L'Associazione Italiana Biblioteche intende esprimere forti preoccupazioni ed una profonda insoddisfazione per il testo del decreto legislativo sul conferimento delle funzioni e dei compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, varato dal Consiglio dei Ministri nella seduta dello scorso 27 marzo in una formulazione rimasta, almeno per quanto riguarda gli articoli dedicati ai Beni ed attività culturali, invariata rispetto a quella originaria, nonostante le numerose richieste di modifica ed integrazione avanzate da più parti.
Deludendo le legittime aspettative di quanti auspicavano che questa iniziativa consentisse l'avvio di quel processo di riforma e di riorganizzazione dell'intero settore che da oltre un secolo si sta inutilmente attendendo, il decreto ha infatti confermato il sostanziale disinteresse che circonda le biblioteche in Italia, limitandosi a riproporre, senza alcuna reale modifica, l'attuale situazione, salvo introdurre provvedimenti parziali e disomogenei che, in assenza di una legge quadro di riferimento, rispondono esclusivamente a logiche di parte. Gli articoli 143-150, dedicati ai beni culturali, dimenticano quasi totalmente, infatti, l'esistenza in Italia delle biblioteche, mai citate negli articoli in questione. Unica eccezione l'art.146 che prevede che "Le università possono richiedere il trasferimento delle biblioteche statali ad esse collegate".
Non vogliamo chiederci a quale logica risponda una simile disposizione, priva oltretutto di qualsiasi principio regolatore (perché solo a richiesta? entro quali termini? con quali modalità?). Certo è che il semplice trasferimento, su mera richiesta di parte, e quindi senza alcun criterio informatore, di un settore delle biblioteche attualmente gestite dal Ministero per i Beni Culturali, viene ad aggiungere ulteriori elementi di disomogeneità nel complesso delle biblioteche italiane, con l'aggravante che la formulazione del testo dell'articolo non contempla alcuna garanzia in merito ai servizi da erogare.