Il nuovo anno si è aperto con uno scambio di e-mail in AIB-CUR sullo scarto nelle biblioteche americane, in cui si parlava del presunto invio al macero di classici della letteratura per fare spazio a best seller più recenti.
Ovviamente la vicenda era stata gonfiata dai media, in realtà nella biblioteca incriminata (la Fairfax County Library in Virginia [1]) viene applicata una politica di revisione delle collezioni efficace.
Dopo aver consultato l’OPAC della Biblioteca la discussione è andata verso l’off topic, ovvero le funzionalità avanzate dei sistemi di automazione per biblioteche. Il catalogo online della biblioteca di Fairfax [2], infatti, consente di vedere oltre ai tradizionali dati del record bibliografico anche copertina del libro, indice, recensioni, biografia dell’autore, e così via.
Ci si è chiesti come mai i nostri OPAC, invece, non sono così ricchi di informazioni: la colpa certo non è dei software e dei loro sviluppatori, quanto piuttosto della mancanza di energie e disponibilità economiche da parte di chi utilizza questi sistemi. Negli ultimi anni i sistemi di automazione hanno subito grandi aggiornamenti, consentendo funzionalità sempre più avanzate, utili sia al bibliotecario sia all’utente.
L’integrazione di servizi e informazioni aggiuntive nell’OPAC è fondamentale per costruire un rapporto proficuo con il pubblico: ad esempio, grazie alla presenza di abstract e recensioni collegate alla descrizione bibliografica, l’utente potrà scegliere con precisione e in piena autonomia l’opera di interesse, conoscendone non solo la collocazione ma anche l’effettiva disponibilità.
In questo modo l’impressione che ricaverà dalla sua biblioteca non potrà che essere positiva.
Anche tra le nostre biblioteche comunque (e per fortuna!) non mancano esempi di funzionalità avanzate negli OPAC.
In ambito universitario è da segnalare il progetto Indici e sommari in OPAC [3] curato dal Centro inter-bibliotecario dell’Università di Bologna. Il progetto non solo prevede la possibilità di collegare al record bibliografico, appunto, le immagini digitali di indice e sommario, ma le informazioni ivi contenute sono rese ricercabili, già nella maschera di ricerca di base, attraverso un campo specifico.
Il progetto, nel settembre 2005, ha visto la partecipazione di dieci biblioteche dell’ateneo bolognese e l’apporto della biblioteca della Fondazione “Gugliemo Marconi” [4], il cui sito dell’archivio bibliografico consente di visualizzare la digitalizzazione di articoli, frontespizi e indici di monografie, brevetti e altri documenti, nonché fotografie degli strumenti conservati nel museo.
Per quanto riguarda le biblioteche pubbliche, sicuramente è da citare l’OPAC del Sistema bibliotecario provinciale di Verona [5] che, oltre all’immagine della copertina, presenta anche abstract e commento/giudizio dei lettori. Interessante anche lo “scaffale virtuale”, che consente di esplorare i record bibliografici partendo dalle classi della Dewey [6].
Lo stesso principio è applicato da LiBeR database [7], la bibliografia del libro per bambini e ragazzi, che non è un catalogo di biblioteca, ma va senz’altro portato come esempio di “buona pratica”. Contiene anche la valutazione delle opere e il relativo abstract.
Nel campo del libro antico, forse il primo OPAC ad avere implementato la gestione delle immagini è stato Edit16 [8]: contiene frontespizi, colophon e marche digitalizzate, che nell’ambito del libro antico sono informazioni preziosissime.
Cataloghi di materiale afferente alle arti visive a maggior ragione dovrebbero presentare, oltre alla descrizione standardizzata, la digitalizzazione degli oggetti. Esempi di questi OPAC sono il catalogo della Fototeca e delle Incisioni e stampe della Biblioteca Panizzi [9] e dell’Archivio fotografico dell’Arcidiocesi di Gorizia [10], con l’interfaccia di ricerca a faccette.
Un OPAC davvero interessante è infine quello del Comune di Trieste, un catalogo integrato dei beni culturali [11], che contiene articoli, audiovisivi, immobili, materiale cartografico, fotografie, grafica, materiale multimediale, sonoro, monografie, periodici, opere d’arte, programmi di sala e reperti archeologici. È stato realizzato grazie alla collaborazione fra istituti diversi del territorio (archivi, musei ecc.).
frigimelica@aib.it
[1] http://www.fairfaxcounty.gov/library/classics.htm.
[2] http://www.fairfaxcounty.gov/library/catalogindex.htm.
[3] http://www.cib.unibo.it/cib/progetti/indici-e-sommari-in-opac.
Si veda anche l’articolo di Raffaella Gaddoni – Marilaura Vignocchi, Nella selva oscura degli OPAC, «Bibliotime», 9 (2006), n. 3, http://didattica.spbo.unibo.it/bibliotime/num-ix-3/gad-vign.htm.
[4] http://www.fgm.it/site/cont.php?a1=34.
[5] http://sbp.provincia.verona.it.
[6] Sul progetto OPAC Semantici si veda: http://www-dimat.unipv.it/biblio/sem/.
[7] http://liberdatabase.bookmarkweb.it/index.php?screen=scaffale1&loc=N&osc=scaffale1
[8] http://edit16.iccu.sbn.it.
[9] http://panizzi.comune.re.it/cons.htm#foto, http://cataloghi.comune.re.it/Cataloghi/Zetesis.ASP?WCI=Generic&WCE=MENU&WCU=html/inci.htm.
[10] http://www.issrgo.it/istituto.
[11] http://biblioteche.comune.trieste.it.