti studi, mantenendo però una politica liberale di accesso al pubblico generale.
    In questo modo, ha sviluppato nel tempo una posizione di prestigio nel sistema bibliotecario pubblico, formatosi spontaneamente tra la metà e la fine dell’Ottocento con una rete di centri di lettura sorti per iniziativa dell’Unione sociale cristiana slovena, man mano sostenuti sempre più stabilmente dagli enti territoriali locali (per la prima legge sulle biblioteche in Slovenia bisognò tuttavia attendere il 1961; la legge è stata riformata nel 1982 e nel 2001).
    La nuova Repubblica slovena, a parte un grave ritardo nella realizzazione della nuova sede, ha riconosciuto in pieno la grande tradizione della biblioteca: rinominata biblioteca statale – dopo il dominio francese nel corso dell’Ottocento e la prima guerra mondiale – nel 1919, divenuta titolare del deposito legale per tutte le regioni dell’ex Jugoslavia fin dal 1921, chiamata dal 1938 anche Biblioteca universitaria, e dal 1945 finalmente rivestita dell’attuale denominazione di Biblioteca nazionale universitaria, la NUK è dotata oggi di 140 unità FTE di personale e quasi 2.500.000 documenti (tra cui alcuni preziosi tesori sia manoscritti che a stampa) ormai troppo stretti nell’antico edificio di quattro piani di via Turjaska, ristrutturato negli anni Trenta del secolo scorso da Joze Plecnik.
    E così, in attesa del finanziamento della costruzione di una nuova grande sede in via Zois, già da diversi anni progettata dall’architetto Marko Music, la biblioteca nazionale ha dovuto prendere in affitto ulteriori locali in un edificio situato 30 km a est di Ljubljana. Il governo sloveno assegna ogni anno il budget (che il rapporto annuale del 2005 indicava in quasi sei milioni di euro, a cui vanno aggiunte risorse proprie della biblioteca per quasi un milione di euro) per raccolte, servizi, progetti, e personale necessari a soddisfare la triplice missione della NUK, e cioè:
    a) in quanto biblioteca nazionale: raccogliere, documentare, conservare, archiviare, valorizzare nel mondo il patrimonio scritto della nazione slovena e la sua ricca eredità culturale, compresi i piani di attuazione della Biblioteca digitale slovena; inoltre, gestire il Catalogo unico sloveno COBISS.Sia e produrre la Bibliografia nazionale slovena;
    b) in quanto biblioteca universitaria: sostenere la ricerca, l'insegnamento e l'apprendimento nell'Università centrale slovena; guidare gli utenti a un utilizzo efficace e consapevole delle notevoli risorse documentarie disponibili in diversi formati, supporti e lingue; inoltre, fare da centro di conoscenza e documentazione per favorire l'apprendimento permanente e lo sviluppo delle capacità di impiego delle nuove tecnologie da parte dei cittadini sloveni;
    c) in quanto agenzia per il sistema bibliotecario nazionale: proporsi come centro leader a livello nazionale in ricerca, sviluppo e formazione nel settore della biblioteconomia e delle scienze dell'informazione; inoltre, dettare linee di indirizzo, sviluppare progetti, misurare e monitorare la qualità del servizio, per le biblioteche pubbliche territoriali.

    ciccarello.domenico@tiscali.it


    IFLA mid-winter meeting 2007. «AIB notizie», 19 (2007), n. 7-8, p. 14-16.

    Copyright AIB 2007-07, ultimo aggiornamento 2007-07-19 a cura di Zaira Maroccia
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