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AIB. Pubblicazioni. DBBI20
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Zanazzo, Luigi (Giggi)
(Roma 31 gennaio 1860 – Roma 13 dicembre 1911)
Battezzato con i nomi di Luigi Antonio Gioacchino, figlio di un piemontese grossista di vino immigrato da molti anni a Roma, fece studi di ragioneria presso i frati francesi del Collegio Poli, ma si dedicò da subito alla letteratura, prima con versi italiani, poi al teatro dialettale e alle poesie romanesche, pubblicate sul «Don Pirloncino» e sul «Capitan Fracassa», che gli procurarono ben presto apprezzamento e grande notorietà sia a Roma che nel resto d'Italia. Nel 1882 fu attratto dalle produzioni teatrali di operetta romanesca, che si tenevano al Teatro Rossini in piazza Santa Chiara, di cui rimangono solo pochi testi a stampa, essendo per la maggior parte brogliacci destinati al capocomico, ma che contribuirono in modo formidabile alla sua fama.
Entrato nel 1884, grazie al ministro della pubblica istruzione Guido Baccelli, nella carriera delle biblioteche governative, come sottobibliotecario alla Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele II di Roma, allora diretta da Domenico Gnoli, al principio del 1886 venne inquadrato come sottobibliotecario di 4ª classe e nel novembre 1893 promosso sottobibliotecario di 3ª classe.
Nel marzo 1894 fu trasferito alla Biblioteca del Ministero della pubblica istruzione, che curò per parecchi anni col solo aiuto di un distributore comandato dalle biblioteche governative, Federico Del Chiaro. In questi anni di esaurimento della vena poetica, ma di studio sul folklore e le tradizioni popolari, passò nei ruoli amministrativi del Ministero, come segretario, al principio del 1902, mantenendo sempre l'incarico di direzione della Biblioteca. Nel 1908 venne promosso primo segretario.
Fu poi compreso tra il personale ritenuto non necessario al Ministero e collocato a riposo d'ufficio nel febbraio 1911: la spiacevole vicenda, dovuta almeno in parte a motivi politici (è nota come l'"epurazione della Minerva"), costituì per lui un duro colpo da cui non si riprese.
Oltre a stampare varie raccolte poetiche e commedie in dialetto, fondò e diresse le riviste «Rugantino» (1887) e «Casandrino» (1897) e si dedicò a raccogliere e pubblicare le tradizioni popolari romane.