Al Presidente del Senato della Repubblica
Prof. Marcello Pera
Al Presidente della Camera
On. Pier Ferdinando Casini
Al Presidente della 7. Commissione permanente del Senato
Sen. Franco Asciutti
Al Presidente della 7. Commissione permanente della Camera
On. le Ferdinando Adornato
Al Ministro per i beni e le attività culturali
On. le Giuliano Urbani
In seguito ai mutamenti operati in seno al Consiglio per i beni e le attività culturali, con la sostituzione senza alcuna motivazione di Giuseppe Chiarante, Vittorio Emiliani e Luca Odevaine, e in riferimento alla già avviata e generalizzata rotazione dei dirigenti tecnici, in occasione del cosiddetto spoils system, è doveroso evidenziare come risulti mortificata la componente tecnico-scientifica nella tutela del patrimonio culturale.
Nella sostituzione con un funzionario amministrativo alla direzione dell'Archivio centrale dello Stato di Paola Carucci, studiosa di riconosciuta qualificazione tecnica e scientifica, noi vediamo compromesso proprio il principio, per noi fondamentale, di tutela delle professionalità scientifiche nel Ministero per i beni e le attività culturali e più generalmente nella gestione dei servizi pubblici.
Nella sostituzione di Giuseppe Chiarante, che tanto si è prodigato per far funzionare in modo costruttivo il Consiglio, noi siamo consci di perdere una voce che con continuità e concretezza ha sempre assunto posizioni autonome e spesso critiche verso i precedenti governi, rappresentando, nel Consiglio, le istanze della tutela dei beni culturali, con cui si identificano i tecnici.
L'evoluzione del Ministero in questa direzione, già avviata da qualche tempo nei processi di riforma che lo hanno riguardato, si sta ora compiendo in modo gravemente preoccupante sul fronte più delicato della direzione degli istituti, con conseguenze che saranno presto visibili nelle scelte politiche e culturali e si rifletteranno sulla collettività degli studiosi.
Tutto ciò è aggravato dalla mancata consultazione del Consiglio su tutti gli importanti provvedimenti normativi di questo ultimo anno, come l'istituzione della "Patrimonio Spa", l'art. 33 della Finanziaria 2002 e la legge c.d. Lunardi sulle infrastrutture, con cui si è voluto incomprensibilmente escludere ogni trasparenza e ogni contributo costruttivo del mondo dei tecnici e degli studiosi rappresentato nel Consiglio e nei Comitati di settore.
La tutela, la conoscenza, la fruizione dei beni culturali in tutti i settori del Ministero non sono rese possibili solo dall'attività amministrativa, ma sono soprattutto dovute allo studio, alla professionalità, al lavoro continuo e regolare del personale tecnico-scientifico.
Questo complesso di competenze costituisce la peculiarità del Ministero, la sua ragion d'essere, la garanzia di assolvere ai compiti di rilievo derivanti dalla tutela e gestione dei beni culturali.
Nel ribadire quindi il ruolo autonomo delle competenze tecniche, indispensabile per garantire la tutela stessa, e degli organi tecnici consultivi nell'elaborazione delle scelte programmatiche relative al campo della tutela che la Costituzione assegna allo Stato, chiediamo che siano rispettate nella preposizione agli istituti dei Beni culturali le specifiche competenze dei dirigenti tecnici, che i provvedimenti legislativi in corso di emanazione vengano resi pubblici in un ampio dibattito fra gli esperti del settore e gli operatori della cultura e che siano sottoposti, come prevede la legge finora disattesa, al parere e al contributo degli organi consultivi competenti.
Roma, 30 ottobre 2002
Associazione italiana biblioteche (AIB)
Associazione nazionale archivistica italiana (ANAI)
Associazione nazionale dei tecnici per la tutela dei beni culturali e ambientali (Assotecnici)
Hanno aderito:
Associazione Bianchi Bandinelli
Associazione Polis
Comitato per la bellezza Antonio Cederna
Italia nostra
LEGAMBIENTE
WWF Italia