Il Gruppo di lavoro sulla conservazione svolge dal 1999 per il Sistema bibliotecario di Padova attività di sensibilizzazione, formazione, informazione e consulenza.
Le linee politiche in materia di conservazione, redatte dal Gruppo di lavoro e approvate dal Comitato tecnico scientifico dello SBA nel 2001, mirano a una "migliore conservazione del patrimonio documentario e bibliografico", nell’intento di promuovere una sempre crescente qualificazione del servizio reso agli utenti e una maggiore dinamicità ed economicità delle procedure conservative attuate dalle biblioteche.
La contrazione dei fondi a disposizione nelle biblioteche ha determinato infatti inevitabilmente anche la riduzione delle spese destinate alla rilegatura, tra cui figurano anche quelle relative ai periodici [1].
È sembrato quindi opportuno fornire ai bibliotecari alcune indicazioni in grado di rispondere alle piccole esigenze quotidiane, ai dubbi dell’ultimo minuto, e al tempo stesso qualche suggerimento in ambito di prevenzione indiretta. La formazione professionale nel campo della conservazione troppo spesso si acquisisce esclusivamente "on the job" [2], cioè affrontando giorno per giorno le varie problematiche e collaborando con il restauratore, con il quale si crea un rapporto di fiducia.
Il progetto
Proprio nell’ottica del servizio agli utenti, ma anche per rendere un servizio di consulenza ai colleghi, il gruppo di lavoro si è fatto tramite delle esigenze dei bibliotecari, registrando di volta in volta le questioni poste e cercando di realizzare uno strumento di informazione e al tempo stesso di formazione. L’attività del gruppo si è concretizzata in questi giorni con la pubblicazione nel Web, del sito ilRilegalibro, dedicato alla rilegatura dei volumi e alla prevenzione e correzione dei danni che essa più frequentemente subisce.
Il progetto nasce inizialmente come una sorta di vademecum da realizzare in Power Point, riversare su CD-ROM e distribuire alle biblioteche.
Per adattarlo maggiormente alle informazioni sempre più ricche che si volevano offrire, si decide in un secondo momento di realizzarlo nella forma del sito web, nella cui progettazione sono coinvolte varie professionalità: un web master, un fotografo, un grafico e ovviamente i bibliotecari conservatori e la restauratrice del gruppo di lavoro.
Il sito è stato pensato per rendere le informazioni facilmente accessibili, continuamente aggiornabili e soprattutto ben visibili.
Realizzato in un primo momento solo in lingua italiana, è sembrato poi opportuno tradurlo in inglese, così da assicurarne una diffusione e una fruizione maggiori. La versione in inglese ha richiesto l’intervento di esperti linguistici (non bibliotecari) e l’utilizzo di glossari, tutorial e guide straniere. Questo ulteriore sforzo è stato stimolato anche dall’intento di favorire nuove collaborazioni, auspicando magari anche partnership con realtà estere.
ilRilegalibro si propone di suggerire l’applicazione di poche e semplici norme, spesso di facile intuizione, ma non "codificate" in maniera specifica.
La homepage riporta le tematiche affrontate, elencate nel menù posto sulla sinistra della pagina, elemento che rimane fisso e in evidenza in ogni parte del sito. Dopo una breve introduzione, qualche consiglio sulla navigazione e la segnalazione di coloro che hanno contribuito al sito, si passa subito all’analisi dei singoli casi.
Sempre dalla homepage è anche possibile passare alla versione inglese.
Le tipologie di danno individuate sono quelle che le legature dei volumi subiscono in maniera più ricorrente, come la coperta staccata, il volume imbarcato e il dorso rotto; ve ne sono però anche altre, non propriamente attinenti alla rilegatura, quanto piuttosto alle operazioni che ordinariamente si commissionano al rilegatore, come la rifilatura, la sistemazione degli allegati ecc. Il caso viene analizzato in tre schermate ben distinte: il Problema, che lo descrive brevemente, il Cosa fare, che suggerisce qualche piccolo accorgimento o come far fronte al danno, e il Cosa non fare, che invece scongiura alcuni interventi che possono risultare inutili o addirittura peggiorare ulteriormente la situazione.
Il percorso fissato per ogni singolo caso è agile: le tre pagine Problema, Cosa fare e Cosa non fare sono facilmente raggiungibili e le foto rendono immediatamente l’idea del danno. L’ausilio di molte immagini ha rappresentato una scelta obbligata in presenza di argomenti estremamente tecnici. Tutte le foto sono state realizzate in bassa definizione per non rallentare inutilmente l’apertura delle pagine, ma sono anche godibili in alta definizione cliccandoci sopra.
Sono state utilizzate anche alcune immagini schematizzate come quella della Rilegatura, con i dettagli per una corretta procedura, e quella in testa al Glossario, che chiarisce le parti che compongono un libro. Altre illustrazioni realizzate dalla restauratrice si affiancano ad alcune definizioni del glossario.
La navigazione proposta Problema, Cosa fare e Cosa non fare rimane invariata per tutte le situazioni contemplate: mantenendo alcuni punti di riferimento stabili, ci si è sforzati di offrire un sito organizzato e non caotico, nel quale il lettore possa agevolmente orientarsi, nonostante la specificità dell’argomento. Anche l’utilizzo di una terminologia a volte troppo specifica non risulta disorientante grazie alla presenza del Glossario, cui si accede dalla homepage e al quale si fa di continuo rimando per quanto riguarda i termini più specialistici. La navigazione è possibile anche tra le definizioni contenute all’interno dello stesso glossario.
Ulteriori sviluppi
ilRilegalibro, più che invitare alla conservazione "fai da te", intende stimolare la capacità di prevenire il danno piuttosto che porvi rimedio.
Il sito fornisce al bibliotecario alcune informazioni di base che gli consentono di avere con il rilegatore un rapporto più consapevole e sicuramente più proficuo.
Il chiarimento di alcune procedure tecniche rende il bibliotecario in grado di avanzare al rilegatore richieste più circostanziate, miranti ad esempio a evitare la rifilatura o certe particolari cuciture.
L’entusiasmo e la "concretezza" dei bibliotecari che hanno collaborato al progetto ci induce a sperare in una maggiore attenzione alle problematiche della conservazione anche all’interno dell’ambito universitario in cui operiamo, salvo restando il nostro ruolo di supporto alla ricerca e alla didattica.
L’appoggio dimostrato dal Sistema bibliotecario dell’Ateneo padovano ci spinge a vivere questa esperienza non solamente come un momento di consenso, ma soprattutto come un punto di partenza per un progetto più ampio, in grado di coinvolgere non solo i bibliotecari, ma anche gli utenti delle biblioteche.
Il Gruppo di lavoro sulla conservazione attualmente è composto da: C. Bruno, E. Galasso, C. Ghetti, C. Hartsarich, F. Lissandrin, R. Randon.; la veste grafica del sito è stata realizzata da S. Varotto, le foto sono di A. Graziani e R. Randon. Per eventuali suggerimenti e commenti: glconservazione@list.cab.unipd.it.
costantina.bruno@unipd.it
[1] Vittorio Ponzani, Rilegare i periodici. «AIB notizie», 14 (2002), n. 1, p. 16-17.
[2] Dialogo sulla conservazione: intervista a Carlo Federici, a cura di Gloria Cirocchi. «AIB notizie»,
18 (2008),
n. 3-4, p. 23-24.