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Piatti, Rossella
(Napoli 18 aprile 1927 – Genova 16 ottobre 2017)
Rosa Piatti, che di solito si firmava Rossella e compare anche come Rosella, conseguì la laurea in lettere nel 1951 presso l'Università di Genova con una tesi di etnologia. Dal novembre 1951 alla fine del 1952 svolse un periodo di volontariato presso la Biblioteca universitaria di Genova e conseguì anche il diploma rilasciato a seguito dei corsi di preparazione per le biblioteche popolari e scolastiche organizzati dalla Soprintendenza bibliografica.
Nel gennaio 1953 cominciò come bibliotecaria avventizia la sua lunga carriera nel Comune di Genova, riordinando e catalogando i volumi della Biblioteca Berio, gravemente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Grazie al lavoro suo e di altre giovani bibliotecarie, sotto la direzione di Giuseppe Piersantelli, la biblioteca fu riaperta al pubblico il 12 maggio 1956.
Passata di ruolo nel 1960, manifestò presto interesse per il patrimonio antico della biblioteca, pubblicando un contributo su un prestigioso codice (Note su di un Missale Romanum miniato degli inizi del sec. XVI, «La Berio», 1962, n. 2) e frequentando corsi di specializzazione in paleografia, diplomatica e discipline archivistiche a Genova e a Milano.
Divenuta responsabile della Sezione Manoscritti, incunaboli e rari, provvide al restauro di molti volumi antichi ricorrendo a laboratori specializzati, incrementò le collezioni antiche, incoraggiando le donazioni di materiale raro e di pregio, e ne curò la valorizzazione attraverso la catalogazione, soprattutto di carteggi e fondi manoscritti, la promozione di pubblicazioni e l'organizzazione di eventi. Tra questi si ricordano due importanti mostre bibliografiche realizzate in collaborazione con Luigi Marchini, conservatore onorario della biblioteca: nel 1969 la Mostra di manoscritti e libri rari della Biblioteca Berio, arricchita da una giornata di studio sui manoscritti, e nel 1976 la Mostra di legature dei secoli XV-XIX, in collaborazione con la Biblioteca universitaria e l'Archivio storico comunale. Aperta alle novità tecnologiche, avviò la riproduzione dei manoscritti su microfilm, fornendo agli utenti un servizio decisamente innovativo di lettura e fotocopia da microfilm. Dedicò sempre molta cura alla consulenza al pubblico, con particolare attenzione per i giovani ricercatori e gli studenti.
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