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Lettera del Presidente a Walter Veltroni,
Vice Presidente del Consiglio
e Ministro per i beni culturali e ambientali

Oggetto: Strategie ed impegni del Governo nell'attuazione dei diritti all'informazione ed alla conoscenza

On Walter Veltroni,

Il 18 giugno hanno avuto luogo le elezioni per il rinnovo delle cariche sociali dell'Associazione Italiana Biblioteche.
All'indomani dell'insediamento del nuovo Comitato Esecutivo Nazionale dell'AIB, mentre Le invio il nostro piú cordiale saluto sono a richiederLe un incontro urgente nel quale affrontare alcuni temi sul futuro delle biblioteche e dei servizi di documentazione nel nostro paese. Essi sono di importanza almeno pari a quella attribuita, con risultati di successo e risonanza internazionali, ai recenti interventi nella valorizzazione delle raccolte di opere d'arte.

Mi riferisco in particolare alla funzione, che le biblioteche hanno, di organizzazioni deputate a garantire ai cittadini servizi qualificati ed efficaci per l' accesso alla conoscenza e per l' orientamento nel labirinto dell'informazione.

In questa accezione, riconosciuta dal Manifesto Unesco sulle biblioteche pubbliche del 1994, esse sono al servizio dell'esercizio autonomo di pratiche intellettuali e di libero apprendimento attraverso tutti i mezzi di comunicazione, diventando così, insieme alla scuola, luogo deputato alla formazione di quello spirito critico che è fondamento della vera libertà dei singoli e delle comunità.

Mi rivolgo a Lei in questo caso nella Sua veste di Vicepresidente del Consiglio prima ancora che in quella di Ministro per i Beni Culturali. Se condividiamo questa premessa, ne discende che la biblioteca deve far parte dei servizi garantiti ad ogni cittadino, come la scuola, la posta, la nettezza urbana etc. e ciò nella maggior parte del paese è solo un miraggio.

All'avvio di investimenti, sempre modesti, sulle istituzioni culturali delle grandi città fa tuttora da contrappeso l'assenza di una forte politica nazionale in favore della realizzazione di servizi culturali di base. Sappiamo bene che le opportunità, come le informazioni e le conoscenze tendono naturalmente ad addensarsi verso i luoghi e le persone che già ne possiedono. Compito di un governo democratico sarebbe quello di attivare processi inversi e le biblioteche sono la struttura ideale per realizzare e rendere permanenti nel tempo questi obiettivi.

Come certo saprà le società industriali avanzate e la maggior parte dei paesi dell'Unione stanno sviluppando strategie integrate che coniugano la diffusione delle opportunità di accesso dei cittadini alle conoscenze ed alle informazioni con lo sviluppo economico e l'innovazione tecnologica.

Dagli Stati Uniti all'Inghilterra e persino in Portogallo le biblioteche sono individuate come infrastruttura socieconomica oltre che culturale, necessaria a quei processi di crescita delle capacità intellettuali, di investimento sulla propria intelligenza che i cittadini possono mettere in moto in modo autonomo. Su questi temi l'Unione Europea ha disegnato le sue strategie nel Libro Bianco su Istruzione e Formazione e nel Libro verde Vivere e lavorare nella Società dell'Informazione.

La nostra Associazione è da tempo in prima linea nelle iniziative di attuazione di quelle linee politiche e nella partecipazione a programmi europei di ricerca.

Tutto ciò ha tuttavia ricadute modeste se non si inserisce in una strategia, aperta alla collaborazione di tutti i livelli di amministrazione pubblica, ai privati, alle istituzioni culturali ed educative per una grande INFRASTRUTTURA DELLA CONOSCENZA fatta di tecnologie e di servizi che assuma lo stesso ruolo di volano dello sviluppo che ebbe la grande stagione della realizzazione delle autostrade negli anni '60.

Spendere nella costruzione e nella ristrutturazione di biblioteche, in acquisto di libri, audiovisivi, CD ROM, in postazioni multimediali ad uso gratuito per ricerche in INTERNET e per l'utilizzo della posta elettronica da parte dei cittadini, per l'accesso ai servizi pubblici di Rete Civica, portare il Servizio Bibliotecario Nazionale in tutte le città, come era nei progetti iniziali, diventa così un investimento e non una spesa.

Si può offrire in questi servizi un'occupazione produttiva a quella massa di giovani laureati disoccupati che ora costituiscono il più scandaloso spreco in atto nel nostro paese: spreco di intelligenze e di creatività che sono la materia prima della Società della conoscenza!

Desideriamo discutere con Lei e col Governo nel suo insieme le modalità con le quali la Finanziaria darà concretezza a queste aspettative del paese.

Si potrebbe partire dai seguenti temi da noi ritenuti cruciali:
- incentivi nelle tariffe telefoniche per i servizi basati sui collegamenti telematici;
- inserimento dei servizi di biblioteca ed accesso all'informazione tra le priorità nelle misure incentivanti l'occupazione diretta ed indotta;
- incentivi agli individui ed alle famiglie che investono in tecnologie dell'informazione, in istruzione e formazione;
- attuazione della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia ratificata con legge 27 maggio 1991 n.176 che agli art. 13 e 17 afferma i diritti del bambino all'accesso all'informazione ed ai mezzi di comunicazione;
- inserimento di questi diritti nel nuovo modello di stato sociale e loro attuazione attraverso le biblioteche ed i servizi similari sulla base dell'adesione formale ai princìpi del Manifesto Unesco sulle biblioteche pubbliche;
- trasferimenti e/o incentivi ai comuni o ad altri enti che realizzino servizi di questo tipo o li potenzino là dove sono avviati;
- sostegno alle giovani imprese nei settori della gestione di servizi di documentazione e catalogazione, dell'editoria ed in particolare di quella elettronica, delle tecnologie dell'informazione;
- inserimento esplicito delle biblioteche e dei servizi similari e complementari tra le strutture su cui si basa la riforma dell'Istruzione e della Formazione. Si potrebbe, in particolare inserire tra i possibili crediti formativi anche i percorsi Open Learning per i quali le biblioteche sono il supporto ideale;
- riconoscimento della professione di bibliotecario, per la sua elevata valenza tecnica, come avviene in tutti i paesi sviluppati;
orientamenti sulla riforma del Ministero per i Beni Culturali con particolare riguardo alla salvaguardia ed alla valorizzazione della professionalità dei bibliotecari e degli operatori delle biblioteche statali. La questione andrà trattata in un testo di legge quadro nella quale trovino collocazione i vari livelli del servizio bibliotecario nella loro articolazione territoriale.

Mi rendo conto che le questioni evocate possono apparire numerose ma sono tutti aspetti di una concezione della biblioteca che senza rinnegare la sua natura di bene culturale trova comunque la sua prima ragion d'essere nel servizio al cittadino di ogni fascia sociale senza privilegiarne alcuna.

Nel rinnovarLe il saluto da parte mia e dei membri del Comitato Esecutivo Nazionale resto in attesa di poter definire con i Suoi collaboratori la data dell'incontro richiesto.

Il Presidente
Igino Poggiali

Roma, 3 luglio 1997


Copyright AIB 1997-07, ultimo aggiornamento 1999-05-11 a cura di Ilaria Brancatisano
URL: http://www.aib.it/aib/cen/lv970703.htm

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