AIB Vita dell'Associazione
Mediateca 2000:
è ora di strategie
Riassunto dell' intervento effettuato da Igino Poggiali, Presidente dell'Associazione italiana biblioteche in occasione dell'incontro del 16-6-99 presso il Ministero per i beni e le attività culturali in merito alla ripresa di Mediateca 2000.
A nome dell'AIB prendo atto che la riunione di questo tavolo di coordinamento da noi sollecitata più volte e per lunghi mesi viene realizzata stasera con un orario (le 17) che non consentirà molto più che uno scambio di informazioni veloce ma non potrà esaminare proposte operative, visto che qualcuno ha già lasciato o sta lasciando la riunione. Mancano peraltro gran parte dei soggetti che costituivano questo comitato quali la Rai, Telecom, l'ABI, l'AIPA etc.
Il Sottosegretario Loiero ha detto nella sua introduzione che il
Piano d'Azione Mediateca 2000 è ora una scelta strategica del Ministero. La cosa ci fa ovviamente piacere, ma non abbiamo altri segnali concreti di una effettiva volontà di dar seguito concreto a tali affermazioni.
Mediateca 2000 voleva e poteva essere la via italiana alla Società dell'informazione ed era affascinante l'idea che a guidare quel processo potesse essere il nuovo "Ministero della cultura" a livello centrale e le istituzioni culturali ed educative sul territorio, aperte al mondo imprenditoriale ed alla società civile.
Mi permetto di ricordare che l'iniziativa era denominata "Piano di azione" non a caso ma perché puntava sulla valorizzazione di tutte le iniziative che in gran parte del territorio si sono comunque già messe autonomamente in moto e che aspettano solo il segnale e la conferma da parte del Ministero e del Governo nel suo complesso di stare operando nello spirito e nella strategia del Piano d'azione stesso.
Parlo di tutti quei Comuni, Province, Regioni, Associazioni, aziende pubbliche e private, istituzioni culturali ed educative che in qualche modo, e spesso con il raggiungimento di punti di eccellenza paragonabili alle esperienze straniere, stanno già determinando un paesaggio che, se portato a visibilità potrebbe consentire all'Italia di dire "Ecco, anche noi stiamo operando secondo le linee strategiche della Commissione europea in materia di accesso all'informazione da parte dei cittadini, secondo le raccomandazioni del Consiglio d'Europa e in rapporto alle strategie di sviluppo dei nuovi consumi e dei nuovi servizi che le tecnologie rendono disponibili". Una volta tanto eravamo arrivati tra i primi e con un approccio globale che ha suscitato immediatamente l'interesse delle organizzazioni professionali di molti paesi, con le quali siamo in contatto.
Questa rete di servizi già avviati ha molti buchi specie nelle regioni del Sud e certamente come AIB abbiamo condiviso che il massimo sforzo venisse concentrato sulle regioni dell'obiettivo 1. Non abbiamo mai invece condiviso il puntare esclusivamente sulla formazione di nuovi operatori da mettere sul mercato quando si sapeva che tale mercato si forma attraverso un complesso di azioni convergenti della pubblica amministrazione e del sistema imprenditoriale che abbiano come fine la garanzia di accesso all'informazione da parte di tutti i cittadini intesi ad un tempo come titolari di diritti alla conoscenza e possibili protagonisti di un sistema produttivo in cui la conoscenza costituisce la risorsa fondamentale.
Mediateca 2000 non può quindi ridursi alla creazione di cosiddette "mediateche" intese come sale predisposte per l'utilizzo di postazioni Internet e di prodotti dell'editoria elettronica e multimediale. Essa voleva costituire l'occasione per il rilancio delle biblioteche pubbliche, scolastiche, dell'Università e dei centri di documentazione ed informazione con l'inserimento di attrezzature e servizi adeguati ma nell'ambito di un progetto di stretta integrazione tra mezzi tradizionali (libri, giornali etc.) e innovativi (Internet, CD , audio e video). Laddove i servizi non esistevano si partiva dalla costituzione di un presidio basato sulle nuove tecnologie per fargli poi crescere attorno tutti quei servizi ed opportunità che sono ormai ben delineati nella risoluzione del Parlamento europeo intitolata La biblioteca pubblica nella società moderna anche in versione italiana.
Una struttura di tal genere si pone nel tessuto sociale come supporto alle azioni educative lungo tutto l'arco della vita che tanto interessano il mondo imprenditoriale, è un presidio contro l'esclusione, promuove la lettura ed il consumo di prodotti culturali, induce comportamenti positivi nel tessuto sociale e nelle relazioni tra gli individui.
Abbiamo registrato un totale disimpegno a gestire il Piano con l'unica modalità che ne avrebbe consentito la valorizzazione. Tale disinteresse è provato da molti fatti:
- Non si è mai dato vita ad un organismo tecnico di coordinamento che potesse fornire l'assistenza quotidiana a tutti i soggetti che avrebbero volentieri investito in questa strategia. Ciò pare sia dipeso da contrasti tra il Sottosegretario La Volpe e la Direzione generale, contrasti dei quali i partners esterni e l'intera iniziativa hanno certamente pagato prezzi ingiusti e dei quali comunque il Ministro dell'epoca, nonché vicepresidente del Consiglio, avrebbe dovuto sapere e quindi provvedere a conciliare. Ciò anche rimuovendo sia le cause che, se necessario, i protagonisti.
Non ci spieghiamo comunque come mai la sostituzione del Sottosegretario La Volpe, avvenuta col cambio di Governo, ormai otto mesi fa, non abbia determinato un'immediata ripresa del Piano d'Azione. Non possiamo che dedurne che le ragioni del contrasto fossero in realtà connesse al merito stesso della scelta di avviare questo progetto da parte di quel Ministero.
Se tali resistenze potevano avere qualche legittima ragione ad una lettura schematica delle competenze del Ministero prima della riforma, noi riteniamo che tra le poche novità che il Ministero per i beni e le attività culturali porta con sé vi sia certamente anche quella di poter legittimamente coordinare e dare impulso ai processi di innovazione nei servizi di accesso al sapere in qualunque formato tecnologico si presenti. In ogni caso il Paese ha bisogno che il Governo svolga quel ruolo insostituibile di direzione politica e di individuazione delle strategie che non può essere appiattito sulla semplice lettura delle competenze di questa o quella Direzione generale.
Speriamo che tale funzione possa essere assunta ora dal "Forum per la Società dell'Informazione" costituito presso la Presidenza del Consiglio;
- Non si è data alcuna evidenza al Piano d'Azione in nessuna attività di comunicazione esterna del Ministero o del Governo nel suo complesso: non si sono utilizzati a questo fine i mezzi tecnologici che erano oggetto del piano stesso e cioè i siti Internet già realizzati o meglio ancora un sito proprio del Piano d'Azione;
- il sito Internet dell'Unione Europea la cui sezione italiana risulta manutenuta da uffici governativi che non siamo riusciti ad identificare NON CITA A DUE ANNI DAL VARO il Piano d'Azione tra le strategie di partecipazione dell'Italia alle politiche di diffusione dei servizi basati sulle tecnologie multimediali; si può vedere a tal proposito il sito <http://www2.echo.lu/libraries/en/natpol.html>;
- il Ministero delle Comunicazioni non ha ancora accolto le nostre reiterate richieste di semplificazione o azzeramento delle procedure e delle imposizioni relative alla messa a disposizione di POSTAZIONI INTERNET in POSTI PUBBLICI (biblioteche, centri di documentazione centri informagiovani etc.) Si veda a tal proposito il sito dell'AIB : <http://www.aib.it/aib/cen/politica4.htm>;
- L'AIB si è trovata in enormi difficoltà ed ha dovuto investire risorse e tempo dei propri Presidenti di sezione regionale ben oltre le possibilità e le responsabilità che le competevano. Tutto ciò a causa dell'assenza di un organismo di coordinamento che solo il Ministero avrebbe potuto e dovuto istituire;
- Italia Lavoro ha avuto enormi difficoltà nella realizzazione del segmento di attività a lei assegnato ed ha scontato le contraddizioni tra gli enunciati del Piano (convergenza delle strategie di tutti i soggetti coinvolti) e la mancata gestione politica di tale strategia: il risultato è che le piccole aziende nate dai corsi di formazione stentano a trovare nel territorio la necessaria integrazione nei processi di sviluppo locale e nel tessuto imprenditoriale esistente;
- non si sono gestiti i rapporti con Telecom e con la RAI che dovevano contribuire al Piano con scelte funzionali allo sviluppo dei servizi in questione data la loro natura di concessionari di infrastrutture pubbliche coinvolte nel Piano;
- la pubblicazione delle dispense per i corsi di Mediateca 2000 che la stessa RAI ha stampato (a pagamento e quando i corsi erano già terminati)non ha avuto alcuna diffusione e pubblicizzazione quando invece avrebbe avuto un mercato significativo anche perché piuttosto inedita nel panorama degli strumenti formativi disponibili;
- il Ministero della Pubblica istruzione e quello dell'Università non sono mai stati formalmente coinvolti in un Piano che, va da sé, può camminare solo sulle gambe degli allievi di ogni età coinvolti in attività di formazione;
- Nella Finanziaria non sono state accolte le proposte avanzate da noi ma anche da numerosi altri soggetti interessati allo sviluppo della Società dell'informazione. E' mancata così quella politica di incentivi e agevolazioni che sola avrebbe determinato comportamenti individuali coerenti con gli obiettivi generali del Piano d'Azione;
- Non si è dato seguito all'elaborazione di un disegno di legge quadro sulle biblioteche di cui l'AIB aveva fornito una bozza. La mancanza di tale strumento legislativo rende inattuabile il Piano d'Azione in quanto il nostro ordinamento non contempla neppure il concetto giuridico di biblioteca pubblica come struttura di servizio, né tantomeno si può trovare il suo inserimento tra gli strumenti per l'accesso al sapere. Ci si limita pertanto alla sua individuazione come entità patrimoniale;
- Non si è evidenziato alcun impegno da parte del Ministero né del Governo nel suo complesso nel presidiare le prerogative del servizio pubblico rispetto alla legislazione sul diritto d'autore che è in corso di discussione nelle due Camere se si fa eccezione per l'accordo sottoscritto nel febbraio 98 al Collegio Romano tra i rappresentanti delle Associazioni professionali, tra cui l'AIB, l'AIE e l'AIPE al quale non è però mai seguita la messa a punto degli strumenti che lo avrebbero potuto rendere operativo, uno per tutti la definizione giuridica di biblioteca pubblica;
- Le prime proposte per l'attuazione della nuova funzione del Ministero nel settore della promozione della lettura e del libro al di là di semplici e formali citazioni in qualche occasione pubblica non hanno tenuto in nessun conto il ruolo delle biblioteche in generale né di quelle coinvolte nel Piano d'Azione e non hanno puntato alla valorizzazione delle aziende nate dalle attività formative di Mediateca 2000 che sarebbero invece una formidabile infrastruttura distribuita sul territorio delle regioni meno dotate di servizi qualificati;
È comunque vero che si sono individuate nuove risorse da parte del CIPE ma esse non basteranno certamente a far decollare il Piano in quanto dalle prime avvisaglie ci rendiamo conto che ci si muoverà ancora secondo una linea che prevede azioni che vanno dal centro verso la periferia: Ministero- Regioni- Province - Comuni. È un modello arcaico di sostegno allo sviluppo che ha fallito sempre i suoi obiettivi creando sprechi e frustrazioni, che sposta il potere dai protagonisti (aziende, organizzazioni professionali)alle burocrazie i cui tempi di decisione sono incompatibili con i tempi e le dinamiche dei processi sociali ed economici.
L'AIB resta comunque disponibile a collaborare al Piano d'Azione a condizione che si riprenda il percorso con l'approccio globale che era ragione sostanziale dell'iniziativa, con una forte carica di innovazione e con un forte investimento a livello di marketing unitamente alla soluzione positiva delle contraddizioni evidenziate sopra.
Copyright AIB 1999-06-28, ultimo aggiornamento 1999-06-28
a cura di Ilaria Brancatisano
URL: http://www.aib.it/aib/cen/mediateca02.htm