La scrittrice Marguerite Yourcenar le definiva, con una metafora divenuta celebre, «granai pubblici». Granai da costruire, potenziare e tutelare come «riserve contro l'inverno dello spirito». Ma oggi le biblioteche paiono sempre di più luoghi di Babele. Nazionali, statali, comunali, universitarie, scolastiche o di quartiere, dipendenti da ministeri ed enti diversi, sembrano - talvolta - più simili a «istituti di pena dove noi abbiamo rinchiuso i nostri grandi spiriti». (così ne Il soccombente di Thomas Bernhard) che a funzionali spazi di servizio e informazione. E in questa nostra era telematica, le biblioteche custodi di librosauri evocano foreste in piena trasformazione epocale, se non - nei casi più prestigiosi- monumenti un pò polverosi da contemplare con deferenza, più che da frequentare con la familiarità che i nostri predecessori coltivavano come si coltiva una vecchia, preziosa amicizia: «In una biblioteca - scriveva Ralph Waldo Emerson - siamo circondati da centinaia di cari amici che un incantatore ha seppellito nella carta».
Ma quale destino attende, in Italia, le circa 14 mila biblioteche pubbliche investite dall'onda dell'innovazione e del cambiamento (legislativo, di assetto, di professionalità, e competenze)? Come affronteranno i protagonisti politico-istituzionali nel prossimo futuro - in un quadro di riferimento europeo e non solo - l'annosa questione meridionale, più che mai viva in materia di «catena del libro»? E che spazio sarà riservato ai ragazzi, attualmente in grado di accedere a poco più che a un migliaio di biblioteche specializzate su tutto il territorio nazionale (l'82 per cento al Nord, il 5 per cento al Sud)?
A questi e molti altri interrogativi di non poco conto tenterà di rispondere, concretamente, il quarantatreesimo Congresso nazionale dell'Associazione italiana Biblioteche (AIB), in programma per la prima volta a Napoli da mercoledì 29 a venerdì 31 ottobre: «Una sede scelta all'unanimità con il gusto di una sfida», spiega Maria Cristina di Martino, presidente dell'AIB Campania. «Poiché Napoli - continua - ha affidato la sua rinascita al bene culturale come fonte primaria per il recupero e il consolidamento di una coscienza civile. Nonostante, va detto, una storica fragilità del sistema bibliotecario cittadino, che di questo recupero dovrebbe essere una delle strutture portanti, rivelandosi invece uno specchio delle stesse contraddizioni che si evidenziano in altri settori del tessuto sociale».
Di qui, anche, il titolo del Congresso, di per sé eloquente indicazione di percorso: «La biblioteca fra legislazione e diritti del cittadino».
Obiettivo del confronto, che coinvolgerà importanti autorità istituzionali e politiche, è infatti «una ridefinizione della mappa e del ruolo delle biblioteche», spiega Ornella Falangola della Biblioteca universitaria di Napoli, denunciando un sotterraneo conflitto locale di professionalità tra corpo docente e personale bibliotecario. Che tradisce, a suo parere, «una carenza generalizzata, che riguarda il riconoscimento di competenze adeguate e specifiche». Certo, Napoli rappresenta per certi aspetti un mondo a parte: con circa 175 biblioteche universitarie, una decina di biblioteche comunali funzionanti e circa 160 censite tra il capoluogo e la sua provincia.
«Neanche il 10 per cento di esse è informatizzato, per mancanza di fondi», aggiungono Di Martino e Falangola.
Capita insomma a proposito, in un momento di work in progress
del quadro normativo e degli strumenti finanziari per la riorganizzazione del comparto biblioteche, l'iniziativa napoletana. Che si intreccia non a caso all'undicesima BibliotExpo, mostra-mercato dell'editoria, dei prodotti, delle attrezzature e servizi per le biblioteche, che presenterà su uno spazio espositivo di circa 900 mq oltre 90 espositori italiani e stranieri.
E a chiarire ulteriormente il perchè è Igino Poggiali, presidente dell'AIB, che terrà la relazione introduttiva ai lavori del congresso: «Noi pensiamo - osserva - che il diritto di accesso all'informazione e alla conoscenza sia condizione per lo sviluppo della persona umana. Il nostro intento è dunque accreditare la biblioteca non più solo quale Bene Culturale (che snatura tra l'altro la sua funzione di servizio informativo), ma come infrastruttura fondamentale del tessuto di servizi essenziali, che sta dentro agli obiettivi del sistema educativo così come di quello economico e produttivo, o dei servizi per la prevenzione del degrado sociale».
Gli esempi di progetti cocreti sono in agenda al Congresso dell'AIB.