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Mazzocchi Alemanni, Muzio
(Firenze 26 aprile 1920 – Roma 4 luglio 2013)
Trasferitosi presto da Firenze a Roma, studiò all'Università di Roma, facendo amicizia fra l'altro con Franco Lucentini, e si laureò in lettere con una tesi su G.G. Belli, edita in parte nel 1942.
Fu poi giornalista, responsabile dal 1947 al 1949 della terza pagina de «L'Italia socialista», e nel 1949 supplente di storia e filosofia al Liceo Visconti di Roma.
Nel dicembre 1949 entrò come vicesegretario nella carriera amministrativa del Ministero della pubblica istruzione ma dopo pochi mesi passò a quella delle biblioteche statali, come vicebibliotecario dal 1º luglio 1950, fra i vincitori del concorso che era stato bandito due anni prima. Lavorò alla Biblioteca Angelica, allora diretta da Francesco Barberi di cui divenne amico, occupandosi dei manoscritti e della catalogazione degli incunaboli e del fondo Zanazzo. Passò in seguito nel 1954 alla Biblioteca Alessandrina, nel 1955 alla Biblioteca di storia moderna e contemporanea e verso il 1957 alla Biblioteca nazionale centrale. Nel dicembre 1952 fu promosso bibliotecario di 2ª classe e nel 1955 bibliotecario di prima classe.
Aderì già dal 1951 all'Associazione italiana biblioteche e venne eletto del Comitato regionale della Sezione Lazio dal 1953 al 1957.
Nel 1959 passò a lavorare alla Direzione pubblicità e stampa della Olivetti, dove fra l'altro scrisse la sceneggiatura di alcuni documentari, e contribuì al Movimento di collaborazione civica. Collaborò anche con Italia nostra.
In seguito fu nuovamente funzionario del Ministero della pubblica istruzione e membro del Consiglio di amministrazione del CNITE (Centro nazionale italiano tecnologie educative).
Studioso di Belli (i suoi studi sono raccolti in Saggi belliani, [Roma]: Colombo, 2000) e della poesia romanesca, socio ordinario dell'Arcadia e membro dal 1994 del Gruppo dei romanisti, nel 1974 fu tra i fondatori del Centro studi Giuseppe Gioachino Belli, di cui fu poi presidente dal 1999 al 2010. Curò inoltre per Einaudi, insieme a Giovanni Ferretti, l'Epistolario di Francesco De Sanctis.
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